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mercoledì 31 luglio 2019

L'illusione del Cambiamento in cui è cascata l'Italia dei SI a tutti i costi

di Marco Travaglio

Soltanto in un Paese smemorato come il nostro poteva avere successo lo slogan di Salvini, che l’ha copiato da Renzi, che l’ha copiato da Berlusconi, sull’ “Italia dei Sì” (bella) contro l’ “Italia dei No” (brutta). Chi scrive si è sempre identificato nel motto di Longanesi “Sono un conservatore in un Paese in cui non c’è nulla da conservare”. E da almeno trent’anni constata che – salvo rare eccezioni, da contare sulla dita delle mani di un monco – le cosiddette “riforme” di una classe politica perlopiù indecente hanno regolarmente peggiorato le cose. Eppure tutti quelli che, a ogni “riforma” strillavano come ossessi il loro “sì”, dovrebbero chiedere scusa e possibilmente pagare i danni a chi, inascoltato, diceva “no”.




Anche nella forma più educata e un po’ surreale di Bartleby lo scrivano del famoso racconto di Herman Melville: “Preferirei di no”. L’ultima volta che un bel No ci salvò da guai incalcolabili fu al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, quando respingemmo la schiforma Renzi-Boschi-Verdini e preservammo la nostra Carta fondamentale.


sabato 20 luglio 2019

Borsellino: la strage, il depistaggio e i Giuda

di Lorenzo Baldo

“Questo palcoscenico è Palermo, gli attori sul banco degli imputati sono capimafia e uomini delle istituzioni. Questo è il palcoscenico di una tragedia, un palcoscenico di intrighi, misteri, morte. Ma anche un palcoscenico di vita, passione, lotta. Palcoscenico di una storia straordinaria, comunque, in cui il bene e il male si confrontano al massimo livello”. Con le maestose immagini del Teatro Massimo di Palermo iniziava il film “A very sicilian justice” che vedeva protagonista il pm Nino Di Matteo e il processo sulla trattativa Stato-mafia. Nel giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio quelle parole volano alte sopra questa città dove realmente il bene e il male si confrontano al massimo livello. E si confrontano in maniera sempre più subdola, con il bianco e il nero spesso confusi tra loro.




Ma quel palcoscenico è sempre lì: cambiano gli attori, le maschere, le comparse, ma il copione deve essere recitato all’infinito. Un copione ibrido, che a volte lascia basiti, disorientati, svuotati, disillusi: chi è il nemico e perché arriva il fuoco amico? Mera retorica, si dirà.


sabato 13 luglio 2019

La forza dell'Italia è che se uscisse dall'Euro l'intero Sistema crollerebbe

Marina Tantushyan

Dopo mesi di minacce e intesi negoziati l’Italia ha miracolosamente trovato l’intesa con Bruxelles – la procedura per debito eccessivo non verrà avviata.

Secondo la versione ufficiale, il governo italiano ha dimostrato di poter ridurre il debito e rientrare nei parametri europei in maniera concreta e rapida rispettando i vincoli del Patto di Stabilità per il 2020.

Come l’Italia ha convinto l’Europa? In che modo il governo intende muoversi per aumentare il potenziale dell’Italia di crescita? Cosa succede adesso? La partita negoziale con l’Ue è definitivamente chiusa oppure si tratta della quiete prima la tempesta? Per parlarne Sputnik Italia ha raggiunto il noto economista e analista tedesco Marc Friedrich.

– Dott. Friedrich, a Suo avviso, come il governo italiano è riuscito a convincere l’Europa e evitare la procedura di infrazione? Perché l’Ue ha deciso di fare retromarcia?

– Il problema è che l’Italia ha una grande leva. L’Italia può ricattare l’Unione europea e Bruxelles perché sa perfettamente che il destino dell’Unione europea e dell’euro dipende da lei per una semplice ragione – l’Italia è la terza economia europea per grandezza, è un paese molto importante per l’euro e per l’Unione europea in generale, e se dovesse uscire dal sistema monetario dell’Unione europea, l’euro e l’intero sistema collasserebbero.




Ecco perché Bruxelles non vuole inasprire l’intera situazione. Nonostante tutti i problemi, l’UE non ha avviato l’azione disciplinare contro Italia e cosi l’Italia ha di nuovo guadagnato tempo.

mercoledì 26 giugno 2019

Le Linguiadi

di Marco Travaglio 

Ma le avete viste le facce dei cosiddetti vincitori delle Olimpiadi nella foto di gruppo? E le fauci già spalancate dei Malagò, Montezemolo, Carraro, Pescante e Sala? Fauci già sperimentate sugli stadi di Italia 90 (spese lievitate dell’85%, ultima rata dicembre 2015), le Olimpiadi invernali di Torino 2006 (3,1 miliardi di debito, il 225% delle entrate, cattedrali nel deserto e trampolini nella neve), i Mondiali di nuoto 2009 (700 milioni di euro per il palazzo di Calatrava con le vele a pinna a Tor Vergata, mai finito; piscine sequestrate e/o di dimensioni sballate; scheletri in cemento armato abbandonati ai tossici e alle sterpaglie), l’Expo di Milano 2015 (retate di tangentisti e ’ndranghetisti, 1,5 miliardi di buco, mega-aree abbandonate).



Magari ci sbagliamo e gli stessi personaggi, che hanno sempre fallito, al seguito di Giorgetti e Zaia si trasformeranno in tanti Quintino Sella e faranno tutto per bene, per tempo e al risparmio.


domenica 23 giugno 2019

L’Euro potrebbe diventare la nostra Peste

di Vincenzo Cirigliano

L’Euro rischia di diventare per l'Italia più pericoloso della peste Manzioniana soprattutto se brandito come arma di controllo e distruzione da quei paesi che da anni ne detengono il Controllo, ossia i paesi Nord Europei a guida teutonica.
All’appena insediatosi “governo italiano euroscettico” Joseph E. Stiglitz – non proprio l'ultimo degli economisti, ma un blasonato premio Nobel – consigliava vivamente, qualche mese fa, di “introdurre una moneta parallela” o “usare una moneta elettronica sempre più semplice ed efficace” per evitare di morire straziati dall’economia Ue, dominata dalla Germania e dall’euro “cattivo”.



