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giovedì 31 gennaio 2019

Draghi ci convince che siamo entrati in un nuovo totalitarismo e ”regno della menzogna”

di Maurizio Blondet

“Un paese perde sovranità quando il debito è troppo alto”, ha esalato Mario Draghi in audizione all’europarlamento giorni fa.

Sui blog di chi capisce queste cose, ci si è stupiti e indignati. Alcuni sarcastici: Draghi ha riportato in vigore la schiavitù per debiti, un grande progresso del capitalismo. I commenti sottolineano la palese menzogna: il Giappone ha un debito del 240 per cento e non ha perso sovranità. Altri fanno notare invece che il Venezuela ha un debito pubblico del 23%, quindi dovrebbe essere solidamente sovrano..
Altri replicano che il debito fa perdere sovranità solo se si è nell’euro, ossia se non si ha una propria banca centrale d’emissione e prestatore d’ultima istanza.



Che uno Stato perde sovranità quando ha debito denominato in moneta straniera, come noi italiani con l’euro, che per noi è una moneta straniera, che non possiamo manovrare.


mercoledì 30 gennaio 2019

Ai potenti della Terra: rimettiamo l'Uomo al posto del Mercato (firma anche tu)

Valerio Malvezzi al convegno “Spread, banche e sicurezza nazionale”, con le parole accorate del suo manifesto “Lettera aperta per una Economia Umanistica”, indirizzata a quei potenti della Terra che, comandando sui capitali e sulla finanza, tutto controllano, descrive la terribile realtà a cui i popoli oggi sono sottomessi. Il Mercato detta legge e i cittadini patiscono manovre finanziarie “lacrime e sangue”. I fondi speculativi privati possono vigilare sul loro stesso operato ma governi democraticamente eletti non possono decidere le loro politiche economiche. Il privilegio e l’arricchimento dei pochi si regge sul sacrificio e sulla povertà dei molti.

“ Voi (politici) dovete fare una ed una sola cosa: chiedere a gran voce che l’economia torni sotto la morale perché per millenni, da Aristotele ad Adam Smith, tutti i grandi economisti erano filosofi morali.

 

Questo è il tema cruciale della rivoluzione intellettuale del XXI secolo. Oggi ciò che domina il mondo è la finanza, che condiziona l’economia, che ricatta la politica al di fuori della morale”.


martedì 29 gennaio 2019

Breve, purtroppo, lezione di economia

Vi presentiamo l’intervento, come sempre lucido, del ministro Paolo Savona a Povera Patria (Rai 2) in data 25 gennaio. I temi sono quelli caldi dei rapporti con le istituzioni economiche monetarie, nazionali ed internazionali, e delle previsioni economiche non positive di Banca d’Italia. Un intervento molto lucido, una breve lezione di economia come raramente, ormai, si ascoltano più.




Fonte: Scenari Economici

Nave Diciotti: la brutalizzazione del diritto

Sono anni che lo dico e lo ripeto … l‘arma di distruzione di massa più pericolosa, in mano ad un umano … non è quella da fuoco … ma la penna. Più letale della lametta in mano a una scimmia, come usava dirsi una volta per raffigurare la pericolosità di qualcuno.
Penna, ovviamente intesa in senso metaforico, perché ormai sostituita dalla ben più letale tastiera che permette, non solo una maggior rapidità, ma soprattutto di meglio e più facilmente divulgare, conservare, e all’occorrenza modificare, quel che si è scritto.
Per far meglio comprendere la differenza che trovo tra penna e arma da fuoco, Il paragone che mi viene in mente è quello tra l’arma a colpo singolo e quella a raffica.





Con la penna si riescono a compiere le peggiori nefandezze e i danni più gravi … qualche volta ricevendo persino il plauso di chi rimane affascinato dal sapiente uso che, chi ha le giuste doti, ne riesce a fare.


lunedì 28 gennaio 2019

LA VERA “POLPETTA AVVELENATA” SEMPRE TACIUTA DEL DIVORZIO TESORO - BANCA D'ITALIA

di Antonio Maria Rinaldi

Per troppo tempo la classe dirigente politica italiana e la stessa letteratura economica di regime, hanno colpevolmente taciuto sull’importanza di quella decisione con cui il Tesoro, guidato allora da Beniamino Andreatta, “sollevò” la Banca d’Italia di Carlo Azelio Ciampi, dall’obbligo “d’intervento” nelle aste dei titoli pubblici finalizzato per calmierare i tassi d’interesse. Provvedimento che generò, con l’esplosione dei tassi d’interesse corrisposti sui titoli pubblici lasciati alla sola determinazione dei mercati, l’era dei c.d. “bot people” che sottrassero risorse vitali all’economia reale e a danno della ricchezza collettiva per quella dei detentori dei titoli.




Le stesse aziende trovavano più conveniente investire la liquidità in titoli di Stato che in investimenti produttivi e innovazione e le finanze pubbliche assunsero lo scomodo ruolo di distribuire un dividendo che nessuna attività industriale avrebbe ragionevolmente mai potuto erogare.



...se lo SPREAD non è un Problema!

di Valerio Malvezzi

Avete mai sentito parlare del problema SPREAD fino al 2011, quando hanno fatto cadere il governo Berlusconi con una mossa speculativa internazionale?
Probabilmente no, e, malgrado ciò, gli italiani hanno sempre vissuto tranquillamente.
Eppure lo SPREAD non è più alto oggi di quanto fosse in passato: negli anni 90 abbiamo toccato punte molto alte, eppure il rating dell’Italia molto più alto di oggi.
Come è possibile quindi tutto questo fracasso attorno allo SPREAD?




