Ultimi Post

Visualizzazione post con etichetta ECONOMIA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ECONOMIA. Mostra tutti i post

giovedì 2 maggio 2019

Anche il Financial Times auspica una moneta parallela per l’Italia

di Enrico Grazzini

“La soluzione più ovvia all’insostenibilità dell’Italia nella zona euro sarebbe la ristrutturazione del suo debito pubblico. Ma i governi della zona euro non sono preparati a questa possibilità. E’ invece più probabile che valute parallele, titoli di debito non convenzionali o addirittura criptovalute offriranno l’opportunità per un’uscita non ufficiale (dell’Italia dai vincoli dell’euro, nda). In tal modo si scoprirà che si può essere dentro l’eurozona e fuori dall’eurozona nello stesso tempo”.
Così Wolfgang Munchau, l’editorialista del Financial Times per l’Europa, conclude il suo articolo del 28 aprile intitolato The unbreakable, unsustainable eurozone.






Munchau sottolinea la contraddizione genetica del sistema dell’Euro. L’Euro infatti ha un’architettura che lo condanna a essere insostenibile, ma è anche strutturato in maniera tale da non permettere a un Paese di uscire prima dello schianto. Come un’automobile con le portiere bloccate che corre inesorabilmente verso il burrone.


sabato 10 novembre 2018

Sui numeri ha ragione il ministro Tria, non la Commissione Europea

di Marco Biagetti & Fabio Lugano


La Commissione Europea ha reso pubbliche le sue previsioni economiche 2019, che hanno suscitato molto scalpore, ma anche molte polemiche e, sinceramente, tantissime perplessità anche al MEF, viste le dichiarazioni del Ministro Tria. Ora cerchiamo di integrarle in questo scritto che apparirà un po’ tecnico ma mette in luce alcune incongruenze nei calcoli della Commissione che, secondo il nostro punto di vista, nascono dalle sue valutazioni.
Prima di tutto sottolineiamo che sono previsioni basate su ipotesi di parte, e lungi dall’essere una verità assoluta. Sono i piani di battaglia di un esercito sulla carta, da sottomettere alla prova dei fatti umani interni ed esterni.






Una prova di questo la possiamo avere dal caso Grecia di cui vi presentiamo l’ammissione del grave errore fatto dall’Indipendent External Office del FMI nel suo auditing sul caso greco.



lunedì 1 ottobre 2018

La Germania ha sempre bleffato ma la Storia è finalmente Cambiata

di Francesco Amodeo

“I media sono il braccio armato con cui i potenti assoggettano il popolo”. Quando usai questa espressione nel mio libro/inchiesta era da poco passato il 2011, periodo in cui i media, come un plotone di fuoco al servizio del Cartello finanziario europeo, avevano mitragliato con kalashnikov caricati a pallottole di spread i poveri italiani, messi spalle al muro dalla crisi economica.
Oggi la storia si ripete, le nuove munizioni portano il nome di “deficit” ma il copione è lo stesso.




Il segnale di aprire il fuoco è arrivato dall’alto. I media hanno cominciato a sparare all’impazzata e con sempre meno lucidità. 
Lo scopo: Radere al suolo la verità, occupando militarmente la coscienza degli italiani, con la strategia del terrore.

lunedì 24 settembre 2018

La Spesa di uno Stato non può finanziarsi solo con le "Tasse"

di Francesco Carraro

Adesso parliamo del segreto meglio custodito della storia. E lo facciamo partendo da Luigi Di Maio e passando per Edgar Allan Poe, il grande narratore americano. Ci sono delle analogie sorprendenti tra l’uno e l’altro soggetto, a volerle cercare. Il primo è un ministro che cerca i soldi per realizzare progetti di governo a beneficio di chi l’ha eletto, ma non li trova. Il secondo ha scritto un celebre racconto, ‘La Lettera rubata’, in cui si parla di un ministro il quale ha nascosto e sottratto un documento compromettente che tutti cercano ma nessuno trova.






