Che la gran parte dei media italiani siano ancora coperti e allineati al “pensiero unico” è ormai ben noto, ma fa ancora un certo senso leggere articoli come quello pubblicato da La Stampa.
Veniamo al fatto: due eurodeputati italiani eletti nel M5S, Marco Valli e Marco Zanni, hanno presentato un emendamento alla relazione dell’Europarlamento sul coordinamento delle politiche economiche per chiedere di <<valutare la necessità di prevedere meccanismi democratici di uscita e di “opt-out” (opzione di uscita) per qualsiasi Paese che intenda lasciare o non aderire all’Unione monetaria>> ed inoltre hanno anche invitato a <<riflettere adeguatamente a livello istituzionale sull’opportunità di preparare un piano alternativo per una dissoluzione ordinata dell’Eurozona.
In poche parole non chiedevano altro che si predisponesse un PIANO B in caso in cui qualche paese membro fosse costretto, per gli eventi o per sua autonoma scelta, ad una uscita dalla UE o/e dall’euro.
Naturalmente l’emendamento è stato bocciato con 473 voti contro 159, non per altro perché in caso di smantellamento del “carrozzone europeo” quei 473 europarlamentari che hanno votato contro, si ritroverebbero dalla mattina alla sera, senza ombra di dubbio, in mezzo ad una strada, ma quello che più salta agli occhi è il tenore del titolo che La Stampa ha dedicato alla notizia.
Premesso che l’emendamento presentato dai due europarlamentari italiani pentastellati è più che condivisibile perché èsacrosantemente giusto e corretto che si prevedano “meccanismi democratici di uscita” specialmente in un momento in cui la stessa UE e Unione monetaria hanno dimostrato di aver toccato il fondo per la totale incapacità nel risolvere problematiche comuni a tutti i livelli, il giornale di Torino invece non trova di meglio che schernirli titolando “Il golpe grillino – Fallisce il tentativo di mettere fine all’UE”.
In un momento in cui ogni paese membro ritorna a risolvere i problemi in modo autonomo ed unilaterale e che una fine della moneta unica e della stessa UE è un’opzione ormai più che realistica (vedasi Brexit…), l’allineato giornale torinese ancora “raglia” indefessamente con il ritornello “Europa o morte” non reputando che sia arrivato il momento di pensare concretamente e seriamente a piani concordati per la gestione ottimale, e meno traumatica possibile, per una eventuale implosione del progetto di aggregazione europea e della sua moneta.
Insomma disinformazione spiccia, che dimostra come i media italiani siano ancora con il paraocchi e non si rendano minimamente conto della realtà in cui siamo precipitati continuando a ripetere come un disco rotto sempre la stessa canzoncina ordinata di suonare. Evidentemente il “bravo” giornalista non arriva a comprendere che predisporre preventivamente un Piano B significa non infliggere, ai cittadini e al sistema economico dei paesi potenzialmente coinvolti ad un exit, conseguenze ancora più gravose rispetto che lasciare al caso o all’improvvisazione la gestione del ritorno alle piene Sovranità.
Ci rimane almeno la soddisfazione che finalmente ci siano degli europarlamentari che sollevino la tematica di predisporre piani di salvaguardia in caso di dissolvimento dell’Unione e dell’euro e non che ignorino il problema come è stato fatto fino ad ora da irresponsabili che hanno ricoperto ruoli e funzioni nelle istituzioni europee e nei vari governi nazionali senza averne le più che minime capacità e spalleggiati, è proprio il caso di dirlo, da una stampa servile e totalmente distante dai ai veri problemi dei cittadini e dell’economia reale.
Insomma il giornalista de La Stampa, evidentemente troppo impegnato nel tentativo di screditare e schernire l’operato di due eurodeputati grillini, ha dimostrato di non aver capito nulla perchè l‘unico Golpe per ora rimane quello che proprio la UE ha compiuto a danno dell’Italia nel 2011 su istigazione dei tedeschi e dei francesi con la complicità di Napolitano. Ma forse alla Stampa è stato ordinato di non accorgersene!
In ogni modo dovremo ancora aspettarci titoli e articoli del genere dai giornali italiani, perché in caso di dissolvimento della UE e dell’euro, molti “giornalisti” farebbero subito compagnia a quei 473 eurodeputati che hanno bocciato l’emendamento!
Quel giorno, vi garantisco, non proverò nessuna compassione per loro!
fonte: Scenari Economici