15 marzo 2016
traduzione di @Rododak
Per la Gran Bretagna sarebbe meglio lasciare l’Unione Europea (UE), se il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) entrerà in vigore: lo ha dichiarato l’economista premio Nobel Joseph Stiglitz.
Stiglitz ha rilasciato questa dichiarazione durante un evento organizzato dal cancelliere ombra del partito laburista John McDonnell mercoledì (2 marzo, ndt) nel centro di Londra. La serata è stata parte di una serie di seminari in materia di economia progressista organizzati dal partito laburista.
Rivolgendosi al pubblico che affollava la sala, Stiglitz ha affermato che la natura restrittiva del TTIP offre dei buoni motivi per il Brexit.
“Penso che le restrizioni imposte dal TTIP sarebbero talmente di ostacolo all’attività del governo, che questo mi farebbe riflettere nuovamente se davvero l’adesione all’UE sia stata una buona idea”, ha detto.
L’economista americano ha dichiarato che il TTIP rappresenta una generale “riscrittura delle regole in assenza di discussione pubblica”.
“I pericoli per la nostra società sono molto significativi”, ha aggiunto.
L’erosione della sovranità
Il TTIP creerà la più grande zona di libero scambio al mondo, abbattendo tariffe e altri ostacoli al commercio di beni e servizi. Mentre chi lo propone sostiene che l’accordo incoraggerà gli investimenti e creerà posti di lavoro, i suoi critici mettono in guardia sul fatto che consentirà alle aziende di fare causa ai governi stranieri che minacciano i loro profitti.
Un punto centrale dell’accordo commerciale USA-UE è infatti la “Clausola di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato” (ISDS), che darebbe alle aziende il potere di citare in giudizio i governi quando i politici introducono norme che potrebbero far diminuire i loro profitti. I dettagli di queste clausole sono spesso avvolti nel segreto, e messi a punto in sessioni clandestine.
I critici sostengono che il TTIP manca di trasparenza, interferisce con il diritto dei governi sovrani di governare nell’interesse pubblico, e potrebbe legare le mani a chi deve stabilire le regole.
Dati delle Nazioni Unite (ONU) rivelano che le imprese statunitensi hanno già rastrellato miliardi di dollari facendo causa ai governi nazionali, fino ad oggi. Solo a partire dal 2000, le aziende americane hanno fatto causa agli Stati in base ad accordi di libero scambio in 130 distinte occasioni.
Una di queste società, la Phillip Morris, negli ultimi anni ha citato in giudizio l’Australia e l’Uruguay perché avevano fatto inserire avvertenze sui rischi per la salute sui pacchetti di sigarette.
“Ogni volta che fate approvare un regolamento contro l’amianto o qualsiasi altra cosa, potete essere citati in giudizio ,” ha detto Stiglitz.
“Non c’è niente nel TTIP che vi impedisca di stabilire il regolamento. Fissare il regolamento è possibile. Solo che dovreste firmare anche un assegno alla Philip Morris, per compensarla dei profitti che avrebbe avuto se avesse potuto continuare a uccidere le persone come ha potuto in passato.”
Stiglitz si è dimostrato molto favorevole all’adesione della Gran Bretagna all’UE, mettendo in evidenza che membri dell’UE, come la Svezia, fanno parte del blocco, ma hanno concordato regole separate. Ha sostenuto che i leader europei dovrebbero liberarsi dell’euro, ma mantenere l’unione.
‘Un accordo senza pietà’
Parlando a RT, Nick Dearden, direttore del think tank inglese Global Justice Now (GJN) ha detto che la posizione di Stiglitz è “in gran parte ipotetica”.
“Non c’è dubbio che questo accordo commerciale tossico cucinato a Bruxelles stia spingendo molti a ritenere che il Regno Unito starebbe meglio fuori dall’UE, ma niente suggerisce che la Brexit impedirebbe a qualcosa di peggio di prendere il suo posto,” ha detto.
“Cameron è stato uno dei più grandi sostenitori del TTIP e il Regno Unito ha firmato una serie di spietati accordi commerciali bilaterali di libero mercato che contengono ISDS con molti altri paesi – quindi è perfettamente possibile che nel Regno Unito ci sarebbe una spinta a creare un equivalente del TTIP tra Regno Unito e Stati Uniti, perfino peggiore”.
Dearden ha affermato che il movimento europeo contro il TTIP è stimolante.
“Milioni di persone si sono mobilitate, attraverso i confini, per sfidare la presa di potere da parte delle aziende legata al TTIP”, ha detto.
“Questa è una visione che ispira come rimanere in Europa possa significare persone che lavorano insieme per un cambiamento sociale progressista.” (Tipica illusione progressista che non porta da nessuna parte, visto che è evidente che a livello europeo i cittadini hanno molto meno controllo che a livello nazionale, ndt)
‘Il TTIP contrasta l’interesse pubblico’
Un obiettivo tra i principali del TTIP è quello di aprire ai privati i servizi di sanità pubblica, istruzione e fornitura di acqua in Europa. Sebbene la Commissione Europea (CE) abbia dichiarato che i servizi pubblici resteranno esclusi dal TTIP, il ministro inglese del Commercio lord Livingston ha ammesso che colloqui concernenti il sistema sanitario nazionale erano ancora all’ordine del giorno lo scorso ottobre.
Gli attivisti sono preoccupati anche del programma di “convergenza normativa” del TTIP, che cercherà di rendere le norme UE in materia di sicurezza alimentare più simili a quelle osservate negli Stati Uniti.
Dato che le normative statunitensi sono generalmente meno rigide rispetto alle loro equivalenti europee, gli attivisti sono preoccupati per l’allentarsi degli standard di sicurezza e qualità alimentare in Europa. Sostengono che, dopo l’implementazione del TTIP, il mercato europeo potrebbero essere invaso da prodotti geneticamente modificati e cibi pieni di ormoni e pesticidi.
Mentre i negoziati sul TTIP continuano a svolgersi a porte chiuse, si pensa che la City di Londra stia muovendosi per ammorbidire i regolamenti bancari in vigore negli Stati Uniti. I regolamenti finanziari americani sono più severi di quelli osservati in Gran Bretagna, e sono stati messi in atto in seguito alla crisi finanziaria globale del 2007/08. Gli attivisti per la finanza etica temono che il TTIP rottamerà queste misure e restrizioni, restituendo così il potere ai banchieri.
Gli attivisti sono anche preoccupati per l’aumento dei livelli di disoccupazione. L’anno scorso, Bruxelles ha ammesso che il TTIP potrebbe causare notevoli livelli di disoccupazione. E ha dato consigli ai membri dell’UE su come affrontare un aumento dei livelli di disoccupazione dopo l’entrata in vigore del TTIP.
Fonte: Voci dall’Estero