di Eugenio Bonanata
A qualcuno dei dirigenti sotto inchiesta “si gelava il sangue” solo a leggere gli sforamenti di anidride solforosa al termodistruttore E20 del Centro Oli di Viggiano. Ma dalle intercettazioni emerge anche che dal 2011, anno degli “ammodernamenti” e del Memorandum Stato-Regione, sono “aumentati” i problemi.
E' il 23 febbraio 2014. Parlando tra loro, due dirigenti del Cane a sei zampe, si confidano le preoccupazioni per una situazione che a Viggiano va via via peggiorando. Confessa Cirelli a Lisandrelli: “Ogni settimana succede una cosa del genere. Vincè, succede troppo spesso; dice che è l'ammina, sempre l'ammina; qualcosa deve cambiare se no qua ce ne andiamo”.
Il cattivo trascinamento delle ammine, secondo la Procura, provocava sforamenti nelle emissioni e anche problemi nel trattamento delle acque di scarto petrolifero.
“E' dal 2011 che abbiamo fatto più casini”. Il prosieguo della telefonata tra i due rende bene il senso di come le cose siano peggiorate a partire dai lavori di “ammodernamento” del 2011. Afferma Cirelli, conversando sempre con Lisandrelli: “Il problema Vincè, nel 2011... durante la fermata sono state fatte delle cose per migliorare la produzione, per velocizzarla, e anche l'impianto oggi non va più come prima”. A cosa si riferisca lo chiarisce subito dopo: “Ogni tanto devono fermare, devono pulire i separatori, i filtri, perché sono stati tolti dei prefiltri e cosi adesso il Centro Oli si intasa troppo spesso”. Quindi Cirelli giunge ad una riflessione: “Inizia a fare il resoconto dal 2011; hai prodotto di più, ti sei fermato di più, hai fatto più casini, non soltanto ambientali. Ma ne vale la pena di produrre di più?”.
L'autorizzazione regionale a “produrre di più”. Il 2011 è un anno cruciale. La giunta regionale lucana, infatti, (allora guidata da De Filippo), il 4 maggio rilascia un giudizio favorevole di Compatibilità ambientale. E con un “aggiornamento” dell'Autorizzazione integrata ambientale, concede all'Eni di fare i lavori di “ammodernamento” e “miglioramento performance” del Centro Oli.
“25 mila barili in più”. In buona sostanza l'Eni vuole produrre di più. Per questo chiede di “ammodernare” il Centro Oli, cioè l'impianto di pretrattamento del greggio estratto. In particolare vuole arrivare a produrre “25 mila barili” in più al giorno e “129mila” complessivi. E' la stessa multinazionale a renderlo noto, anni fa, sul suo sito. Se e quanto abbia prodotto in più non è mai stato chiarito. Ma mettendo sul piatto qualche “royalties” in più (che sarebbero poi confluite nella famosa card idrocarburi) è riuscita a ottenere tutte le autorizzazioni regionali necessarie. E sempre per venire incontro all'Eni....
Il Memorandum. Qualche giorno prima dell'autorizzazione regionale ai lavori di “ammodernamento”, il 29 aprile 2011, a Potenza, viene siglato il Memorandum tra Stato e Regione, per “accelerare lo sviluppo regionale attraverso 'politiche' di sviluppo industriale connesse alla ricerca e coltivazione di fonti fossili in Basilicata”. Dal Pd a Forza Italia, da De Filippo a Viceconte tutti uniti per generare “occupazione, incremento della dotazione infrastrutturale, investimenti in ricerca ed innovazione”. A distanza di 5 anni, passando anche per lo Sblocca Italia di Renzi, “l'innovazione” ha generato i suoi frutti. Conditi con ammine e anidride solforosa!
fonte: Basilicata24