Ultimi Post

venerdì 31 luglio 2015

È UNA GUERRA CONTRO IL SUD COMBATTUTA CON ALTRE ARMI (Video delle critiche dei politici Tedeschi alle politiche europee della Merkel )

di Pino Aprile

È pulizia etnica, ma con le armi dell'economia e della politica: i dati anticipati da Svimez (l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) confermano che solo quando il Sud fu invaso, messo a ferro e fuoco, saccheggiato e i meridionali massacrati in massa, deportati, chiusi in campi di concentramento, con la scusa dell'Unità, si ebbe un disastro pari a quello di oggi; spargimento di sangue a parte, allora non c'era il divario attuale fra reddito del Nord e del Sud (non esisteva o era minimo, mentre oggi è il più ampio dal giorno della conquista armata del Regno delle Due Sicilie). Al Sud non si fanno quasi più figli, la popolazione diminuisce (accadde solo in seguito alle stragi risorgimentali , nel 1867-68, e alla più grande pandemia della storia dell'umanità: la spagnola, nel 1919), la disoccupazione si avvia a divenire condizione generale.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               
Ecco la critica che arriva stesso dai Tedeschi alla politica Europea della Merkel

Tutto questo è frutto di scelte politiche che vanno avanti da alcuni decenni, ma negli ultimi anni hanno raggiunto un livello di ferocia inaudito. Il governicchio del fanfarone di Firenze e del suo gelido compare di Reggio Emilia è il peggiore di sempre: Matteo Renzi e Graziano Delrio sono gli ufficiali liquidatori dell'Italia e, per dimostrare ai loro padroni che meritano di essere accolti nel giro buono dei loro servitori, stanno massacrando il Sud più di quanto abbiano fatto i governi precedenti, pur a trazione leghista: ogni decisione, ogni decreto, ogni legge rastrellano risorse a Sud e le portano a Nord, mentre consentono ai signori sovra-nazionali cui reggono il piatto, di spolparsi il Paese.

Organizzare una nuova Resistenza

di Giorgio Cremaschi

Un sondaggio commissionato dalla CGIL delinea il porto delle nebbie ove si è incagliata la democrazia italiana. Una maggioranza schiacciante della popolazione esprime un giudizio senza appello sulla Unione Europea e sull'Euro. Essi ci hanno danneggiato economicamente e ci impongono regole che distruggono le nostre libertà. L'80% degli intervistati la pensa in questo modo e la vicenda greca ne ha rafforzato le convinzioni.

Nello stesso tempo però si è anche rafforzata la maggioranza di chi non vuole cambiare nulla e teme il salto nel buio di ogni rottura con le istituzioni europee e con la moneta unica. Stiamo perdendo e continueremo a perdere sia sul piano delle condizioni di vita che della stessa democrazia, ma non abbiamo alternative alla resa. La rassegnazione alla inevitabilità del peggioramento delle proprie condizioni di vita e di libertà, assieme al timore a reagire, sono il brodo di coltura di ogni operazione autoritaria. Operazione a cui il sistema economico politico che chiamiamo Europa è perfettamente funzionale.

giovedì 30 luglio 2015

In Italia dilaga la povertà

Una persona su tre è a rischio poverta al Sud. E’ quanto emerge dalle anticipazioni del rapporto Svimez 2015 sull’economia del Mezzogiorno 2015. In Italia negli ultimi tre anni, dal 2011 al 2014, le famiglie assolutamente povere sono cresciute a livello nazionale di 390mila nuclei, con un incremento del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord.
Rischio povertà
Quanto al rischio povertà, nel 2013 in Italia vi era esposto il 18% della popolazione, ma con forti differenze territoriali: 1 su 10 al Centro-Nord, 1 su 3 al Sud. La regione italiana con il più alto rischio di povertà è la Sicilia (41,8%), seguita dalla Campania (37,7%). La poverta assoluta è aumentata al Sud rispetto al 2011 del 2,2% contro il +1,1% del Centro-Nord. Nel periodo 2011-2014 al Sud le famiglie assolutamente povere sono cresciute di oltre 190mila nuclei in entrambe le ripartizioni, passando da 511mila a 704mila al Sud e da 570mila a 766mila al Centro-Nord.
Il crollo del Pil al Sud
E anche i dati sul Pil pro capite del Mezzogiorno sono allarmanti. Lo scorso anno, nel Sud è “sceso al 53,7% del valore nazionale, un risultato mai registrato dal 2000 in poi. In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 26.585 euro, risultante dalla media tra i 31.586 euro del Centro-Nord e i 16.976 del Mezzogiorno”. “Nel 2014 la regione più ricca è stato il Trentino Alto Adige, con 37.665 euro, seguito dalle Valle d’Aosta (36.183), dalla Lombardia (35.770), l’Emilia Romagna (33.107 euro) e il Lazio (30.750 euro). Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (22.927 euro); seguono la Sardegna (18.808), la Basilicata (18.230 euro), il Molise (18.222 euro), la Puglia (16.366), la Campania (16.335), la Sicilia (16.283). La regione più povera è la Calabria, con 15.807 euro. Il divario tra la regione più ricca e la più povera è stato nel 2014 pari a 18.453 euro: in altri termini, un trentino-altoatesino ha prodotto nel 2014 quasi 22mila euro in piu’ di un calabrese. Da segnalare che nel 2013 il divario tra la regione più ricca e la più povera era di circa 18mila euro; in un anno, dal 2013 al 2014, è cresciuto di circa 4mila euro”.

