di Luigi Pecchioli
Dal Sole24Ore del 11 dicembre 2015 : “Un fondo di solidarietà per dare sollievo agli obbligazionisti subordinati che hanno perso i loro risparmi con il salvataggio delle quattro banche del centro Italia (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti). Ma non solo. Allo studio del Tesoro anche il ricorso a una procedura di «arbitrato veloce» chiamato a valutare caso per caso.…
Al momento l’ipotesi su cui continua il confronto a Montecitorio tra maggioranza e Governo è quella, come detto, della costituzione di un fondo di solidarietà di circa 100 milioni finanziato in parte dallo Stato e in gran parte dallo stesso mondo bancario.
Per l’accesso al fondo si farebbe rinvio a un decreto del Mef che dovrà fissare criteri e modalità e comunque seguendo criteri ben precisi come lo stato di difficoltà degli obbligazionisti che in virtù del salvataggio delle quattro banche ora versano in un vero e proprio stato di indigenza.“.
Questo stralcio sull’ipotesi, tutt’ora al vaglio, della creazione di un Fondo di Solidarietà per gli obbligazionisti espropriati è perfetto per mostrare cosa è diventato quello che una volta era considerato uno “Stato di diritto” e quanto valgono le petizioni e le difese della Costituzione da parte del Governo e dei politici dell’attuale maggioranza.
Il Governo, con il D.L. 183/2015, meglio conosciuto come “salva banche”, ha disposto che gli obbligazionisti junior (anche detti subordinati) e gli azionisti perdano ogni diritto ad un pur minimo ed eventuale rimborso, azzerando così il passivo delle Banche coinvolte nei loro confronti. Anche in caso di sopravvenienze attive dalla vendita o dalla riscossione diretta dei crediti deteriorati che ne formavano parte sostanziale dell’attivo e che confluiscono tutti in un’unica bad bank da liquidare, a tali soggetti non spetterà nulla, essendo previsto che tale surplus vada a remunerare il Fondo di Risoluzione che ha coperto il passivo residuo e concesso fondi per l’operatività della bad bank e delle good bank ripulite. Queste cose le abbiamo già dette ed esaminate qui e qui ed è inutile ritornarci. Quello che interessa in questa sede evidenziare è la violazione di qualsiasi norma regolante i rapporti creditori e la vera e propria violenza giuridica che il Governo ha compiuto nel più totale disprezzo delle norme a base dei rapporti economici.
Gli obbligazionisti sono creditori che prestano denaro ad un soggetto in cambio di interessi e della restituzione, dopo una certa scadenza, della sorte. Possono essere previste delle gerarchie per il soddisfacimento del proprio credito, nel senso che il proprio diritto può essere posto successivamente a quello di altre categorie di creditori, e può anche corrersi il rischio, in caso di dissesto, che il proprio diritto venga in pratica vanificato da una mancanza di attivo sufficiente a ripagare il proprio ordine di credito (è quello che accade purtroppo normalmente con i creditori c.d. chirografari, ovvero senza garanzie, rispetto a quelli garantiti da privilegio o ipoteca nelle esecuzioni immobiliari o nelle procedure fallimentari).
Quello che però un creditore obbligazionario non perde in alcun caso è il diritto ad essere soddisfatto, anche solo parzialmente, se per qualsiasi ragione sopravviene un attivo, ed il parallelo obbligo del debitore-emittente nei suoi confronti di rispondere con tutti i suoi beni, presenti e futuri.
Questo diritto, che ed alla base del Diritto commerciale, è stato completamente calpestato dal Governo. Si è azzerato il credito attuale vantato dal creditore, unilateralmente, e gli si è tolto anche qualsiasi diritto futuro. Tutto questo poi è avvenuto come conseguenza di una variazione unilaterale del profilo di rischio neanche comunicatogli! Per molti investitori il prospetto all’epoca conosciuto e firmato non riportava il rischio di poter perdere tutto: questo è avvenuto per una modifica contrattuale successiva che ha modificato lo “status” delle subordinate da prodotti finanziari semplici a complessi, quindi rischiosi ed inadatti al risparmiatore medio. Questa modifica, come per tutte quelle peggiorative del rapporto fra un contraente “forte” ed uno “debole”, permetteva di recedere dal contratto, peraltro entro un termine piuttosto breve, richiedendo indietro quanto investito. Peccato che per farlo bisognava conoscere l’esistenza della variazione, la quale era esclusivamente sul sito della CONSOB…
In cambio delle scippo di ogni diritto posto alla base dei rapporti economici fra privati il Governo offre ora una vera e propria elemosina: il Fondo di solidarietà, con una dotazione di circa 100 milioni di euro, una cifra ridicola rispetto alle esposizioni degli obbligazionisti (3,6 miliardi di euro), ma, beffardamente, anche questo in spregio al Codice Civile e persino alla Costituzione.
Il fondo infatti non crea una par condicio creditorum secondo il livello di protezione del credito, ovvero non tratta tutti i subordinati alla stessa maniera, ma compie un’ulteriore distinzione fra obbligazionisti poveri e ricchi, considerando meritevole di tutela solo quello che ha minore capacità reddituale alle spalle. Questa logica pauperista, tipico delle elemosine, farà sentire tanto buoni e di sinistra i nostri governanti e tutto il PD, ma giuridicamente è uno schiaffo al diritto ed anche alla dignità del cittadino.
Nel nostro ordinamento fortunatamente essere benestanti o avere di che vivere non è una colpa e men che meno un disvalore. Ogni cittadino ha gli stessi diritti che nascono dai rapporti giuridici che lo coinvolgono, senza pre-giudizi sul suo status. Se una norma imponesse che per essere trasportato il cittadino benestante dovesse pagare di più per lo stesso tragitto in tram (lancio l’idea…) la norma in questione sarebbe semplicemente incostituzionale per violazione dell’art. 3 Cost.. Togliere un sacrosanto diritto soggettivo, come quello all’adempimento del proprio credito, al rispetto di un contratto, per sostituirlo con una regalia data solo se si è indigenti offende poi la dignità del cittadino perché lo trasforma in un suddito, i cui presunti diritti sono solo concessioni del sovrano, distruggendo il principio secolare della supremazia della legge anche sul potere statuale.
Con questa odiosa ipocrisia il Governo di Renzi si vuole lavare le mani delle malefatte perpetrate con il DL “salva banche” e fare la figura del soccorritore che lenisce le sofferenze dei più sventurati. La verità è che dimostra quanto in fondo disprezzi i diritti dei propri governati e li consideri solo dei sudditi e dei servi.
Fortunatamente abbiamo ancora una Costituzione che ci protegge e ci rende la dignità che meritiamo. Anche solo per questo dobbiamo difenderla in ogni modo, preservarla a e ricostituirla nel suo spirito più democratico. Per non finire a vivere di elemosine.
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