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venerdì 30 novembre 2018

Cari giovani ma siete poveri e volete far politica? Siete solo Diplomati e vorreste controbattere un esponente del FMI?

di Pietro De Sarlo

Care ragazze e cari ragazzi,
spero che quello che sta avvenendo in questi giorni vi serva da lezione.

Lasciate perdere la politica se vostro padre è un modesto imprenditore edile e se per sbarcare il lunario, come quasi tutte lemicro partite iva in Italia, qualche prestazione in nero l’ha pagata. Sposate piuttosto la figlia di qualche ricco palazzinaro in modo che vi sostenga magari comperando un giornale.
Lasciate perdere se avete un padre che mette i propri depositi edili nel terreno che circonda la sua modestissima abitazione in una periferia del Sud.






Ma dove volete andare? Piuttosto costruitevi una villa in Sardegna con porticciolo ed eliporto e sanate tutto con stuoli di avvocati e se vi beccano comperate tv e giornali, allora sì!



giovedì 29 novembre 2018

Non cadiamo nella trappola che ci sta cooptando nel Sistema


di Vincenzo Cirigliano

L'idea originaria era quella di innescare una vera e propria rivoluzione Europea, evitando l'uscita unilaterale dal sistema Euro, sicuri di poter indurre una rivisitazione di trattati ed Accordi Europei oltre che una radicale ridefinizione dell'operatività della BCE. Questo è ciò che in campagna Elettorale più volte è stato ribadito dai due Partiti di Governo, con un atteggiamento ancor più marcatamente estremo per la Lega, che addirittura arrivava a far intravedere anche la possibilità di poter abbandonare il sistema Euro. A distanza di cinque mesi di sicuro un pò di cose l'abbiamo capite:
- La Germania non ha alcuna Intenzione di accorpare i debiti sovrani e porre a garanzia di questi la BCE





- La BCE non avrà mai la funzione di prestatrice di ultima Istanza degli Stati Europei e mai avrà un obiettivo diverso da quello legato al controllo dell'Inflazione. Mai emetterà quindi Eurobond per consentire il finanziamento degli Stati dell'Unione.



mercoledì 28 novembre 2018

Ma non dovevamo Negoziare la fine dell'Austerità e delle Riforme Strutturali?

di Antonio Amorosi

Si può continuare a tenere l’Italia nella stagnazione? Con una crescita inesistente? O basata sulle esportazioni? Con un tasso di disoccupazione al 10.1%? E un eccesso di risparmio non utilizzato che è destinato a crescere impoverendo ancor di più il Paese? Con la domanda dei consumatori italiani asfittica? E una divisione netta tra nord produttivo e sud sempre più povero e arretrato? (frase quest’ultima intrisa anche di luoghi comuni)
Sui media mainstream italiani si paragona il bilancio di una famiglia a quella di un Paese, anche se sono contesti diametralmente differenti.





Nel mainstream gli economisti (in verità solo quelli del pensiero neoliberista) sono scienziati, quasi lavorassero con alimbicchi e provette. Nel mainstream il debito pubblico italiano è cresciuto con il crescere della spesa dello Stato.


martedì 27 novembre 2018

Trattare si, ma a tutto c'è un Limite!

Eccoci al consueto aggiornamento settimanale dal fronte di guerra. Cresce la tensione tra le truppe per l’imminenza dello scontro finale.

Noi proveremo a raccontarvi le manovre che i generalissimi delle fazioni in lotta hanno effettuato questa settimana.

Prima di iniziare, vi faccio dono di un assioma, necessario per risolvere il teorema alla fine del pezzo:

ASSIOMA: Se non cambia, l’Europa salta!
Per capire come si sono mossi i principali attori sulla scena iniziamo dalla Politica Estera.



In questo momento, l’asse franco-tedesco sembra marciare compatto verso una riforma della UE che attribuisca a questi due paesi un peso decisionale maggiore rispetto agli altri iscritti al club.


lunedì 26 novembre 2018

La Rivolta in Francia segna un punto di SVOLTA

di Luciano Lago

Nello lo svolgimento della giornata, del Sabato 24 Novembre 2018, molti osservatori notano che questa potrebbe segnare la fine di un regno o l’acquietarsi della insurrezione, precisamente quella del popolo di Francia che era stato in qualche modo cloroformizzato dai fasti “neo napoleonici” dalla Presidenza di Emmanuel Macron e dal nuovo look del piccolo principe della Banca.
Promemoria: proprio ieri, il prefetto di Parigi, Delpuech, aveva dichiarato che nessuno avrebbe superato gli Champs-Elysees …

“Un dispositivo solido sarà a predisposto e non permetterà alcun passaggio sul fondo degli Champs-Elysées”.