Un'idea ripresa successivamente in varie salse da tantissimi economisti Italiani che in questi anni hanno ipotizzato l'uso di strumenti alternativi all'Euro, dai certificati di Credito Fiscale proposti dal M5S in epoca preelettorale ai Minibot promossi dagli imbarcati nella Lega, Borghi e Bagnai.


giovedì 20 giugno 2019

Chi diffonde la Paura del Debito Pubblico dovrebbe ascoltare attentamente Savona

Anche da presidente della Consob, Paolo Savona non smentisce la sua fama di economista “contrarian”. Mentre l’Italia dibatte con la Ue per evitare la procedura d’infrazione a causa di un debito al 132% del Pil, l’82enne professore sardo rilancia come «istruttivo l’esempio del Giappone: se la fiducia nel paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell’ordine del 200% non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica». È uno dei passaggi chiave della sua relazione tenuta a Milano all’incontro annuale della Consob, organismo borsistico che presiede da marzo dopo le dimissioni da ministro degli affari europei, come ricorda Fabrizio Massaro sul “Corriere della Sera”. Per Savona, sintetizza Massaro, basta che il debito salga meno di quanto cresce l’economia di un paese. Perché invece l’operazione non riesce, all’Italia?





Savona parte da lontano: quando c’erano la lira e una banca centrale che poteva comprare quel debito (che è quanto accade in Giappone, e che invece l’attuale Bce non può fare), avevamo sì inflazione e svalutazione, ma il debito era stabile e le famiglie lo compravano. Ora invece i bond nazionali sono largamente in mani estere, la finanza preadatoria specula sui rendimenti.


sabato 15 giugno 2019

Un'inchiesta nata dalla Legge fatta da chi, ingiustamente, è stato Punito dagli esperti votanti Italiani

di Gaetano Pedullà 

Adesso si aspetta pure le scuse Luca Lotti, il fedelissimo renziano che accusa persino il suo partito e quanti altri si illudevano sull’autonomia della magistratura. Registrato mentre confabulava con alcuni consiglieri del Csm per stabilire quali procuratori promuovere e quali trasferire, compreso quello destinato a Roma, determinante nel processo Consip in cui è imputato, Lotti perlomeno ha fatto da sé quello che doveva fare il segretario Zingaretti. Come la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, pur diventato imbarazzantissimo, l’ex ministro non è stato messo alla porta.



Se la bandiera del garantismo non consente di cacciare chi non è condannato all’ultimo grado di giudizio, figuriamoci chi non è neppure indagato, per quanto certi comportamenti vadano contro l’essenza stessa di una democrazia fondata sulla separazione dei poteri politico e giudiziario.


venerdì 14 giugno 2019

Letterina di risposta

di Bartolomeo Prinzivalli

Carissimi Bunker, Monciccì e Dombrocoso, come state? Noi potremmo stare meglio, anche perché sinceramente con quell’idea della procedura d’infrazione qualcosa ce l’avete proprio infranta, e non stiamo parlando di un sogno ma di roba più tangibile; eppure negli anni abbiamo sempre pagato i nostri interessi sul debito, versato regolarmente le quote spettanti all’Unione e persino ottemperato alle multe assurde commissionate ad cazzum quando vi svegliavate una mattina pensando di fare cassa. E allora che succede? Perché ora sta minaccia della procedura?


Il debito pubblico è sempre aumentato nell’arco degli anni, e diminuire i servizi aumentando di conseguenza le tasse di certo non rimpinguerà le casse dello stato, anzi, proprio l’esatto contrario; dimostrare il pugno duro in piena fase di decrescita continentale pensiate porti a qualche risultato?


domenica 9 giugno 2019

Galloni bacchetta Draghi

Dobbiamo allinearci alle posizioni della Germania per quanto riguarda il funzionamento del sistema bancario. Cioè: le piccole banche devono poter prestare denaro (e quindi creare credito, moneta, liquidità) senza bloccarsi davanti al rating dei parametri di Basilea, che impediscono alle banche stesse di fare quest’operazione. In Germania le piccole banche sono sollevate da quest’obbligo, e quindi la Germania ha anche questa via d’uscita. Non solo: la Germania mantiene la gestione previdenziale fuori dal bilancio dello Stato, così come la spesa pubblica dei Lander. Queste tre circostanze – piccole banche, pensioni e spese delle Regioni – fanno sì che la Germania possa respirare. Anche la Francia respira, ma a scapito degli africani, perché stampa (emette, immette) il franco Cfa: una moneta che è anche una valuta, visto che circola fuori dalla Francia e non è quindi un circuito solo nazionale.



Uno potrebbe dire: non viola l’articolo 128 del Trattato di Lisbona, perché la Francia costituisce con le sue ex colonie un circuito chiuso, nell’ambito del quale viene accettato questo mezzo di pagamento (che non va in Germania, né in Italia o in Olanda), e quindi è rispettoso. Ma se è rispettoso il franco Cfa, allora a maggior ragione dovrebbero esserlo i minibot: perché se fossero illegali i minibot, allora il franco Cfa sarebbe “illegalissimo”.

venerdì 7 giugno 2019

Ora l'Elite Finanziaria si difenderà e cercherà di affossarci

Dalla pagina Facebook di Jacques Sapir

Sulla pagina FB dell’economista francese Jacques Sapir una sua riflessione a caldo sui Mini-bot, che trovo molto chiara. Eccone la traduzione, per chi fosse interessato all’argomento:
Riflessioni sui Mini-bot


A) Si stima che il governo italiano debba circa 50 miliardi alle imprese, le quali di converso hanno accumulato debiti fiscali e contributi sociali in misura significativa. L’utilizzazione di Mini-bot come strumento di compensazione finanziaria avrebbe il vantaggio di alleggerire il peso delle imposte sulle imprese.

Si avrebbe il ciclo: Stato —> Impresa —> Stato

Potendo utilizzare i mini-bot emessi dallo Stato per il pagamento degli arretrati, l’impresa vedrebbe alleggerita la propria posizione finanziaria e potrebbe aumentare i propri investimenti e consumi.