La risposta è semplice: tra la fine degli anni 80 e inizio degli anni 90, è stata fatta una operazione clamorosa che si chiama internazionalizzazione e globalizzazione del debito dalle mani dei cittadini italiani alle mani delle banche estere.



domenica 27 gennaio 2019

Tremate, i Buoni Postali Indicizzati son tornati

di Massimo Bordin


Il 14 gennaio Poste Italiane ha inaugurato l’anno con una piacevole sorpresa: ha ricominciato ad emettere i BFPI, cioè i buoni postali indicizzati all’inflazione che erano stati tolti dall’offerta diversi anni or sono.
Non sono Beppe Scienza (nomen omen), ma qualcosa sui buoni postali l’ho capita anch’io, e la cosa più importante – tra quelle che ho capito – è che la liquidità investita è sempre disponibile(hai detto cotica…!).
Ok, convertire il conto corrente bancario in buoni postali non sarà il massimo del rendimento, ma la cosa veramente fantastica dei buoni postali è che le cifre investite si possono subito ritirare qualora le offerte del mondo finanziario relativamente alla liquidità tornassero a presentare rendimenti alti.


Il tasso d’interesse praticato dalle banche centrali è poco più di ZERO. L’inflazione in Italia è sull’1,2 per cento. Quindi, poste queste condizioni, superare l’1,2 per cento è molto se teniamo conto di un rischio che – nel caso delle poste è – anch’esso, quasi a ZERO.


sabato 26 gennaio 2019

UE: il totalitarismo disumano che impoverisce i poveri

di Maurizio Blondet

“L’uguaglianza di ognuno davanti all’imposta è un principio riconosciuto dal 1789. Ma oggi c’è da chiedersi, alla Orwell, se non ci sono dei più uguali degli altri”. L’economista Jacques Sapir ha messo in luce un’altra stortura delle normative europee: un’ingiustizia fiscale che obbliga gli Stati ad agire radicalmente a favore del capitale e dei ricchi.
L’occasione è l’esame di una delle riforme di Macron prossima ad entrare in vigore: la ritenuta alla fonte, su salari e pensioni, dell’imposta sul reddito. Una cosa che noi conosciamo, ma per la Francia è una novità.





Sapir nota anzitutto che questa era perfettamente adeguata all’epoca “fordista”,quando grandissima parte della popolazione era salariata da grandi imprese. Oggi, nella diffusione dei lavoratori indipendenti, “uberizzati”, intermittenti, precari,”auto-imprenditori”, il prelievo alla fonte rischia di essere un metodo arcaico.

venerdì 25 gennaio 2019

La corruzione in Italia non necessita di essere raccontata o dimostrata

di Marco Travaglio

Essendo poco pratici del ramo, prendiamo ogni giorno diligenti appunti su caratteristiche e requisiti della sinistra italiana in piena riscossa contro il governo destrorso che stanzia 7 miliardi per i poveri e 3 miliardi per i pensionati. Una sinistra che, secondo Romano Prodi, sarebbe “senza idee e senza leader”. Invece ne ha fin troppi, da vendere.
La sinistra è il compagno Luigi Marattin, capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera, che difende la Francia dalle “bufale” e dalle “cialtronate” dei terribili sovranisti sul franco coloniale Cfa che contribuisce col cambio fisso, i ricatti commerciali e le truppe di occupazione al rigoglioso benessere di ben 14 Paesi africani.




La sinistra è il compagno Pd tutto che chiama “alleata” e “amica” la Francia del compagno Macron che protegge decine di nostri assassini latitanti; chiude i porti e le frontiere ai migranti; incrimina chi assiste donne straniere incinte; deporta migliaia di rifugiati oltre i nostri confini violando la sovranità italiana a Bardonecchia e Claviere.


Salvini non ha capito che il trattamento Maduro lo stanno facendo anche a lui ed al Governo in Italia

di Giulietto Chiesa

Come era ormai chiaro l'operazione per liquidare Maduro è entrata nella fase decisiva.
È tragicamente "normale". Il quadro, dopo la lunga opera di sovversione dall'esterno e dall'interno, è questo: c'è un Presidente, Maduro, che ha l'appoggio di una parte grande del popolo. E c'è un'opposizione che ha l'appoggio di un'altra parte del popolo. Ma ha anche l'appoggio degli Stati Uniti d'America. È proclamato e ufficiale. E l'opposizione è sostenuta anche dalle molte oligarchie economiche latino americane (Brasile, Argentina, Colombia etc) legate al dollaro americano.
Inutile cercare di convincere le opinioni pubbliche europee. L'informazione che ricevono dal mainstream è tutta contro Maduro. La storia del Venezuela e dell'America Latina non la conoscono.