Si è visto come la folla insorta è arrivata sugli Champs-Elysées e la polizia è rimasta inmpotente. In un altro paese ed in una altra latitudine si sarebbe sentito il motto: “el pueblo unido jamàs serà vencido”, ma eravamo in Francia non nel Cile di Pinochet.


domenica 25 novembre 2018

Chi ha detto che l'Asta dei BTP ITALIA è andata male?

di Massimo Bordin

I Buoni del Tesoro Poliennali godono di una cattiva fama per colpa dello spread. Eppure sono stati la forma privilegiata del risparmio degli italiani per molti anni. Ancora oggi, molti non sanno nemmeno di detenere risparmi in obbligazioni statali italiane perchè hanno aquistato prodotti finanziari che “contengono” debito pubblico senza che questo sia urlato ai quattro venti (i buoni fruttiferi postali, ad esempio, o fondi assicurativi o bancari che investono in bonds statali).
In questi giorni i media hanno veicolato l’informazione che all’asta dei btp-italia, cioè di btp legati all’inflazione, ci sarebbero stati pochi sottoscrittori.






E’ una balla colossale, perchè le banche consigliano quasi esclusivamente i loro prodotti e quando, raramente, descrivono i btp, tendono a mettere in evidenza il rischio emittente. Dunque, se teniamo conto che i btp sono sconsigliati dalle banche perchè queste preferiscono vendere i loro prodotti e non ci guadagnao quasi nulla dal collocare i bonds, l’asta dei btp-Italia è andata anche troppo bene.



sabato 24 novembre 2018

Il capolavoro di Savona, l’alba del piano B


Ciò che rende interessanti questi tempi è l’immensa quantità di avvenimenti che ogni giorno rendono impossibile morire di noia.
Questa settimana, ad esempio, le fasi di svolgimento della guerra in atto fra Savona e la UE registrano il raggiungimento dell’obiettivo che Savona si era dato come scopo, mettere il Piano B in rampa di lancio, la reazione dell’asse franco-alemanno al muro contro muro dei gialloverdi e la comparsa di un nuovo soggetto all’opposizione.

Partiamo dal capolavoro di Savona e dalla reazione dei tedeschi.

Abbiamo visto che, in base alla Teoria dei Giochi, Savona vinse la guerra con la UE il primo giorno di espletamento del suo incarico. Il 26 settembre Savona affermò:
…abbiamo gettato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra perché guerra sarà”.





Con un Def in controtendenza Savona mise fuori gioco la Commissione UE e, supportato dalla grande finanza americana, disattivò la potenziale guerra dello Spread da parte della BCE.



venerdì 23 novembre 2018

Il Governo tiene nonostante le tante ‘Manine’

di ROSANNA SPADINI

Nel mondo della globalizzazione sono saltate tutte le regole della modernità, quella per intenderci dei grandi progetti progressisti del passato, Illuminismo, Idealismo, Marxismo, sostituiti da una poltiglia indifferenziata di idee, che rientrano nel campo di alcune categorie, nuove o indifferenziate, tipo populismo, sovranismo, nazionalismo, liberismo. Sarebbe buona cosa e giusta capirne il senso, ma naturalmente l’opinione pubblica spesso lo ignora decisamente, ed è per questo che si lascia distrarre dalle campane stonate dei media mainstream.