Indosso le loro accuse come medaglie d’onore

di Yanis VAROUFAKIS
Il tentativo bizzarro di potermi incriminare per… l’accusa di tradimento, presumibilmente per aver cospirato per spingere la Grecia fuori dalla zona euro, riflette qualcosa di molto più ampio.
Essa riflette uno sforzo determinato a delegittimare la nostra lunga trattativa di cinque mesi (dal 25 gennaio al 5 luglio 2015), con una troika esasperata, nella quale abbiamo avuto l’ardire di contestare la saggezza e l’efficacia del suo programma fallito per la Grecia.
Lo scopo dei miei sedicenti persecutori è quello di caratterizzare provocatoriamente la nostra posizione negoziale come un’aberrazione, un errore o, ancora meglio dal punto di vista dell’establishment oligarchico troika-friendly della Grecia, come un ‘crimine’ contro l’interesse nazionale della Grecia.
Il mio vile ‘crimine’ è stato che, esprimendo la volontà collettiva del nostro governo, io ho personificato le seguenti colpe:
  • Ho affrontato i leader dell’Eurogruppo da pari a pari, come un membro di pari dignità che può dire ‘NO’ e presentare potenti ragioni analitiche per respingere l’illogicità catastrofica di concedere enormi prestiti ad uno stato insolvente in condizioni di un’autodistruttiva austerità;
  • Ho dimostrato che si può essere un europeista impegnato, sforzarsi di mantenere la propria nazione nella zona euro, e, allo stesso tempo, rifiutare le politiche dell’eurogruppo che danno all’Europa la possibilità di decostruire l’euro e, soprattutto, intrappolare un paese nella spirale del debito determinata dall’austerity;
  • Ho pianificato misure d’emergenza per quello che i principali colleghi dell’Eurogruppo, e gli alti funzionari della troika, minacciavano durate le discussioni faccia a faccia;
  • Ho svelato come i precedenti governi greci hanno trasformato gli uffici governativi più importanti, come il Segretariato generale delle Entrate Pubbliche e l’Ufficio statistico greco, in dipartimenti efficacemente controllati dalla troika per essere costretti al servizio di indebolire e scalzare il governo eletto.

La Rivoluzione gentile non basta più: dopo il caso Azzollini e le parole incredibili di Monti

Maurizio Gustinicchi 
Scenari Economici

Ok, le parole non erano proprio quelle, visto anche il fatto che me le sono appuntate a memoria e non le ho registrate. Ma sarà sufficiente che ognuno di voi vada sul sito della Rai e riveda attentamente la puntata….
potrete verificare con i vostri occhi, dal minuto 50 in poi, e le vostre orecchie sia le frasi uscite dalla sua bocca, sia la totale mancanza di sconcerto degli ospiti!
Più o meno quanto detto suonava così:
“la casa e la famiglia limitano la mobilità e quindi l’ocipabilità (poiché chi investe su casa e famiglia poi è poco propenso alla mobilità per la ricerca del lavoro)”







mercoledì 29 luglio 2015

Basilicata: Petrolio e contaminazione di acqua, alimenti e fauna ittica

Idrocarburi, metalli, Pcb e microcistine in peperoni, fieno, olio, miele, latte, funghi e pesci

di Giorgio Santoriello





Tutti i dati (di cui pubblichiamo le immagini) sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a Potenza dal Comitato di Reazione civica e dall'Isde (Medici per l'Ambiente). Metapontum Agrobios monitorava l’ambiente delle aree a rischio da inquinamento da idrocarburi dal 2002, un programma esteso e capillare che le istituzioni non hanno mai debitamente e completamente divulgato: sono stati spesi per le annate 2002/03, 2008/9 e 2009/2010 oltre 6 milioni di euro, in parte prelevati anche dal piano operativo Val d’Agri per studiare la contaminazione di: suoli, falde, aria, flora selvatica e catena alimentare nell’Alta Val d’Agri, in Valle del Sauro, Val Melandro e limitatamente a Pisticci Scalo.


Nel 2008 le falde della Val d’Agri erano piene di cloroformio, come ad Augusta. Nel rapporto del 2008 Agrobios rilevò nei sedimenti di alcuni corpi idrici della Val d’Agri contaminazioni da trielina (tricloroetilene – cancerogeno) e idrocarburi pesanti nei punti di confluenza torrente Alli - fiume Agri e torrente Casale – Pertusillo. Agrobios disse all’epoca che le cause della contaminazione potevano essere due: o sversamento accidentale di greggio oppure procedure non corrette nella lavorazione del greggio. Agrobios definisce “inquinamento diffuso nelle falde nell’area del centro oli” la contaminazione da cloroformio rinvenuto oltre soglia (Agrobios in tutti i resoconti non allega mai i rapporti di prova) in 14 piezometri – la contaminazione da cloroformio in Val d’Agri viene correlata a quella del petrolchimico di Augusta: un parallelismo sconcertante considerata la storia dell’inquinamento dell’area siracusana in questione, dove proprio agenti con caratteristiche mutagene come il cloroformio, hanno causato in migliaia di feti e bambini brutali malformazioni e patologie. Agrobios rinvenne anche sforamenti da dicloropropano, trialometani, bromoformio, dibromoclorometano e dibromometano che arrivò in un caso a 20 volti la soglia di legge.

Quello che qualcuno in Europa chiamava complottismo oggi purtroppo si sta avverando

DI FANTOMAS 
scenarieconomici.it

La teoria comincia a confermare i peggiori presagi di alcuni “malpensanti”, ad esempio Mitt Dolcino che mi ospita su questo sito. Quello che è stato a più riprese previsto dall’autore sopra citato si può riassumere come segue:

– la stagflazione in regime di cambi fissi è una moderna forma di neocolonialismo tedesco  a danno dei supposti “partner” deboli dell’EU [concetto di cui abbiamo discusso molte volte ed è stato formalizzato dall’autore solo ieri];


– le ricette austere di matrice tedesca stanno indebolendo le aziende dell’Europa periferica ed italiana in particolare che quindi vengono acquisite dall’estero, con massima attenzione per quei paesi che competono direttamente con la Germania (ad es. l’Italia, soprattutto l’Italia);
– Appunto, la Germania è interessata ad acquisire nel Belpaese i competitors delle propie grandi aziende, non per investire con/in esse ma semplicemente per eliminare un avversario (pls check);

Se guardiamo oltre il nostro naso...scorgiamo la fine del Capitalismo

DI PAUL MASON

Le bandiere rosse e gli inni di Syriza nelle manifestazioni durante la crisi greca, insieme alle aspettative di nazionalizzazione delle banche greche, hanno fatto brevemente rivivere un mito del 20° secolo: la distruzione forzata del mercato dall’alto. Per la gran parte del 20° secolo, fu così che la sinistra concepì la prima fase di un’ economia che andasse oltre il capitalismo. La classe operaia doveva agire con la forza sia nelle urne elettorali sia sulle barricate. La leva era lo Stato. L'occasione sarebbe venuta con i ripetuti episodi di collasso economico.


