di Giorgio Cremaschi
La Francia si ferma per un vero grande sciopero generale che blocca il paese per dire no alla Loi Travail, i francesi almeno non usano l'inglese per imbrogliare, l'equivalente transalpino del Jobsact di Renzi.
In primo luogo di fronte a questo sciopero risalta la censura da parte del sistema informativo italiano. A Parigi tutto è fermo,Tour Eiffel e Versailles sono chiuse ai turisti, come farebbero a parlarne i pennivendoli che si mobilitano per una assemblea al Colosseo o una lettera di protesta sulle condizioni di lavoro dei delegati sindacali della Reggia di Caserta? Per la stampa più venduta d'Europa sarebbe difficile spiegare che succede in uno dei paesi guida del continente, meglio tacere.
Ma lo sciopero in Francia non sottolinea solo la miseria del regime renziano e dei suoi imbrogli. Segna anche un giudizio impietoso sullo stato del movimento sindacale e di tutte le forze di opposizione sociale e antagonista. In Italia la legge Fornero ed il Jobsact sono passati tranquillamente, questa è la dura verità. La prima responsabilità di questo va ai gruppi dirigenti di CgilCislUil, che hanno portato i sindacati una volta più forti d'Europa ad essere i più passivi e complici.
Neppure è servita la posizione differenziata della FIOM, che l'attuale gruppo dirigente ha sempre più ridimensionato fino alla auto normalizzazione.
Ma neppure ciò che è fuori dal sistema PD e da quello sindacale confederale è senza colpa.
In Francia le divisioni sindacali e politiche a sinistra sono come e più che da noi, ma quando si decidono appuntamenti di lotta sono di tutti, al di là ed oltre le differenze. Perché non è possibile fare questo qui? Ci si era provato nell'autunno del 2012 e in quello del 2013, ci furono allora grandi mobilitazioni che hanno visto assieme antagonismo sociale, sindacalismo non allineato, sinistra radicale. Poteva essere un avvio, è stata una fine.
Il 18 marzo alcuni sindacati di base hanno fatto uno sciopero meritorio contro la guerra e l'attacco ai diritti sociali, ma lo hanno deciso da soli senza neppure provare a coinvolgere altri. Lo stesso si può dire per altre mobilitazioni. Ripeto la domanda, perché in Italia non si possono decidere vere mobilitazioni comuni per dare più forza a tutti? Perché non si si possono decidere giornate di lotta ove ognuno va con la sua piattaforma e identità, magari fa anche la sua specifica manifestazione, però si colpisce assieme il comune avversario? O dobbiamo aspettare il ravvedimento di Cgil CISL Uil, che non pare proprio all'orizzonte?
Io vorrei discutere di questo perché sono stufo che il paese ove una volta tutti venivano ad imparare come si lotta, sia diventato il più passivo e sconfitto d'Europa. Il PD fa il suo mestiere, l'abbiamo capito, ma noi che facciamo?
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da Stop Euro
La Cronaca
Scontri stamani in Francia tra polizia e manifestanti, scesi in piazza in oltre 200 città contro la riforma del lavoro voluta del governo del presidente Francois hollande e del premier Manuel Valls. Violenza si sono registrate città di Nantes e Rennes, nell’ovest del Paese, mentre dieci persone sono state arrestate a Parigi, all’indomani dell’imbarazzante retromarcia di Hollande sulle modifiche costituzionali in chiave antiterrorismo.
Lo sciopero nazionale ha causato la chiusura della Tour Eiffel, ha sconvolto i trasporti pubblici e ha provocato la chiusura o l’occupazione da parte degli studenti di decine e decine di scuole. La polizia antisommossa ha invaso le strade e si è scontrata con i manifestanti a Nantes e Rennes. Secondo fonti di polizia dieci persone sono state fermate nella capitale dove la gente è scesa per strada sotto gli striscioni “vogliamo di più” e “un colossale salto in avanti nel 19esimo secolo”.
A coronare la settimana nera di Hollande lo sciopero dei controllori di volo, per motivi diversi, che ha esposto migliaia di viaggiatori al rischio caos e ha causato code di 400 chilometri sulle autostrade attorno a Parigi.Il governo socialista ha avviato un tentativo disperato di far approvare la sua riforma del mercato del lavoro, con l’obiettivo di ridare fiato a un’economia asfittica prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Ma la scorsa settimana le proteste di lavoratori e studenti sono diventate violente e i manifestanti hanno promesso una prova di forza ancora più imponente per oggi.
La rabbia dei dimostranti si indirizza sulle norme che facilitano i licenziamenti economici, che pure sono già state diluite per placare la rivolta dei lavoratori.L’esecutivo di Hollande è sotto schiaffo dopo il naufragio ieri del progetto di riforma costituzionale che mirava a privare della nazionalità francese chi ha doppio passaporto e si macchia di reati di terrorismo. Una misura definita inefficace e divisiva anche dalla stessa sinistra del partito socialista che oggi si oppone alla riforma del lavoro.
Hollande, che è già il presidente meno amato nella storia moderna di Francia, continua ad assistere alla caduta del consenso: un sondaggio di ieri mostra che non ce la farebbe ad arrivare la ballottaggio per le presidenziali. Hollande, 61 anni, ha detto che non si ripresenterà se non riuscirà a ridurre la disoccupazione, ferma da tempo attorno al 10%, e spera che la riforma del lavoro aiuto le imprese ad assumere.Ma le pressioni della piazza e della politica hanno già convinto il governo ad annacquare il progetto di legge e le misure ora si applicano solo alle grandi imprese.
