Ultimi Post

giovedì 28 febbraio 2019

Come al solito in Italia ci arriveremo troppo tardi. Anche se lo avevamo capito tra i primi.

di Massimo Bordin

Proprio nello stesso periodo in cui Paolo Barnard fa i funerali alla mmt, in America – dove la teoria monetaristica di Warren Mosler è nata – molti analisti cominciano a riconoscerne l’intrinseca logica ed a valutarla come un’opzione economica preferibile.
A confermarlo non c’è solo la presenza significativa di Stephanie Kelton presso la commissione bilancio del senato americano, ma anche e soprattutto, l’atteggiamento dei media tradizionali che parlano di mmt in misura sempre più massiccia. Qualcuno nel pd americano sta forse cambiando idea? Gli uomini vicini a Trump stanno considerando seriamente un new deal?




Comunque sia, il Wall Street Journal ha appena pubblicato un editoriale favorevole nella sostanza alla mmt, titolando che “le preoccuazioni sul debito americano sono fuorvianti”.

mercoledì 27 febbraio 2019

Lettera di un giovane economista ai critici del Reddito di Cittadinanza

di GABRIELE GUZZI

L’autore di questo post è Gabriele Guzzi, laurea con lode in Economia alla Luiss e poi alla Bocconi. Ha lavorato per lavoce.info come fact-checker, è stato presidente di Rethinking Economics Bocconi e attualmente è dottorando presso l’Università Roma Tre –
Il Reddito di Cittadinanza varato dal governo italiano sta raccogliendo diverse critiche nel nostro Paese. Da giovane economista di 25 anni, sento la necessità di rispondere a queste obiezioni, non con scopo polemico ma per aprire un dibattito ampio su questa tematica.




Tralasciando le questioni di implementazione tecnica, su cui il dibattito pubblico già sta ragionando ampiamente, vorrei infatti rispondere a due obiezioni di fondo a questo tipo di provvedimento, che credo possano essere comprese solo analizzando i lineamenti della cultura politica oggi dominante in Italia e in altri paesi avanzati.


martedì 26 febbraio 2019

Un Cittadino Tedesco nel 2017 ha invece GUADAGNATO 3390 euro!

di Fabio Lugano

Vi presentiamo un estratto dei risultati di una ricerca molto interessante svolta dal CEP, Centre for European Policy, think tank senza fini di lucro parte del Stiftung Ordnungspolitik. Chi lo desidera può consultare il paper per intero a seguendo questi link. Ringraziamo Alex Del Prete per la segnalazione.
Il centro di ricerca, con Alessandro Gasparotti e Matthias Kullasha, ha analizzato per ogni paese europeo l’andamento del prodotto interno lordo effettivo e quello che ci sarebbe stato in assenza dell’euro.





La valutazione è stata fatta estrapolando il trend dei singoli paesi e quindi correggendoli con l’andamento di macrovariabili economiche e confrontando i risultati con un gruppo di controllo.. Rinviamo al paper per i temi metodologici.


lunedì 25 febbraio 2019

Il Debito Italiano: il miglior investimento per chi non si lascia abbagliare da balle e ricatti

Cercherò di essere breve, visto che si tratta in fondo più che altro di un riassunto di un interminabile feuilleton.

Partiamo dunque dalla madre di tutte le balle, vale a dire il

DRAMMA GIORNALIERO DELLO SPREAD

tra i nostri titoli di Stato ed il Bund tedesco che continua a non significare nulla in termini pratici, come ho scritto più volte e ribadisco ancora.



Prima di tutto perché ormai con gli attuali tassi del Bund (0,098% in chiusura venerdì scorso) è come dire che noi paghiamo un x% in più dello zero.

Un’ovvietà insomma.

domenica 24 febbraio 2019

L’incorreggibilità e l’arroganza di Pd e Forza Italia alla fine accelera solo la loro scomparsa

di Tommaso Merlo

Qualche idiota scrive delle schifose fesserie razziste su un muro e scatta la macchina della propaganda mondialista. Cronisti e telecamere accorrono a Melegnano e trasformano la legittima camminata di 1.500 cittadini in una marcia storica per i diritti civili manco fossimo nell’Alabama del 1965 e manco vi fosse Martin Luther King e non l’onorevole Fiano del Pd tra i leader della protesta. “Il razzismo non è una questione della sinistra – esterna Martin Luther Fiano – il razzismo è una questione sociale”. Sarà, ma l’impressione è tutt’altra. La fu sinistra prima si è inventata l’emergenza razzismo e poi l’ha trasformata in una questione tutta sua in modo da lucrarci sopra visto che è a corto di idee e di senso.


