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giovedì 10 marzo 2016

LA BCE STA PER AFFONDARE L’EURO. LE BANCHE FANNO PAURA, DECIDETE CHE FARE CON I VOSTRI RISPARMI

di Luca Campolongo

I mercati sono in attesa della riunione BCE di giovedì prossimo, e cioè domani, al termine della quale il governatore Draghi dovrebbe annunciare nuove misure a sostegno “dell’irreversibilità” dell’euro e, di rimando, della Ue.

Le ondate di ribassi di questi giorni sembrano mostrare più di un dubbio sulle reali capacità della BCE di poter svolgere questo compito. Il QE ha ormai un anno e non ha sortito alcuno degli effetti previsti, anzi, semmai il quadro congiunturale è decisamente peggiorato, con buona pace dei propositi iniziali.




Non è un caso che Bloomberg, la principale agenzia di informazioni economiche a livello mondiale, abbia espresso in ripetuti articoli, dubbi sull’operato della BCE e dell’euro.

D’altra parte gli scenari sono chiari:
Draghi aumenta il QE, andando ad acquistare ancora più titoli di stato dei paesi fortemente indebitati, suscitando le ire della Germania ed una ulteriore svalutazione della moneta unica



Draghi non aumenta il QE e, anzi, lo alleggerisce, come preteso dalla Germania, scatenando una crisi di sostenibilità del debito pubblico in Italia, Spagna, Portogallo e parzialmente in Francia (il fatto che i tedeschi vogliano la bancarotta automatica degli stati se il debito supera una certa percentuale vi dice niente?)

In entrambi i casi la cura appare inutile per salvare un paziente ormai in agonia.

In Eurozona i tassi BCE sono già negativi, per cui le banche dovrebbero avere tutto l’interesse a prestare denaro all’economia reale, eppure questo non accade. Al contrario assistiamo ad una contrazione ulteriore del credito e ad un calo generalizzato dei prezzi, che non sono giustificabili solo col calo del prezzo del petrolio. Strano: la valanga di miliardi di euro stampati dalla BCE avrebbe dovuto far ripartire l’inflazione, ed invece assistiamo all’effetto contrario.

Siamo quindi caduti nella trappola della liquidità di keynesiana memoria, dove, per quanto denaro si immetta sul mercato, la gente non spende perché si attende scenari negativi e prezzi ancora più bassi. Negli anni ’30 se ne uscì con un conflitto mondiale, giusto per rendere l’idea, e negli Stati Uniti con una politica statale improntata alla spesa pubblica, ma gli americani poterono farla, possedevano il dollaro, non l’euro.

Ed anche a quell’epoca, comunque, la trappola della liquidità fu scatenata dai fautori del bilancio di pareggio e dell’austerità. Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ed ennesima dimostrazione che i tedeschi non riescono mai ad imparare dalla storia.

Se, al contrario, Draghi limiterà il QE o rialzerà i tassi d’interesse, la situazione dei debiti pubblici dell’area mediterranea diverrà insostenibile e assisteremo all’arrivo della troika in Italia, Spagna, Portogallo, per importare in questi paesi le “miracolose” cure greche. Certo, sarebbe il coronamento del sogno egemonico della Germania, ma questi popoli sarebbero disposti a fare la fine dei greci? E soprattutto, come reagirebbero i mercati internazionali di fronte alla distruzione di importanti sbocchi commerciali?

L’export cinese è già calato del 20% e in larga misura dipende proprio dal calo dei consumi dell’eurozona. Credete che la Cina resterebbe con le mani in mano, o forse scatenerebbe un’offensiva finanziaria per far valere i propri interessi?

Come vedete, entrambe le manovre che ha di fronte a sé Draghi portano ad una sola destinazione: l’ulteriore deterioramento dell’economia europea e dell’euro.

Ha senso dunque mantenerlo in vita? La risposta è chiaramente no, ma conoscendo gli oligarchi della Ue ed i tedeschi, resisteranno fino all’ultimo, come i bambini mandati a morire al fronte in nome di Hitler.

In questo scenario, un risparmiatore italiano cosa può fare per di cercare di mettere al riparo i propri risparmi? In che modo si deve muovere, assodato che se non farà nulla ha molte probabilità di perdere tutto?

Ebbene, cercando di portarli fuori dall’euro e dai titoli di stato dei paesi dell’eurozona il prima possibile.

Dollari o franchi svizzeri in questo momento possono essere una valida alternativa. Prima di tutto perché sono considerate monete rifugio, in seconda battuta perché potrebbero essere destinate a rivalutarsi sull’euro nelle prossime settimane.

In due anni l’euro è passato da 1,39 sul dollaro a 1,0953 e se il QE dovesse essere aumentato, perderebbe ulteriormente terreno sulla valuta americana. Studi di analisti di banche sistemiche dell’eurozona lo confermano: e Draghi aumenta il QE l’euro scenderà come minimo a 1,06-1,04 contro il dollaro.

Per quanto riguarda il franco svizzero, dopo la parità artificiale tenuta dalla banca centrale elvetica, l’euro è passato da 1,201 a 1,0962. E anche qua valo lo stesso discorso: se l’euro cade contro la valuta americana, cade giocoforza anche contro il franco svizzero. Nessun sostegno artificiale verrà messo in atto dalla Banca Centrale Elvetica.

Per fare un esempio concreto, se avessi investito 50.000 € in dollari a 1,39, oggi riconvertendoli in euro avrei 63.452 euro. per quello che riguarda il franco svizzero, se li avessi investiti a 1,201, oggi nei avrei 54.780. I guadagni sono molto importanti.

A titolo d’esempio, la Borsa italiana ha messo a segno in un anno un prodigioso -20% il che significa che i miei 50.000€ nello stesso arco temporale sarebbero diventati 40.000€

Non sarebbe andato meglio con i titoli di stato italiani il cui rendimento, tenuto artificialmente basso dal QE, viaggia sullo 0,30% per la cedola del BTP triennale dell’asta del gennaio scorso pur in presenza di un rischio paese enorme, dato anche il recente report della ue che considera l’Italia pericolosa per l’intero eurosistema.

Da qualunque parte la si voglia guardare, l’area euro è più tossica di un fungo velenoso per i vostri risparmi, per cui prima ne uscite, meglio è.

Poi, se siete euristi convinti e volete lottare fino alla morte per la moneta unica, potete sempre dare il vostro contributo alla Merkel, acquistando “ottimi” bund tedeschi, dove dovrete pagare “krande cermania” per il privilegio di poterli avere in tasca, visto che presentano rendimento negativo, sapendo che serviranno a salvare le loro banche marce, a partire da quella Deutsche Bank, al cui confronto lo scandalo Lehman appare come la marachella di un bambino. Nel caso, sappiate che investendo i soliti 50.000€, vi daranno in cambio bund per 46.500€.

Sono gli interessi negativi, bellezza!

fonte: stopeuro