Alcuni sindacati moderati hanno dato il loro sostegno alla nuova formulazione, ma la scorsa settimana le manifestazioni di Parigi sono degenerate in violenza, con auto bruciate, una trentina di arresti e scontri con la polizia, che ha risposto con i lacrimogeni. Un video di un agente di polizia che picchia un quindicenne fuori da una manifestazione è diventato virale e ha alimentato la rabbia dei manifestanti. L’agente è stato arrestato e interrogato oggi, hanno detto fonti giudiziarie.Secondo un recente sondaggio il 58% dei francesi è ancora contrario alla riforma.
Il ministro del Lavoro Myriam El Khomri ha detto di comprendere che “un testo così profondamente riformista abbia sollevato questioni e richieda un dibattito” aggiungendo “non è un assegno in bianco per le imprese”. Le aziende non hanno gradito la rimozione del tetto per i risarcimenti per i licenziamenti senza giusta causa e la rinuncia alle misure che consentivano alle piccole e medie imprese di introdurre unilateralmente un orario flessibile. Il voto del Parlamento è atteso a fine aprile-inizio maggio.Le autorità dell’aviazione civile hanno chiesto alle compagnie di cancellare il 20% dei voli dall’aeroporto di Parigi Orly e un terzo dei voli da Marsiglia per lo sciopero dei controllori di volo. L’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi non dovrebbe invece essere toccato dalla protesta di 36 ore contro i tagli all’occupazione e l’assenza di investimenti.(fonte Afp)
Scontri stamani in Francia tra polizia e manifestanti, scesi in piazza in oltre 200 città contro la riforma del lavoro voluta del governo del presidente Francois hollande e del premier Manuel Valls. Violenza si sono registrate città di Nantes e Rennes, nell’ovest del Paese, mentre dieci persone sono state arrestate a Parigi, all’indomani dell’imbarazzante retromarcia di Hollande sulle modifiche costituzionali in chiave antiterrorismo.
Lo sciopero nazionale ha causato la chiusura della Tour Eiffel, ha sconvolto i trasporti pubblici e ha provocato la chiusura o l’occupazione da parte degli studenti di decine e decine di scuole. La polizia antisommossa ha invaso le strade e si è scontrata con i manifestanti a Nantes e Rennes. Secondo fonti di polizia dieci persone sono state fermate nella capitale dove la gente è scesa per strada sotto gli striscioni “vogliamo di più” e “un colossale salto in avanti nel 19esimo secolo”.
A coronare la settimana nera di Hollande lo sciopero dei controllori di volo, per motivi diversi, che ha esposto migliaia di viaggiatori al rischio caos e ha causato code di 400 chilometri sulle autostrade attorno a Parigi.Il governo socialista ha avviato un tentativo disperato di far approvare la sua riforma del mercato del lavoro, con l’obiettivo di ridare fiato a un’economia asfittica prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Ma la scorsa settimana le proteste di lavoratori e studenti sono diventate violente e i manifestanti hanno promesso una prova di forza ancora più imponente per oggi.
La rabbia dei dimostranti si indirizza sulle norme che facilitano i licenziamenti economici, che pure sono già state diluite per placare la rivolta dei lavoratori.L’esecutivo di Hollande è sotto schiaffo dopo il naufragio ieri del progetto di riforma costituzionale che mirava a privare della nazionalità francese chi ha doppio passaporto e si macchia di reati di terrorismo. Una misura definita inefficace e divisiva anche dalla stessa sinistra del partito socialista che oggi si oppone alla riforma del lavoro.
Hollande, che è già il presidente meno amato nella storia moderna di Francia, continua ad assistere alla caduta del consenso: un sondaggio di ieri mostra che non ce la farebbe ad arrivare la ballottaggio per le presidenziali. Hollande, 61 anni, ha detto che non si ripresenterà se non riuscirà a ridurre la disoccupazione, ferma da tempo attorno al 10%, e spera che la riforma del lavoro aiuto le imprese ad assumere.Ma le pressioni della piazza e della politica hanno già convinto il governo ad annacquare il progetto di legge e le misure ora si applicano solo alle grandi imprese.
Alcuni sindacati moderati hanno dato il loro sostegno alla nuova formulazione, ma la scorsa settimana le manifestazioni di Parigi sono degenerate in violenza, con auto bruciate, una trentina di arresti e scontri con la polizia, che ha risposto con i lacrimogeni. Un video di un agente di polizia che picchia un quindicenne fuori da una manifestazione è diventato virale e ha alimentato la rabbia dei manifestanti. L’agente è stato arrestato e interrogato oggi, hanno detto fonti giudiziarie.Secondo un recente sondaggio il 58% dei francesi è ancora contrario alla riforma.
Il ministro del Lavoro Myriam El Khomri ha detto di comprendere che “un testo così profondamente riformista abbia sollevato questioni e richieda un dibattito” aggiungendo “non è un assegno in bianco per le imprese”. Le aziende non hanno gradito la rimozione del tetto per i risarcimenti per i licenziamenti senza giusta causa e la rinuncia alle misure che consentivano alle piccole e medie imprese di introdurre unilateralmente un orario flessibile. Il voto del Parlamento è atteso a fine aprile-inizio maggio.Le autorità dell’aviazione civile hanno chiesto alle compagnie di cancellare il 20% dei voli dall’aeroporto di Parigi Orly e un terzo dei voli da Marsiglia per lo sciopero dei controllori di volo. L’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi non dovrebbe invece essere toccato dalla protesta di 36 ore contro i tagli all’occupazione e l’assenza di investimenti.(fonte Afp)