ISIS, terrorismo, strategia dell’orrore con decapitazioni e quant’altro: vogliamo credere che le potenze occidentali abbiano commesso così tanti gravi errori di valutazione, uno dopo l’altro?
La regia occidentale è evidentissima. In ogni circostanza. Dalla creazione delle condizioni in Iraq, Siria e Libia per rendere possibile la nascita dell’ISIS, e alla creazione stessa del gruppo. Questo lungo articolo può essere considerato il ‘seguito’ del testo
A cura di Veritanwo
In queste ore i media di tutto il mondo parlano della macabra decapitazione di un cittadino canadese, ad opera di un gruppo terrorista filippino “affiliato ad Al Qaeda”, avvenuta dopo sette mesi di prigionia. John Ridsdel era stato rapito nelle nel settembre del 2015 mentre si trovava all’interno di un residence.
I media hanno iniziato a parlare di ISIS nel Luglio 2014, con la “proclamazione” del califfato. Gli uomini di Al Baghdadi si erano già impadroniti di ampi territori in Siria e Iraq.
Da quel momento è partita una vera e propria “campagna di terrore” a suo di video dove i terroristi commettono efferati omicidi con una violenza inaudita, decapitazioni, crocifissioni, stupri, persone gettate dai tetti o bruciate vive, annegate, uccise dilaniate da un razzo. Donne violentate, oppure rese schiave. Una varietà di brutalità degne di un film horror. Sempre più violenti e mostruosi, man mano che la gente si “abituava” alle violenze precedenti.
Ormai le decapitazioni non fanno più notizia. Il web è letteralmente invaso da immagini orribili. I primi tempi la gente rimaneva turbata, in particolare le persone più sensibili. Ormai ci siamo assuefatti, ci passano davanti video o immagini di atrocità sulla home di Facebook, e non ci facciamo nemmeno caso.
CUI PRODEST? Chi trae beneficio da questa lunga campagna mediatica di orrore? Per quale motivo i terroristi fanno così? Cosa ci guadagnano?Diverse domande sorgono spontanee.
Qualcosa non torna…
E’ assolutamente credibile che i feroci miliziani, la “carne da cannone” del califfato, mandati a combattere contro l’esercito siriano o iracheno, possono commettere queste brutalità e filmarle per terrorizzare i nemici, forse come esibizione di forza. Si tratta di persone che rischiano la vita e sono votate al martirio, o mercenari mossi dai soldi e dal potere che acquisiscono facendo parte delle truppe dell’ISIS.
Ma i loro superiori dovrebbero e potrebbero impedire la divulgazione di simili barbarie, come avviene in altri contesti. Nessun gruppo terrorista ha mai attuato una strategia simile, per ovvi ed intuibili motivi. Invece ISIS non solo permette ai miliziani di divulgare video di barbarie, ma confeziona accuratissimi video, con tanto di montaggio professionale da parte di validi videomaker.
Il gruppo palestinese Hamas, ritenuto “gruppo terrorista” per esempio, si impegna nella comunicazione per dare risalto, al contrario, alle violenze dell’esercito israeliano. Talvolta è emerso persino che alcuni video fossero delle “montature”, per mostrare un quadro più grave e “toccante” possibile. Con questo non voglio difendere Israele, che in Palestina di atrocità ne ha commesse e ne commette ancora, ma evidenziare l’atteggiamento di Hamas, ben diverso da quello dell’ISIS. Quando furono uccisi i tre giovani israeliani, Hamas si affrettò a negare ogni responsabilità (ed è molto probabile che non siano stati loro gli autori) perché sapevano che avrebbero dato modo ad Israele di giustificare operazioni militari agli occhi del loro popolo, e della comunità internazionale.
La violenta strategia dell’ISIS è duramente condannata anche da una larga maggioranza dei musulmani. La propaganda dello pseudo-califfato può attecchire solo su una ridottissima minoranza di fanatici, persone che spesso vivono ai margini della società. Questa “ultraviolenza” viene condannata anche da molti musulmani che ideologicamente non vedono di buon occhio gli USA e l’occidente, ma che non giustificano queste barbarie.
Se ISIS parlasse di “liberare le popolazioni islamiche da governi fantoccio al servizio delle potenze occidentali“, da confini geografici creati a tavolino dalle potenze colonizzatrici occidentali, del fatto che i regimi sostenuti dall’occidente hanno svenduto le risorse del paese in cambio di benefici per la famiglia del dittatore e pochi altri,tenendo la popolazione nella miseria, e con la dura repressione di ogni dissenso, il califfo otterrebbe sicuramente molti più consensi. Invece con le brutalità che esibisce, si mette contro l’opinione pubblica mondiale.
