Matteo Renzi sta assassinando la nostra Costituzione e i valori democratici in essa contenuti. Ma il presidente del consiglio senza mandato elettorale, è solo un esecutore. Un mandante è il sistema finanziario. Come la banca d’affari statunitense Morgan Stanley quella a cui, quand’era sindaco di Firenze, concesse Santa Maria Novella per una cena privata. In barba a turisti provenienti da tutto il mondo che restarono fuori mentre dentro i banchieri brindavano e banchettavano tra affreschi del 1300.
Banchieri come quelli di un’altra agenzia speculativa: la Jp Morgan, che in un suo documento del maggio 2013 impose il tragitto da seguire: “I sistemi politici nella periferia si stabilirono in seguito alla dittatura ed erano definiti da quell’esperienza. Le costituzioni tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato dopo la sconfitta del fascismo.
I sistemi politici che circondano la periferia mostrano di solito diverse delle seguenti caratteristiche: esecutivi deboli; stati centrali deboli rispetto alle regioni; protezione costituzionale dei diritti del lavoro…”.
L’abolizione dell’articolo 18, il rafforzamento del potere esecutivo voluto dalla scellerata riforma costituzionale e l’attacco alla sanità e alla scuola, non sono un’esecuzione delle volontà imposte dalla Jp Morgan e dal dogma neoliberista dominante?
Il prezioso lavoro del costituente fu il risultato di una perfetta sintesi tra varie istanze, anche molto divergenti tra loro. Un’armonia tra personaggi come Piero Calamandrei, Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Giancarlo Matteotti, Alcide De Gasperi. Un’armonia che oggi figure deboli culturalmente e pigre intellettivamente come Maria Elena Boschi pretendono di smantellare in maniera unidirezionale.
Ma oggi viviamo il tempo in cui la politica è subordinata al potere economico finanziario. Se il potere fosse esercitato dalla politica, verrebbe subito fatta indossare una museruola alla finanza. Una finanza che è diventata molto aggressiva e che sta fagocitando l’economia reale tanto da gonfiare sempre più bolle destinate ad esplodere. Le spese verranno pagate, come è accaduto con i mutuisubprime, dai cittadini che saranno nuovamente colpevolizzati di aver vissuto al di sopra delle loro possibilità.
Renzi e il suo drappello di cortigiani, si sta arrogando il diritto di modificare la Carta costituzionale senza essere nemmeno parlamentare. Una tracotanza che ben caratterizza tal personaggio cresciuto a pane e berlusconismo. Se il presidente senza mandato elettorale nutre velleità da costituente, il primo passo sarebbe farsi eleggere dopo aver presentato ai cittadini il programma neoliberista che sta attuando a colpi di fiducia. Temo che, nonostante lo spread tra annunci e fatti, avrebbe ancora delle chance. Basterebbe rispolverare la giacca di pelle sfoggiata da Maria de Filippi e irrompere con qualche annuncio fantasmagorico da Bruno Vespa. Un pezzo del paese lo seguirebbe ancora. Il ventennio berlusconiano ha raso al suolo molte coscienze e la strada è spianata. La maggioranza degli osservatori, per convenienza, si astengono dall’affermarlo, ma è la triste verità: ancora troppi italiani vogliono essere infatuati dall’imbonitore di turno.
Occorre ancora del tempo per rendere tanti cittadini consapevoli che Berlusconi prima e Renzi poi sono solo simpatiche marionette scelte per intrattenere il pubblico tra una partita di calcio e una trasmissione di Barbara D’Urso. Il potere è altrove.
Intanto, la Costituzione viene pugnalata alle spalle. Le dittature del passato imponevano la loro autorità tramite delle palesi rappresentazioni: marce, bombe, colpi di Stato. Oggi basta un cinguettio. Uno slogan espresso in meno di 140 caratteri. E’ il trionfo del pensiero breve.
Renzi è, forse a sua insaputa, solo un soldatino di questa guerra dichiarata ai cittadini da élite che controllano la moneta, la politica, l’informazione, i trasporti, l’energia, l’industria agroalimentare e a breve, anche in Italia, la sanità e l’istruzione,
Dopo il secondo conflitto mondiale, sconfitto il fascismo, fu scritta la Costituzione. Per liberarci dell’odierna dittatura 2.0 sarebbe opportuno partire proprio da quei 139 articoli che sono fari che illuminano il cammino che conduce alla democrazia. Occorre non spegnere queste luci: la Costituzione non va cambiata! Ad essere cambiata deve essere questa classe politica.