E checché ne dica Martin Luther Fiano, il razzismo oggi in Italia non è affatto una questione sociale e non lo è grazie agli italiani che si sono dimostrati fin troppo buoni e pazienti mentre la sinistra stava trasformando l’Italia in un mega campo profughi abusivo in cambio degli 80 Euro.

sabato 23 febbraio 2019

TUTTI FUMO E NIENTE ARRESTO

di Marco Travaglio

A leggere le dolenti e lacrimanti dichiarazioni di politici e intellettuali di destra, centro e sinistra per l’arresto di Roberto Formigoni, condannato definitivamente dalla Cassazione a 5 anni e 10 mesi, cui farà seguito il consueto pellegrinaggio di vedove e orfani inconsolabili nella cella del nuovo Silvio Pellico, una domanda sorge spontanea.
Ma che deve fare un politico italiano, per 18 anni governatore della Lombardia, per guadagnarsi un minimo di riprovazione sociale, se non bastano nemmeno 6,6 milioni di tangenti (su un totale di 80) sotto forma di ville in Costa Smeralda, yacht in Costa Azzurra, vacanze ai Caraibi e in Sardegna, banchetti a base di champagne in ristoranti stellati, benefit vari e finanziamenti elettorali illeciti rubati al sistema sanitario nazionale, cioè sulla pelle dei malati?




L’altroieri il Pg della Cassazione, chiedendo la conferma della condanna d’appello a 7 mesi e mezzo (poi un po’ ridotta per la solita prescrizione), ricordava “l’imponente baratto corruttivo… tenuto conto del suo ruolo e con riferimento all’entità e alla mole della corruzione, che fanno ritenere difficile ipotizzare una vicenda di pari gravità”.


venerdì 22 febbraio 2019

Eppure Di Maio sta limitando i danni

Marcucci (Pd) imputa il recente smottamento dell’industria italiana al reddito di cittadinanza che ancora deve entrare in vigore. Allo stesso tempo, come fanno anche molti altri del monopartito Pd-Fi, afferma che a causa dello spread gli italiani dilapidano soldi pubblici. In realtà se la Bce svolgesse il suo lavoro in modo efficace e non nazionalista (Aquisgrana) ma onesto, lo spread non dovrebbe proprio esistere, ma questo ai poveri cittadini non viene detto. Non viene detto nemmeno che quando Di Battista ha informato sul doping con cui la Francia riesce a resistere nella moneta unica (cioè lo sfruttamento dei paesi africani che ancora colonizza e che paghiamo anche noi italiani, economicamente e socialmente), lo spread si è impennato; e questo perché molto probabilmente soggetti finanziari francesi amici di “Didì” Macron hanno venduto titoli decennali italiani (magari comprandone di tedeschi).




Una ritorsione quindi nazionalista, oltre che ovviamente di stampo speculativo. Sarebbe interessante che in questo splendido contesto di identità europea “spinelliana” (spero si colga l’ironia) nell’Europarlamento qualcuno si incaricasse di chiedere una indagine su come si sono mossi i capitali in questione.


mercoledì 20 febbraio 2019

Il M5S non può più permettersi di non prendere i territori e di affidarsi a candidati inaffidabili

di ALESSANDRO GUARDAMAGNA

La recente débâcle del M5S in Abruzzo segnerebbe l’inizio della fine per il partito di Di Maio, come annunciano gli araldi dell’ancien regime italiano, formato da gruppi di parvenu, faccendieri di lungo corso, leccapiedi e baldracche che per 70 e più anni hanno speculato alle spalle e sulla pelle degli Italiani, grazie ad affiliazioni mafiose con lobby affaristiche, media compiacenti e, negli ultimi anni, neoliberisti senza scrupoli che tengono a libro paga politici a livello nazionale ed europeo, come insegna Più Europa della sig.ra Bonino.