Ma una cosa è necessario dire: che solo i venezuelani devono poter decidere, e che ogni interferenza dall'estero e inaccettabile. E una lunga serie di interferenze e pressioni illegittime è già stata compiuta. Dunque il confronto è impari.


giovedì 24 gennaio 2019

Si dimenano perchè rivogliono il Potere

“Le persone che vedono respingere le politiche che hanno votato più e più volte, proprio da parte delle élite che i popoli hanno sconfitto con il voto, inevitabilmente si rivolgeranno ad altri mezzi per ottenere quello che vogliono”.
“Coloro che rendono impossibile la rivoluzione pacifica … rendono inevitabile la rivoluzione violenta”, (John F. Kennedy).


di Pat Buchanan

Nel 2016, Stati Uniti e Gran Bretagna sono stati entrambi testimoni di rivoluzioni pacifiche.

Gli inglesi hanno votato in maggioranza per separare i legami con l’Unione europea, ripristinare la loro piena sovranità, dichiarare l’indipendenza e andare per la loro strada nel mondo. La politica commerciale e dell’immigrazione avrebbe dovuto ormai essere decisa da un Parlamento eletto dal popolo, non dai burocrati di Bruxelles.





E’ stata chiamato “Brexit” . E la sfida britannica ha sbalordito le élite globali.
Due anni e mezzo dopo, la Gran Bretagna è ancora all’interno dell’UE, e nessuno sembra sapere quando e se il divorzio avrà luogo – una vittoria di Londra e delle élite europee sulla volontà espressa del popolo britannico.


mercoledì 23 gennaio 2019

La signora Omicidi ha colpito ancora

di Rosanna Spadini

Di omicidi politici si tratta, ma pur sempre di omicidi, e nel frattempo ci è scappato anche qualche suicidio vero. Infatti nel liquame fangoso del Regno dell’Euro, c’è qualche forza misteriosa che negli ultimi 20 anni ha attirato nella voragine della recessione tutti gli stati membri, uno dopo l’altro, tranne la ‘locomotiva’ d’Europa, la Germania. Come se avessimo vissuto sul palcoscenico di “Dieci piccoli indiani”, prima sparisce la Grecia, poi Irlanda, Spagna, Italia, Gran Bretagna, ed ora anche la Francia, stretta in un aggancio mortale, preludio di morte.
Aquisgrana, terra di mezzo tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, è stata la sede di nascita del Sacro Romano Impero, di Carlo Magno (Karl der Grosse ), ed ora è diventata il cimitero del Regno dell’Euro.






Gli sciacalli dorati del Regno dell’Euro si sono proposti spesso come i salvatori dell’Europa, vedi Draghi, Macron, Merkel… hanno promesso crescita, benessere e lavoro, poi, dopo aver danneggiato tutti i fondamentali economici degli stati membri, dopo averli ficcati nella palude Stigia della storia, ora hanno stretto un patto di sangue per non morire definitivamente.


martedì 22 gennaio 2019

L'Italia ne prenda atto e tragga le Conseguenze

Germania e Francia stipulano un accordo con il quale – in sintesi – viene previsto uno spazio comune e una difesa comune, vengono stabilite regole d’intesa in seno all’Unione Europea (con un sistema di consultazione preliminare), viene condiviso (in che modo non si sa) il seggio ONU. Insomma, viene definita una politica europea e internazionale comune e diversa da quella dei singoli Stati e dell’Unione Europea.
Quale sia l’effettività di questo accordo è ancora tutta da vedere, ma una cosa è certa: Aquisgrana rappresenta il certificato di morte dell’Unione Europea, o almeno di come oggi è conosciuta e considerata, dimostrandosi una volta per tutte che i veri Dominus dell’Unione è ed era la premiata ditta franco tedesca, dove il socio di minoranza risulta la Francia e quello di maggioranza la Germania.





Cosa accadrà d’ora in avanti, non si sa. Ma è sicuro che l’Italia deve prendere atto di questa novità e trarne le conseguenze. E queste conseguenze non possono che essere ridiscussione profonda della nostra aderenza all’Unione Europea e in particolar modo all’unione monetaria.


ECCO PER INTERO IL DOCUMENTARIO SULLO SCANDALO DEL FRANCO CFA

Vi presentiamo il documentario completo di Night Tabloid RAI 2 sul Franco CFA e su come questo sia un vero e proprio scandalo che impoverisce l’Africa, la comprime, e causa l’emigrazione verso l’Europa incontrollata. Altro che “Migranti climatici”, sono “Migranti economici” causati dal fatto che il Franco CFA, moneta di paesi deboli, è legato all’euro, la moneta dei paesi forti. Un’autentica VERGOGNA di cui potete vedere gli effetti nel documentario:
prezzi dei prodotti, quasi tutti importati, altissimi;
impossibilità o quasi di cumulare capitale, quindi di crescere, localmente;
sfruttamento economico (i beni importati sono europei, del Nord Europa);
emigrazione forzata e sradicamento.



Praticamente il franco CFA, legato all’Euro, viene a depauperare quei paesi PEGGIO di quanto abbia fatto con la Grecia, e PEGGIO di quanto facesse il vecchio Franco Francese che, comunque, era una moneta molto più debole dell’Euro.

lunedì 21 gennaio 2019

L'U.E. ama il denaro Britannico più di quanto non ami la Democrazia (Video di P.Savona)

di Luciano Lago

L’atteggiamento antagonista dell’UE nei confronti della Brexit, che si è reso evidente questa settimana, non deve ingannare. Questo atteggiamento non è stato motivato da alti ideali europeisti, ma dal mero interesse di Bruxelles di non perdere i finanziamenti della GranBretagna. Per gli oligarchi della UE . L’interesse personale viene prima, molto prima che non il voler rispettare le decisioni democratiche.
Il modo di affrontare la questione è stato quello di ottenere il risultato a tutti i costi altrimenti, i britannici dovranno votare di nuovo. Altrimenti Bruxelles ignorerà del tutto la volontà dei cittadini del Regno Unito.
Martedì, il cosiddetto “Accordo di ritiro” del Primo Ministro britannico Theresa May è stato pesantemente sconfitto nella Camera dei Comuni, con un gran numero di votanti contro il voto.