La soluzione dell’enigma del racconto di Poe può indirizzarci lungo la via che porta alla soluzione del problema di Di Maio. “Un ministro serio può trovare i soldi per le riforme,” ha detto Di Maio. “Il modo migliore per occultare una cosa è non occultarla affatto,” è la morale delle pagine che precedono la fine della storia di Poe: la lettera misteriosa viene scovata quando tutti smettono di frugare e uno solo capisce di averla davanti al naso.

giovedì 12 luglio 2018

In TV la pura e semplice VERITA' fa Paura

di FABIO CONDITI

Raccontare la pura e semplice verità in TV è un atto rivoluzionario.

Non finirò mai di ringraziare Vito Monaco per essere l’unico Giornalista in Italia, caso più unico che raro, che ha il coraggio di ospitarmi nelle sue trasmissioni televisive.

Quando mi ha chiamato per partecipare alla sua trasmissione del 22 giugno 2018, mi ha avvertito però subito, quasi scusandosi, che ci sarebbero stati anche dei fautori dell’Euro con i quali avrei dovuto confrontarmi, in una discussione che si preannunciava molto “accesa”.



Mi sono trovato davanti due esemplari in via di estinzione, una nostalgica PD ed un convinto “Più Europa”. Devo subito dire che la discussione “Euro sì o Euro no” non mi appassiona, anzi la ritengo fuorviante, perchè concentra la discussione su un aspetto secondario del problema.

giovedì 28 giugno 2018

Per la Crescita dell'Italia spazio ai Titoli di Sconto Fiscale

di Enrico Grazzini


Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz ha scritto qualche giorno fa che “l’Italia è abbastanza grande, e con economisti abbastanza competenti e creativi, per gestire una uscita di fatto dall’eurozona, stabilendo un sistema flessibile di doppia valuta che potrebbe aiutare a ripristinare la prosperità del Paese”. Stiglitz chiarisce così che un regime di doppia valuta, l’euro e la moneta fiscale, potrebbe ridare slancio alla domanda aggregata e rivitalizzare finalmente l’economia italiana. Tuttavia, secondo lui “questo sistema violerebbe le norme sull’euro, anche se l’onere di una decisione sull’uscita formale dall’euro, con tutte le sue conseguenze, verrebbe trasferito a Bruxelles e a Francoforte, mentre l’Italia conterebbe sulla paralisi dell’UE per evitare l’uscita definitiva.




Qualunque sia il risultato, l’eurozona sarà a pezzi”. Vorrei invece dimostrare che la moneta fiscale non porta necessariamente alla rottura dell’euro e all’Italexit. Al contrario: la Banca Centrale Europea dovrebbe essa stessa promuovere un regime di doppia moneta – l’euro come moneta legale e la moneta fiscale come moneta complementare - se volesse effettivamente rafforzare la moneta comune europea di fronte al dollaro e alle altre valute mondiali di riserva.

sabato 23 giugno 2018

IL "WHATEVER IT TAKES" ITALIANO MADE IN "GOVERNO CONTE"

Il nuovo Governo ha ambizioni di espansione della spesa pubblica. Il Documento di Programmazione Economico Finanziaria appena approvato, però, a cui ha lavorato il Governo Gentiloni, è intriso di misure opposte, coerenti con la filosofia dell’austerity e del “Ce lo chiede l’Europa“. Come conciliare Flat Tax e Reddito di Cittadinanza con il DEF?



Alberto Micalizzi ha una visione chiara delle cose da fare immediatamente perché la “pacchia” finisca per tutti, a cominciare da chi ha ristretto oltre ragionevole misura la circolazione monetaria, passando per le grandi banche d’affari che hanno costruito rapporti privilegiati con lo Stato e non hanno mai pagato il prezzo delle loro speculazioni, fino all’istituzione di una nuova autorità di controllo e garanzia sulla negoziazione dei tassi di interesse. 


Fonte: ByoBlu

lunedì 23 aprile 2018

“L’Euro è irreversibile”. Però gli altri si preparano al suo collasso

di Maurizio Blondet

Strana sensazione: sembra che solo noi italiani – governo, opinione pubblica beatamente ignorante, banchieri – continuino a credere ottimisti all’eternità dell’euro.

Gli altri si stanno preparando al suo collasso: precisamente, a come guadagnarci o non perderci.
I tedeschi per primi, ovviamente.