Una semplice compensazione avrebbe già il vantaggio per il governo italiano di liberare una buona parte di quei 50 mld congelati e reintrodurli nell’economia.

venerdì 31 maggio 2019

Spero che l'attuale Governo abbia il coraggio di sottrarsi ai Diktat di chi ci vuol Danneggiare

Il perseguimento dell’obiettivo di bilancio a medio termine di un saldo prossimo al pareggio o positivo contribuisce a creare condizioni favorevoli alla stabilità dei prezzi e ad una crescita vigorosa, sostenibile e promotrice di occupazione in tutti gli Stati membri?

di Davide Gionco

I giornali e gli elettori-tifosi contro l’attuale governo gongolano alla notizia della lettere di richiamo inviata al governo dalla Commissione Europea, che chiede al governo italiano spiegazioni sul mancato rispetto dei criteri stabiliti nel 2018 per la “riduzione del debito”.
Una prima osservazione: a livello macro-economico l’attuale governo non sta facendo né meglio né peggio dei governi che lo hanno preceduto.




Non sta sforando il limite del 3% di bilancio. Non sta riducendo il debito. Non sta riducendo sostanzialmente la disoccupazione che, a parte piccole variazioni, resta stabile intorno al 10,7% ufficiale. Non sta facendo crescere il Prodotto Interno Lordo. Non sta riducendo le tasse.


mercoledì 29 maggio 2019

Considerazioni post-traumatiche

di Beppe Grillo  

Dopo due giorni di Radio Maria e musica classica, dico questo: il Movimento ha subito una sconfitta e questo movimento deve reagire a quello che è successo. La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è un ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima.



Forse può sembrare incredibile che una persona, che ha cercato in tutti i modi possibili di portare a casa risultati nel mondo reale, perda strada rispetto ad un personaggio unicamente virtuale, ma è quello che è successo: svolazzare nei cieli del paese parlando di immigranti che non partono quasi più da un pezzo ha riscosso più simpatie rispetto al lavoro che la nostra parte di “governicoli” ha realizzato.

lunedì 27 maggio 2019

Guardiamola come un'occasione per ripartire

di Tommaso Merlo  

La campagna elettorale era iniziata con Di Battista e Di Maio in viaggio insieme verso Strasburgo e finisce 5 punti in meno del Pd. Un’umiliazione insopportabile. Col Movimento al 17 % ci vuole un segnale forte di discontinuità. Ci vuole un cambio di passo. Di Maio è un politico di razza. Per la sua età è davvero un fenomeno. Ma non è Superman fino a prova contraria. Dirige uno dei ministeri più complessi in piena crisi economica, è vicepremier ed è anche capo politico di quello che alle politiche era il primo partito. Come Ministro se la sta cavando davvero bene, ma come capo politico – stando ai risultati – molto molto meno. Sparito Di Battista, la campagna elettorale l’ha fatta Di Maio praticamente in solitaria. È diventato lui il volto del Movimento. In passato c’era Beppe, Di Battista, Fico, la Taverna, la Raggi e altri attivisti storici che si alternavano e rappresentavano le varie anime e sensibilità del Movimento.




Col solo Di Maio al comando, il Movimento si è accentrato sulla sua persona, impoverendosi, inaridendosi, apparendo un partito come un altro, con un capo in cima è un esercito al seguito. Assetto vecchio stampo e molto pericoloso.


domenica 26 maggio 2019

Se non c’è lavoro, caro Monti e cara Fornero, è per conseguenza di decisioni politiche sbagliate

di Davide Gionco

L’art. 1 della Costituzione dice chiaramente che “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”.

Dopo di che ci ritroviamo in Italia con milioni di disoccupati, con imprese che operano ben al di sotto del loro potenziale, con i nostri giovani (e non solo) che emigrano all’estero per cercare opportunità di lavoro.
E il tutto sembra confermato dalla frase lapidaria di molti sedicenti “economisti”, come l’ex ministro Elsa Fornero, i quali ripetono in ogni sede lo slogan “Il lavoro non si crea per decreto”.

A me sembra, invece, del tutto evidente che il lavoro lo si crea certamente per decreto legge e che se non c’è lavoro è per conseguenza di decisioni politiche sbagliate, non finaizzate a creare posti di lavoro. Concetto che ora andiamo a dimostrare.





Prima di tutto analizziamo come funziona il mercato del lavoro.
Molti pensano che “sono le imprese private” a creare lavoro, ma in realtà è una frase che non significa nulla. Una impresa privata crea posto di lavoro se c’è qualcuno, dei clienti, che domanda di produrre qualche cosa ed è disposto a pagarlo.

venerdì 24 maggio 2019

Oggi Conte è l’uomo giusto al posto giusto

di Tommaso Merlo

Renzi è ricomparso sui palchi del Pd. Trasuda astio e ha preso di mira il premier Conte. Di solito tra premier uscenti ed entranti vige un certo galateo. Ma Renzi se ne fotte. Renzi rispettava Berlusconi e lo ha sempre trattato con garbo. Conte no. Conte lo aggredisce come nessuno si era finora permesso di fare. Un attacco anche personale e molto duro. Renzi ha definito Conte “la summa di tutte le incompetenze” e spocchioso. Una sorta di disastro come giurista e come politico. Renzi è davvero disperato. Non si dà pace per il proprio fallimento ed è ormai disposto a qualsiasi bassezza pur di farsi notare. Anche scagliarsi contro un premier apprezzato e stimato dalla grande maggioranza dei cittadini.