E lasciamoli cantare. I fatti finora hanno confermato che tutte le volte che alle elezioni amministrative locali il MoVimento ottiene risultati inferiori a quelli delle politiche, si scatenano i coristi che ne annunciano la fine imminente. E sufficiente vedere i dati.

martedì 19 febbraio 2019

Gli Usa sfidano la Germania. Parte l’assalto di Trump all’Europa

di Lorenzo Vita

I rapporti fra Europa e Stati Uniti non sono mai stati così pessimi. Dall’elezione di Donald Trump alla guida della Casa Bianca, l’oceano Atlantico è diventato sempre più largo e profondo. E fra Bruxelles e Washington si è creato un abisso che sembra veramente difficile da recuperare.
La Conferenza di Monaco di questi giorni è stato il palcoscenico dello scontro frontale fra Usa e Europa. Ma in particolare dell’amministrazione Trump contro la Germania di Angela Merkel. Dopo un periodo di apparente calma fra Berlino e Washington, i due governi sono tornati ad affilare le armi.






E in vista delle elezioni europee, l’idea è che questa divergenza fra le due potenze appaia sempre più incolmabile. E con essa anche la divergenza fra Europa e America, che il presidente repubblicano non ha fatto che incrementare per colpire la leadership dell’asse franco-tedesco.


lunedì 18 febbraio 2019

Gli avvoltoi e il voto online sulla Diciotti


di Tommaso Merlo 

Da giorni gli avvoltoi del vecchio regime svolazzano attorno al Movimento 5 Stelle in attesa del voto online sulla Diciotti. Da rapaci spazzini che sono, vivono delle disgrazie altrui. Gli avvoltoi non lo ammetteranno mai, ma il caso Diciotti è oggettivamente anomalo e complesso. Lo è legalmente, lo è politicamente. Lo dimostra il dibattito che si è aperto anche all’interno del Movimento e le argomentazioni valide da entrambe le parti. Tutte legittime. Quella sulla Diciotti è stata una decisione politica collegiale del governo col tribunale che ha chiesto di processare solo il ministro Salvini e per atti che rientrano nelle sue funzioni (per tangenti o quant’altro, il governo sarebbe già saltato).


Trattandosi di una questione controversa, il Movimento ha fatto benissimo a far decidere ai militanti invece che imporre una linea dall’alto. La maggioranza decide.

domenica 17 febbraio 2019

O gialloverdi o Gilet Gialli

di Tommaso Merlo

Se riusciranno a boicottare il governo gialloverde, non resterà che la rivolta generale. L’ondata populista non è una grana politica italiana, ma è un evento storico che riguarda tutta Europa. Le caste sopravvissute al 4 marzo che vogliono sabotare il governo si stanno solo condannando ad una fine ancora più dolorosa. Il loro folle obiettivo è tornare ad un regime partitocratico tradizionale che riesca a neutralizzare la voglia di cambiamento e tuteli il loro status, i loro privilegi e gli schemi mentali in cui sono emersi. Follia pura. Anche se le vecchie caste italiane dovessero riuscire a sabotare i gialloverdi, in Italia scoppierebbe una rivolta ancora peggiore di quella dei Gilet Gialli in Francia, peggiore perché sarebbe esasperata dalla delusione per il fallimento della via democratica e per la rabbia verso i sabotatori.




Per capirlo e per capire cosa sta davvero succedendo non solo in Italia, basta leggere il programma politico dei Gilet Gialli che non è solo di assoluto buonsenso ma è identico alle istanze gialloverdi.


sabato 16 febbraio 2019

La Commissione minaccia di togliere i fondi per TAV, mentre la Corte dei Conti Europea dice che è inutile e Costosa

Un’opera inutile, dannosa e che costa uno sproposito

di Carmine Gazzanni


Dopo vari botta e risposta, informative, audizioni e incontri, la Commissione europea punti i piedi sul Tav perché, avvertono da Bruxelles, “non può escludere di dover chiedere di restituire i fondi Cef già erogati, se questi non possono essere ragionevolmente spesi in linea con le scadenze dell’accordo di finanziamento”. Il ragionamento della Commissione diretta da Jean-Claude Juncker è semplice: “Il progetto è in corso e per noi è importante che tutte le parti mantengano gli sforzi per completarlo in tempo, in linea con l’accordo di finanziamento”.