Dice Francesco Erspamer che “Il bifrontismo della Lega è evidente: ha un volto populista e un volto liberista. Forse è la sua natura, un’intrinseca contraddizione; forse invece si tratta di doppio gioco, a fregare il M5S oggi o magari i berlusconiani e piddini domani.


giovedì 22 novembre 2018

Il Problema dell'U.E. non è il Deficit Italiano, ma il Surplus della Germania

di Lorenzo Vita


Il problema del surplus commerciale della Germania è un tema che deve interessare tutti.Per anni la questione è stata quasi sottaciuta. Non perché non se ne dovesse parlare, ma perché in fondo non interessava. Berlino era il motore dell’Unione europea, Angela Merkelera la leader indiscussa e indiscutibile del continente. E in fondo nessuno a Bruxelles era interessato a mettere in dubbio le politiche della leader del partiti più importante della maggioranza dell’Europarlamento e della guida della locomotiva europea.
Poi qualcosa è cambiato. Il vento sovranista ha messo in dubbio le granitiche certezza filo-tedesche che caratterizzavano i vari governi europei.

 

E dall’altra parte dell’Atlantico, è arrivato Donald Trump, che si è abbattuto come un macigno sulla Germania andando direttamente al cuore del problema: la politica industriale e commerciale promossa da Angela Merkel e che rappresenta uno dei temi principali nell’agenda politica americana. 


mercoledì 21 novembre 2018

LA VERA PARTITA IN GIOCO FRA LA COMMISSIONE E IL GOVERNO GIALLO/VERDE

di Luciano Lago

Non tutti hanno compreso il vero motivo per cui la Commissione Europea ha bocciato la manovra del governo italiano, questo in realtà non corrisponde alle dichiarazioni di facciata fatte dalla Commissione: “La manovra italiana vede un non rispetto particolarmente grave delle regole di bilancio, in particolare della raccomandazione dell’Ecofin dello scorso 13 luglio…..”, hanno dichairato.
Se andiamo a verificare la vera ragione di fondo che spiega la scelta azzardata della Commissione che ha deciso (per la prima volta) l’apertura di una procedura sanzionatoria contro l’Italia per deficit eccessivo basata sul debito, i motivi sono essenzialmete due:





1) in sostanza la manovra di carattere espansivo fatta dall’Italia rappresenta un precedente inammissibile per gli altri paesi, una sfida alla autorità stessa della Istituzione europea una contraddizione dei dogmi indiscutibili del neoliberismo;



martedì 20 novembre 2018

Con questa Europa è meglio andare allo scontro totale

L’imprenditore Arturo Artom vicino a Casaleggio: “L’Ue ci ha distrutto con un razzismo anti italiano e usando i mercati come manganello"

di Federico Novella

“A la guerre come à la guerre, abbiamo lanciato la sfida all’Europa e dobbiamo andare fino in fondo”. Arturo Artom sembra un personaggio uscito da un’acquaforte del diciannovesimo secolo. Torinese, ingegnere, vanta la silhouette d’un nobile sabaudo. Quintessenza del gentlemen, abiti e barba curatissima, una cortesia quasi spiazzante. Non alza la voce, non s’accalora, centellinale sillabe con precisione chirurgica e appena può si smarca: “Io sono un imprenditore, non c’entro con la politica”.





Eppure i giornali lo descrivono come l’ombra di Davide Casaleggio, oltre che principe dei salotti, mago del networking, grande tessitore di rapporti, compagno di aperitivi di Beppe Grillo, ambasciatore dei cinque stelle nel mondo delle imprese. “Ma la stampa scrive tante cose”, precisa.



lunedì 19 novembre 2018

Qualcuno ci spiega questi altri Dati che raccontano invece un'altra Italia?

di Ulrich Anders

Un analista attento e storico autore di SE – sempre molto preciso in fatto di numeri e statistiche – ci segnala una strana anomalia dei dati ISTAT del commercio estero del terzo trimestre, il trimestre del PIL stagnante a 0.

Il dato Istat degli scambi commerciali italiani con la Germania per settembre 2018, incrociato con il dato di Destatis DE mostra una discrepanza di 330 milioni di euro. Per Destatis infatti il disavanzo bilaterale Italia-Germania nel mese di settembre 2018 è di 564,620 milioni, per Istat di 893,147 milioni.





L’export italiano verso la Germania in settembre è in calo dell’1,3% per Istat, mentre per Destatis è aumentato del 13,7% sempre rispetto a settembre 2017.



domenica 18 novembre 2018

Un’Europa che non assolve a tutti i compiti concordati

di Paolo Savona

La Commissione dichiara di volere il dialogo con il Governo italiano, ma verba volant, scripta manent.Se dialogo si vuole veramente, e noi lo vogliamo, si deve partire dal nobile discorso pronunciato dal Presidente Mattarella in Svezia, da quello che si può considerare il podio dei Premi Nobel, ivi incluso quello della pace. Il quesito è quale risposta deve dare l’Italia a una nuova caduta della crescita, già insoddisfacente, e a una disoccupazione e una povertà insostenibili?



