di Pino Ciociola
Brividi. Mentre tra il 2011 e il 2014 il tasso di mortalità in Basilicata è cresciuto del 2%, nello stesso periodo a Corleto Perticara (meno di 3 mila abitanti) è aumentato del 23%. Il tasso di mortalità in Basilicata nel 2014 è stato 10,3 per mille residenti e a Corleto Perticara 17,9 cioè il 73% più alto del tasso regionale e il 69% più alto del provinciale. Numeri, questi, elaborati dai 'Medici per l’ambiente'. Ricordando che Corleto si trova a quattro chilometri in linea d’aria dal centro di 'Tempa Rossa' e a una ventina da quello di Viggiano, finiti nell’occhio del ciclone (giudiziario e politico).
Tanto che, proprio nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale legato allo smaltimento dei rifiuti tossici, nelle ultime settimane la Procura di Potenza ha mandato i carabinieri del Noe ad acquisire negli ospedali lucani migliaia di cartelle cliniche, per una ricognizione sulle patologie in regione e la loro incidenza.
Ma torniamo ai numeri elaborati dall’Isde con i dati dell’Istituto nazionale di statistica, perché ce ne sono anche su base regionale. Tenendo conto che in Basilicata si concentra il 70% dell’estrazione nazionale di idrocarburi e prevalentemente in provincia di Potenza. E se, come per Corleto, non c’è prova di un nesso causa/effetto, almeno il sospetto non può tuttavia non materializzarsi. Solamente fra il 2011 e il 2013, nel Meridione la speranza di vita in buona salute è scesa di quasi un anno per gli uomini (da 57,1 a 56,3) ed è rimasta invariata per le donne, sempre fra il 2011 e il 2013 in Basilicata è invece diminuita di undici mesi nelle donne (da 53,8 a 52,9) e di sei anni negli uomini (da 58,2 a 52,8). Secondo ancora l’Istat, fra il 2006 e il 2013 il tasso di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio è salito del 14% a livello nazionale e del 29% in Basilicata. E nel 2014, sempre in provincia di Potenza il tasso di mortalità per patologie respiratorie è più alto (8,63 per 10mila abitanti) rispetto al regionale (7,9), a sua volta maggiore rispetto al nazionale (6,9) Non è finita. Il tasso di dimissioni per tumori in età pediatrica della Basilicata è più alto del 33% rispetto al Meridione e del 42% rispetto al nazionale.
Nella provincia di Potenza il tasso di ospedalizzazione per tumore maligno nei maschi tra 0 a 14 anni è cresciuto del 48% fra il 2011 e il 2014. Poi, sempre da 0 a 14 anni, il tasso di dimissioni per chemioterapia è più alto rispetto al nazionale del 37% per le bambine e del 59% per i bambini. Dati che insomma avrebbero già dovuto essere punto di partenza di un’analisi epidemiologica accurata per ricavarne eventuali certezze, ma che così vanno considerati quanto meno allarmanti. E sebbene distante, viste le caratteristiche, si può comunque azzardare un paragone coi numeri dello studio "Sentieri" dell’Istituto superiore di sanità del 2010 e dei suoi aggiornamenti, sui siti d’interesse nazionale per le bonifiche (Sin) a rischio per inquinamento ambientale.
Siti nei quali si continua ad avere un eccesso di mortalità, di ricoveri e di casi di tumore, visto che da Casale Monferrato a Taranto, da Gela a Broni, è stato via via ribadito l’alto rischio per la salute. Lo studio 2010 aveva infatti documentato un eccesso d’incidenza per cancro pari al 9% negli uomini e al 7% nelle donne. Poi nel 2014, ad esempio per il tumore della tiroide in alcuni Sin ci sono aumenti dell’incidenza. Come a Brescia-Caffaro con più 70% negli uomini e più 56% nelle donne, a Laghi di Mantova, rispettivamente più 74% e più 55%, Milazzo più 24% e più 40%, Sassuolo-Scandiano più 46% e più 30%, Taranto più 58% e più 20%.
fonte: Avvenire