Se l’Italia tentenna, insomma, l’Ue non cambia idea e ribadisce che “il tunnel di base è un progetto importante per la Francia, per l’Italia e per l’Europa”, un progetto di “solidarietà e unità” ritenuto “necessario” per “unire le regioni e rafforzare la coesione economica e sociale in Europa”.



venerdì 15 febbraio 2019

BlackRock, quel potere occulto che domina tutta la finanza Europea

di Maria Maggiore

L’aneddoto viene da un’ex impiegata di BlackRock: arrivato sopra l’Atlantico in viaggio in Europa, il Ceo e fondatore di BlackRock Larry Fink chiede al comandante dell’aereo di cambiare rotta e dirigersi verso la Germania. Intanto telefona a un suo uomo a Francoforte perché organizzi un incontro con Angela Merkel, entro cinque ore. Il manager cerca di fare il possibile, ma non riuscendo a trovare la cancelliera, fissa un appuntamento con il vicepresidente della Bmw. I due s’incontrano, poi mentre il tedesco sta spiegando le strategie della Casa automobilistica, Larry Fink si alza e comincia un’altra conversazione telefonica. Disinvoltura di chi sa di essere considerato tra gli uomini più influenti al mondo (Fortune, 2018).




Laurence “Larry” Fink, 65 anni, figlio di un commerciante di scarpe e di un’insegnante d’inglese, è il trader californiano che nel 1988 ha fondato la società BlackRock con una dozzina di colleghi. Oggi gli impiegati sono 13.900, in 30 Paesi.

giovedì 14 febbraio 2019

Asse con gli Usa su Alitalia

di Andrea Muratore

Il Cda di Ferrovie dello Stato ha recentemente approvato il via libera all’ingresso del tandem Delta Air Lines-EasyJet nel capitale della nuova società che dovrebbe prendere in gestione Alitalia, nella quale l’operatore ferroviario dovrebbe ottenere una quota di circa il 30%, lo Stato italiano riservarsi un 15% della partecipazione e le due compagnie aeree ottenere il 40% complessivo, con una distribuzione che vedrebbe Delta maggioritaria.
La mossa del gruppo guidato da Gianfranco Battisti apre la strada a un piano di salvataggio coinvolgente il colosso aereo statunitense a pochi giorni di distanza dal dietrofront di Air France che sembrava aver notevolmente complicato le prospettive di salvataggio di Alitalia.






Ma non solo. Se il piano dovesse definirsi nella maniera in cui è concepito, lo Stato italiano otterrebbe numerosi obiettivi di primo piano: mantenere la maggioranza italiana nella compagnia, rafforzare l’asse economico con Washington e avviare un processo di graduale marginalizzazione di Parigi.


mercoledì 13 febbraio 2019

Vehrofstadt e Conte: un bamboccio a fronte di un uomo politico

di Guido da Landriano

Vi presentiamo l’intervento del capogruppo dell’Alde Vehrofstadt, Belga, di un partitino che , probabilmente neppure entrerà nel prossimo parlamento, il quale si permette di offendere non solo il Presidente del Consiglio Conte, ma tutta l’Italia, in quanto la definisce “Fanalino di coda”..
Dopo le offese anche personali risulta INCREDIBILE che Forza Italia, il cui leader è stato direttamente e personalmente offeso da Vehrofstadt si comporti ancora come un tappetino nei confronti di queste forze eurofanatiche.





Ci chiediamo dove sia la dignità dei suoi leader, come Tajani, che non solo permettono siano offesi gli italiani, ma perfino il leader del loro movimento politico. Dove è la spina dorsale di Forza Italia?


martedì 12 febbraio 2019

Manifesto dei principi inviolabili per un’economia umanistica

di Valerio Malvezzi

Quando appaia evidente, ad un certo punto della storia dell’uomo, che enormi masse di persone siano state ingannate per l’arricchimento indebito di pochi, altri pochi in grado di svelare l’inganno hanno il dovere morale di agire per evitare che il torto continui e si propaghi.
Noi affermiamo che esistano pochi ma inviolabili principi attorno ai quali costruire un modello economico buono e giusto.
Per quanto essi sembrino passati di moda e le nuove generazioni quasi ne abbiano perso memoria, sostituiti da falsi dogmi creati negli ultimi decenni, tali sacri principi discendono da una e una sola visione del mondo, e cioè che l’agire economico debba discendere da valori morali e a questi esso si debba sempre e indubitabilmente inchinare.