Nel marzo scorso un parterre dei migliori e più celebri economisti germanici si sono riuniti a Berlino in conferenza. Titolo della conferenza: “L’euro può veramente sopravvivere, e se no, cosa succede?





Il professor Clemens Fuest, numero 1 del prestigioso Institut für Wirtschaftsforschung (IFO), ha auspicato l’introduzione nelle normative europee di una clausola che permetta l’uscita di un paese dell’eurozona dalla moneta comune.

sabato 31 marzo 2018

Liberiamoci dall'Ortodossia e dai Guardiani del Capitalismo Finanziario

di Marco Della Luna

Uno dei più cospicui fenomeni del nostro tempo è il gigantesco e industrioso cantiere del pensiero unico globalizzato – con i suoi committenti, architetti, sacerdoti guardiani – che serve a rendere prevedibili e direzionabili i comportamenti sociali nel mondo super-accelerato e conflittuale in cui viviamo.

Il capitalismo finanziario globale, manovrando l’industria culturale (entertainment compreso), che esso in buona parte possiede, ha creato un’ortodossia, un pensiero obbligato, mainstream, scientifically correct, che, a prescindere dall’esame del merito degli argomenti, delegittima, isola o criminalizza – cioè praticamente scomunica, espelle dalla società conformata – non solo il pensiero divergente dall’ortodossia, ma la stessa libera indagine scientifica, economica e storiografica, al riguardo di alcune cose fondamentali per indirizzare secondo i suoi piani il corso della trasformazione della società.





Queste cose sono: certe vicende storiche, certi aspetti dell’economia, l’integrazione europea, l’euro, l’immigrazione, l’islam, le diversità etniche, l’identità sessuale; e, da ultimo, le asserite efficacia e innocuità dei vaccini obbligatori.

sabato 10 marzo 2018

Via subito dalla Costituzione la Norma sul Pareggio di Bilancio

Depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per modificare l’articolo 81 della Costituzione, il giurista ci spiega le ragioni: “Quella riforma, votata quasi all’unanimità, è espressione di una povera visione neo-totalitaria nonché il frutto del peggior revisionismo costituzionale”. Una lotta che ora spera sia appoggiata dalla sinistra – che deve ripartire da scelte “coerenti e coraggiose” – e dal M5S: “Governino l’Italia in nome dei diritti fondamentali delle persone e non più dei mercati”.

intervista a Gaetano Azzariti di Giacomo Russo Spena

“L’introduzione del pareggio di bilancio rappresenta una rottura con la storia del costituzionalismo pluralista e democratico del nostro Paese. Come si può pensare di escludere dalla Carta ogni opzione diversa da quella neoliberista?”. Archiviate le elezioni del 4 marzo, il professor Gaetano Azzariti – dopo aver avuto un ruolo di rilievo nella vittoria del NO per bloccare la riforma Renzi-Boschi – si appresta alla prossima battaglia: una legge di iniziativa popolare per modificare l’articolo 81.





Il pareggio di bilancio in Costituzione è stato inserito, di soppiatto e nel silenzio generale, nel 2012 dal governo Monti e sostenuto da centrosinistra e centrodestra. Contrari soltanto M5S e sinistra radicale. Ora la sfida per eliminarlo. Serviranno 50mila firme da raccogliere, entro la fine di luglio. “Il Parlamento appena eletto deve invertire la rotta – sostiene Azzariti – Quella riforma, votata quasi all’unanimità, è espressione di una povera visione neo-totalitaria nonché il frutto del peggior revisionismo costituzionale”. 

martedì 6 marzo 2018

Con questo risultato muore il Neoliberismo, trionfa Keynes!


di FABIO CONDITI

Per la prima volta esiste un vincitore certo delle elezioni in Italia, ed è John Maynard Keynes, che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi.
Nelle elezioni appena concluse, hanno vinto le uniche due forze politiche di ispirazione keynesiana, il M5S e la Lega. Infatti nonno Keynes è sicuramente un punto di riferimento della coppia di economisti del M5S, Andrea Roventini e Lorenzo Fioramonti, ma lo è anche della coppia di economisti della Lega, Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Non so se sarà possibile una alleanza programmatica sulle politiche espansive, ma intanto è importante che parlino la stessa lingua. E il popolo, che è sovrano, finalmente ha dato una indicazione chiara in questo senso.