Un premier che sta ridando lustro alle istituzioni e che rappresenta degnamente l’Italia dopo anni di pagliacciate internazionali. Una persona perbene, seria e preparata che sta svolgendo il proprio “servizio pubblico” con disciplina ed onore.


mercoledì 22 maggio 2019

Come se dal 2013 non fosse successo Nulla!

di Marco Travaglio

L’altra sera, facendo zapping, ci siamo imbattuti in uno di quei revival di archeologia televisiva, tipo Techetè, con vecchi guitti in bianco e nero di tanti anni fa. Così almeno abbiamo pensato, quando abbiamo visto la buonanima di Silvio B. in gran forma, tutto pittato, laccato, moquettato e levigato come un set di sanitari Ideal Standard, con un suo impiegato che lo “intervistava” (si fa per dire) sulle tante, infami “calunnie” che ha subìto in vita sua. Attendevamo che, da un momento all’altro, entrassero le ragazze del Drive In o di Colpo Grosso, accompagnate da Greggio e D’Angelo o da Smaila. Poi abbiamo scoperto che era tutto in diretta: la buonanima era viva. E parlava.






Strascicando alla Crozza, ma parlava. Come se, a cinque anni dalla dipartita dal Senato palla volta di Cesano Boscone, l’avessero scongelato dal freezer e liberato dalla funzione Pause per restituirlo al più consono Play.


martedì 21 maggio 2019

La Resistenza Orgogliosa del Vecchio Regime

di Tommaso Merlo

Il gesto eroico della governatrice umbra incarna tutti coloro che si ostinano a votare Pd. La Marini si è opposta alle proprie dimissioni. Si è opposta alla fine di un’era. La sua, quella della sua giunta, quella del vecchio regime. Resistenza, orgogliosa. Perché è sempre stato così in Italia e sempre lo sarà. Perché truccare i concorsi lo hanno sempre fanno tutti e sempre lo faranno, perché la lottizzazione negli enti pubblici esiste da sempre e sempre esisterà, perché è normale che la politica gestisca clientele in cambio di voti, perché in tribunale tutto finirà in niente. È sempre stato così. Nel Pd, in Italia. E sempre lo sarà.




Quanto ai quei ragazzi che dopo anni di studio viaggiavano di notte sui pullman con in tasca gli ultimi risparmi delle loro famiglie per partecipare a concorsi truccati nel circolo del Pd. Cazzi loro. Questa è l’Italia. E se non gli va bene che vadano all’estero e non rompano i coglioni.

domenica 19 maggio 2019

Il Governo eviti quell'ossequienza all’Ue che non è per niente dovuta

di MARIO MONFORTE

E rieccoci con lo spread! Su tutti i media (tv e stampa) ancora (ri-)rimbomba l’aumento dello spread delle obbligazioni statali italiane. (Si tratta del differenziale di tasso di rendimento, ossia degli interessi da versare, dei titoli di Stato italici in vendita rispetto al tasso dei titoli tedeschi, e l’aumento del differenziale significa che crescono gli interessi. Una prima domanda: perché il referente dei titoli tedeschi? E non quelli, che so, o Usa o russi o giapponesi, etc.? Risposta: non perché l’economia tedesca sia “inossidabile” e “centrale”, ma perché fu cosí deciso a suo tempo, Usa in prima fila.) Tale spread è (sarebbe) giunto a 290 poi 300 punti, dopo sceso a 284. (Seconda domanda: chi decide questo differenziale?





La risposta mediatica corrente è: «i mercati», dei fumosi, vaghi, inafferrabili, «mercati» che considerano, valutano, attuano … È del tutto falso: tale differenziale viene deciso dalle centrali del grande capitale finanziario, tedesche, inglesi, statunitensi, etc.)


venerdì 17 maggio 2019

A confronto Tafazzi è un dilettante allo sbaraglio

di Marco Travaglio

Prima o poi bisognerà istituire il premio all’Elettore Ignoto. E non mi riferisco a quell’elettorato flottante, liquido, incostante, disincantato che passa da sinistra ai 5Stelle o addirittura alla Lega. Ma all’elettore fisso, stabile, irremovibile del Pd. Ne conosciamo tanti e sono perlopiù bravissime persone che credono sinceramente nei valori della legalità, della trasparenza, della Costituzione, dell’antifascismo, dell’accoglienza, della solidarietà. Votano Pd perché pensano a Berlinguer (se vengono dal Pci) o a De Gasperi e a Moro (se vengono dal mondo cattolico). Sotto sotto, invidiano chi riesce a cambiare partito, a dare fiducia a quell’armata brancaleone dei 5Stelle o a qualche formazione della sinistra-sinistra, ma alla fine resistono a ogni tentazione e disciplinatamente si recano ogni volta alle urne a fare quello che considerano il proprio dovere. In questi 25 anni, dopo la breve parentesi di Prodi subito fiaccata dagli astuti “professionisti della politica”, sono stati sottoposti alle prove più dure, roba che avrebbe fiaccato una mandria di bisonti: gli inciuci machiavellici di D’Alema, i consociativismi di Napolitano, i cattivissimi buonismi di Veltroni.





Nel 2013, dopo il dissanguamento appresso a Monti&Fornero, pensavano di aver visto tutto con la rielezione di re Giorgio contro il loro amato Rodotà e per le larghe intese con B. Invece nel 2014 arrivò Renzi, l’Attila della sinistra.

giovedì 16 maggio 2019

-4,4 miliardi di EURO

Il debito pubblico italiano è sceso di oltre 4 miliardi di euro nel mese di marzo.

di Cristiana Gagliarducci 


A rivelare l’inaspettata sorpresa è stato l’ultimo bollettino Bankitalia su Finanza pubblica, fabbisogno e debito.

L’indagine ha fatto irruzione sul mercato in un momento delicato per il Belpaese, di nuovo alle prese con uno spread in salita verso i 290 punti e con le difficoltà interne allo stesso Governo.

In una situazione poco rosea, però, la discesa del debito pubblico ha rappresentato un piccolo e momentaneo spiraglio di luce. Secondo la Commissione europea, infatti, la mira tornerà a salire fino a schizzare oltre il 135% del PIL.
A quanto ammonta il debito pubblico italiano?