Tale nostra millenaria visione del mondo afferma che nessun uomo, e per nessuna ragione, possa essere posto al di sopra e al di fuori delle leggi morali.

lunedì 11 febbraio 2019

Perchè la buona Azione di Governo non si traduce in Voti?



di Tommaso Merlo

La stampa brinda alla sconfitta del Movimento 5 Stelle in Abruzzo e gioca coi numeri. Rispetto alle regionali del 2014 il Movimento perde 25 mila voti. È un fatto oggettivo. Ma anche se avesse perso uno solo voto, è sacrosanto chiedersi il perché. L’incapacità di fare autocritica è stata una delle cause del fallimento dei partiti del vecchio regime. Autocritica non vuol dire rese dei conti, polemiche e puntare il dito, ma semplicemente capire il perché i cittadini siano rimasti delusi e quindi capire come migliorarsi. Un esercizio fondamentale in politica come in ogni ambito della vita.




Certo, il voto in Abruzzo va preso con le pinze, è locale, il Movimento era da solo contro 8 a destra e contro 5 a sinistra e quant’altro.


domenica 10 febbraio 2019

La più grande Banca francese è andata…

di Massimo Bordin

Se andate a Parigi, non scordatevi di fare un giro anche alla Défense, il quartiere coi grattacieli che sembra Manhattan. Vi sembrerà di stare in Europa, ma al contempo anche in America e potrete ammirare i manager in completo Armani che fanno su e giù con le loro valigette 24ore. Lì ha anche sede Société Générale, il gruppo francese che sta crollando mentre tutti in Europa parlano di Maduro e dei gilet gialli (quando va bene) e di egiziani canterini (quando va male).
Che gli sciagurati dell’austerity abbiano mandato tutta l’Europa a gambe all’aria oramai è agli atti.



Ma ora si esagera, i francesi con Société Générale rischiano davvero grosso e fanno correre gravi pericoli anche a noi italiani tramite la Banca Nazionale del Lavoro, che ormai è BNP Paribas, controllata dall’istituto francese.


sabato 9 febbraio 2019

Vogliono imporci Draghi!

Se il governo Conte crolla di colpo, c’è già pronto Cottarelli. Ma il vero pericolo si chiama Mario Draghi: il presidente uscente della Bce potrebbe ripiegare su Palazzo Chigi, se non andasse in porto il piano principale che lo riguarda, cioè arrivare alla presidenza del Fmi e sottrarre il Fondo Monetario all’egemonia Usa, per metterlo al guinzaglio di Berlino e Parigi. Secondo l’analisi di Gianfranco Carpeoro, per l’Italia si è acceso l’allarme rosso: l’incredibile Trattato di Aquisgrana, che demolisce qualsiasi prospettiva comunitaria proiettando anche ufficialmente Germania e Francia nel ruolo di “padrone” neo-coloniali dell’Ue, ha come vittima principale proprio il Belpaese.




A Roma non si perdona l’insubordinazione del governo gialloverde, l’unico esecutivo teoricamente all’opposizione di Bruxelles.


venerdì 8 febbraio 2019

Un modello che ha portato solo povertà salariale. E culturale…

di Pasquale Cicalese / Articolo tratto da Contropiano.org 

Sta suscitando scalpore in tutta Europa il documento preparato dal ministro dell’economia tedesco Peter Altmaier – “Piano Industria 2030” – perché prevede l’intervento dello Stato nell’economia, sia come “arrocco” per difendere i campioni nazionali da scalate ostili (si pensa ai cinesi, ma non solo), sia per avviare un salto tecnologico nelle grandi e medie industrie tedesche.
In particolare si parla di formare una sorta di “nuova Iri” per entrare in colossi quali Deutsche Bank, Bosch, Daimler ecc.




