di Marco Mori
In questi tempi cupi capita sempre più sovente di avere a che fare con persone che, definire povere, sarebbe riduttivo.
Ormai non si incontra la mera povertà, si incontra la disperazione.
Quando in una settimana ricevi in studio almeno tre persone, in un città una volta molto ricca, che rischiano di ritrovarsi, a breve, prive di un tetto, poiché disoccupate involontarie, si comprende bene la portata di un crimine che solo gli sprovveduti (ed i collaborazionisti) continuano a chiamare crisi economica.
A tutte queste persone ho dato la stessa risposta. Ho esposto la medesima tesi, una tesi costituzionalmente orientata, che non contempla la rassegnazione.
A mio avviso, chi si trova in stato di disoccupazione involontaria può (deve) convenire in giudizio, in via d’urgenza, la Presidenza del Consiglio e richiedere la corresponsione immediata di una somma mensile che consenta di vivere dignitosamente fino al momento in cui esse ritrovino un lavoro.
La causa potrà essere coperta dal gratuito patrocinio (ovvero la difesa tecnica a carico dello Stato), visto che i disoccupati involontari, ovviamente non dispongono di reddito. In caso di problemi in sede di ammissione al beneficio spero però che nessuno si faccia scrupolo a portare avanti una simile azione gratuitamente, è in gioco il diritto alla vita.
Dove trovo le motivazioni di una convinzione così ferma per un’azione mai tentata prima? (Azione che certamente andrebbe cavalcata subito da chi da tempo parla di qualche forma di sostegno per i poveri o di reddito di cittadinanza).
La trovo dalla Costituzione, basta leggere il dato testuale dell’art. 38:
“Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia,invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria“.
La norma costituzionale è chiarissima e la portata precettiva è evidente. Qualsiasi disposizione di legge che non assicuri mezzi adeguati alle esigenze di vita di chi è invalido o disoccupato involontario è gravemente illecita. Il danno procurato e risarcibile in giudizio è ovviamente proprio la somma che serve per far fronte alle esigenze di vita.
Lo Stato non ha chiaramente scuse, visto che quanto disposto nell’art. 38 Cost rappresenta un diritto inalienabile dell’uomo e pertanto non esistono vincoli di bilancio (sia interni che esterni) che lo possano neutralizzare. La copertura economica non è un problema. Lo Stato può e deve fare deficit, anche questo è nero su bianco sulla Costituzione, laddove impone la tutela del risparmio, scelta che in primo luogo obbliga la Repubblica alla sua creazione (art. 47). Il risparmio, come ho più volte spiegato, è possibile solo se la spesa pubblica supera quanto recuperato con la tassazione. Il deficit è il risparmio nazionale e non un nemico pubblico!
Certamente proverò ad aiutare le persone che si sono rivolte a me e tenterò di sviluppare questa azione in Tribunale. Si tratta di una battaglia di civiltà che andrebbe appoggiata anche dalle forze politiche.
Spero anche nell’emulazione. Avvocati d’Italia, facciamo qualcosa per questo Paese! Inutile rimanere inerti. Siamo perfettamente in grado, come categoria, di fare migliaia di cause, così guidando il fronte volto al riscattando della sovranità e l’indipendenza del Paese.
Condividete questo post, ed inviatelo ai vostri politici di riferimento.
A breve pubblicherò il primo ricorso per intero!
Andiamo avanti!
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