Ovviamente sono già arrivati i corvi di professione come Paolo Barnard con il loro solito gracchiare: “Bravi Italians, avete votato, non cambia un cazzo, il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord sono una truffa, lo scrivo da anni“.

martedì 20 febbraio 2018

Ma PERCHE' votiamo per i nostri Padroni?

di FABIO CONDITI

Perché votiamo per i nostri padroni ? O meglio, perchè votiamo i politici che fanno sempre gli interessi dei nostri padroni ?

Gli schiavi votano sempre per il loro padrone, perché sperano sia magnanimo. Solo che una volta, per rendere gli esseri umani schiavi, bisognava incatenarli e bastonarli fisicamente.

Oggi basta ricordarci che c’è un debito pubblico enorme e che lo dobbiamo ripagare. Così accettiamo qualsiasi sacrificio senza protestare. E seguitiamo a votare per chi ha creato e difende un sistema basato proprio sul debito.



Siamo schiavi volontari, senza bisogno di essere incatenati, né bastonati.

venerdì 16 febbraio 2018

Crisi, colpa nostra? Bifarini: "dai Media, soltanto Fake News"

Se tutti pagassero le tasse in 18 anni si potrebbe sanare il debito pubblico? Ridicolo. A parte il fatto che il debito pubblico non va “sanato”, perché lo Stato non è una famiglia né un’azienda, in realtà non esiste nessuna relazione significativa tra il livello di evasione e il debito di un paese. Anzi, al contrario: se osserviamo Giappone e Stati Uniti, che hanno il più alto debito pubblico al mondo, notiamo che in questi paesi il livello di evasione è bassissimo.




Parola di Ilaria Bifarini, “bocconiana redenta” intervistata dal “Giornale” sulle più ricorrenti “bufale”, spacciate di media, in materia di economia.

venerdì 19 gennaio 2018

Una Favola usata in malafede per giustificare l'Austerità

di Ilaria Bifarini

“L’economista è colui che è sempre capace di spiegare ex post perché si sia, ancora una volta, ingannato.”(B. Maris, Houllebecq economista)

La campagna mediatica per il pareggio di bilancio e la lotta al debito pubblico da parte degli economisti, liberisti prima e neoliberisti oggi, è divenuta così ossessiva e martellante da essere passivamente accettata come verità dall’opinione pubblica. È stata costruita una narrazione unica, supportata e amplificata dai media mainstream, per la quale la crisi economica sarebbe la conseguenza inevitabile dei comportamenti irresponsabili e dispendiosi tenuti dagli Stati nazionali, ultimo baluardo di democrazia nella dittatura del mercato unico iper-globalizzato.




Attraverso una sapiente arte manipolatoria, la questione del debito è stata ricondotta a una categoria etico-morale, da cui ne deriva che le politiche economiche di austerity attualmente applicate rappresenterebbero l’unica strada percorribile, nonché la pena necessaria e inevitabile per espiare i peccati commessi.

martedì 26 dicembre 2017

13 milioni di tedeschi vivono ormai al livello di sussitenza

Viaggio nella Germania dei senzatetto e dei minijob



di Fabrizio Poggi


Secondo i volontari di “Die Tafeln”, sta aumentando drammaticamente il numero di pensionati che si rivolgono all'organizzazione per ricevere prodotti alimentari gratuiti. Almeno uno su quattro di tutti coloro che ricorrono all'aiuto di “Die Tafeln” è pensionato: si tratterebbe di circa 350.000 anziani. Il presidente della Confederazione federale dei Tafeln, Jochen Brühl, afferma che il numero di anziani poveri è raddoppiato in Germania negli ultimi dieci anni, di pari passo con l'impoverimento generale. Brühl parla di milioni di tedeschi considerati poveri o, quantomeno, di persone in situazione di “povertà relativa”.



