Lo spettro del disastro ambientale si aggira nei corridoi di certi palazzi. Bene. Anzi, male. Si sentiva nell’aria. Pochi giorni fa scrissi che qualcosa di grave si muoveva nei sotterranei
Non si sarebbero spiegate le fibrillazioni in via Anzio, quelle tensioni in alcuni settori della politica, quelle dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’Eni, quei comportamenti dell’Arpab.
Oggi sappiamo che a ridosso del giorno della Pasqua il presidente Pittella sospende le attività del Cova di Viggiano. Prima le prescrizioni, poi le diffide. Adesso la sospensione, a Pasqua.
Motivata con il rischio di inquinamento delle falde acquifere e quindi degli affluenti del fiume Agri, e quindi del Pertusillo. La Regione accusa l’Eni di inadempienze gravi. L’Eni si difende con il solito comunicato diplomatico. “Questo non credo”, direbbe Antonio Razzi. Le falde acquifere sarebbero inquinate, da tempo, gli affluenti anche. Il Pertusillo “lasciamolo stare”. La verità è che siamo ai titoli di coda di un film che narra di omissioni, di superficialità e di connivenze. Omessi controlli, omesse bonifiche, omessi adempimenti. Una pellicola lunga venticinque anni, che narra di occultamento di dati, di disinformazione, di sceneggiate istituzionali. Tanti gli attori, compreso qualcuno che oggi, fuori tempo massimo, sventola la bandiera ambientalista. Troppo tardi. Quasi un anno fa sembrava che l’inchiesta della procura di Potenza potesse far luce anche sul presunto disastro ambientale, reato che sarebbe stato ipotizzato nelle carte d’indagine. Ebbene, non sembra sia mai stato aperto un fascicolo per disastro ambientale. Eppure è questo il fantasma che si aggira nei corridoi di certi palazzi. Speriamo che lo spettro bussi anche alle porte del tribunale. Sarebbe il caso di farla finita con le meline e con le pagliacciate. Il can per l’aia si è stancato. La corda si è spezzata. Adesso si faccia, sul serio, tutto quanto necessario per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente. Senza mezzi termini. Risparmiateci le solite prosopopee sullo sviluppo e sul futuro. Basta con gli inganni. Non fate come il piromane che si camuffa tra i volontari che spengono l’incendio. Cari Boccia, Bubbico, De Filippo, Santarsiero, Margiotta, Lacorazza, Folino, Speranza, Pittella e codazzi al seguito, chiedete scusa. Le vostre responsabilità sono chiare, inequivocabili. I tentativi di redenzione da colpe gravi, sono destinati al fallimento.
Fonte: Basilicata 24
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