Altmaier, nel suo documento. parla di investimenti pubblici nei settori dell’intelligenza artificiale, nelle piattaforme di connessione informatiche, nelle biotecnologie, nella guida autonoma e nell’aerospaziale.

giovedì 7 febbraio 2019

Aiuti di Stato alle Imprese, in Germania si può. In Italia NO!



di Maurizio Blondet

Lo ha annunciato il ministro tedesco dell’economia, Peter Altmaier: ha pronta una nuova strategia federale “ per proteggere e promuovere le imprese tedesche in un’economia globale sempre più competitiva “, scrive letteralmente Deutsche Welle. Usando le parole proibite, protezionismo e promozione pubblica dell’innovazione.
La classe dirigente tedesca s’è accorta che il sistema industriale patrio è invecchiato e dedito a settori troppo maturi. Quindi, ecco elaborata la “Strategia industriale 2030” : “necessaria perché le imprese tedesche sono sotto crescente pressione da parte di imprese innovative”, le quali ricevono sostegno pubblico negli Stati Uniti e in Cina”.



Altmaier ha risposto alle (immancabili) accuse: ma questo è protezionismo!


mercoledì 6 febbraio 2019

Contro il Governo che reintroduce alla vita chi è Povero e chi Lavora

di Guido da Landriano

Incredibile vedere un’unione così totale fra vecchi portatori di interessi unirsi contro una misura che dovrebbe alleviare la povertà, quasi una santa alleanza contro l’unica misura seria che tenta di reintrodurra alla vita attiva centinaia di migliaia, se non milioni, di italiani, che viene vista come un nemico da tutte le parti sociali.
Iniziamo dai sindacati:
I sindacati sono contrari perchè… non si può darlo a tutti e perchè, poveri stranieri che risiedono da meno di 10 anni, questi non ne potranno godere.





Certo, una politica per la reintroduzione al lavoro dovrebbe essere universale, per tutti, ma sappiamo che l’Unione ci ha impedito di fare più deficit, di mettere a disposizione più risorse.


martedì 5 febbraio 2019

“Affinchè il meglio non sia nemico del buono!!!”

di Raffaele SALOMONE MEGNA

Questo antico detto mi veniva ripetuto sovente dalla mia nonna materna, persona che non aveva fatto grandi studi, ma che sapeva scrivere e far di conto benissimo e, soprattutto, che aveva superato le difficoltà di due guerre mondiali ed aveva “cresciuto” amorevolmente quattro figli ed innumerevoli nipoti.
In questo detto c’è un’antica saggezza relativa ad un comportamento che, di primo acchito, dovrebbe essere scontato, ma che poi tanto scontato non è. Il senso, infatti, è quello di non mettere a rischio quanto di buono si è fatto per perseguire obiettivi più ambiziosi, ma gravidi di rischi.




Questo adagio torna ad uopo nei confronti di coloro che sovente criticano il Governo in carica perché avrebbe dovuto osare di più, perché alla fine si è sottomesso ai diktat della C.E., perché avrebbe dovuto fare più deficit, perché non ci ha portato fuori della crisi e perché un’ennesima recessione incombe.


lunedì 4 febbraio 2019

Un' Europa che sta Usurpando la nostra Democrazia

di Davide Gionco

La notizia di qualche giorno fa è che finalmente, dopo quasi 12 anni dall’inizio dei fatti, le autorità dell’Unione Europea si sarebbero accorte che nel mercato dei titoli di stato opera un oligopolio di pochi investitori, i quali in modo coordinato agiscono per influenzare non solo i mercati, ma persino i governi e diversi parlamenti.
La notizia compare sull’agenzia di stampa Andkronos e sui principali giornali mainstream: La Commissione Europea indaga su un cartello formato da otto banche, non meglio specificate, che avrebbero avuto comportamenti collusivi, in periodi compresi tra il 2007 e il 2012 (cioè nel pieno della crisi finanziaria e della successiva crisi del debito), “per distorcere la concorrenza nell’acquisto e nello scambio di titoli di Stato europei“.





