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mercoledì 2 marzo 2016

Poletti supera Goebbels nell’arte della propaganda

di Marco Mori

Joseph Goebbels fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, assumendo il ruolo di Ministro della Propaganda del Terzo Reich. Nel governo Renzi il Ministro della Propaganda formalmente manca, benché nella sostanza vi sia una costante gara a chi la spara più grossa. Renzi oggi ad esempio si è esaltato per l’irrilevante dato del pil (0,8), che ovviamente non certifica affatto la fine della crisi, che anzi i principali indicatori economici confermano in piena recrudescenza.




Peraltro per accorgersi che la crisi sta peggiorando basta davvero vivere la realtà, anziché il dorato mondo di fantasia di questi Ministri imposti unicamente dal potere finanziario.

Non mi voglio soffermare su Renzi comunque, visto che la perla di oggi è un tweet di Poletti (perla a cui ho risposto già su twitter come vedete nella foto):

“Dati #Istat sono un grande risultato! Sono felice per queste famiglie, grazie agli imprenditori che hanno promosso nuovo lavoro”.




Il tweet è davvero degno di Goebbels. Quali sono i dati che Poletti esalta? Basta leggere il comunicato dell’Istat al netto della propaganda, che in verità spesso lo stesso istituto di statistica fomenta con comunicati che esaltano i dati positivi e relegano quelli negativi dietro le quinte. Fermo restando che a mio avviso l’Istat non è affatto un organismo indipendente e dunque tendo a prendere con le molle ogni dato che fornisce. Non parlo a caso, il Presidente dell’Istat è eletto con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio, e l’intero organo direttivo è di sostanziale emanazione governativa (art. 3 DPR n. 166/2010), ergo parlare di autorità indipendente dalla politica è semplicemente folle, come dire che gli asini volano (Non stupisce dunque che il dato dei suicidi per crisi non sia ad esempio oggetto di analisi da parte dell’istituto…).

Tuttavia il punto centrale del comunicato è che il tasso di disoccupazione è pari all’11,5% e dunque pressoché invariato dal mese di agosto! Ed ancora, nei tre mesi precedenti, aumentano i disoccupati e calano le persone inattive con sostanziale stabilità degli occupati. Sale invece la disoccupazione giovanile arrivata al 39,3%.

Si esaltano poi i nuovi contratti a tempo indeterminato, che ormai sono contratti precari per definizione, grazie alle incostituzionali riforme del lavoro attuate, senza neppure curarsi del fatto che nella maggior parte sono mere trasformazioni di contratti già esistenti, oppure sono la mera emersione di lavoro nero grazie alle agevolazioni fiscali. Ecco dunque come i Goebbels nostrani riescono a stravolgere la realtà.



Per vedere se la crisi è finita guardatevi intorno e non credete a chi racconta sciocchezze. La verità è che dentro le regole dell’austerità la crisi non finirà mai. La Grecia è dietro le porte se non abbandoniamo la nave e riscattiamo la nostra sovranità ed indipendenza.


fonte: Scenari Economici