Lo stesso giorno, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, ex primo ministro polacco, ha twittato: “Se un accordo è impossibile e nessuno vuole un accordo, chi avrà finalmente il coraggio di dire qual è l’unica soluzione positiva? ”.

domenica 20 gennaio 2019

E loro volevano far credere di essere Sinistra del Popolo

di Marco Travaglio


Casomai qualcuno credesse ancora alla favoletta del Pd “di sinistra”, ha provveduto Maria Elena Boschi a sfatarla con la memorabile battutona sullo Stato sociale (che per lei non è il Welfare, ma la band arrivata seconda all’ultimo Sanremo) e sulla “vita in vacanza” (intesa come la pacchia sardanapalesca del reddito di cittadinanza per i 5 milioni di poveri creati anche dal suo partito). Per una volta la freddura, peraltro copiata ad Aldo Cazzullo, è riuscita a fare più danni al Pd del suo rottamatore ufficiale, che tuona contro il reddito da un tipico mezzo di locomozione proletario: un motoscafo di Venezia.



Nel silenzio assoluto dei vari Zingaretti e Martina. Se non sapessimo che Maria Etruria e Matteo stanno scientificamente picconando quel che resta del loro partito per farne un altro ancora peggiore, ci domanderemmo quanto li pagano i 5Stelle e la Lega per mettere in fuga gli elettori superstiti.


sabato 19 gennaio 2019

Cos'è questa Crisi, se non l’oppressione imposta da una Minoranza!

di Roberto Pecchioli

Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Così pensavamo ascoltando un amico intento a fornire il suo parere sui problemi del mondo e le prospettive per l’anno che inizia. Notavamo amaramente che le uniche previsioni che davvero interessano sono quelle economiche e finanziarie. Ha vinto la ragione strumentale, il tornaconto, o, per dirla in modo più dotto, la filosofia della prassi. Senza principi, privati di valori, tutto diventa pura prassi, basata sui rapporti di forza.
Unica fiamma accesa resta quella della ragione economica, che porta il nostro conoscente a reagire infastidito all’obiezione che il futuro non ha come unico orizzonte il denaro, l’economia, il mercato.





Nulla gli importa, come alla maggioranza, dei perché, né vuol sentire parlare di immigrazione, della bomba demografica della denatalità, di crollo dei principi etici, della famiglia che si sfalda, dell’egoismo di massa, del declino del sentimento religioso, tanto meno della necessità di promuovere cambiamenti sociali orientati dal senso morale.


venerdì 18 gennaio 2019

FINANCIAL TIMES: «HA RAGIONE LA MMT» (Video Di Maio a Porta a Porta)

di Thomas Fazi

Un articolo uscito ieri sul blog Alphaville del Financial Times sdogana definitivamente e senza mezzi termini la teoria monetaria moderna (#MMT). Anche su questo, insomma, avevamo ragione noi:
«Non c’è nulla di intrinsecamente socialista per ciò che riguarda il debito pubblico. Un governo può emettere debito per pagare qualunque cosa gli piaccia: per combattere una guerra, per abbassare le tasse, per attutire gli effetti di una recessione. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno sempre emesso debito per pagare per queste cose. I politici dicono che il debito pubblico spiazza gli investimenti privati, che è insostenibile e trasformerà il paese che ne fa uso nell’Argentina, nella Grecia o nel Venezuela. Ma indipendentemente da ciò che dicono, i politici americani finiscono sempre per fare ricorso al debito.




I sostenitori della teoria monetaria moderna sostengono che, per un paese sovrano che dispone della propria valuta, non esiste un livello intrinsecamente insostenibile di debito pubblico, sarebbe a dire che non esiste un livello oltre il quale il paese inizia crollare, che sia il 90 per cento o il 200 per cento del PIL.

giovedì 17 gennaio 2019

L'UE di Francia e Germania prevede l'asservimento dell'Italia e degli Italiani

di Maurizio Blondet

Apparentemente sembra un perdente: la UE cade a pezzi, la Brexit, la Francia in insurrezione, il gruppo di Visegrad, gli economisti di Berlino che parlano di una uscita dall’euro… Ma non è affatto detto che non basti (e avanzi) per inserire l’Italia come terra subalterna e paese di spoliazione nel Progetto di metamorfosi dell’UE che rapidissimamente stanno concludendo Macron e Angela Merkel, e che firmeranno già il 22 gennaio: il Trattato Franco-Tedesco di Aix-La –Chapelle.
Questo trattato è, né più né meno, la “fusione” dei due paesi e prime economie della UE in un blocco unito. Sancisce la convergenza di Francia e Germania in “politica estera, difesa, sicurezza interna ed estera, diplomazia, giustizia, polizia, politica energetica, ricerca, persino esportazione di armamenti”.