Noi di scenarieconomici.it naturalmente lo sapevamo già da molto tempo e sappiamo che il cartello è tutt’ora operativo (perché nessuna indagine sull’operato di quegli investitori anche dal 2012 al 2018?).


domenica 3 febbraio 2019

Jesus Faria: “L'attacco imperialista all'economia del Venezuela”

di Geraldina Colotti

Jesus Farias è un quadro politico di lungo corso, proveniente dal Partito Comunista venezuelano. E' stato tra i fondatori del PSUV e oggi fa parte della direzione del partito. Economista di formazione, ha ricoperto numerosi incarichi di governo ed è stato eletto nell'Assemblea Nazionale Costituente. Nel suo libro La economia politica de la transición al socialismo analizza in una prospettiva marxista-leninista le principali sfide di un cambiamento che ha messo al centro “il popolo lavoratore” come principale soggetto della transizione. Un libro del 2014, che indica la porta stretta per cui deve passare la ricerca di un'alternativa al capitalismo in assenza di una rivoluzione di stampo novecentesco (la quale, ovviamente, ha consegnato a questo secolo molte altre questioni aperte).


Questa intervista è stata realizzata in parte a Caracas e in parte per telefono, dopo il precipitare degli accadimenti e il colpo di stato in corso in Venezuela.

Il vero Potere adesso ha paura di noi Europei

Tanto peggio, tanto meglio: vuoi vedere che l’orrendo patto franco-tedesco per fondare la versione 2019 del Sacro Romano Impero finirà con l’aprire gli occhi agli europei? Lo sostiene Enrico Carotenuto in un’analisi su “Coscienze in Rete”, network impegnato a svelare i retroscena della geopolitica sulla base di una tesi di fondo: il vero potere non mostra mai il suo vero volto, preferendo utilizzare comodi burattini (come Macron e la Merkel, in questo caso). E una mossa come il Trattato di Aquisgrana – che affossa virtualmente l’Ue sullo scenario mondiale – rivela la fragilità del potere franco-tedesco, spaventato dalla ribellione in corso in tutta Europa (elettorale in Italia, popolare in Francia, istituzionale nella Gran Bretagna della Brexit)



Ma quel potere, più che “franco-tedesco”, è apolide: la Francia di Macron e la Germania della Merkel sono solo i principali strumenti con cui il neoliberismo neo-feudale ha esercitato il suo dominio, imponendo ai popoli europei di sottostare alle rigide norme finanziarie che hanno fatto crescere il Pil europeo impoverendo però la stragrande maggioranza della popolazione, attraverso un immenso trasferimento di ricchezza dal basso verso l’alto, grazie a regole truccate dell’austerity.

sabato 2 febbraio 2019

Questa Crisi va avanti da Anni, al di là delle vanterie di qualche Politico Cieco e del suo Governo

di Giuseppe Masala

E dunque la tanto attesa e temuta recessione tecnica è arrivata tra noi, con tanto di bollinatura ufficiale dell'Istat. Immediatamente si è scatenata - soprattutto nell'agone politico nazionale - un assordante rumore di fondo dove ciascuna parte politica tenta di accusare gli avversari di quella che è la terza recessione in undici anni. Un vero unicum nella storia nazionale dall'avvento dello stato unitario.
Se è certamente vero che la scintilla che ha scatenato l'ennesimo psicodramma italiano è ascrivibile ad un chiaro rallentamento della congiuntura internazionale dovuta probabilmente anche alla guerra commerciale in corso tra USA e Cina e ai timori di una hard Brexit possiamo certamente dire che le cause profonde del male oscuro italiano sono altre.






Proverò ad indagare in questo spazio quelle che mi paiono le più importanti.


venerdì 1 febbraio 2019

La recessione e gli uccellacci del malaugurio

di Tommaso Merlo


Arriva la recessione e gli uccellaci del malaugurio rispiccano il volo più baldanzosi che mai. Evviva. Il Pil perde lo zero virgola qualcosa. È dal 4 marzo che gli uccellaci del malaugurio del vecchio regime starnazzano di abissi e baratri e catastrofi immani. Poi però non è successo mai nulla delle loro iatture. Anzi, è successo l’opposto come per l’approvazione della Manovra del Popolo in accordo con l’Europa o il varo del Reddito di Cittadinanza. Roba che anche l’uccellaccio più ipocrita sarebbe volato via dalla vergogna.

 

Ma siamo in Italia ed aspettarsi che gli uccellacci chiudano il becco è una chimera. Se avessero avuto certe remore morali e un minimo di onestà intellettuale non avrebbero rovinato l’Italia, si sarebbero fermati prima.