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martedì 15 marzo 2016

Il PD, e l'illusione Europeista che li acceca.

di Marco Mori

Debora Serracchiani, Presidente in carica della Regione Friuli-Venezia Giulia, membro del PD, ha commentato l’esito del voto in Germania con un tweet che ha evidenziato la sua grave inadeguatezza culturale rispetto al ruolo ricoperto. La Serracchiani scrive“avanzata delle destre estreme è favorita da assenza della UE come soggetto unitario. Per questo PD vuole UE più efficace e concreta”.

Insomma la Serracchiani davvero dimostra di non aver capito nulla della realtà che la circonda. 




I movimenti di protesta che nascono nei confronti dell’UE sono determinati semplicemente dalla grave crisi economica deliberatamente causata con i vincoli di bilancio dei trattati europei, che ci impongono una recessione eterna ed inevitabile. La crisi economica ha duramente colpito i popoli che pertanto, naturalmente, si ribellano a questa situazione.
In questo contesto può anche capitare che il dissenso si indirizzi effettivamente verso movimenti naturalmente più reazionari, ma ovviamente si tratta di una conseguenza della politica liberticida ed assassina di questa Europa a cui certamente non si può rispondere con il mantra “ci vuole più Europa”.

Trattasi di vero analfabetismo culturale, analfabetismo estremamente pericoloso. Nel PD pare che davvero, oltre a non capire nulla delle cause generatrici della crisi, ma questa non è una novità, neppure si conosca la storia. Rammentiamogli dunque di come i Padri Costituenti avessero chiarissimo che i nazionalismi erano sorti in Europa a causa della crisi economica che aveva scosso il continente, crisi che aveva le proprie origini nelle stesse politiche neoliberiste oggi codificate nei trattati. Quando si lascia il mercato completamente libero, l’egoismo umano porta la società a deragliare, si dimentica il bene collettivo per il mero profitto.Senza uno Stato che, pur nella libera iniziativa privata, coordini e controlli il sistema economico, a partire prima di tutto dalla moneta, è impossibile che la ricchezza si distribuisca equamente e che lo sviluppo sia democratico e sostenibile, sotto tutti i punti di vista. Sono concetti banali che non costituiscono opinioni, ma fatti incontestabili della società. Dire che l’iniziativa privata, se lasciata totalmente libera, porti alla miglior allocazione di risorse possibili è un fatto smentito da qualsiasi verifica empirica. Chi afferma il contrario è semplicemente, secondo l’illuminata definizione di Keynes (autarchia economica, 1933) un obnubilato, che non riesce a comprendere verità così banali da sfuggire ad ogni tipo di complicazione.

Tutti nel 1947, basta leggere i verbali dell’Assemblea Costituente, avevano chiari questi concetti, che sono infatti scolpiti, nella tragicamente dimenticata, parte economica della nostra Costituzione. L’egoismo umano deve essere coordinato secondo l’interesse pubblico rispondendo sempre alla democrazia che altrimenti il potere economico finisce inevitabilmente per schiacciare. Oggi i difensori di questa Europa, un letale mix di ignoranti e collusi con il potere finanziario, sbraitano contro i nuovi movimenti reazionari senza capire che la causa di tutto è proprio la loro amata illusione europeista.

Non ci vuole più Europa per uscire dalla crisi, non ci vuole un potere sempre più accentrato e lontano dalla sovranità popolare. Ci vuole il suo opposto, serve che i popoli tornino alla loro autodeterminazione e che il capitale finanziario ceda il passo alla volontà preponderante della democrazia. Serve che la solidarietà trionfi sulla competitività, che rappresenta solo un modello criminale di prevaricazione dei più deboli. L’1% di parassiti non può schiacciare e governare il 99% del pianeta, altrimenti prima o poi il sangue scorrerà a fiumi.

Oggi l’Italia ha la classe politica più inadeguata della sua storia. Alcuni soggetti sono in chiara malafede e tramano per il trionfo delle oligarchie, altri, e sono di gran lunga i più dannosi, sono analfabeti funzionali alla causa neoliberista come la Serracchiani, che continuano, assieme ad uno sparuto gruppo di economisti imbecilli o collusi, a diffondere spazzatura in pubblico spacciandola per corretta informazione portandoci ogni giorno un pò più vicini al baratro.