Farage ha puntato il dito contro l’Ue durante il dibattito al Parlamento di Strasburgo. Il voto dell’Europarlamento, infatti, sarà decisivo per l’approvazione dell’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Ma i toni del dibattito, al quale hanno preso parte anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e il capo dei negoziatori dell’Ue sulla Brexit, Michel Barnier, si sono subito mostrati accesi.
“Pensate che siamo ostaggi, ma in realtà siamo liberi di andarcene”, ha attaccato Farage.
“Avete iniziato dicendo che dobbiamo pagare un conto da 52 miliardi di sterline, è un ricatto“, ha detto l’euroscettico, contestando il conto presentato da Bruxelles a Londra, per onorare gli impegni finanziari assunti con l’Unione europea. Per questo, secondo Farage, “l’Ue si comporta come la mafia”.
Parole, quelle di Farage, definite “inaccettabili” dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, al quale Farage ha ribattuto, provocatoriamente, di “comprendere le sensibilità nazionali” e di voler usare, in futuro, per questo la parola “gangster” al posto del termine “mafia”.
Secondo l’euroscettico Farage, i leader europei vogliono “mettere gli interessi dell’Ue davanti a quelli dei cittadini e delle imprese”.
“Non ci sono né mafiosi né gangster, ci sono rappresentanti dei popoli”, ha ribattuto, però, Tajani, ricordando il ruolo determinante dell’Europarlamento nell’esito delle trattative sulle modalità dell’addio di Londra all’Ue.
Sulle condizioni di un futuro accordo si è espresso con fermezza anche il presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, Gianni Pittella, secondo il quale l’Europarlamento è pronto “ad usare il potere di veto se non saranno rispettate le condizioni fissate” da Bruxelles.
“Non vogliamo punire il Regno Unito, vogliamo però che tutti gli impegni finanziari siano onorati fino all’ultimo centesimo”, ha scritto Pittella su Twitter. “Un paese fuori dall’Ue non potrà mai beneficiare delle stesse condizioni di quando era membro”, ha detto il leader dei Socialisti&Democratici, specificando che “qualsiasi accordo futuro con il Regno Unito” dovrà essere “condizionato agli standard sociali, fiscali e ambientali dell’Ue”.
Tra le priorità riconosciute da tutti però, compreso l’ex leader dell’Ukip, c’è quella delle protezione e tutela dei cittadini “colpiti” dalla Brexit, sia quelli europei residenti sul suolo britannico, sia quelli britannici residenti nei 27 Paesi Ue.
Il rapporto tra l’Unione Europea e il Regno Unito “non è mai stato una storia d’amore, né una grande passione”, ma “un giorno ci saranno giovani uomini e donne che ci proveranno di nuovo”, ha detto, infine, il presidente del gruppo dell’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa, Guy Verhofsatdt, e negoziatore sulla Brexit per il Parlamento europeo.
fonte: EuroStop
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