La risposta implicita da parte dei conservatori di un’Europa che non assolve a tutti i compiti concordati è “colpa vostra che non avete fatto le riforme che avevamo richiesto”, ignorando che i destinatari politici non sono più quelli ai quali quelle richieste erano state rivolte e con i quali gli accordi erano stati raggiunti.




Per la crescita tedesca "SI" al QE, per i poveri e disoccupati italiani "NO"

di Guido da Landriano


Draghi non può ignorare l’economia e si prepara a rivedere la decisione di terminare il QE a dicembre, almeno questa è l’idea che si sta diffondendo nella stampa come ha confermato anche il Financial Times. La logica è semplice e stringente: la crescita è deludente, l’inflazione quindi scenderà , soprattutto la “Core”, quella in senso stretto, e quindi la BCE, avendo mancato i propri obiettivi, dovrà continuare con il QE.
Che la crescita stia calando non c’è dubbio… soprattutto in Germania, paese che è nel cuore dei vertici europei:



Crescita al -0,2% a settembre con una crescita solo dello 0,2% nel resto d’Europa, crisi causata da un rallentamento economico mondiale e soprattutto dal settore automotive, su cui ha puntato tantissimo la Germania.


sabato 17 novembre 2018

Il Paese dovrà affrontare il "NO" del Colle?

di Luciano Lago

Arrivano i primi moniti alle manovre del Governo giallo/verde che prefigura lo “strappo” con la Commissione Europea.
Dal Quirinale si fa trapelare l’intenzione del Presidente della Repubblica Mattarella di non apporre la sua firma sulla manovre economica del Governo, l’appiglio sarebbe il vulnus dell’articolo della Costituzione che prevede il Pareggio di Bilancio (Fiscal Compact) la sciagurata e demenziale norma che ingabbia i governi alle politiche di austerità della UE.
Nel contempo arriva l’avviso dal presidente della Banca Europea, Mario Draghi, il quale, nel suo discorso di oggi, indirettamente ammonisce l’Italia: “ipaesi indebitati rispettino le regole” , in agguato dietro l’angolo c’è il rialzo dello spread, chi vuole intendere intenda.




In effetti nel suo discorso, il presidente della Banca centrale europea, mario Draghi, ha voluto avvisare nuovamente i paesi “ad alto debito” (sottinteso l’Italia) , non si deve aumentarlo ulteriormente, perchè lo spread riflette lo sfida alle regole di bilancio comuni.


venerdì 16 novembre 2018

In ostaggio i Diritti Democratici del Popolo lucano

di Pietro De Sarlo

Nel lontano 24 aprile 2013 la giunta regionale della Basilicata guidata dal PD Vito De Filippo arrivò al capolinea a causa delle vicende c.d. di rimborsopoli che videro coinvolta l’intera giunta e 26 consiglieri su 30.

Sciolto il consiglio si votò per il suo rinnovo il 17 e 18 novembre dello stesso anno, data insolita e foriera di nefasti presagi.

Il PD candidò, con qualche polemica a causa delle primarie vinte con il contributo sfacciato della cosiddetta opposizione di Forza Italia e del centro destra, alla carica di governatore Marcello Pittella, uno degli inquisiti.




Pittella fu poi condannato dalla Corte dei Conti a restituire 20.274,88 euro. Marcello è anche il fratello del più noto Gianni, ex vice presidente del parlamento europeo e uno dei pezzi da novanta del PD.