Invece, nel corso degli ultimi 25 anni, a crollare è stato il progetto della sinistra. Il mercato ha distrutto il piano; l’individualismo ha preso il posto della solidarietà e del collettivismo. La forza lavoro, ingigantitasi nel mondo, si presenta come un ‘proletariato’ che però non pensa e non agisce come una volta.
Se si è vissuto tutto questo e si disprezza il capitalismo, è stato davvero traumatico. Ma durante questo processo la tecnologia ha creato una nuova via d’uscita, che quel che resta della vecchia sinistra – e di tutte le altre forze interessate – hanno dovuto accettare, oppure morire. Si scopre che il capitalismo non sarà abolito con tecniche di protesta forzate. Sarà abolito con la nascita di qualcosa di più dinamico che già esiste, anche se quasi invisibile, all’interno del vecchio sistema, e che irromperà e rimodellerà l’economia attorno a nuovi valori e comportamenti: io lo chiamo post-capitalismo.
Come per la fine del feudalesimo 500 anni fa, la sostituzione del capitalismo con il post-capitalismo sarà accelerata da shock esterni e plasmata dalla comparsa di un nuovo tipo di essere umano. Questo processo è già iniziato.

martedì 28 luglio 2015

Ecco servita la rottamazione della Sanità

Le paroline magiche adoperate per “incartarli” bene, sono efficientamento e razionalizzazione ma sono i soliti, scellerati tagli di servizi essenziali per i cittadini. Ecco quanto ci possiamo fidare di Renzi e del suo patto con gli Italiani. Con la benedizione del Commissario alla revisione della spesa pubblica, Yoram Gutgeld, il governo renziano ha accelerato le operazioni di ratifica del piano concordato dalla Conferenza Stato-Regioni del 2 luglio scorso che prevede forti sforbiciate alla Sanità.
Il pacchetto, in odore di blindatura con il voto di fiducia, contiene misure per 2,3 miliardi nel 2015, nel 2016 e nel 2017. A rimetterci, nonostante le filastrocche dello yuppie fiorentino, saranno ancora una volta i cittadini, con un taglio delle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) “non appropriate”, ovvero giudicate non necessarie. Sarà il ministero della Salute con un decreto a stilare la lista dei casi e delle patologie che richiederanno analisi e approfondimenti necessari. Tutto ciò che non rientrerà nella lista, dovrà essere pagato profumatamente dall’utenza. Il decreto prevede di recuperare fondi anche con il taglio dello stipendio per i medici che prescrivono analisi e controlli non necessari.

VAROUFAKIS AVEVA IL PIANO PER LIBERARE LA GRECIA DALLA TIRANNIA EUROPEA

DI AMBROSE EVANS PRITCHARD

Una cellula segreta del Ministero delle Finanze greco era penetrata nel computer del Governo ed aveva elaborato dei piani per realizzare un sistema di pagamento parallelo in grado di passare dall’euro alla dracma premendo semplicemente un tasto.
Le rivelazioni hanno provocato in Grecia una tempesta politica e hanno confermato quanto il paese sia stato vicino a decisioni molto drastiche, prima che il Premier Alexis Tsipras cedesse alle richieste dei creditori europei, riconoscendo che il suo Governo non avrebbe accettato un confronto così pericoloso [con i poteri forti dell’UE].


Reddito di Cittadinanza perchè di lavoro non ce n'è più bisogno

con premessa di ZeroConsensus e commento finale di Pier Luigi Fagan.

L'articolo che zeroconsensus propone è ripreso da linterferenza.info e tratta il tema della rarefazione del lavoro a causa dell'innovazione tecnologica e del cambiamento della "composizione organica del capitale" (per dirla con Marx). Ovviamente zeroconsensus condivide l'esistenza del problema, che - come dice Franco Berardi - è il vero tabù delle società contemporanee: il lavoro sta scomparendo. Berardi come soluzione al problema propone il reddito di cittadinanza. Zeroconsensus pensa che sia una delle possibili soluzioni, ma non l'unica. Infatti la via maestra è la socializzazione - almeno parziale - dei fattori della produzione al fine di arrivare con più facilità ad una società dove si  lavori meno ma si lavori tutti (secondo le proprie capacità e inclinazioni). 
da ZeroConsensus.
di Franco Berardi.

Alla fine degli anni '70, dopo dieci anni di scioperi selvaggi, la direzione della FIAT convocò gli ingegneri perché introducessero modifiche tecniche utili a ridurre il lavoro necessario, e licenziare gli estremisti che avevano bloccato le catene di montaggio. Sarà per questo sarà per quello fatto sta che la produttività aumentò di cinque volte nel periodo che sta fra il 1970 e il 2000. Detto altrimenti, nel 2000 un operaio poteva produrre quel nel 1970 ne occorreva cinque. Morale della favola: le lotte operaie servono fra l'altro a far venire gli ingegneri per aumentare la produttività e a ridurre il lavoro necessario.


Vi pare una cosa buona o cattiva? A me pare una cosa buonissima se gli operai hanno la forza (e a quel tempo ce l'avevano perbacco) di ridurre l'orario di lavoro a parità di salario. Una cosa pessima se i sindacati si oppongono all'innovazione e difendono il posto di lavoro senza capire che la tecnologia cambia tutto e di lavoro non ce n'è più bisogno.

lunedì 27 luglio 2015

Ma che acqua beve la Puglia ?