Gli uomini di Al Baghdadi hanno fornito ampissime motivazioni per giustificare un intervento militare. Al punto che Stati Uniti e soci, affermavano di averlo intrapreso e di aver bombardato le postazioni dell’ISIS. Sono andati avanti un anno con questa storia, mentre il califfato continuava ad espandersi e mettere le mani su giacimenti di petrolio, gas, i soldi delle banche (nalla sola Banca Centrale di Mosul si sono impadroniti di oro, diamanti e riserve monetarie in varie valute, per centinaia di milioni di euro.) e molte altre ricchezze, per un patrimonio che già nell’estate 2014 era stimato in 4 miliardi di euro. Non ho trovato stime attendibili più recenti, ma sicuramente ha aumentato le proprie ricchezze, visto che da quel periodo in avanti, è riuscito a mettere le mani su giacimenti di petrolio e di gas, rivenduto di contrabbando. ISIS riesce a mantenere un vero e proprio esercito di 70/80.000 uomini, operativi tra Siria e Iraq. Non si tratta di un “gruppo eversivo” come la vecchia “Al Qaeda”, nel nome della quale hanno attaccato l’Afghanistan e l’Iraq, che agiva di nascosto, ma di un vero e proprio “stato terrorista” che dispone di molti soldi, e ha messo le mani anche su 30-40kg di uranio che erano custoditi nell’Università di Mosul per scopi universitari.
Nonostante ISIS abbia fornito ampie motivazioni per essere aggredito, le potenze occidentali non lo hanno fatto, consentendo loro di espandersi e rinforzarsi. E pensare che sulla base di “meri sospetti”, poi rivelatisi una bufala, hanno attaccato e deposto Saddam Hussein…
Gli uomini del califfato erano arrivati a pochi km dagli uffici governativi di Damasco, la caduta del governo di Assad sembrava imminente, salvo poi entrare in scena la Russia. Putin ha ordinato energici raid, e nel giro di due settimane ha liberato numerosi territori siriani occupati da ISIS, dimostrando che ISIS non è forte come vogliono farci credere. Si tratta di 60.000 miliziani, violenti e pronti a tutto, ma nella maggioranza dei casi, combattenti improvvisati, che fino a qualche anno fa, svolgevano lavori “normali”.
Colpiti dai raid aerei russi e travolti dall’avanzata dell’esercito siriano, gli uomini del califfato se la sono data a gambe. Putin ha distrutto molti mezzi militari, i camion che trasportano il petrolio venduto di contrabbando, ha ucciso centinaia di miliziani, seminando il panico, tanto che molti combattenti si sono dileguati. Alcuni sono stati catturati e uccisi dalle truppe del califfato stesso come traditori.
Sono andato fuori tema rispetto alle domande iniziali, ma credo fosse necessario fare una “panoramica” della situazione. I vertici del califfato non hanno nulla da guadagnare da questa strategia del terrore. Al contrario, ha solo da rimetterci. Se altri gruppi terroristici avessero fatto un decimo di ciò che ha fatto ISIS, sarebbero stati attaccati e distrutti nel giro di poche settimane. ISIS avrebbe dovuto cercare di mantenere un “basso profilo”, invece ce l’ha messa tutta per farsi odiare e disprezzare – lo ripeto – anche dalla maggioranza assoluta dei musulmani. Dinnanzi a migliaia di donne yazidi, curde o comunque “infedeli” rapite e rese schiave sessuali, solo una persona gravemente alienata può esprimere consenso.
Forse il califfo Al Baghdadi sapeva che non sarebbe stato attaccato, e che nonostante tutto, gli sarebbe stato consentito di crescere? Putin è intervenuto quando ISIS si era già ben strutturato, e nonostante questo, ha dimostrato come non fossero in grado di resistere agli attacchi. ISIS riesce ad imporsi sul territorio, con la minaccia e la paura che incute sulla popolazione, così come può attaccare l’esercito siriano, stremato da quasi cinque anni di guerra, e che deve vedersela anche con i cosiddetti “ribelli moderati” –così li ha definiti Obama – finanziati dagli USA, ma anche dalla Francia e altre potenze europee e mediorientali. Ma non può resistere agli attacchi di un esercito professionale. Se la comunità internazionale fosse intervenuta agli albori della nascita di ISIS, quando Al Baghdadi gestiva poche centinaia o alcune migliaia di miliziani, sarebbe stato distrutto molto facilmente.