Quando finirà questo teatrino del decaduto Giornalismo Italiano?

di Vincenzo Cirigliano

Un pò di chiarezza contro i terroristi che sono scesi in campo nel mainstream televisivo e giornalistico contro la verità e contro questo Governo. Borghi nella trappola della Merlino, che si ripete pari pari in tante altre trasmissioni televisive, costretto a districarsi tra un mare di bugie messe in campo dagli ospiti in studio, fatte passare colpevolmente da chi conduce, e che quotidianamente vengono distribuite sfacciatamente ai telespettatori. Quando finirà questo teatrino che gli Italiani devono sopportare in TV quotidianamente? 

giovedì 15 novembre 2018

Il New Deal dell'Italia

di Aldo Scorrano

Il deficit è troppo elevato? E’ una domanda che spesso si chiedono politici, giornalisti e addetti ai lavori (i cosiddetti tecnici). Per cercare di risolvere la questione ci può venire incontro una lezione di storia, tratta dalla presidenza di Franklin D. Roosevelt e il suo “New Deal” (Nuovo Corso), che cercò di porre fine alla spirale depressiva innescatasi negli anni precedenti (Grande Depressione).
La Grande Depressione iniziò con il completo collasso del mercato azionario il 24 ottobre del 1929, quando furono vendute circa 13 milioni di azioni. Il danno fu prorogato a martedì 29 ottobre quando furono vendute oltre 16 milioni di azioni rendendo tale giorno, a futura memoria, tristemente noto come il “martedì nero”.




L’impatto sociale della grande depressione fu devastante. Nel 1932 la produzione industriale degli Stati Uniti fu dimezzata ed un quarto della forza lavoro, circa 15 milioni di persone, restarono senza lavoro e in assenza di alcuna “assicurazione” contro la disoccupazione.


mercoledì 14 novembre 2018

Vogliono costruirci addosso la "LORO" Europa

di Maurizio Blondet

Un appello diretto al presidente della repubblica viene dal capo-economista di Commerzbank, Jorg Kramer: lo ha fatto su Handelsblatt Global, l’edizione inglese del principale giornale economico. Ecco il ragionamento:
https://global.handelsblatt.com/opinion/power-markets-chasten-italy-populists-980858

La UE tenga duro. Noi (“i mercati”) puniremo governo populista, esigendo tali interessi sul loro debito pubblico, da renderlo insolvente. L’Italia dovrà chiedere aiuto alla BCE. E’ vero che la BCE “proabilmente interromperà il suo programma di acquisto di obbligazioni alla fine dell’anno. Ma è ancora in essere il programma OMT, che gli consentirà comunque di acquistare volumi illimitati di titoli di stato emessi da un singolo stato membro se è a rischio di collasso finanziario o rappresenta una minaccia per la zona euro”.




Questo programma “aiuta” il paese in difficoltà, ma sotto precise condizioni: le “riforme” (tagli all’osso che abbiamo visto applicare alla Grecia.


martedì 13 novembre 2018

SALARI ALLE STELLE E PIENA OCCUPAZIONE

di Andrea Muratore

Sono mesi ruggenti per le economie del mondo anglosassone: assieme agli Stati Uniti che sperimentano tassi di espansione del Pil senza precedenti, il Regno Unito è oggigiorno lanciata a tutta velocità verso un obiettivo difficile anche solo da immaginare, la piena occupazione.
Stando alle ultime rilevazioni, la disoccupazione nel Regno Unito appare assestata attorno al 4%, livello considerato fisiologico e contingentale in un contesto di economia avanzata.





Il jobs miracle di cui ha parlato l’Economist, dunque, appare proseguire dopo le rilevazioni dell’Ufficio nazionale di statistica del Regno Unito (Ons), che per il terzo trimestre ha rilevato una crescita in termini nominali dei salari, ancora lontani tuttavia dal livello pre-crisi, vicina al 3%.



lunedì 12 novembre 2018

Tabula rasa, deserto economico.

La crisi greca esplode nel 2009: all’epoca come primo ministro si è appena insediato George Papandreou del Pasok, figlio di Andreas che risulta capo dell’esecutivo tra gli anni Ottanta e Novanta e protagonista della vita politica successiva alla caduta dei colonnelli. In quei drammatici mesi dell’autunno del 2009, scoppia la “bolla”. Il governo dichiara di aver trovato bilanci falsificati, di conseguenza il debito appare molto più grave di quanto fino a quel momento si pensa. E già, come dimostrano le due elezioni anticipate in tre anni vissute dal paese e le tensioni sociali scoppiate ad Atene nel dicembre 2008, la situazione in Grecia non sembra rosea di suo prima degli annunci sul deficit da parte di Papandreou.



