Nel terzo trimestre del 2015, i fallimenti in Italia tornano ad aumentare. E` quanto emerge dall`Osservatorio trimestrale sul Commercio e Turismo condotto da Confesercenti.
La ricerca evidenzia che dopo i risultati positivi di aprile-maggio-giugno, a luglio, agosto e settembre di quest`anno sono state infatti ben 530 le imprese di commercio e turismo che hanno portato i libri in tribunale dichiarando fallimento.
“Si tratta – sottolinea lo studio – del dato trimestrale più alto dal 2009, inizio delle serie storica, superiore del 5,6% ai 502 fallimenti dello stesso periodo dello scorso anno e di oltre il 123% rispetto a quelli registrati nel terzo trimestre 2009.
In media, nei primi nove mesi dell`anno 2015, hanno avviato le procedure fallimentari circa 7 negozi o attività turistiche al giorno, per un totale che supera le 1.860 unità, solo 70 meno dello stesso periodo del 2014.
In termini di percentuale di fallimenti sul totale delle imprese la maglia nera va all`Umbria dove da inizio anno sono state 43 le attività turistiche e commerciali a portare i libri in tribunale: 2,6 ogni mille imprese attive nel commercio o nel turismo. Seguono a pari merito, in questa classifica negativa, Lombardia e Lazio, con 2,1 imprese fallite ogni mille. I risultati migliori, invece, si registrano in Molise (solo 0,8 imprese fallite ogni mille), Basilicata (1,06 su 1000) e Sardegna (1,15).
Migliora invece la situazione pagamenti nel commercio e nel turismo. Nel terzo trimestre dell`anno, le imprese del commercio che hanno saldato con un ritardo grave (oltre i 30 giorni rispetto alla data di scadenza) sono state il 23,1%, in calo dell`1,1% sul dato di giugno.
“L`osservatorio di Confesercenti di questo trimestre ci mostra chiaramente che gli effetti della crisi sono ancora lungi dall`essere smaltiti”, spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti.
“Commercio e Turismo – prosegue – vengono da una fase negativa durata quattro anni aggravata dal crollo dei consumi e – nel caso dei negozi – dalla deregulation degli orari, e da cui non sarà facile uscire senza sostegno. Per tutelare questi due settori, che garantiscono milioni di posti di lavoro, c`è bisogno di agire subito. Per questo chiediamo che venga inserito nella Legge di Stabilità uno Stimulus Package per le attività turistiche e per i negozi delle nostre città”.
“Un pacchetto di misure – conclude – che preveda, fra le molte cose, l`introduzione di cedolare secca e canone concordato anche per le attività turistiche e commerciali, nonché una fiscalità premiale per i negozi che aprono in locali sfitti da almeno tre anni, contribuendo così al recupero delle zone più degradate della nostra città. Serve, però, anche un intervento per stimolare l`arrivo del credito alle PMI dei due settori ed un passo indietro sulla liberalizzazione degli orari: la vigente deregulation è tra le più estreme d`Europa, e permette di aprire h24 tutto l`anno. Un regime insostenibile per i piccoli del commercio, che continuano a fallire e chiudere: nei primi 8 mesi di quest`anno abbiamo già perso oltre 6mila negozi”.
Ma il dato dei fallimenti in forte crescita mostra anche – proprio nel trimestre nel quale viceversa avrebbero dovuto crescere vendite e servizi grazie al turismo vacanziero e all'Expo – quanto profonda sia la crisi in atto e quanto avanzi ancora desertificazione nel tessuto del commercio, degli esercizi pubblici, del tessuto di base dell’economia italiana. Questi dati smentiscono in modo clamoroso le esternazioni ottimistiche del governo Renzi. L’Italia non è affatto uscita dalla crisi.
fonte: ilnord.it
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