[di No Scorie Trisaia]

Effettivamente il problema sta tutto lì, nei 154.000 barili al giorno di petrolio che si vogliono estrarre in Basilicata nel tempo e nelle regioni meridionali, non solo con le trivellazioni a mare. Il problema è meridionale e non solo costiero. Vi spieghiamo tecnicamente anche perché: il governo Renzi con lo Sblocca Italia rende le opere e le infrastrutture petrolifere “opere indifferibili urgenti e di pubblica utilità”, e le compagnie hanno avviato dapprima in Basilicata progetti di trivellazione che interessano e interesseranno anche le regioni vicine.




I dati ce li fornisce direttamente il sito dell’Unmig , da cui evinciamo una colonizzazione a hub energetico dei territori e dei nostri mari ,un vero bollettino di guerra:
Puglia (TERRA) : 2 permessi di ricerca, 7 istanze di ricerca, 14 concessioni petrolifere.
Basilicata (TERRA) : 10 permessi ricerca, 18 istanze di ricerca, 20 concessioni petrolifere.
Calabria (TERRA): 4 istanze di ricerca,3 concessioni petrolifere
Mar Jonio: 2 permessi di ricerca ,14 istanze di ricerca,1 istanza di prospezione, 1 istanza di concessione, 3 concessioni petrolifere.
Mar Adriatico pugliese :6 permessi di ricerca, n.1 concessione petrolifera ,4 istanze di ricerca.

Renzi e gli Interessi di famiglia


Come i Renzi abbiano usato Stato, amministrazioni, giunte comunali e provincie per arricchirsi prima e continuare a farlo ora (Visto che piazza parenti e amici ovunque) Ma partiamo dall’inizio dell’ascesa ”renziana”. La Procura di Firenze apri un’inchiesta per fare alcune verifiche a seguito di alcune denunce sugli sperperi di Matteo Renzi all’epoca in cui era presidente della Provincia, sinceramente non sapiamo che fine abbiano fatto quelle inchieste, ma emerse
che avevano creato un carrozzone, la Florence Multimedia, che ha speso 9,2 milioni di euro dal 2006 al 2009 pagando fatture a un’impresa privata di Matteo Spanò, già manager della stessa Florence e amico di Renzi.
La Guardia di Finanza (per l’esattezza il nucleo di polizia tributaria di Firenze, Gruppo tutela spesa pubblica, sezione accertamento danni erariali) ascoltò per due ore e mezzo Alessandro Maiorano,il dipendente comunale che fece gli esposti contro Renzi e la sua gestione. Si parlò di spese della provincia e delle fatture di cui ha parlato Luigi Lusi nei confronti della Web and Press, società che era di Patrizio Donnini, amico e in rapporti di affari con un socio delle sorelle e della mamma di Matteo Renzi. Majorano consegnò molte fatture dal 2004 al 2009, della Provincia e di Florence Multimedia, che in pratica confermavano l’operato della Provincia (all’ora guidata da Renzi) e della Florence Multimedia. A prescindere dall’esito di quelle indagini, quello che emerse anche in seguito dagli atti delle camere di commercio , un continuo un intreccio tra le attività pubbliche del sindaco Renzi, con quelle private dei suoi AMICI e della sua famiglia.

domenica 26 luglio 2015

Grillo: basta Euro, moneta sovrana o morte

«Il teatrino dell’euro proseguirà fino a quando lo vorranno gli americani, e cioè fino alla definitiva approvazione del Ttip con cui gli Usa assoggetteranno l’Europa in modo non dissimile da come l’euro ha assoggettato la periferia alla Germania». Otto anni dopo il crack di Wall Street, e a quattro anni di distanza dal funesto avvento di Monti, Beppe Grillo oltrepassa il Rubicone individuando finalmente il “nemico”, quello vero, cioè non solo la “casta dei ladri, della mafia e degli evasori” con cui il Movimento 5 Stelle ha finora battagliato in Parlamento. Il nemico è l’euro, l’Unione Europea che lo impone. Ma Bruxelles da sola non conta nulla. 



E nemmeno la Germania, che è solo il kapò del nuovo ordine europeo fondato sulla crisi, sulla paura e sulla rassegnazione punitiva.

sabato 25 luglio 2015

L’euro, creato da gangster nazisti per devastare l’Europa

Il referendum greco ha dato adito ad accesi dibattiti che però dimostrano la generale ignoranza sulle regole del gioco: «I partecipanti si sono lacerati per sapere se i greci fossero o no responsabili del loro debito, stando sempre attenti nel contempo a non accusare mai di usura i loro creditori», scrive Thierry Meyssan. «Ma lo hanno fatto ignorando la storia dell’euro e le ragioni della sua creazione». La moneta unica? «Un progetto anglosassone della guerra fredda», per indebolire l’Europa e staccarla dalla Russia. Dal Trattato di Roma, 64 anni fa, le istanze amministrative successive del “progetto europeo” (Ceca, Cee, Ue) hanno speso somme enormi e senza equivalenti per finanziare la loro propaganda nei media. «Ogni giorno centinaia di articoli, di trasmissioni radio e televisive, sono pagati da Bruxelles per raccontare una falsa versione della storia e farci credere che l’attuale “progetto europeo” sia quello degli europei risalente al periodo fra le due guerre mondiali». Ma gli archivi mostrano che già nel 1946 Winston Churchill e Harry Truman decisero di dividere il continente europeo in due: da una parte i loro vassalli, dall’altra l’Urss con i suoi.

venerdì 24 luglio 2015

Lo sapete che il Sud Italia finanzia il Lussemburgo grazie alla UE?