A quel punto scattano i piani della cosiddetta “troika”: Ue, Fmi e Bce impongono riforme radicali alla Grecia, in cambio di prestiti per un valore di miliardi di Euro. È l’inizio del caos.


domenica 11 novembre 2018

Vergognamoci!

di Marco Travaglio

“Hanno perso la Virginità” (Il Tempo, 19.12.2016).

“Il bivio di Raggi: ammettere la bugia col patteggiamento o rischiare il posto”, “L’ultima spinta che avvicina di un’altra spanna Virginia Raggi al suo abisso insieme giudiziario e politico è arrivata dalla testimonianza dell’assessore Meloni” (Carlo Bonini, Repubblica, 26.1.2017).

“La Raggi teme l’arresto. C’è aria di autosospensione” (il Giornale, 27.1.2017).

“Mutande verdi di Virginia” (Libero, 31.1.2017).





“La fatina e la menzogna”, “mesto déjà vu di una stagione lontana, quella della Milano di Mani Pulite”, “la Raggi è inseguita dallo schianto dell’ennesimo, miserabile segreto, custodito dai ‘quattro amici al bar’: una polizza sulla vita”, “Romeo ha un legame privato, privatissimo con la Raggi, in pieno conflitto d’interesse”, “Quelle polizze potrebbero avere un’origine non privata, ma politica… una ‘fiche’ puntata su una delle anime del M5S romano, quella ‘nero fumo’”, “il rebus della provenienza dei fondi”, “Soldi di chi? Per garantirsi quale ritorno?”, “tesoretti segreti e ricatti” per “garantire un serbatoio di voti a destra” (Repubblica, 3.2.2017).


sabato 10 novembre 2018

Sui numeri ha ragione il ministro Tria, non la Commissione Europea

di Marco Biagetti & Fabio Lugano


La Commissione Europea ha reso pubbliche le sue previsioni economiche 2019, che hanno suscitato molto scalpore, ma anche molte polemiche e, sinceramente, tantissime perplessità anche al MEF, viste le dichiarazioni del Ministro Tria. Ora cerchiamo di integrarle in questo scritto che apparirà un po’ tecnico ma mette in luce alcune incongruenze nei calcoli della Commissione che, secondo il nostro punto di vista, nascono dalle sue valutazioni.
Prima di tutto sottolineiamo che sono previsioni basate su ipotesi di parte, e lungi dall’essere una verità assoluta. Sono i piani di battaglia di un esercito sulla carta, da sottomettere alla prova dei fatti umani interni ed esterni.






Una prova di questo la possiamo avere dal caso Grecia di cui vi presentiamo l’ammissione del grave errore fatto dall’Indipendent External Office del FMI nel suo auditing sul caso greco.



venerdì 9 novembre 2018

Al di là di ogni falsa Credenza, l'Italia che non vogliono vedere!

di Guido Salerno Aletta

Non è il replay del 2011, per l’Italia. La situazione del nostro Paese non è mai stata così solida strutturalmente dal punto di vista delle relazioni economiche e finanziarie internazionali, anche se viene taciuta.
essuno si prende la briga di leggere i dati, neppure quelli riassuntivi della bilancia dei pagamenti e della posizione finanziaria netta sull’estero. E neppure si guarda alla enorme formazione di risparmio interno, cui fa da contraltare il crollo del credito. Si cresce poco, ma si è sempre meno indebitati, imprese e famiglie. Si investe poco. Il risparmio primario del bilancio pubblico, poi, drena risorse dall’economia reale, ininterrottamente dal 1992 e con la sola eccezione del biennio nero 2009-2010: solo tra il 2017 e quest’anno sono stati 56,4 miliardi di euro.






Sono questi i nodi su cui la politica economica deve finalmente intervenire.



giovedì 8 novembre 2018

La Commissione punisce l’Italia, non la Germania (o la Francia)

di Maurizio Blondet

Si ritiene anche autorevolmente (per esempio dall’Economist) che per ragioni procedurali, la Commissione europea non lancerebbe una “procedura per deficit eccessivo” contro l’Italia fino all’aprile 2019; per le sanzioni, passerebbero altri sei mesi.
Invece l’attacco della UE contro l’Italia sarà fulmineo: già nelle prossime tre settimane di novembre la Commissione “raccomanderà”” la procedura per deficit eccessivo, e immediatamente applicare la sanzione – sotto forma di deposito infruttifero dello 0,2% del Prodotto interno lordo da depositare presso la Commissione.