Il testo del Trattato è stato pubblicato da La Tribune. Consta di 28 articoli. Vi delinea la creazione di un “Consiglio dei ministri franco-tedeschi”, “ di un consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza”, di un “Consiglio franco-tedesco di esperti economici” che concordano “una unità comune in vista di operazioni in paesi terzi”.

mercoledì 16 gennaio 2019

Il Vero Sconfitto del voto Inglese sfavorevole alla May!

di Maurizio Blondet

Tutti i media titolano: Sconfitta della May. Ma lo sconfitto vero è Martin Selmayr, il “segretario-badante”che Merkel ha incollato a Juncker (con metodi illegali, scavalcando le procedure) per guidare l’alcolista anonimo: iper-efficiente, ultra-autoritario, “intelligentissimo”, e che ha condotto la trattativa con Londra alla germanica, con l’intento di punire da posizioni di forza. Strappando alla May un “accordo” così umiliante da essere inaccettabile per i britannici.





Adesso il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, allarmato, dichiara: “La UE pronta a discutere se il Regno Unito rigetta l’accordo”.

martedì 15 gennaio 2019

Manipolazioni delle Notizie e Stampa

di Marco Travaglio

Il Corriere della Sera è il più prestigioso e venduto quotidiano d’Italia perché – grazie ai suoi potenti mezzi e alla bravura di molti giornalisti – è in grado di “coprire” il maggior numero di notizie. Tranne una: lo scontro al calor bianco fra il suo vicedirettore Federico Fubini e il suo corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi. Il quale, due settimane fa, in una lettera al Comitato di redazione rimasta senza risposte, accusava Fubini di aver diffuso il 1° novembre una “notizia che non c’è” a tutta prima pagina: “Deficit, pronta la procedura Ue. La decisione attesa il 21 novembre”. Negli stessi giorni Caizzi, dall’osservatorio privilegiato di Bruxelles, tentava invano di far sapere ai lettori che le cose stavano all’opposto: Commissione, Ecofin ed Eurogruppo lavoravano a una mediazione con Roma per scongiurare la procedura. Con tanto di conferme dei presidenti di Eurogruppo ed Ecofin.






Ma i suoi pezzi venivano confinati in trafiletti semi-invisibili o addirittura smentiti da Fubini, sempre uso scambiare i suoi sogni per la realtà e sempre teso a incitare gli euro-rottweiler a non rammollirsi in inutili mediazioni e a sistemare gli odiati giallo-verdi con pene esemplari.


lunedì 14 gennaio 2019

Se la ‘Rivoluzione Gialla’ si ferma alla Protesta, non servirà ai bisogni del Popolo!

di Rosanna Spadini

Ho ascoltato con interesse l’incontro tenuto a Roma con Véronique Rouille e Yvan Yonnet dei Gilets Jaunes, presentato da Moreno Pasquinelli di Programma 101, con la presenza di Antonio Maria Rinaldi e Mariano Ferro. Ma la conferenza mi ha destato molte perplessità sulla reale efficacia di questo movimento, soprattutto quando Yvan Yonnet ha consigliato di boicottare le elezioni europee con l’astensionismo, sostenendo che se tale astensione raggiungesse il livello del 80%, il sistema Europa crollerebbe sotto le proprie contraddizioni.




Vero che in meno di due mesi il movimento francese ha dato un’ulteriore spallata al governo Macron e alle oligarchie europee, sconvolgendone il panorama politico. Vero anche che per diverse settime consecutive le dimostrazioni sono continuate in tutto il paese anche dopo le deboli concessioni di Macron, mentre ispiravano un’ondata di manifestazioni anche in Paesi limitrofi come il Belgio e l’Olanda, e mentre i media corporativi cercavano di demonizzare il movimento nella speranza non si diffondesse altrove.



Savona: "....se non si agisce subito, probabilmente non andranno oltre il Labor Day del 2019"

di Paolo Savona

Al ventennale della nascita dell’euro The Economist dedica due articoli intitolati “L’euro non è ancora al sicuro” e “L’unione cucinata in modo insoddisfacente”. In essi viene riconosciuto che la crisi dei debiti sovrani seguita alla crisi finanziaria americana del 2008 ha fatto temere che la moneta europea fosse al collasso, ma il forte sostegno dato dagli Stati membri dell’eurozona e dalla pubblica opinione ha evitato il dramma. Tuttavia afferma che “questo sostegno non riflette un successo economico e politico” in quanto la crescita europea resta bassa e diffusa in modo disomogeneo, la disoccupazione resta elevata in più paesi membri e i salari crescono poco da per tutto.



“La storia dell’euro, continua l’autorevole settimanale, è seminata di errori dei tecnocrati”. Il peggiore è non aver riconosciuto che il debito greco non era rimborsabile e le decisioni prese per difenderlo hanno causato una depressione che ha ridotto di un quarto il PIL della Grecia.

domenica 13 gennaio 2019

Pionieri di una lotta di emancipazione contro Media usati come vere e proprie bande armate

di Tommaso Merlo

L’Italia fino al 4 marzo era in mano ad un regime sostanzialmente mafioso. Una mafia in giacca a cravatta, una mafia che si aggiungeva a quelle più tradizionali, ma sempre mafia. In questi mesi, quel sistema mafioso sta facendo di tutto per boicottare il cambiamento, sta facendo di tutto per fermare la rivolta dei terroni. La rivolta di quei cittadini che hanno osato alzare la testa e darsi da fare per costruire un paese migliore. Una sommossa mai vista in Italia e che ha generato una reazione violenta altrettanto inedita. Il vecchio regime mafioso controllava l’Italia non con la lupara, ma con i mezzi d’informazione. Coi giornali e con le televisioni gestite dai loro boss e clan di riferimento.