L’importante quotidiano tedesco di orientamento conservatore Die Welt pubblica un interessante articolo sul fallimento dell’euro. L’assenza di trasferimenti fiscali rende l’euro una costruzione instabile e incapace di garantire equità economica e sviluppo armonico degli stati membri.
La tesi riportata da Die Welt non è nuova: l’eurozona è destinata prima o poi al fallimento per la mancanza ditrasferimenti fiscali sufficienti. Come spiega Die Welt i trasferimenti fiscali sono uno degli strumenti indispensabili al funzionamento di una zona valutaria, insieme ad una elevata mobilità dei capitali e dei lavoratori (questa molto difficile in Europa a causa delle barriere linguistiche).
Tra i grafici a corredo dell’articolo uno in particolare merita attenzione. Si tratta dei trasferimenti fiscali USA ed eurozona a confronto, ovvero il saldo tra denari versati alla UE e denari ricevuti dalla UE degli stati aderenti all’euro zona rispetto ai saldi degli stati USA nel bilancio federale.
Ricordiamo che la spesa federale USA 2014 ($3.500 mld) vale il 20% del PIL USA (17.500 mld). La spesa UE (€145 mld, ed estesa a tutti i paesi, non solo all’eurozona) conta solo l’1% del PIL UE ( €14.300 mld).

Cattura

Il nemico non è chi ha fame ma chi affama

Il pensiero unico mondialista ultracapitalista mira a legittimare e a produrre il nuovo modello antropologico del migrante come valore in sé positivo: e lo fa per giustificare l’esistente, giacché gli stessi giovani europei sono sempre più ridotti a migranti che devono abbandonare il loro paese per andare a fare – magari da laureati – i lavapiatti a New York o a Sidney

- di Diego Fusaro -

Situazione rovente, in questi giorni, a Casale San Nicola, borgata residenziale di Roma dove vi sono stati scontri tra polizia, militanti di gruppi di destra e residenti ostili all’apertura di un centro per rifugiati. Si legge anche di gruppi politici che pateticamente si vantano per aver “impedito la distribuzione del cibo ai clandestini chiedendo che venisse consegnato agli italiani in difficoltà” (sic!). Mi domando perché anziché vedere il nemico in chi è affamato – italiano o no che sia -, non lo si veda in chi affama, in chi riduce i popoli nella miseria, in chi tramite l’usura e lo sfruttamento genera miseria per i più e ricchezza illimitata per pochi. Svegliamoci. Il nemico non è chi ha fame ma chi affama; chi getta nella disperazione i popoli e non chi è disperato; chi costringe gli esseri umani a fuggire, non chi fugge; chi provoca l’immigrazione, non chi la subisce. È il capolavoro del potere quando si pensa che il nemico sia chi sta più in basso di noi e non chi sta sopra di noi!


Il pensiero unico mondialista ultracapitalista mira a legittimare e a produrre il nuovo modello antropologico del migrante come valore in sé positivo: e lo fa per giustificare l’esistente, giacché gli stessi giovani europei sono sempre più ridotti a migranti che devono abbandonare il loro paese per andare a fare – magari da laureati – i lavapiatti a New York o a Sidney. La competizione globale dell’odierno fanatismo economico si regge sulla volatilizzazione dei capitali e sulla delocalizzazione del lavoro: dunque anche sulla migrazione coatta degli esseri umani, elogiata dal politicamente corretto mediante la patetica retorica dell’esotismo dei viaggi low cost e della bellezza della migrazione in cerca di fortuna.

giovedì 23 luglio 2015

L'errore che il Movimento 5 Stelle non farà


Riportiamo il post appena pubblicato da Beppe Grillo sul suo blog. E' molto importante, si tratta di una svolta. Rappresenta fin qui la presa di posizione più netta sulla questione Euro assunta dal Movimento Cinque Stelle, con un'indicazione strategica, mai così esplicita: predisporre per tempo il programma per l'uscita dall'Euro, l'introduzione di una nuova moneta, la nazionalizzazione delle banche al fine di evitare lo strangolamento che invece ha fatto capitolare la Grecia. E' prevedibile che questa presa di posizione polarizzerà il dibattito politico in Italia sul tema nei mesi a venire, che lo vogliano o meno anche le altre forze politiche.
Buona lettura. (la Redazione)
di Beppe Grillo.

Era difficile difendere gli interessi del popolo Greco peggio di come ha fatto Tspiras. Solo una profonda miopia economica unita ad una opaca strategia politica potevano trasformare l'enorme consenso elettorale che lo aveva portato al governo a gennaio nella vittoria dei paesi creditori suoi avversari solo sei mesi dopo, nonostante un referendum vinto nel mezzo.
Rifiutare a priori l'Euroexit è stata la sua condanna a morte. Convinto, come il PD, che si potesse spezzare il connubio Euro & Austerita', Tsipras ha finito per consegnare il suo paese, vassallo, nelle mani della Germania. Pensare di opporsi all'Euro solo dall'interno presentandosi senza un esplicito piano B di uscita ha infatti finito per privare la Grecia di ogni potere negoziale al tavolo dell'Euro debito.




Era dunque chiaro sin dall'inizio che Tsipras si sarebbe schiantato anche se Varoufakis qualche volta ha provato a reagire. Solo Vendola, il PD ed i media ispirati dalla frotolla scalfariana (tra i tanti) degli Stati Uniti d'Europa e dai nostalgici del manifesto di Ventotene potevano credere ad un Euro senza austerita'. E sono costretti a continuare a far finta di crederci pur di non dovere ammettere l'opportunita' di una uscita dopo sette anni di disastri economici.

