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mercoledì 30 marzo 2016

Total, il dossier coperto da "divieto di divulgazione"

di Redazione Basilicata24

La Regione Basilicata ha stretto, negli anni passati, accordi con Total ed Eni, affinché i pareri scientifici esterni richieste dalle compagnie petrolifere a studi di analisi e consulenze ambientali rimanessero chiusi nei cassetti. Noi invece oggi ne parliamo, dopo essere venuti in possesso di uno studio "secretato" sulla incidenza ambientale delle prospezioni nella Valle del Sauro.




La Total Italia richiese all’incirca 4 anni fa al laboratorio toscano “pH s.r.l. – Analisi e consulenze” di redigere uno studio di valutazione d’incidenza ambientale per le sole prospezioni sismiche in Valle del Sauro, l’esito? Un no chiaro e preciso, scritto in grassetto a pag.347, dove si scrive: ”si ritiene di dover applicare il principio comunitario di precauzione e dichiarare in ragione di tale principio, una potenziale incidenza negativa sulle componenti biotiche dell’area”.



Una delle pagine del dossier

Giudizio chiaro ed inequivocabile: le sole attività di ricerca del petrolio e figuriamoci l’estrazione, sono giudicate pregiudizievoli per il mantenimento di flora e fauna nella zona, la Valle del Sauro, e quindi nel resto della Basilicata?

Il paragrafo conclusivo apre dando conferma ad una paura diffusa, ossia che la Basilicata sia un vero e proprio esperimento pioneristico volto a dimostrare la possibile convivenza tra attività estrattive e uomo. Stupidaggini millantate da Eni e Total che vogliono rendere solo più gradevole l’olezzo del denaro con cui pagano il nostro sottosviluppo, perché il laboratorio d’analisi toscano, leader nel suo settore, asserisce che il settore in questione non è conosciuto, e che nella letteratura scientifica non esistono precedenti: vale a dire che Eni e Total stanno cercando in Basilicata di creare un modello ibrido di sviluppo senza basi scientifiche a sostegno del loro tentativo. Lo studio in questione è datato ottobre 2010 e riporta sulla sua copertina la dicitura ”Questo documento è di proprietà di Total Italia S.p.A.. Non potrà essere copiato, riprodotto o diffuso a terzi senza la sua autorizzazione”.

A questo aggiungiamo anche le pubblicazioni sanitarie internazionali, come quella uscita sul numero 58 della “Occupational & Enviromental Medicine”, citato più volte dalla professoressa Albina Colella, che ha pubblicato nel 2001 uno studio svolto in Ecuador da un’equipe medica, che ha studiato gli effetti sanitari delle estrazioni petrolifere della Texaco sugli abitanti del villaggio di San Carlos: un luogo di pescatori ed agricoltori, nessuna industria pre-esistente, lontani da stress e città: hanno iniziato a conoscere massicciamente il cancro in diverse forme e con basse possibilità di guarigione.

Total, Eni e Regione Basilicata ed altri capitani d’industria, hanno stipulato anni or sono un vero e proprio patto scellerato, ormai smascherato, volto a nascondere sistematicamente la reale natura del loro progetto, di cui sagre, mostre, libri, convegni e royalties sono solo il lato illuminato; dietro c’è un disegno autentico di “periferizzazione ambientale” della Basilicata.

Le dichiarazioni scioccanti del responsabile del Distretto Meridionale dell’Eni, Ruggiero Gheller, recitate durante l’ultima conferenza stampa organizzata da Eni a Viggiano meritano un’adeguata risposta. Le accuse di lentezza, dietrologia e sostenibilità ambientale relative all’affaire petrolio lucano in Basilicata meritano risposte forti ed oggettive. La strategia di colonizzazione della Basilicata è sputtanata dai fatti, quelli scientifici e giuridici, nascosti in dossier e studi coperti da “divieti di divulgazione”.

Ci spieghi l'ingegner Gheller perché l’Eni ad oggi nei suoi Local Report non ha mai esposto dati o studi comprovati ed obiettivi a sostegno delle sue tesi di sostenibilità? Lasciamo a casa l’effetto Nimby, e parliamo di diritto e scienza: gli studi d’impatto ambientale dell'Eni, come quello citato, se liberi, hanno detto che “in Basilicata non si può estrarre” sia per motivi ambientali (quindi anche sanitari) ma soprattutto per effetto di leggi europee, già citati da Mediterraneo No-Triv per bocca dell’avv. Bellizzi. Carte alla mano, è arrivato il momento di un confonto vero con le compagnie petrolifere che facendo affidamento sul “bassissimo senso civico dei lucani”, sono venute in Basilicata come tra gli indios, pensando che da una regione di "pezzenti" non potesse nascere, un giorno, una coscienza collettiva. E invece Eni e Total da giganti rischiano di fare la fine di Golia.


fonte: Basilicata24.it