Clan e boss di destra, clan e boss di sinistra. Potentati economici con ramificazioni ovunque e media usati come vere e proprie bande armate per colpire i nemici e per difendere i propri interessi manipolando la massa.


sabato 12 gennaio 2019

Uno scoop, quello di Italia Oggi, che deve far riflettere il Governo

di Maurizio Blondet

Lo scoop di Italia Oggi (che i “grandi media” si sognano)

Soros ha chiesto a Timmermans, vice di Juncker, di attivarsi per fare arrivare la Troika a Roma.
In un incontro segreto avvenuto a novembre:
“Senza tanti preamboli, Soros chiese a Timmermans di attivarsi perché la Commissione Ue bocciasse la manovra italiana, aprendo la strada alla Troika. Il terreno sui mercati, con il rialzo dello spread, era già stato preparato. Mancava solo il colpo finale. E in questo la componente socialdemocratica della Commissione Ue, insieme a quella del Parlamento europeo, poteva giocare un ruolo decisivo, vuoi per la propria collocazione antipopulista e antisovranista rispetto al governo di Roma, ma anche perché debitrice a Soros e alla sua Open Society Foundation di un sostegno generoso, quanto dichiarato: è noto infatti che in un recente bilancio della Open Society era compreso un elenco di 226 eurodeputati (sui 751 dell’attuale Parlamento europeo) definiti «alleati affidabili», per lo più facenti parte del gruppo S&D”.





Ora, si vorrebbe umilmente sapere quale articolo di trattati europei, quale codicillo del Trattato di Maastricht o altro a noi ignoto, dà diritto a un privato cittadino, miliardario ma straniero di cittadinanza USA, di “consigliare”, per di più sottobanco, in un colloquio riservato, al vice di Juncker di mettere sotto amministrazione controllata e pignoramento uno Stato fondatore dell’Unione Europea.

venerdì 11 gennaio 2019

Ciò che loro si concedono a Noi Italia viene Vietato



La Commissione Europea ha accolto la domanda presentata da Francia e Germania, che la invitavano a esaminare – alla luce del regolamento sulle concentrazioni – la proposta di acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri. In particolare, scrive Paolo Annoni sul “Sussidiario”, la Germania si è associata alla richiesta di rinvio trasmessa dalla Francia. E questo, nonostante il progetto di acquisizione non raggiunga le soglie di fatturato previste dal regolamento Ue che norma le concentrazioni industriali, per le operazioni che devono essere notificate alla Commissione a causa della loro dimensione europea. La questione è chiara e, secondo Annoni, si può riassumere in questi termini: l’acquisizione strategica di un’azienda francese da parte di una italiana – Fincantieri – verrà con ogni probabilità bloccata, dopo due anni di affannosi tentativi, perché non c’è più il necessario “supporto politico”. In pratica, la Francia (che aveva dimostrato fin da subito un enorme fastidio per l’operazione, già con Renzi primo ministro) ha ora deciso di volerla “smontare”, come probabilmente accadrà.



Di certo, rileva Annoni, l’Italia ha consegnato negli anni alla Francia asset e imprese di grandissimo valore economico e strategico.


giovedì 10 gennaio 2019

Una Europa in cui quando le REGOLE non fanno comodo a quelli che comandano, vengono violate

di Tim Black

Intervistato da Tim Black di “Spiked”, Ashoka Mody – professore di economia a Princeton e già dirigente presso il Fondo monetario internazionale – conferma quello che gli economisti sanno, ma la stampa spesso nega: l’euro è stata fin dall’inizio una pessima idea sia economica sia politica. La rigidità intrinseca dei tassi di cambio, le folli regole fiscali, il dominio delle nazioni forti che impongono regole riservate a quelle deboli, creano i presupposti per la divergenza economica e l’inimicizia politica tra le nazioni, anziché promuovere prosperità e pace come propagandano i sostenitori del progetto europeo. Non sono quindi i populisti a essere euroscettici: sono gli euristi che vivono in una bolla di irrealtà, ignorando i più elementari ragionamenti economici e politici.

Intervista a Ashoka Mody

“Si è trattato di uno sforzo un po’ solitario”, dice Ashoka Mody – professore di economia presso l’Università di Princeton, e già vicedirettore del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale (Fmi) – parlando di ”Eurotragedia: un dramma in nove atti”, la sua brillante, magistrale storia della Ue e dello sviluppo dell’eurozona. “La gran parte dell’establishment europeo” continua Mody “o ha tentato di ignorare o ha contestato quelli che mi sembrano principi e dati economici assolutamente basilari”.



È facile capire perché l’establishment europeo potrebbe essere stato incoraggiato a farlo. Eurotragedia è un atto d’accusa all’intero progetto europeo postbellico, una dissezione meticolosa e abrasiva di tutto quello che è caro all’establishment europeo.

mercoledì 9 gennaio 2019

La questione Banche è ormai una questione di Interesse Nazionale (Video di Conte a Porta a Porta)

di Fabio Conditi

Realizzare un sistema di banche pubbliche non è una mera questione di scelte politiche, ma è un problema di sicurezza nazionale.