I falsi tagli di Renzi smentiti dagli stessi documenti del Governo

LE BALLE DI RENZI SMENTITE DAGLI ATTI UFFICIALI DI PALAZZO CHIGI: COL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA GIÀ APPROVATO DAL GOVERNO È STATA DECISA UNA STANGATA DA 100 MILIARDI PER I PROSSIMI 5 ANNI, COME DENUNCIA UN COMUNICATO STAMPA DI UNIMPRESA.
“Con un po’ di stupore prendiamo atto della promessa di Renzi. Il presidente del consiglio parla di un taglio delle tasse da 45 miliardi di euro. Tuttavia, i numeri ufficiali dello stesso governo vanno nella direzione opposta. Col Documento di economia e finanza già approvato, è stato certificato l’aumento della pressione fiscale oltre il 44% e si va incontro a una stangata fiscale da oltre 100 miliardi. Ovviamente, saremmo lieti se si concretizzasse un clamoroso cambio di rotta e se le promesse diventassero realtà”.

Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, in relazione all’annuncio del premier Matteo Renzi circa un piano di riduzione del fisco da 45 miliardi nei prossimi tre anni.
Secondo i calcoli del Centro studi di Unimpresa, dal 2015 al 2019 le entrate tributarie dello Stato cresceranno costantemente e arriveranno fino agli 881 miliardi del 2019. Complessivamente nel prossimo quinquennio i contribuenti italiani dovranno versare nelle casse pubbliche 104,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno (+13%). Sulle imposte dirette e indirette – principalmente Irpef, Ires e Iva – ci sarà una stretta da quasi 80 miliardi. E la pressione fiscale salirà oltre il 44%. Il bilancio statale non sarà sforbiciato: le uscite cresceranno di quasi 38 miliardi (+4%) e sono stati sterilizzati gli investimenti pubblici, che resteranno stabili attorno ai 60 miliardi l’anno.

mercoledì 22 luglio 2015

Crocetta, chi ha fatto sparire la registrazione e perché

Cinque giorni di rivelazioni e smentite. Il caso Crocetta non inzia il 16 luglio ma a fine giugno quando uomini degli apparati dello stato fanno trapelare il contenuto di un'intercettazione tra il Governatore e il primario Tutino. Da quel momento scatta la macchina dello stato che non è stato, fatta di audio che spariscono e prove che non lo saranno mai.

da FanPage.it.

L'Italia è la Sicilia e la Sicilia è l'Italia. Dall'Unità d'Italia Palermo è stata legata a doppio filo alla capitale del paese, qualunque questa fosse. Il braccio (armato) dell'Italia è stata la Sicilia. Per le coste dell'isola è passata la nascita del regno prima e della repubblica poi. Per il suo mare sono passati gli accordi con gli Stati Uniti ancor prima che Roma ne venisse a conoscenza.

La Sicilia per 150 anni è stato il crocevia dei destini di un paese. Poi a Berlino è caduto un muro e il boato si è propagato fino a Palermo. E così, piano piano, l'isola è diventata sempre più distante da Roma. Ritrovando centralità solo nella difesa della memoria (nascosta) di ciò che è stato. Piano piano ci siamo abituati ad una Sicilia sempre più distante dal dibattito nazionale. Lontana dagli affari romani sempre più divisi tra Milano e la Calabria.

Anche quella dello scorso 16 luglio è una storia che nasce a Palermo ma anche altrove ed esplode quando il settimanale "L'Espresso" pubblica il contenuto di una presunta intercettazione tra Rosario Crocetta e l'ormai ex primario dell'Ospedale Villa Sofia Matteo Tutino.

La telefonata risalirebbe al 2013 e l'allora primario di Chirurgia Estetica avrebbe detto al Governatore Crocetta - con il quale è molto intimo - che il suo Assessore alla Sanità Lucia Borsellino - figlia del giudice morto per mano della mafia Paolo - andava "fatta fuori come il padre".

L'articolo porta la firma di Piero Messina - e Maurizio Zoppi -, il primo già membro dell'Ufficio Stampa della Regione Sicilia, di cui è stato anche coordinatore sotto la Presidenza Lombardo. La sua esperienza è proseguita - per pochi mesi - anche sotto la Presidenza Crocetta, fino al dicembre 2012 quando l'attuale Governatore decide di licenziarlo (insieme ad altri 21 giornalisti).

martedì 21 luglio 2015

Italia: i numeri-monstre della crisi bancaria latente

di Giuseppe Masala - Zeroconsensus

Mentre tutto il mondo guarda alle drammatiche vicende greche in Italia si consuma - nel silenzio generale - un dramma economico altrettanto grave e che potrebbe avere ripercussioni sociali altrettanto drammatiche: la crisi del sistema bancario. Probabilmente fino ad ora questa crisi latente non è esplosa nella sua virulenza solo grazie al Quantitative Easing della BCE che concede alle banche notevole liquidità.

A leggere i rapporti dell'Associazione Bancaria Italiana però non vi è alcun dubbio: il sistema bancario italiano affonda in un mare di crediti inesigibili.  A leggere gli ultimi dati resi pubblici - risalenti a maggio 2015 - i crediti inesigibili ammontano alla cifra stratosferica di 194 miliardi e 700 milioni di euro, con una crescita rispetto allo stesso mese del 2014 di oltre 25 miliardi.

lunedì 20 luglio 2015

25 segni che la nave dell’élite globale sta affondando

Non commettete l’errore di pensare il contrario riguardo a questo.
La marea sta salendo sull’elite mondiale e non ci sarà modo di tornare indietro.
Un nuovo giorno sta sorgendo per l’umanità mentre, coloro che hanno in programma il controllo completo vengono, in questo momento, esposti messi con le spalle al muro e indagati da diversi punti di vista. Non c’è bisogno di dar retta ai principali media ma anche ad alcuni degli alternativi, tutti basati sulla propaganda della paura. Cose molto positive stanno accadendo e cose ancora migliori stanno arrivando.