Ma del resto, la nascita di questo gruppo è stata, se non “organizzata”, sicuramente agevolata dalle potenze occidentali. Che eliminando Saddam e sfiancando Assad, hanno creato il contesto favorevole per fare crescere e attecchire il gruppo. E non dimentichiamoci della Libia, anch’essa “liberata dal dittatore Gheddafi” e consegnata….. al caos. Con un governo fantoccio che non ha ne autorità, ne autorevolezza. Tutto normale, o casuale? Errori di valutazione? Vogliamo credere che le potenze mondiali commettano errori così grossolani? E va bhe, pensiamolo. Altrimenti siamogombloddisti1!1!!1…
Questo martellamento di immagini, video, notizie ultraviolente, sta ottenendo un unico risultato: quello di coltivare razzismo, intolleranza, pregiudizi verso i musulmani. Negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli episodi violenti, come incendi ad un centro islamico e ad una macelleria gestita da un arabo, episodi che sono passati inosservati.
Le violenze dell’ISIS, gli attentati, ed i malgestiti e abbondanti flussi di migranti che giungono in Europa ed in Italia via mare o con altri mezzi (fanno notizia solo i barconi, ma molti entrano in Europa anche dai confini terrestri, dipende la provenienza.)stanno spingendo sempre più persone verso l’intolleranza. Non solo in Italia, basta guardare i risultati elettorali dell’Austria delle elezioni di pochi giorni fa.
Si è venuto a creare, e sta peggiorando, un clima sempre più ostile verso i musulmani. Sopratutto in Belgio, dove ormai chi risiede a Molenbeek è guardato con sospetto, sottoposto a controlli e perquisizioni. Si sta creando un clima di intolleranza che spingerà alla radicalizzazione sempre più persone. I musulmani sono 1,6 miliardi di persone. Oggi sono pochissimi quelli che sostengono ideologie estreme, come quelle proposte da ISIS. Nonostante la “chiamata alle armi” del califfo, si sono recati in Siria alcune centinaia di “foreign fighters”, una percentuale infinitesimale rispetto al numero dei musulmani.Accostare i musulmani al terrorismo, è follia. Sarebbe come definire tutti gli italiani nazisti, poiché su sessanta milioni di italiani ci sono alcune migliaia di neonazisti. Follia pura. Se si crea un clima di “scontro”, il numero dei fondamentalisti è destinato ad aumentare.
I flussi migratori sono scatenati da due importanti fattori:
- Numericamente, i migranti sono molti a causa della guerra in Siria, sostenuta dalle potenze occidentali (altrimenti sarebbe finita da un pezzo, o probabilmente non sarebbe nemmeno iniziata…) e le forti tensioni in Iraq e Libia. Quest’ultima interessata da una vera e propria “guerra civile”: Tutte situazioni prodotte dalle politiche occidentali.
- Il caos in Libia, da dove quotidianamente partono i barconi. Se c’era Gheddafi questa situazione non avrebbe avuto luogo. Oltre al fatto che pattugliano il mare per soccorrere giustamente i migranti, ma non per impedire le partenze. Eppure non ci vorrebbe molto. I viaggi dei barconi in Libia sono organizzati da gruppi collegati con i terroristi, che controllano il paese. I viaggi dei migranti sono una fonte di finanziamento milionaria, e ovviamente ne approfittano anche coloro che non scappano dalle guerre, ma sognano un futuro migliore in Europa.
Le responsabilità occidentali sono fin troppo evidenti. Si tratta di capire se sono dovute ad errori immensi, oppure ad una precisa strategia. Personalmente non ho dubbi.
Leggete l’articolo Ecco come è “nato” ISIS, grazie ad Al Baghdadi, agente della CIA, e avrete una panoramica ancora più ampia su come sono svolti i fatti. Si tratta di semplici constatazioni, non di “teorie“. Aspetto ancora un politico o un giornalista che voglia rispondere ai quesiti posti nell’articolo Le 8 domande su ISIS a cui nessun politico o giornalista risponderà mai.
Se volete approfondire la questione ISIS, consultate l’archivio degli articoli contrassegnati dal “tag” ISIS: http://veritanwo.altervista.org/tag/isis
Cercate di analizzare i fatti, senza prendere per buono acriticamente quanto illustrato in questo articolo. Ognuno faccia le proprie valutazioni. Ma cercate di avere questo approccio anche nei confronti della Televisione e dei mass media! Che nei loro “salotti” vi propongono 4-5 modi di valutare le cose, spingendovi a “sposare” le tesi proposte da qualcuno. Anche in politica funziona così. Sembra che vi stiano mettendo a scelta, ma in realtà limitano il vostro pensiero e le vostre valutazioni a quelle proposte dai vari politici o commentatori televisivi. Alla fine la vostra “scelta” resta relegata ad una di quelle proposte da loro. Anche in antitesi tra di loro, ovviamente. Ma pur sempre limitate.I mass media non vi aiutano a farvi un’idea, ma ne confezionano varie e vi invitano a sceglierne una…