Il Movimento 5 stelle vola a Mosca. Sanzioni, lotta al terrorismo e cooperazione fra Italia e Russia, questi sono stati i temi principali affrontati dai deputati Di Battista e Di Stefano durante gli incontri istituzionali avuti a Mosca.
Mentre Renzi dagli Stati Uniti parla orgoglioso di eccellenze italiane nel mondo, i dati riportati dalla Cgia di Mestre sui danni per il “Made in Italy” dovuti alle sanzioni alla Russia fanno rabbrividire, si stimano 3,6 miliardi di euro persi.
Renzi e Gentiloni si recano spesso a Mosca dove a parole sono contrari alle sanzioni, di ritorno in Italia però di colpo cambiano idea e diligentemente, come ubbidendo agli ordini di qualcuno, prolungano le sanzioni.
“Il problema oggi non è soltanto economico. Noi abbiamo trasformato uno dei nostri più importanti alleati, la Russia, nel nemico dell’Europa”, questa è l’opinione di Manlio Di Stefano, Capogruppo del Movimento 5 stelle in Commissione Affari Esteri, espressa in un’intervista esclusiva a Sputnik Italia sulla visita ufficiale a Mosca.
— Manlio Di Stefano, qual è stato lo scopo del vostro viaggio in Russia?
— Siamo andati in Russia con lo scopo di affrontare tutte le tematiche aperte con la Russia, quindi non abbiamo parlato soltanto di sanzioni. Abbiamo fatto una serie di incontri a tutti i livelli: a livello governativo, di parlamento e con istituzioni legate al commercio. Abbiamo incontrato gli imprenditori italiani che lavorano in Russia, cioè l’ICE e la camera di commercio italo-russa. Ovviamente abbiamo anche incontrato l’Ambasciatore italiano Cesare Maria Ragaglini per avere un quadro completo della situazione. Purtroppo la situazione riconferma quello che abbiamo sempre detto noi. Abbiamo avuto la conferma di 250 milioni di euro persi all’anno per l’Italia, e questa cifra è legata direttamente alle sanzioni con un —24% di import-export.
Abbiamo avuto una riconferma ancora più preoccupante dataci dalle autorità russe: le sanzioni non sono soltanto un problema economico, ma anche emotivo che riguarda i rapporti, i quali erano eccellenti, ma oggi la Russia ha portato i suoi interessi geostrategici altrove. L’Italia sta pagando per questo.
Noi abbiamo voluto parlare di una cosa molto importante. Oggi abbiamo un nemico comune che si chiama terrorismo. Dovremmo smetterla di vedere il nemico nella Russia e trovare dei nuovi accordi per far si che anche la lotta al terrorismo diventi un campo di cooperazione.
— In un’intervista rilasciata a Sputnik Italia, il portavoce del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo Castaldo ha detto che i viaggi di Salvini a Mosca sono più che altro mediatici. Qual è la differenza del vostro viaggio invece?
— Se ci avete fatto caso non abbiamo fatto come Salvini i selfie in Piazza Rossa con la maglietta di Putin. Abbiamo tenuto un profilo basso, perché l’obiettivo principale era di incontrare e capire i fenomeni. Abbiamo incontrato persone a tutti i livelli, abbiamo fatto un vero e proprio atto di diplomazia parlamentare. Siamo andati ad incontrare tutti gli attori coinvolti. Salvini andava a Mosca per inseguire Putin per avere un selfie con lui, una cosa ridicola.
Noi abbiamo chiesto al governo di incontrarci, abbiamo parlato con il vice ministro degli Esteri ed è stato un incontro molto importante. A breve torneremo alla carica con una proposta concreta che vi faremo ufficialmente fra qualche settimana.
— Il Made in Italy sta subendo danni enormi per l’embargo di risposta alle sanzioni antirusse. Sembra che queste sanzioni non si riescano ad annullare, perché l’unanimità in Europa in merito non c’è. Che vie d’uscita vedete? Forse è giunta l’ora per gli italiani di produrre direttamente in Russia?