Ve lo spiego con il classico esempio del corpo umano, perchè così lo capiscono anche i bambini.
Il corpo umano ha bisogno di sangue per scambiare i nutrienti tra le cellule e gli organi.



Allo stesso modo lo Stato ha bisogno di soldi per scambiare beni e servizi tra i cittadini e le aziende.
Ora, chi conosce le nostre proposte sa che la sovranità monetaria e fiscale è ancora dello Stato, che quindi potrebbe tranquillamente creare strumenti di pagamento, ad esclusione delle sole banconote, con cui alimentare la circolazione monetaria. Non abbiamo bisogno di una banca esterna allo Stato, problema risolto.

martedì 8 gennaio 2019

Di Maio indossa il Gilet Giallo e dichiara guerra a chi impoverisce i Francesi

Di Maio replica alle critiche della ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau: "loro ci davano dei lebbrosi"

"Ha messo il Gilet Giallo de dichiarato guerra alla Francia con il suo vocabolario di retorica e insulti".
"Quanta ipocrisia". E' la replica piccata di Luigi Di Maio alla ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau, che lunedì lo aveva redarguito dopo il messaggio di sostegno del vicepremier M5s ai gilet gialli. La Loiseau ha dichiarato: "La Francia si guarda bene dal dare lezioni all'Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro". "Forse si dimentica di quando Macron, parlando ci aveva paragonato alla lebbra", attacca
"Il popolo francese - aggiunge Di Maio - chiede il cambiamento e un maggiore ascolto delle loro esigenze. Non posso non condividere questi desideri, né penso di dire nulla di offensivo verso i cittadini francesi.




E' chiaro che qualcosa deve cambiare. Come ad esempio è ora di smettere di impoverire l'Africa con politiche colonialiste, che causano ondate migratorie verso l'Europa e che l'Italia si è trovata più volte a dover affrontare da sola".



lunedì 7 gennaio 2019

DIMOSTRA CHE NON SEI COME CHI TI HA PRECEDUTA

di Marco Santero

http://www.onb.it/2019/01/02/convegno-dellonb-vaccinare-in-sicurezza-ii-avviso/

In fondo all’articolo pubblicato sul sito del Ordine dei Biologi c’è scritto:
All’evento è stato invitato il Ministro della Salute, che non sarà presente.

Nel continuo bombardamento di cattive notizie che il ministero della paura ci propina giornalmente c’è stata una lodevole eccezione:

https://www.iltempo.it/cronache/2018/12/23/news/vaccini-obbligatori-news-risultati-analisi-choc-esavalente-rosolia-dna-biologi-aifa-1100820/





Ovviamente a parte Bechis, byoblu e pochi altri media la notizia ha avuto un “basso profilo”, d’altro canto mica è una succosa notizia di cronaca nera, il nuovo calciatore acquistato dalla grande squadra o l’episodio piccante di gossip….


Se fermeranno il Governo GialloVerde non resterà che il Gilet

di Tommaso Merlo

Se le caste del vecchio regime riusciranno a boicottare il governo gialloverde, al popolo italiano non resterà che indossare il gilet giallo e spaccare tutto. Non resterà che la sommossa come sta avvenendo in Francia. Ma da noi potrebbe essere ancora peggio perché il popolo italiano oggi ha conquistato democraticamente una opportunità di cambiamento, e se le caste del vecchio regime dovessero far saltare tutto, il popolo si sentirebbe doppiamente tradito e la reazione sarebbe ancora più violenta. Le vecchie caste stanno scherzando davvero col fuoco. Opposizioni, giornali, sindacati s’illudono che caduti i gialloverdi si possa tornare magari ad un governo ammucchiata o a qualche governo tecnico rinviando magari le elezioni il più possibile per far calmare le acque e progressivamente tornare alla vecchia zuppa partitocratica e lobbistica. Illusioni miopi e davvero pericolose. Basta guardarsi attorno per capirlo.



La Francia continua ad ardere con una brutalità che non si era mai vista. Sfondano le porte dei ministeri con le ruspe, bruciano auto e negozi da mesi.



domenica 6 gennaio 2019

Gilet Gialli atto 8

di Guido da Landriano

Ottavo sabato di manifestazioni dei Gilet Gialli. Chi lo avrebbe detto che il movimento avrebbe tenuto così tanto, e sarebbe rimasto così diffuso. I numeri ufficiali parlano di 25 mila manifestanti, ma si tratta di numeri poco credibili vista la grande diffusione delle manifestazioni che sono allargate a tutto il paese. A parte Parigi, secondo France Info, sono state coinvolte:



Grenoble;
Saint Etienne;
Lione ;
Chambery;

Montbrison,
Valence;
Digione,




Besançon;
Belfort;



sabato 5 gennaio 2019

La Dimostrazione Numerica che ci hanno incastrato in un Sistema Predatorio

di Ulrich Anders

Riprendiamo e attualizziamo un pezzo storico di GPG Imperatrice, apparso il 23 luglio 2013 e aggiornato nel 2015. Potete leggerlo qui, nella consueta precisione e incisività dello stile imperiale.
A distanza di 5 anni i risultati dell’analisi purtroppo sono gli stessi, a riprova della sua validità. “Le stesse cause danno i medesimi effetti”.