Diamo uno sguardo ad alcune delle più importanti storie che si sono verificate solamente nelle ultime 8 settimane. Mettendo insieme il puzzle, si vede che gli eventi sono in crescita in termini di dimensioni e velocità.

domenica 19 luglio 2015

L'Euro crollerà, nonostante la Grecia

Intervista di Leonardo Petrocelli ad Alberto Bagnai
ll suo blog Goofynomics è, almeno fra quelli di divulgazione economica, il più seguito d’Italia. E i suoi due più recenti volumi – Il tramonto dell’euro (Imprimatur, 2012) e il successivo L’Italia può farcela (il- Saggiatore, 2014) –, scritti con piglio divulgativo, ma senza lesinare dati e tabelle, sono presto diventati il (corposo) manifesto di quanti in Italia invocano l’uscita dalla moneta unica. Alberto Bagnai, docente di Politica Economica all’Università «Gabriele D’Annunzio» di Pescara-Chieti, è infatti il più noto riferimento scientifico del fronte anti-euro. «Attraverso i social network, il blog e i libri – spiega Bagnai, in questi giorni in Puglia – sono riuscito ad affermare una voce che mancava. Naturalmente, non è semplice raggiungere la totalità dell’opinione pubblica, ma alcuni concetti generali stanno passando».





Anche grazie al dibattito suscitato dalle recenti evoluzioni della crisi greca e dai possibili scenari, economici e politici, che si profilano all’orizzonte.

Abolire la Democrazia: l'ordine impartito ai governanti di comodo dei Paesi U.E.

di Christian Laval.
A commento dell' "accordo" con cui le istituzioni di Bruxelles e un Eurogruppo a trazione tedesca hanno nuovamente imposto la teologia del debito e un umiliante regime dell'austerity alle forze sociali greche che, alla ricerca di una via di uscita dalla barbarie, avevano osato pronunciarsi con un sonoro "No" contro il comando finanziario, pubblichiamo questo articolo del filosofo e sociologo Christian Laval.



Laval denuncia la volontà ormai dichiarata di sopprimere ciò che resta di pericolosamente democratico nel contesto della post-democrazia europea: una "democrazia del debito" che pur mantenendo le forme democratiche ne svuota implacabilmente la sostanza.

sabato 18 luglio 2015

Sponde ideali per la distruzione dei loro popoli: queste sono oggi le Sinistre di Governo dei Paesi del Sud Europa

DI AMBROSE EVANS PRITCHARD

La Grecia ha rotto l’incantesimo: la sinistra è diventata il gendarme delle politiche reazionarie e della disoccupazione di massa generate dall'euro. Un Partito Socialista dopo l'altro si è immolato sull'altare dell'Unione Monetaria per difendere un progetto che favorisce solo le élites economiche. E’ davvero di così cattivo gusto ricordare che le “Potenze Alleate” hanno spazzato via la metà delle passività esterne della Germania, nel 1953? Se l'Europa è nient’altro che la versione cattiva del FMI, che cosa resta del progetto d’integrazione europea? I tedeschi, peraltro, volevano solo la "sottomissione rituale” della Grecia.


L’establishment dell’Unione Europea dovrà affrontare, d'ora in poi, quello che ha sempre temuto: una guerra politica combattuta contemporaneamente su due fronti. Ha combattuto a lungo un insieme crescente di “sostenitori del libero-mercato”, di “parlamentari sovranisti" e di “populisti anti-immigrati” di estrema destra.
Ma ora ha anche perso la residuale presa emotiva che aveva a sinistra, dopo il trattamento da “terra bruciata” che ha riservato alla Grecia nel corso degli ultimi cinque mesi – concluso con la decisione (vendicativa) d’imporre condizioni ancor più severe ad un paese disperato, a pochi giorni dal referendum vinto a valanga.

venerdì 17 luglio 2015

Il marcio nelle Istituzioni : Caso Crocetta. Il medico nelle intercettazioni: “Lucia Borsellino va fatta fuori come suo padre”.



da Il Fatto Quotidiano

Prima si è autosospeso, annunciando implicitamente le dimissioni. Poi ha gridato al metodo Boffo. È stata una giornata fondamentale per gli equilibri politici siciliani. Ma è stata una giornata indimenticabile anche  – e forse soprattutto – per la storia personale di Rosario Crocetta. Questa mattina il governatore si è svegliato leggendo l’anticipazione del settimanale L’Espresso, in edicola domani. “Lucia Borsellino? “Va fatta fuori come suo padre”, è la frase che Matteo Tutino, ex primario di chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, avrebbe rivolto al governatore in un’intercettazione pubblicata dal settimanale. Il riferimento è per Paolo Borsellino, padre di Lucia, il magistrato saltato in aria nell’inferno di via d’Amelio il 19 luglio del 1992. Secondo l’Espresso, il presidente siciliano non avrebbe replicato alla minaccia telefonica di Tutino, che è da anni il suo medico personale, indirizzata alla donna scelta nel 2012 dallo stesso Crocetta per guidare l’assessorato alla Sanità.

L' UE, mostrando la sua vera faccia con la Grecia ha decretato la sua fine: la resistenza si organizzerà e crescerà

di Giorgio Cremaschi

Piuttosto che partecipare alla stucchevole discussione italiana su Tsipras, mi pare molto più utile ed urgente valutare i contenuti e le conseguenze del nuovo Memorandum accettato dal governo greco.

Poi dovremo chiederci quale è lo scopo della UE a trazione tedesca che lo ha imposto. Solo alla fine di queste analisi ha senso discutere della capitolazione greca e di come reagire ad essa.





La Grecia è stata costretta alla resa dall'isolamento che la Troika è riuscita a costruirle attorno. Sinistre, sindacati, popolo democratico, tutti siamo stati alla finestra, quindi la loro sconfitta è nostra per conseguenze e responsabilità. Il testo varato dall'Eurogruppo non è solo inaccettabile per il popolo greco, ma è una minaccia e una sfida per tutti noi. Siamo tutti greci.

