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giovedì 3 marzo 2016

RENZI VUOLE REGALARE IL NOSTRO MARE ALLA FRANCIA. NON GLIELO PERMETTEREMO MAI.

di Manlio Di Stefano

Se ne sta già parlando da settimane ma ho la sensazione che il tema sia sottovalutato. Sto parlando della cessione di alcune aree marittime italiane in territorio sardo e ligure alla Francia.
L'accordo è già stato firmato il 21 marzo 2015 all’Abbaye aux Dames de Caen dal nostro ministro degli esteri Gentiloni e dal suo collega Laurent Fabius e, in tempi brevissimi, è stato ratificato dal Parlamento francese, ma non ancora da quello italiano.
Il nostro Governo evidentemente aveva qualcosa da ricambiare a Hollande e l’ha fatto condannando due delle flotte più importanti d'Italia.





Queste aree in particolare contengono la famosa e pescosissima Fossa del Cimitero (in realtà cinque punti di pesca, profondi da 550 a 900 metri, ribattezzati dai pescatori italiani Cimitero, Fuori Sanremo, Ossobuchi, Vapore e il Banco), dove si riproducono e vivono i gamberoni rossi, una specie pregiatissima e molto richiesta.

Alle nostre interrogazioni in aula e in commissione il ministero degli esteri ha sempre risposto accampando scuse che non chiariscono affatto la cosa più importante ovvero: quale necessità ha mosso il nostro Paese ad un accordo a ribasso sui mari?
E ancora più importante, un tema di questa importanza, di cessione territoriale, non avrebbe meritato un minimo di dibattito pubblico?
In commissione ho fatto un esempio volutamente esagerato ma pertinente, se domani il Bomba si svegliasse e decidesse di cedere il Piemonte alla Francia, andrebbe direttamente a firmare l'accordo con Hollande o si degnerebbe prima di chiedere agli italiani cosa ne pensino?
No perché, cedere porzioni di mare è tecnicamente la stessa cosa, è cedere territorio italiano.
Fortunatamente l'errore della guardia costiera francese, che ha sequestrato indebitamente un nostro peschereccio, ha sollevato la questione all'opinione pubblica dandoci un'ultima speranza. Infatti manca ancora l'approvazione della ratifica da parte del Parlamento italiano e, preventivamente, della Commissione Affari Esteri di cui faccio parte.
Ora la questione è esclusivamente nelle mani dei parlamentari e, soprattutto, di Cicchitto (Presidente della Commissione) che potrebbe decidere di calendarizzarla immediatamente ma anche di non calendarizzarla mai (opzione ideale).
Noi abbiamo promesso guerra e sappiamo di poter contare al momento giusto del vostro supporto. Almeno a parole, l’hanno promessa anche le altre opposizioni. Vedremo se saranno le solite parole vuote delle finte opposizioni o meno.

Vi terrò aggiornati.