venerdì 4 gennaio 2019

Quel Pensiero Unico che ci rende Schiavi Perfetti

di Enrico Gatto

Il neoliberismo, che è la base economica del moderno capitalismo assoluto (speculativo-finanziario), va necessariamente compreso per inquadrare le attuali dinamiche socio-politico-economiche e poiché costituisce quello che viene definito Pensiero Unico (che sostiene il primato dell’economia sulla politica). In parole povere si tratta della dottrina economica (cui corrisponde ovviamente un’inscindibile ideologia politica) all’origine di tutti i nostri problemi e, semplificando, altro non è che la coronazione di un progetto di restaurazione del potere di classe (risalente già agli anni Venti del Novecento ma iniziato ad attuarsi negli anni Settanta) da parte della “classe dominante”; è la reazione delle élite che, nell’età contemporanea, tanto avevano perso in termini di potere e di ricchezza (soprattutto nei “trenta gloriosi” successivi al secondo dopoguerra, quando le Costituzioni socialiste associate alle politiche economiche keynesiane avevano portato benessere ai popoli e forza alle democrazie, tanto che nello studio “Crisi della democrazia” del 1975, commissionato dalla Trilaterale, si parlava della necessità di apatia e spoliticizzazione delle masse e di indebolimento del sindacato a causa di un pericoloso “eccesso di democrazia” da risolvere anche con l’introduzione di tecnocrazie).



Quindi, partendo dalle teorie di Von Hayek e con la Scuola di Chicago di Friedman, andò imponendosi in campo accademico questo nuovo pensiero (grazie, tra le tante, alla influente Mount Pelerin Society fondata già nel 1947 da Hayek con l’intento di aggregare varie personalità del mondo intellettuale al fine di ridiscutere il liberalismo classico della “mano invisibile” di Adam Smith).


giovedì 3 gennaio 2019

Un'Unione di Stati in cui ognuno fa per sè! Che senso ha!

di Pietro De Sarlo

Premessa

Nel 2019 ci sarà il rinnovo del Parlamento Europeo. In questo saggio breve spero di stimolare qualche discussione basata su fatti e numeri e non su giudizi e pregiudizi. Un saggio non esaustivo e che apre più interrogativi di quanti ne risolva.

L’Unione Europea non rappresenta un valore assoluto, ossia a prescindere dalle regole e dai comportamenti, e di conseguenza trovo che la discussione più che sulla appartenenza o meno all’Unione debba essere impostata sul suo funzionamento e sulle sue regole. Una discussione quindi non in chiave romantica ma sul terreno della pratica.




D’altro canto l’Unione Europea non nasce, come l’Italia, da una retorica risorgimentale di liberazione di un popolo oppresso dallo straniero (ricordate: “O compagni sul letto di morte, O fratelli sul libero suol”), ma i suoi funzionamenti sono dettati da trattati tra stati e popoli liberi che hanno negoziato in questi trattati le reciproche convenienze nell’appartenere all’Unione. Le stesse istituzioni non sono rette da una Costituzione comune né c’è mai stata una fase costituente sorretta da una validazione democratica a suffragio universale.


mercoledì 2 gennaio 2019

Una Battaglia che si Giocherà su due Opzioni

di Fabio Conditi

Per avere un nuovo anno positivo, dobbiamo cambiare la nostra percezione per il 2019, soprattutto in campo economico e politico, e spingere tutti in quella direzione, perchè solo in questo modo potremo avere, con ragionevole certezza, un futuro davvero positivo.

Sono consapevole che la nostra percezione di sè, degli altri e della società condiziona la nostra vita, come è altrettanto vero che la somma di tutte le percezioni dei cittadini di uno Stato, condiziona il futuro di quella nazione.

Questo perchè la realtà non esiste come fatto oggettivo, ma esiste solo la percezione che ciascuno di noi ha di essa.




Ma qual è la migliore percezione della realtà che possiamo avere, quella che è in grado di modificare realmente e in modo positivo il nostro futuro ?



martedì 1 gennaio 2019

Intervista a Luciano Barra Caracciolo

di Daniele Capezzone

Luciano Barra Caracciolo, giurista, magistrato, presidente di sezione del Consiglio di Stato, è sottosegretario agli Affari europei, e lavora fianco a fianco con il ministro Paolo Savona. Tra i suoi saggi, “Euro e (o?) democrazia costituzionale” e “La Costituzione nella palude”.

Costituzione e norme Ue. Perché l’Italia ha accettato di piegarsi oltre ogni ragionevolezza?

“E’ un problema culturale di difficile soluzione. In termini di filtro tecnico-giuridico, la Corte Costituzionale, all’inizio degli anni ’70, ha ritenuto che fosse improbabile un impatto negativo delle norme europee sui rapporti politici e sociali, separandoli meccanicamente dai rapporti economici (cioè iniziando a ritenere l’autonomia “tecnica” della sfera economica da quella politica). Non si percepì quanto potesse essere ragguardevole la trasformazione che sarebbe stata indotta nella società italiana, incidendo anche su occupazione, tutela del lavoro, salari…”



Errore di sottovalutazione.

“Forse. E da allora non si è più rivista quell’impostazione. Si è dato per scontato che i trattati europei, anche se via via ampliavano la loro incidenza sul governo delle società nazionali, fossero compatibili con l’art. 11 della Costituzione.