Nell'Unione europea, si legge sul sito web di “Die Tafeln”, è considerato povero chi guadagna meno del 60% della media nazionale e in Germania è una cifra di circa 930 euro.

giovedì 21 dicembre 2017

IL BITCOIN NON ESISTE. STATE MOLTO ATTENTI

di PAOLO BARNARD

Quando il signor Romano, negoziante di periferia di 71 anni e che parla quasi solo dialetto, mi ha chiesto “Barnard, allora sto Bitcoin?”, ho capito che questa storia sta davvero diventando pericolosa, e il 99% – che non è in questo caso la famosa quota degli ordinari cittadini contro l’1% dei Potenti, ma è la quota dei fessi che sempre ci cascano nelle ‘illusioni’ finanziarie – ci smenerà il culo come mai prima.




Il colosso di scambi finanziari americano CME Group Inc. ha iniziato ieri notte (domenica, nda) a offrire dei contratti Futures in Bitcoin, e questo in effetti ha sospinto questa moneta virtuale, o cryptomoneta, nel ‘salotto buono’ della finanza mondiale. Ma stop, perché zia Marta non sta capendo. Ok, Marta play it cool.

venerdì 15 dicembre 2017

E con questo SCORDIAMOCI di poter Ritrattare le Regole Europee

di Dante Barontini

Con la decisione del governo Gentiloni di appoggiare la “proposta Juncker” – domani al Consiglio Europeo – si chiude per sempre la possibilità teorica di modificare i trattati europei su due punti chiave: l’obbligo al pareggio di bilancio (peraltro già inserito addirittura nella Costituzione, all’art. 81) e la riduzione del debito pubblico al 60% del Pil entro 20 anni (per l’Italia, ferma al 133%, si tratterebbe di fare una manovra correttiva da almeno 50 miliardi ogni anno, tra tagli di spesa e aumenti di tasse).




Il silenzio che circonda questa decisione è direttamente proporzionale alla sua importanza perché l’inserimento del Fiscal Compact nella “legislazione europea” lo rende di fatto operativo – dal 2019 – e obbligatorio, pena sanzioni pesantissime ed esposizione del paese al “rischio mercati” (aumento dello spread, difficoltà nel rifinanziare il debito, ecc).

domenica 10 dicembre 2017

Nel Silenzio dei Media Padoan e Gentiloni vogliono IMPORCI il Fiscal Compact

di Giuseppe Palma

Qui la notizia: http://m.huffingtonpost.it/2017/12/07/pier-carlo-padoan-guarda-il-bicchiere-mezzo-pieno-e-da-il-via-libera-alla-riforma-juncker-sul-fiscal-compact_a_23300613/


Prima di leggere il presente articolo, è necessario leggerne uno precedente che ho scritto e pubblicato pochi giorni fa su questo blog: http://lacostituzioneblog.com/2017/12/06/attenzione-a-bruxelles-si-sta-discutendo-se-inserire-il-fiscal-compact-nei-trattati-europei-di-giuseppe-palma/




Diritto originario o diritto derivato? Ecco come ci stanno fregando.

La situazione ha dunque avuto un’evoluzione. Il Fiscal Compact – vale a dire pareggio di bilancio, zero spesa a deficit e riduzione sistematica a ritmi serrati del debito pubblico – non entrerà più nel diritto originariodell’Ue (cioè nei Trattati) bensì nel diritto derivato.

mercoledì 6 dicembre 2017

Approvata la lista nera dei paradisi fiscali: mancano Lussemburgo, Olanda, Malta e Irlanda

di Marco Valli, Efdd - MoVimento 5 Stelle Europa 

"Tutto cambia per non cambiare nulla. Gli scandali LuxLeaks, Panama e Paradise Papers non hanno insegnato nulla e i Ministri delle Finanze dell'Unione europea - riuniti in sede Ecofin - hanno inserito 17 Paesi nella lista nera dei paradisi fiscali. È la montagna che partorisce il topolino. Per combattere l'elusione e l'evasione fiscale nel mondo ci vuole ben altro.




La nostra proposta è semplice: la lista nera delle giurisdizioni non collaborative non deve essere limitata a paesi terzi e deve includere anche gli Stati dell'UE che costituiscono una minaccia per elusione e evasione fiscale, altrimenti questa nuova lista non può essere credibile, legittima, e nemmeno efficace.