Rispetto al mese di febbraio il debito pubblico italiano è sceso di 4,4 miliardi di euro scivolando così a 2.358,8 miliardi. Più nello specifico, il fabbisogno delle pubbliche amministrazioni si è attestato a 20,2 miliardi ed è stato bilanciato dal calo delle disponibilità liquide del Tesoro, giù a 22,4 miliardi.

mercoledì 15 maggio 2019

Il PD vota contro la legge sul voto di scambio politico-mafioso

di Tommaso Merlo

Sono oltre mille gli arrestati del Pd degli ultimi anni. Un’associazione a delinquere più che un partito. Eppure Singaretti fa lo gnorri e il suo partito vota contro la legge sul voto di scambio politico-mafioso e flirta con Cirino Pomicino mentre imperversano gli scandali in Basilicata, Umbria, Calabria e Campania. Una strage. Il Pd è marcio fino al midollo. È davvero un partito da buttar nel bidone dell’umido. Eppure Singaretti fa lo gnorri e alle europee ha candidato le solite facce come se nulla fosse. Una manica di trombati con nulla in comune tra loro se non la smania d’intascarsi cinque anni di mega stipendi in quel di Bruxelles. Già, i soldi. Vera ossessione del Pd che finito sul lastrico vuole che i cittadini rimettano mano al portafoglio.




Una vergogna. Eppure Singaretti fa lo gnorri e farnetica d’altro. Come se fosse atterrato da Marte invece che mangiare grazie al Pd da quando succhiava ancora il ciuccio. A devastare il Pd non sono state solo le sciagurate politiche che hanno tentato di superare la crisi massacrando i più deboli.


martedì 14 maggio 2019

Uscire da questa U.E. potrebbe essere "Rischioso", ma rimanerci a queste condizioni sarebbe "Devastante"

di Giuseppe Masala.


Il Tempo di Roma dà conto della presentazione tenutasi qualche giorno fa a Roma del libro di David Parenzo ("I falsari. Come l'Unione europea è diventata il nemico perfetto per la politica italiana") alla quale hanno partecipato Emma Bonino e Mario Monti. Come è facile intuire il discorso è scivolato sull’Europa, sui nazionalismi risorgenti e sui suoi rischi.
Emblematico quanto detto da Mario Monti che traggo testualmente dal pezzo del giornale: «Se i sovranisti vincono torneranno i conflitti e l’Europa finirà distrutta e rasa al suolo». Questo è ciò che vede l’eminente economista della Bocconi.




Non è di per sé un discorso sbagliato: una frattura dell’Unione Europea creerebbe senza dubbio forti tensioni politiche in Europa, recriminazioni, traumi e crisi rabbiose soprattutto da parte di chi ha più da perdere dalla fine della Cuccagna Europoide. E’ chiaro ed evidente che c’è un rischio di guerra se si verificasse questa eventualità.

domenica 12 maggio 2019

Tra M5S e Lega, una sana Diatriba

di Tommaso Merlo

Pd e Forza Italia hanno sempre fatto finta di litigare. Bisticciavano in campagna elettorale davanti alle telecamere poi una volta incassati i voti si spartivano il paese dietro le quinte. Movimento e Lega sono invece due forze davvero diverse nei contenuti, nella sensibilità, nella struttura. Diversità che questa campagna elettorale sta evidenziando in maniera salutare checché ne dicano i benpensanti. Pd e Forza Italia hanno sempre preso per i fondelli i cittadini attaccandosi in pubblico e inciuciando in privato. Divide et impera. Hanno lucrato sui resti delle ideologie mettendo i cittadini gli uni contro gli altri. Destra e sinistra. Rossi e neri.



Ma una volta al governo seguivano una identica e rassegnata politica neoliberista e perbenista al traino delle lobby e delle burocrazie internazionali. Identica e lontanissima dai cittadini. Questo perché una volta nei palazzi, Pd e Forza Italia si mettevano a negoziare tra loro e coi potentati di riferimento e con il sottobosco mafioso per essere sicuri di non calpestare i piedi a nessuno. Solo allora partorivano topolini.


sabato 11 maggio 2019

Un Racconto per Grafici che ognuno dovrebbe stamparsi nel Cervello

di Davide Gionco


Oramai ci siamo assuefatti e rassegnati a subire quasi quotidianamente notizie sull’Italia che è all’ultimo posto per gli indicatori economici che sarebbero positivi ed al primo posto per gli indicatori economici ritenuti negativi.
Lo “spettacolo” diventa poi disgustoso quando sono i partiti politici di opposizione, quelli che negli anni precedenti hanno portato avanti le politiche economiche che hanno ridotto l’Italia in queste condizioni, che come avvoltoi denunciano la disastrosa situazione economica dell’Italia, proponendo come soluzioni le stesse “ricette” che hanno causato i problemi.





giovedì 9 maggio 2019

Potrebbe essere lui a tirare l’acqua.

di Tommaso Merlo

Il Pd si affida a Pierre Moscowc per rilanciare la sua campagna elettorale. Già, proprio lui. Il cagnolino di Macron e della Merkel che quando governava Renzi se ne stava a cuccia buonino e da quando sono arrivati i gialloverdi abbaia dalla mattina alla sera. Gli hanno ordinato di attaccare gli odiati populisti nella speranza che il terrorismo finanziario li faccia saltare. Lui ha ubbidito ma finora ha piantato solo una gran cagnara. La manovra è passata e comincia a dare i suoi frutti. L’unica cosa che ha ottenuto Moscowc è quella di vincere la gara di odiosità tra i commissari europei. Primo classificato assoluto. Ciò che lo rende speciale è la viscerale ipocrisia combinata ad un ghigno da radical shit transalpino davvero arrogante.