Lo spiega il Peterson Institute for International Economics (PIIE), un think tank americano:

https://piie.com/blogs/realtime-economic-issues-watch/could-sanctions-against-italy-be-imposed-earlier-expected



mercoledì 7 novembre 2018

Ed anche quelle opposte del suo alleato B., otto volte prescritto per reati gravissimi !

di Marco Travaglio

Ora che ha più tempo libero, Matteo Salvini potrebbe dedicarlo a un sondaggio, magari via Facebook, fra i suoi fan-elettori con poche domandine facili facili.

1. Che ne pensate della ministra-avvocato Giulia Bongiorno, che continua a difendere gli interessi dei clienti, compresi i colpevoli che non possono sperare nell’assoluzione e puntano tutto sulla prescrizione?





2. A proposito: non vi fa un po’ schifo un sistema che ha consentito ad Andreotti, sette volte presidente del Consiglio, riconosciuto colpevole di associazione per delinquere con Cosa Nostra fino al 1980, di farla franca perché la prescrizione è scattata pochi mesi prima della sentenza di appello e nessuno aveva pensato di bloccarla dopo la sentenza di primo grado?



martedì 6 novembre 2018

Per la Lotta alla Prescrizione "dovremmo tutti esserne felici, a prescindere dal colore del Governo"

Il pm dice sì alla norma Bonafede che la interrompe alla prima sentenza e rilancia: “Bloccarla alla richiesta di giudizio”

di Gianni Barbacetto

La direzione è giusta, anche se si potrebbe fare meglio. Così il magistrato Nino Di Matteo commenta la proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di sospendere dopo la sentenza di primo grado il decorrere dei tempi che azzerano i processi per prescrizione. “Qualcuno, anche tra i magistrati, ha cambiato opinione. Io resto dell’idea che vada realizzata una seria riforma della prescrizione”.

Per quali motivi?

In Italia c’è la sostanziale impunità di molti reati che riguardano la pubblica amministrazione e la corruzione. La stragrande maggioranza di questi processi si conclude con la dichiarazione di intervenuta prescrizione.




Questo è molto grave. Perché il fenomeno corruttivo s’intreccia con i reati delle organizzazioni criminali e dunque finisce per favorire le mafie. Poi perché così mortifichiamo le attese dei cittadini che si aspettano che la pubblica amministrazione sia condotta secondo i criteri stabiliti dalla Costituzione, cioè il buon andamento e l’imparzialità.


lunedì 5 novembre 2018

Un pò di chiarezza su Pensioni e Riforma Fornero

di Pietro De Sarlo

Egregio Professor Francesco Giavazzi,

ho letto con qualche perplessità le sue preoccupazioni sulla parziale cancellazione della riforma c.d. Fornero perché violerebbe il principio di correlazione tra contributi versati e pensioni percepite.

Mi spiace che ancora una volta esponenti del pensiero liberale classico, oltre a ignorare il fondamentale principio della sostenibilità sociale delle manovre economiche, facciano una rappresentazione parziale della realtà.

Non c’è cosa più complicata sotto il profilo economico, giuridico e sociale di un sistema pensionistico per il semplice fatto che il rapporto tra il cittadino e lo Stato sulle pensioni dura 65 anni: 45 di accumulo e venti di fruizione.




Questo implica un grande rapporto di fiducia da parte del cittadino nello Stato e il dovere da parte dello Stato di consentire alle persone di avere tempo di correlare i propri comportamenti di risparmio ai propri obiettivi di reddito pensionistico.



domenica 4 novembre 2018

URGENTEMENTE una Moneta Fiscale che rilanci il Potere d'acquisto delle Famiglie, sganciandosi dal ricatto dei Mercati

di Enrico Grazzini

La domanda oggi è: come finirà il braccio di ferro tra il governo giallo-verde da una parte e i mercati e la Unione Europea dall'altra? Il governo Conte riuscirà a far decollare il suo programma economico? Oppure l'aumento dello spread – ovvero del differenziale tra i rendimenti dei titoli di debito italiani e quelli tedeschi - farà fallire le manovre del governo, e forse anche il governo stesso? L'Italia è nella morsa dei mercati finanziari mentre l'Unione Europea è ormai a pezzi e la Commissione UE è in scadenza, ma, come gli animali feriti a morte, è più minacciosa che mai. Di fronte alla crisi italiana ed europea sono possibili diversi scenari sul piano economico e politico. L'incertezza aumenta e gli esiti possono essere drammatici.