In un tweet poi cancellato, il ministro delle finanze slovacco ha candidamente ammesso che le misure sono state particolarmente dure per rispondere alla primavera greca. La rappresaglia come sappiamo non colpisce tanto i resistenti quanto le popolazioni, per punirle di ogni sostegno ad essi. Il no massiccio al referendum andava sanzionato in quanto tale, per insegnare ai popoli tentati di ripeterlo quanto alto potrebbe esserne il prezzo.

giovedì 16 luglio 2015

Fine della Grecia ma soprattutto fine dell'Europa

di Giulietto Chiesa.

La decisione dell'Eurozona è una svolta storica. Sancisce molti cambiamenti, tutti irreversibili. Non è soltanto la condanna a morte economica della Grecia. E' la fine dello stato di diritto per l'Europa intera.

Sono in molti a dire apertamente che ciò che si è consumato a Bruxelles il 13 luglio 2015 è stato un "colpo di stato". Realizzato con strumenti finanziari, con un ricatto dei forti contro i deboli, che implica e si regge su un atto di forza, su un'imposizione illegittima.





Anzi, è l'inizio della fine dell'Europa come entità che si proponeva di essere unitaria e si rivela ora un'accozzaglia di egoismi, che non è nemmeno possibile definire "nazionali", poiché sono stati dettati dalla frenesia del guadagno delle élites bancarie internazionali.
Un'Europa senza solidarietà e divisa, spaccata. Con la Germania (ma che dico?, con una parte della Germania; ma che dico?, con un partito tedesco - la CDU-CSU - guidato da un ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che combatte contro la premier del suo partito Angela Merkel) che si trascina dietro sei stati dell'est, tutti antieuropei in sostanza, e che pretende di fare la lezione a tutta la restante Europa, per costringerla ad accettare il modello tedesco. Come ha scritto Yanis Varoufakis: "per mettere il timore di Dio nei francesi", costringendo la Grecia a uscire dall'euro".

lunedì 13 luglio 2015

Krugman: Questo è un Colpo di Stato

Da sempre in campo contro le misure di austerità nei confronti della Grecia, Paul Krugman lo scrive apertamente sul suo blog per il New York Times: "La lista di richieste dell'Eurogruppo è pazzia. L'hashtag #ThisIsACoup (tradotto 'Questo è un colpo di Stato' che sta spopolando su Twitter, ndr) è corretto". Il premio Nobel per l'Economia, che sta seguendo l'evolversi della vicenda ellenica a Bruxelles, ribadisce, alla luce delle durissime condizioni poste dall'Europa ad Atene in cambio del terzo programma di salvataggio da 86 miliardi, che tutto "questo va oltre la rigidità, è pura vendicatività, completa distruzione della sovranità nazionale e nessuna speranza di sollievo. E', presumibilmente, pensato per essere una offerta che la Grecia non può accettare. E' - tuona Krugman che titola il suo durissimo editoriale 'Uccidere il progetto europeo' - un grottesco tradimento di tutto ciò per cui sta il progetto europeo".

Ormai è chiaro: siamo nel terzo Reich. Il caso Grecia l'ha mostrato al mondo

DI MAURIZIO BLONDET
maurizioblondet.it

Aggiornamento -
Messo con le spalle al muro dalle rivelazioni di Blanchard e Varoufakis, Schauble ha scelto la prova di forza: fuori la Grecia dall’euro per cinque anni, ha proposto (con che moneta sopravviverà?),  durante i quali la Grecia si ristrutturerà il debito da sé con la vendita di attivi per 50 miliardi ad una fiduuciaria, mentre Berlino fornirà aiuto umanitario.



E’ un diktat assurdo, demenziale, non previsto dalle regole di Maastricht che Berlino ingiunge a tutti noi di rispettare come il Vangelo. Però questa non è più la fase in cui vige il diritto; è la forza a dettare la sua legge. Bisognerà vedere quanti nell’Eurogruppo si accoderanno, magari passivamente, a questa riscrittura delle regole. Con Schauble, ossia per cacciare la Grecia, si sono  subito schierate – udite udite – Finlandia, Estonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia ed Olanda. La Troika, ovviamente, ha detto che il programma di riforme presentato da Tsipras (ed elaborato dai francesi) “Non è sufficiente”: il solito gioco al rialzo.

Non si può indire un Referendum senza avere un Piano d'uscita dall'Euro

di Aldo Giannuli

Il senso dell’operato della Commissione, che ha respinto la proposta di accordo dei greci (coincidente per il 95% con quella avanzata dalla stessa commissione tre settimane fa) è molto chiaro: farla pagare a Tsipras per il referendum. Le richieste di addolcimento avanzate da Atene erano ridicolaggini già al di sotto della decenza: rinviare l’aumento dell’Iva per le isole ad ottobre, in modo da salvare la stagione in atto, chiedere una dilazione delle prossime rate di pagamento, riservarsi di dettagliare i beni da privatizzare ad un secondo momento. E la speranza di ottenere un taglio del debito. La risposta è stata: non se ne parla nemmeno. E’ evidente il carattere tutto politico del No della Commissione e la sua valenza punitiva. Il referendum è stato uno sgarbo inaccettabile: Tsipras ha fatto passare il precedente di una consultazione popolare su un terreno che deve restare di stretta pertinenza delle tecnocrazie finanziarie dell’Unione. Dunque, possiamo dire che Tsipras “cade in piedi” uscendone da “vincitore morale”? Neanche per sogno: la sua è stata una mossa tardiva e mal congegnata: non si lancia una sfida di quel peso se poi non si è sicuri di difendere il risultato.

Se fai un referendum, e di quel tipo, dopo devi difenderne l’esito sino all’ultima goccia di sangue. Mentre, già con la sua proposta di accordo, Tsipras ha perso la faccia: se dopo che il No vince con quelle percentuali, offri una intesa al 95%coincidente con la proposta bocciata, sei un pagliaccio ed è lecito chiedersi cosa avresti proposto se avessero vinto i Sì. Dunque, Tsipras aveva già perso, ma questo No della commissione, fa tracollare definitivamente Syriza.