Il Pd non poteva scegliere testimonial migliore. Un nemico giurato dell’Italia. Davvero una mossa geniale. Così anche le teste più dure capiranno che il Pd non ha nessuna intenzione di cambiare alcunché. Ed anzi, rivendica tutto. Con forza.


mercoledì 8 maggio 2019

Benissimo lo Spazzacorrotti M5S che spazza la Corruzione, ma attenti allo Sblocca Cantieri

di Marco Travaglio

La retata di Milano (95 indagati, di cui 28 arrestati, per tangenti e altri reati) e, in contemporanea, le indagini per mazzette a Catanzaro (20 inquisiti) e a Palermo (14, di cui 4 arrestati), ci ricordano qual è il vero cancro che si mangia l’Italia e ne blocca la crescita: non gli immigrati, non i cantieri bloccati, non le fake news di Putin e tutte le altre false emergenze di cui sempre si sente cianciare, ma una classe politica e imprenditoriale corrotta dalle radici. Di nuovo, dalle tre indagini fra Nord e Sud, non emerge nulla rispetto a Tangentopoli, a parte la presenza sempre più frequente delle mafie al tavolo degli appalti e gli importi delle mazzette, singolarmente molto più miserabili di quelli di un tempo (proporzionati all’infima statura dei politici d’oggi, che lo sanno e si vendono per poco), anche se poi la somma del latrocinio resta mostruosa: 50-60 miliardi l’anno rubati alla collettività. Per il resto, nihil sub sole novum.






Il centrodestra, diviso a Roma, si riunisce a San Vittore: indagati nella giunta regionale a guida leghista, forzisti arrestati, accuse di soldi illeciti a Fratelli d’Italia.


martedì 7 maggio 2019

Alla faccia della sinistra. Alla faccia della difesa dei lavoratori e dei più deboli.

di Tommaso Merlo

Zingaretti ha tappezzato l’Italia col suo sorrisino da bamboccione in vacanza. Gli italiani piangono e lui se la ride. Ma cos’ha nella testa? Boh. Gli italiani sono incazzati neri. Sono finiti in miseria a furia di venir brutalmente traditi da partiti indegni come il suo e Zingaretti se la ride sparando slogan a casaccio. Quello al Pd è davvero un voto buttato via. Bisognerebbe adottare un pidino ed aiutarlo a disintossicarsi con un percorso di reinserimento alla realtà. Il Pd è il partito che ha massacrato i diritti sociali. In campagna elettorale sorrideva sempre bonaccione, ma una volta presi i voti sfoderava il suo vero volto, quello crudele. A creare la giungla della precarietà è stato il Pd che si è schierato coi padroni delle lobby. Una scelta precisa.



Erano convinti che la crescita economica sarebbe ripartita aiutando quelli già ricchi a far più soldi che poi sarebbero ricaduti a pioggia su tutti gli altri. Liberismo selvaggio. Alla faccia della sinistra. Alla faccia della difesa dei lavoratori e dei più deboli.


domenica 5 maggio 2019

Ma quando arrivano le Cavallette?

di Marco Travaglio

Digiuno come sono di economia, attendo da 10 mesi che si avverino le previsioni degli esperti sui licenziamenti di massa e il crollo dell’occupazione per il decreto Dignità. Breve riepilogo per smemorati.
“Le imprese: ‘Non faremo più assunzioni. E a rimetterci saranno sempre i lavoratori’. Santo Versace: ‘Motta e Alemagna fallirono perché il giudice diede a tutti contratti stabili’” (La Stampa, 29.6). “Decreto imbecillità: Di Maio fa la guerra ai precari per facilitare la disoccupazione” (Libero, 3.7). “Rischi in agguato. Colpo al mercato del lavoro, senza le contromisure. Una fuga all’indietro verso l’ideologia del passato, quella che per anni e anni abbiamo faticato a metterci alle spalle” (Oscar Giannino, Messaggero, 3.7). “Tante regole e poca dignità” (Roberto Mania, Repubblica, 3.7).





“Senza Dignità. Mazzata all’economia. Passa il decreto dignità di Di Maio: a rischio migliaia di posti di lavoro” (il Giornale, 3.7). “Salvini fermi i nuovi comunisti” (Alessandro Sallusti, ibidem). “Di Maio fa saltare 100mila posti di lavoro.

sabato 4 maggio 2019

Hanno espulso Dio e ne imitano le Opere

di Maurizio Blondet

Su internet gira molto e con scalpore (“virale”) l’ammissione che ha fatto Federico Fubini, il direttore in pectore del Corriere della Sera, campione del “più Europa” contro populisti e sovranisti. Fattosi intervistare da TV2000 –l’emittente episcopale italiana per far pubblicità al suo ultimo libro (a cui non faremo pubblicità) – il Fubini ha capito che doveva dire qualcosa di piccante per quella sede. “Faccio una confessione, c’è un articolo che non ho voluto scrivere sul Corriere della Sera. Analizzando i dati della mortalità infantile in Grecia, mi sono accorto che a causa della crisi sono morti 700 bambini.






Non ho scritto l’articolo per non essere strumentalizzato dagli anti europei pronti a usare qualunque materiale come una clava contro l’Europa e ciò che rappresenta, cioè un principio di democrazia fondata sulle regole e sulle istituzioni”.


venerdì 3 maggio 2019

Chi ha brindato all’arresto di Assange

È stato interessante nei giorni scorsi osservare la composita compagnia che ha esultato per l’arresto a Londra di Julian Assange: alcuni dei suoi corifei erano prevedibili ma altri onestamente meno. Tra i primi, diversi capi di Stato e di governo, qualche potente delle varie forze armate e dei servizi di intelligence, taluni rauchi esponenti di destra che non hanno mai nutrito una smisurata idea di libertà. Tra i secondi – quelli che hanno fatto la ola più a sorpresa – si sono distinti diversi esponenti della sinistra “progressista”, che fino a pochi anni fa simpatizzavano per WikiLeaks, ma adesso l’hanno in uggia, vedremo poi il perché.






Accanto a questi, fra gli esultatori imprevisti, si sono esibiti anche non pochi giornalisti di discreta fama, per i quali invece la ragione dell’astio è più psicoanalitica: invidia del collega che ha realizzato scoop storici e mondiali, gioia per la restaurazione di antiche gerarchie professionali che il boom di WikiLeaks aveva ribaltato (Assange a marcire in galera è un bel Congresso di Vienna), soddisfazione intestinale nel vedere al gabbio chi ha fatto del giornalismo uno strumento di rivelazione di segreti dei potenti – mettendo in gioco la propria vita – anziché di accomodamento delle proprie chiappe accanto ai potenti medesimi.


giovedì 2 maggio 2019

Anche il Financial Times auspica una moneta parallela per l’Italia

di Enrico Grazzini

“La soluzione più ovvia all’insostenibilità dell’Italia nella zona euro sarebbe la ristrutturazione del suo debito pubblico. Ma i governi della zona euro non sono preparati a questa possibilità. E’ invece più probabile che valute parallele, titoli di debito non convenzionali o addirittura criptovalute offriranno l’opportunità per un’uscita non ufficiale (dell’Italia dai vincoli dell’euro, nda). In tal modo si scoprirà che si può essere dentro l’eurozona e fuori dall’eurozona nello stesso tempo”.
Così Wolfgang Munchau, l’editorialista del Financial Times per l’Europa, conclude il suo articolo del 28 aprile intitolato The unbreakable, unsustainable eurozone.