Un'alternativa però esiste: il governo italiano potrebbe evitare di dipendere esclusivamente dai mercati finanziari e, pur restando nell'eurozona, potrebbe creare dei titoli quasi-moneta per finanziare la sua manovra economica, aumentare i redditi interni e diminuire il debito in euro.


sabato 3 novembre 2018

Questa Rivoluzione non è mai stata tanto vicina quanto oggi!

di Marco Travaglio

“In Italia – diceva Ennio Flaiano – l’unica vera rivoluzione sarebbe una legge uguale per tutti”. Bene, quella rivoluzione non è mai stata tanto vicina quanto oggi. È racchiusa in due emendamenti aggiunti dal ministro Alfonso Bonafede al suo ddl Anticorruzione (o Spazzacorrotti”): prescrizione dei reati bloccata con la sentenza di primo grado e carcere vero per chi evade o froda il fisco (con pene più alte e soglie di impunità più basse).
Quando i 5Stelle si sedettero al tavolo con la Lega per stipulare il Contratto, dopo lo sciagurato Aventino del Pd, il Fatto pubblicò un decalogo con le 10 norme che ritenevamo imprescindibili per giustificare un “governo del cambiamento”.





In cima alla lista c’erano l’anticorruzione con gli agenti infiltrati e i premi ai pentiti; la totale trasparenza sui soldi ai partiti, ora schermati da fondazioni e onlus; il blocco della prescrizione; la galera per evasori e frodatori. Quattro grimaldelli indispensabili per scardinare il Patto dell’Impunità che regge da sempre la classe dirigente più criminale del mondo libero: cioè la nostra.



venerdì 2 novembre 2018

Perchè tutti guardano a Salvini per far saltare il Banco?

di Marco Travaglio


Renzi telefona a Salvini e concorda le mosse per logorare i 5 Stelle. Chiamparino si appella a Salvini perché “non sacrifichi la Torino-Lione”, sennò (brrr che paura) “ce la paghiamo noi, magari con l’aiuto delle altre regioni coinvolte dal tracciato Est-Ovest: Friuli, Veneto, Lombardia” (amministrate dagli amici leghisti Fontana, Zaia e Fedriga).
Confindustria si affida a Salvini per salvare “le ragioni delle imprese” (cioè i soliti miliardi pubblici). Repubblica intervista Alessandro Morelli, “direttore del sito Il Populista e responsabile comunicazione della Lega”, per salvare i giornali pagati dai contribuenti a loro insaputa (dei contribuenti) e titola trionfante: “Fondi all’editoria, la Lega non li vuole abolire.





Il pluralismo è nella Carta” (esatto: il pluralismo, non le marchette a spese nostre). Repubblica pubblica articoli pieni di comprensione per il povero Salvini, costretto a governare con quell’“alleato da sopportare”, cioè i 5Stelle, che incidentalmente han preso il doppio dei suoi voti, ma pretendono addirittura di cambiare qualcosa.



giovedì 1 novembre 2018

Una Manovra per RISARCIRE il Popolo truffato dalle banche. Ecco perché questa manovra “non s’ha da fare”

di Fabio Lugano

Mai prima d’ora si era delineato in maniera così evidente lo scontro tra il popolo e le èlite finanziarie, il primo rappresentato dal Governo gialloverde ed il secondo dai tecnocrati e dalle istituzioni europee. I media mainstream sono stati costretti, in questo scontro, a gettare definitivamente la maschera mostrandosi come il braccio “armato” al soldo dell’ordoliberismo e degli illegittimi sinarchi europei.
Così hanno coniato alcuni mantra da recitare in nome e per conto del Dio Mercato. Non importa che le loro tesi siano palesemente smentite dai dati reali, tanto quelli li conoscono in pochi e ci vuole un forte spirito critico per credere in qualcosa che “non lo abbia detto la televisione”.





Allora proviamo insieme a capire cosa dicono televisioni e giornali, anzi cosa vogliono che venga detto coloro che televisioni e giornali li finanziano.