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mercoledì 30 marzo 2016

CONTINUA L'#EFFETTOTROIKA IN GRECIA. IL TERRORE SI CHIAMA MONETA UNICA

Movimento 5 Stelle Europa

Il sistema sociale greco è definitivamente disintegrato. L'effetto della cura imposta dalla Troika sta avendo i suoi effetti esattamente come tutti gli economisti liberi (ma più in generale tutte le persone di buon senso) avevano pronosticato. I numeri che vi illustriamo sono reali, non c'è retorica: più del 50% dei lavoratori greci nel settore privato guadagna meno di 800 Euro al mese, solo il 15% più di 1000 Euro al mese.





C'è una statistica in particolare che dimostra quali sono gli effetti dell'Unione Economica e Monetaria e della moneta unica sui salari dei lavoratori: l'INE - l'istituto del lavoro del sindacato greco GSEE - mostra che i salari reali dei lavoratori dal 2010 al 2015 sono scesi in media del 25%, mentre per i giovani lavoratori addirittura del 35%.

Secondo le elaborazioni del sito "macropolis.gr", come detto, metà dei lavoratori greci vive sotto la soglia della povertà, mentre il 21% (ovvero un quinto) addirittura non è in grado di soddisfare i propri bisogni basilari. Questo numero sale alla cifra spaventosa e criminale del 44% per i disoccupati: un esercito di senza tetto causati dalla crisi euro-indotta e dalle folli politiche della Troika, più volte appoggiate anche dal Partito Democratico in Parlamento Europeo. Già, proprio da quelli che facevano finta di litigare con Jean-Claude Juncker e con il suo esecutivo di falchi dell'austerità, lobbisti e sotto-traccia di vario genere. Quelli che esaltano ogni scelta del buon Mario Draghi, un uomo incapace di ammettere che una BCE che non funge da prestatore d'ultima istanza semplicemente non può funzionare. Questa congrega di loschi figuri sono riusciti ad inventarsi un nuovo genere di paura, il terrore monetario, che strangola i popoli con l'arma di ricatto perfetta: la moneta unica.

Ancora una volta, quindi, torna il ritornello tanto caro agli "euroinomani": quando non puoi svalutare la moneta, l'unica cosa che ti rimane è la deflazione salariale, ovvero la svalutazione del lavoro. La sinistra italiana, oggi rappresentata da Matteo Renzi, dovrebbe chiedersi dove ha smarrito i propri valori se l'unica politica concessa ai Governi è la polverizzazione del lavoro (leggasi "Jobs Act") e la distruzione del welfare. Sta succedendo in tutto il Sud Europa, oltre che in Grecia, in maniera più o meno camuffata dalla comunicazione dei leader di Governo. Continuerà anche al Nord fino a quando resterà un solo grande esportatore: il Paese leader (Germania?) con una bilancia commerciale spaventosamente in surplus, mentre tutti gli altri saranno sommersi dal debito.

Come se non bastasse, l'effetto Troika si abbatte prepotentemente anche su chi il lavoro ce l'ha e se lo tiene stretto. Prestiamo attenzione perché succederà la stessa cosa in Italia a breve se non facciamo qualcosa. Nel 2015, in Grecia, il 55% dei contratti di lavori sono contratti "flessibili", dal 2010 i contratti part-time sono aumentati del 20%, mentre quelli "job-rotation" addirittura del 46%. Esattamente il piano che il PD ha impostato col "Jobs-Act" nel Bel Paese, né più né meno. Nonostante questo spaventoso incremento della povertà, la Grecia è il Paese che nello stesso periodo ha tagliato più la spesa sociale tra quelli appartenenti al gruppo EU15 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Gran Bretagna).

Vogliamo parlare di stato sociale più in generale? Bene, allora occorre dire che la Grecia è stato - come diceva l'ormai leggendario Mario Monti - il più grande successo dell'Euro. Infatti, sono oltre 775 mila i bambini ellenici a rischio povertà, pari a circa il 40,5% del totale. Nel 2011 la percentuale era del 23,7%. Il 18% dei proprietari di un'abitazione non può nemmeno curare la loro alimentazione in modo adeguato, acquistando (ad esempio) carne rossa, pollo o pesce. Di questi, circa la metà perderà la casa, perché si sta ancora valutando un sistema di pignoramento che protegga almeno il 70% dei proprietari, ma la Troika non vorrebbe andare oltre il 50%. Un numero spannometrico che servirebbe a calmierare le "sofferenze" delle banche, per consentire agli istituti di credito di rientrare dai debiti.

La situazione, tuttora in peggioramento, porterà allo scoppio di una vera e propria guerra tra poveri, in cui nessuno vincerà.

PS. Tutti i dati sono stati forniti da INE, istituto del lavoro del sindacato greco GSEE. Dimostrano ancora una volta cosa è successo in Grecia in sei anni di crisi e tre piani "d'aiuto" voluti dalla Troika e giostrati dai criminali di BCE, UE e FMI.