Munchau sottolinea la contraddizione genetica del sistema dell’Euro. L’Euro infatti ha un’architettura che lo condanna a essere insostenibile, ma è anche strutturato in maniera tale da non permettere a un Paese di uscire prima dello schianto. Come un’automobile con le portiere bloccate che corre inesorabilmente verso il burrone.


mercoledì 1 maggio 2019

L'Economia Italiana in ripresa, ma i Giornaloni Tacciono

di Tommaso Merlo


L’economia italiana dà segnali di ripresa ma i giornaloni nascondono tutto sotto al tappeto. Sono mesi che prevedono catastrofi immani, sono mesi che denigrano ogni provvedimento preso dal Governo, sono mesi che sbattono in prima pagina cattive notizie in gran parte manipolate, ed oggi che la realtà li smentisce clamorosamente censurano e si arrampicano sugli specchi con la consueta ipocrisia. Una miseria umana prima ancora che giornalistica. In un paese civile i giornaloni scriverebbero almeno oggi la verità, mentre in quelli super civili chiederebbero anche scusa per aver scritto per mesi delle minchiate e perché no, si rallegrerebbero che questo primo maggio sia meno cupo del solito. E invece niente. La solita miseria.



Perché dopo mesi che vedi nero e poi spunta il rosa, o te giornalaio non ci capisci un Benamato di quello che scrivi oppure ci capisci benissimo ma sei in malafede e distorci la realtà a fini politici.


martedì 30 aprile 2019

Determinare e Cavalcare il prossimo crack Economico!!

di Maurizio Blondet

Macron riceve Mattarella il 2 maggio. Non a Parigi ma ad Amboise, paesetto della Loira, con la scusa di onorare la tomba di Leonardo. Gli abitanti non dovranno guardare dalle finestre (decreto comunale). Il traffico sarà vietato dalle 7 alle 5 pomeridiane alle auto, dalle 7 alle 13 ai pedoni. Mobilitati 300 gendarmi.
Ormai hanno abbandonato anche la finzione del curarsi del popolo. Devono preparare il salvataggio dell’euro-oligarchie e del sistema UE, ad ogni costo, da tutte le spinte popolari e gli scollamenti che il sistema subisce per i suoi errori e contraddizioni.




Ormai il fallimento della moneta unica imperfetta è la constatazione generale di ogni sede autorevole. Il Wall Street Journal ha parlato dello “incredibile restringimento dell’euro” in un articolo dell’11 febbraio, notando che mentre tra il 2009 e il 2017 la Cina è cresciuta del 139%, gli Stati Uniti del 34%, la UE è calata del -2%.

lunedì 29 aprile 2019

Ora Salvini deve dimostrare da che parte sta veramente!

di Tommaso Merlo

Di Maio rilancia sui contenuti e sfida la Lega. Vedremo se Salvini batterà un colpo sul cacciare la politica dagli ospedali dopo decenni che il suo partito ci sguazza nelle regioni del nord. Vedremo se Salvini concorderà sul conflitto d’interessi dopo che per decenni ha retto il moccolo a Berlusconi senza fiatare. Vedremo. In attesa dei fatti sconvolge pensare a come i vecchi partiti – Lega inclusa – non abbiano mai fatto nulla per risolvere questioni così gravi. E questo nonostante decenni di potere e una crisi che ha esasperato le nefaste conseguenze di quelle lacune. Il motivo di fondo tocca il nervo del vecchio regime. I vecchi partiti non hanno mai fatto nulla perché non conveniva a loro e ai loro sodali.




Lo insegna il Pd in Umbria. I cittadini italiani sono ancora curati da personale medico selezionato per ragioni politiche perché la mafia sanitaria ha sempre reso voti, soldi e potere ai vecchi partiti. Avidità e spietatezza al punto da lucrare sulla pelle dei poveri cristi.


domenica 28 aprile 2019

Le Agenzie di Rating hanno esaurito le frecce al proprio arco e le loro minacce sono ormai dei bluff

di Alberto Micalizzi

Standard&Poor’s (S&P) ha appena comunicato di non modificare il rating dell’Italia, che resta a livello BBB, dunque a ridosso dell’area spazzatura.
Come anticipai nei miei post del 27 Ottobre scorso (“S&P non taglia il rating”), del 21 Ottobre (“Moodys graffia ma non affonda”) e del 23 Febbraio 2019 (“Altro colpo a salve di Fitch”) le agenzie di rating hanno esaurito le frecce al proprio arco e le loro minacce sono ormai dei bluff.




Non ho la sfera di cristallo, ma conosco i meccanismi e gli equilibri che sorreggono gli operatori dei mercati finanziari.


sabato 27 aprile 2019

Salvini prende in ostaggio non la Raggi, ma la Capitale, per salvare il culo al Sottosegretario e alla LEGA



di Marco Travaglio

Amanti dei paradossi come siamo, assistiamo con sincero spasso al cabaret dei giallo-verdi e dei loro presunti oppositori. I 5Stelle fanno entrare nel governo il sottosegretario Armando Siri che ha patteggiato 1 anno e 8 mesi per bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta di beni al fisco, poi chiedono la sua cacciata quando viene indagato per corruzione. Il Pd strilla un giorno sì e l’altro pure contro l’“occupazione” giallo-verde della Rai, poi però l’Agcom richiama Viale Mazzini a un maggiore equilibrio perché dà troppo spazio al Pd e troppo poco ai 5Stelle.