— Noi abbiamo parlato anche di questo. Alcune aziende si stanno muovendo in questa direzione, per esempio la Barilla produce già in Russia. Il problema è che l’Italia ha solo 5 o 6 multinazionali e il resto sono piccole e medie imprese, le quali non hanno la forza di creare un clone della loro impresa in Russia. Qui ci vuole chiaramente un’opera forte da parte del governo che dovrà eventualmente aiutare queste aziende.
A mio avviso questo aspetto va messo in secondo piano, dovremmo invece continuare a parlare dell’eliminazione delle sanzioni. Il problema oggi non è soltanto economico. Noi abbiamo trasformato uno dei nostri più importanti alleati, la Russia, nel nemico dell’Europa. Io sarò maligno, ma vedo in tutto questo anche un altro fattore, che si chiama TTIP e gas di scisto americano. Bloccare la Russia significa facilitare l’approvazione dell’accordo di libero commercio con gli Stati Uniti. Paradossalmente in due anni di sanzioni, gli Stati Uniti hanno aumentato il loro export verso la Russia e l’Italia l’ha diminuito.
Inoltre nelle sanzioni c’è una parte specifica che proibisce la vendita delle tecnologie per la trivellazione in profondità, proprio quello che serve alla Russia per il gas nei ghiacciai. Qualcosa mi fa pensare che sia una mossa piuttosto politica che realmente collegata all’Ucraina.
— In Italia quasi tutti i partiti sono contro le sanzioni, a parte il Partito Democratico. Questo significa che arrivando al governo i partiti subiscono delle forti pressioni da parte degli Stati Uniti?
— In realtà anche il centro destra tranne Salvini è favorevole alle sanzioni. L’ipocrisia è che Renzi con Gentiloni vanno in Russia dicendo che sono contrari alle sanzioni, poi Gentiloni per esempio ha votato a favore del rinnovo automatico delle sanzioni a giugno scorso. Io penso che l’Europa sia un organo che a parole è indipendente, ma poi risponde ai poteri degli Stati Uniti.
— Una volta al governo voi come rispondereste alle pressioni americane?
— Io faccio un esempio su tutti che ha funzionato. L’Inghilterra soltanto indicendo un referendum sull’euro ha ottenuto il 90% di quello che voleva. Il nostro governo non ha mai chiesto nulla in modo forte. Bisogna andare in Europa e dire che è ora di smettere con questa ipocrisia e queste azioni che danneggiano gli interessi dei nostri cittadini o l’Italia ripenserà alla sua partecipazione all’Unione Europea.
Noi versiamo 24 miliardi all’anno all’Unione Europea per parteciparvi, possiamo dire di non versarli più.
— In merito alla politica estera, qual è la vostra posizione nei confronti della NATO?
— Noi abbiamo detto chiaramente che la partecipazione alla NATO va ridiscussa. Questo significa non necessariamente uscirne, bensì dare un senso chiaro al modo in cui la NATO si muove. È impensabile che si continui ad appoggiare delle azioni di guerra, come il voler annettere il Montenegro nella NATO, che è un chiaro segnale dello spostamento dell’Alleanza verso i confini russi. Anche quello che accaduto con l’Ucraina va nella stessa direzione. La NATO deve stare buona dov’è.
La Russia in questo momento non si sta comportando come un nemico, non capisco per quale motivo dobbiamo aumentare la difesa attorno alla Russia. Se la NATO continua ad andare in questa direzione, vorrà dire che l’Italia dovrà dotarsi di un sistema di indipendenza dalla NATO che ci permetta di scegliere liberamente, come fanno gli altri Paesi. La Germania per tanti anni non ha fatto nessuna guerra, anche se la NATO lo voleva, questo perché loro hanno un sistema più indipendente.
fonte: Sputnik