 

Le sinistre tutte tuonano contro il governo razzista e xenofobo che respinge, anzi stermina i migranti, mica come la Francia dell’accogliente Macron e le altre democrazie progressiste europee: poi Eurostat certifica che nel 2018, primo anno del regime razzista e xenofobo, l’Italia ha superato la Francia per il numero di profughi accolti con diritto d’asilo (47.885 a 41.440) e ha fatto meglio di tutti gli altri 27 Stati membri della Ue, tranne la Germania (139.600).

venerdì 26 aprile 2019

Il Cambiamento è una strada in salita solo per cittadini senza Scheletri nell'Armadio

di Tommaso Merlo

Questa esperienza di governo gialloverde ha il pregio di far emergere il vero volto della Lega. Più passa il tempo, più si capisce cosa sia davvero il suo sovranismo. La cronaca governativa dice che il Movimento sta producendo molto di più e si conferma l’unico argine politico al malaffare. Eppure i sondaggi prefigurano un boom di Salvini alle europee e un forte ridimensionamento del Movimento. Una situazione singolare che si deve in gran parte al conformismo di massa che infesta anche la politica. Certi cittadini ritengono giusto accodarsi al Sovrano di moda affidandogli le proprie speranze di salvezza e benessere.




Ricetta provata fino alla noia nella storia del Belpaese e che ha sempre puntualmente fallito. Anni buttati via ad inseguire miraggi propagandistici e le bizze egoarche di qualche demiurgo di latta.


giovedì 25 aprile 2019

Sul Disastro in Val d'Agri, il M5S si era mosso per tempo

di Vincenzo Cirigliano

Era il 6 Marzo 2018 e questo era quanto io scrivevo sulle pagine del Blog Onda d'Urto 5 Stelle, sottolineando un'azione di portata considerevole alla quale mi sento di poter dire di aver dato un apporto sostanzioso, che si è concretizzata in una iniziativa che ancora oggi assume contorni rilevanti, rimanendo unica nel suo genere, anticipatrice degli ultimi eventi che stanno caratterizzando la questione "Estrazioni Petrolifere" in Basilicata ed in Val d'Agri in particolare, iniziativa portata avanti e concretizzata dal gran lavoro dell'Eurodeputato M5S lucano Piernicola Pedicini e dal suo Staff. Di seguito il testo

"Inserirsi in una situazione determinata nel corso di diversi anni da gruppi dirigenziali politici sprovveduti e con una visione sociale e territoriale  estremamente limitata. 




Questo è stato ciò che purtroppo ha dovuto fare il Movimentismo a 5 stelle in Basilicata in questi anni, cercando di limitare i danni di politiche scellerate promosse per anni, che si sono abbattute sul territorio e sui cittadini, compromettendo l'equilibrio ambientale e la stessa salubrità di un territorio che, per le sue caratteristiche, doveva vivere esclusivamente di turismo ricettivo.


mercoledì 24 aprile 2019

Ministro degli Interni nel Regno della Criminalità Organizzata, ma parla solo di Immigrati

Esame ed analisi del reperto n 34/8b di Centro Studi Blog

Il reperto consiste in una fotografia del signor Salvini con un mitra in mano, vagamente incuriosito. Poco indietro, due soggetti, il secondo è lo spin doctor del Salvini (lo stesso che ha pubblicato la foto)
Si tratta di una immagine che mette insieme lo spirito paesano/sagreste ed agreste, tipico della lega, con quello della “modernità politica”. Cioè la presenza dello stesso Spin doctor laureato in filosofia, presumibilmente più intelligente del politico di cui si occupa.




In generale: Salvini con un mitra in mano è uno sviluppo di Salvini vestito da poliziotto o altra forza armata. Nulla quindi di nuovo cuoce in pentola. Nulla da dire a questo livello quindi.

martedì 23 aprile 2019

Secondo Costituzione senza soldi in tasca non si ha dignità

di MARCO GIANNINI

E’ passato oltre un anno da quando avvisai i lettori che il Reddito di Cittadinanza avrebbe avuto un importo dimezzato rispetto ai previsti 17 miliardi; ricordo ancora gli insulti, le insinuazioni, le accuse ecc, essere “avanguardie” ed aprire gli occhi a chi nutre speranze eccessive ha sempre un costo.

Oggi come all’epoca inquadrai questi fenomeni come “normale” amministrazione.
In un secondo momento elaborai diverse proposte migliorative del RDC e, per quanto il provvedimento generato dall’attuale Governo risulti essere il più normato d’Europa (cioè il meno generoso), mi ritengo soddisfatto: non è importante infatti l’importo ma il criterio seguito e cioè che non devono esistere nuclei familiari sotto la soglia di povertà.






Credo che le future analisi (sempre che non arrivi un PD o una alleanza Lega-FdI ad abolirlo prima) ci diranno (ed io vi ricorderò di essere stato “facile” profeta) che il RDC avrà ridotto l’esclusione sociale e la povertà assoluta mentre risulterà parzialmente efficace per quanto riguarda quella relativa.


lunedì 22 aprile 2019

In quel volto sfigurato sbattuto in prima Pagina c'è tutto l’odio verso il Movimento 5 Stelle

di Tommaso Merlo

C’è tutto l’odio verso il Movimento 5 Stelle nel volto sfigurato della Raggi sbattuto in prima pagina. C’è tutta la violenza mediatica con cui la stampa del vecchio regime ha sempre trattato i portavoce del Movimento. C’è tutta la disperazione di un regime fallito che non si vuole rassegnare alla sua fine. Una vergogna. Il vecchio regime si è sempre rifiutato di “abbassarsi” al livello del Movimento. Non ha mai contestato le sue proposte e i suoi valori, ma ha sempre tentato di distruggerlo a prescindere. E colpendo ad altezza uomo pur di fermare quei cittadini che hanno osato sfidarli e poi scalzarli dal potere. 




Cittadini che se non bastasse, lo hanno fatto con la sola forza delle loro idee scoperchiando così il letamaio d’ipocrisie su cui si reggeva la vecchia partitocrazia.