Non molto tempo fa, nel Paese col più alto debito pubblico d'Europa, un saggio ex premier italiano di nome Mario Monti affermava: "La Grecia è il più grande successo dell'Euro". Aveva ragione, perché la moneta unica sta svolgendo il compito per cui è stata creata, ovvero disintegrare gli Stati del Sud Europa annichilendo il loro welfare e di conseguenza ogni voce democratica che quest'ultimi possono esprimere.
Archiviato il terzo programma di "aiuti" alla Grecia siglato tra i creditori e il Governo (democraticamente eletto per due volte) Tsipras, è iniziato un vero e proprio bagno di sangue per il popolo ellenico. Non ci volevano i grandi economisti della televisione italiana per scoprirlo. Come vi avevamo abbondantemente anticipato, l'ultimo memorandum più di un accordo sembra un necrologio.
LA PRIMA DEAD-LINE E LE PENSIONI
Oggi ci avviciniamo alla prima grossa dead-line: a luglio scadranno i circa due miliardi di Euro di bond proprietà della BCE di Mario Draghi. Gli ingranaggi della Troika iniziano quindi a mettersi in movimento e la cinghia, da qualche parte, deve essere ulteriormente stretta. La presunta disputa che ha portato agli odierni disordini - in realtà è già tutto ben stabilito ai piani alti - riguarda la chiusura della review sulle riforme implementate da Tsipras per il rilascio di ulteriori "fondi di galleggiamento".
Uno dei nodi della discordia parla di riforma delle pensioni: i criminali della Troika vorrebbero tagliare tutte le pensioni che, al lordo, superano i 1500 Euro mensili. Una follia totale.
GLI AGRICOLTORI E GLI ESPROPRI
Alla follia sulle pensioni si unisce l'attacco agli agricoltori, che contribuiscono per il 4% al PIL ellenico e quasi al 13% della forza lavoro. A loro è stato riservato un trattamento speciale: qualche anno fa pagavano tasse al 6%. Poi si è passati al 13% e presto si arriverà al 23%, quasi il quadruplo. Ma non finisce qui, perché allo svuotamento di tasche contribuiscono anche le accise su fertilizzanti, sementi e carburanti. Il piano è piuttosto semplice: ridurre allo stremo il settore equivale ad espropriare il popolo greco delle proprie terre, che passerebbero in mano al settore bancario. La Troika, infatti, è intenzionata a radere al suolo circa il 50% delle proprietà private dei cittadini greci (anche di quelli che stanno faticando per pagare un mutuo) pur di calmierare il problema del debito. Di questi, il 18% - già oggi - non può curare l'alimentazione dei propri figli in modo adeguato, acquistando (ad esempio) carne rossa, pollo o pesce. Una percentuale raddoppiata rispetto a qualche anno fa che si unisce ad un altro numero spaventoso (di cui vi avevamo già parlato qui): oltre 775 mila bambini ellenici sono a rischio povertà, ovvero il 40,5% del totale. Nel 2011 la percentuale era del 23,7%.
LA GUERRA CIVILE ALLE PORTE
Stiamo lentamente e inevitabilmente arrivando alla guerra civile. Un crescendo di eventi ad uso e consumo della Troika, che punta a destabilizzare gli Stati membri così da renderli più dolci da controllare, derubare e spremere. Questa strategia venne palesata sempre da quel grande statista di Mario Monti, che solo qualche anno fa affermò: "Le forti crisi e le pressioni psicologiche correlate servono per far accettare ai popoli e ai Governi cessioni di sovranità". Ed è esattamente quello che sta accadendo oggi: mercati in contrazione; rallentamento dell'economia globale; crisi delle banche; crisi degli emergenti; possibile Brexit; possibile Grexit; problema immigrazione; guerra in Siria e in Libia alle porte. Gli eurocrati (o Euroinomani) sfrutteranno la crisi per avere un forte mandato dettato dalla pressione psicologica, così da chiudere l'unione bancaria e lanciare nel 2017 la revisione dei trattati. L'obbiettivo (nemmeno troppo mascherato) è incastrarci in una "super Eurozona" germano-centrica basata sul rigore, con un "super ministro delle finanze unico", che parlerà secondo il volere tedesco e che promuoverà direttamente le politiche dettate dal patto di stabilità e dal Fiscal Compact. In questo sistema si imporranno aggiustamenti fiscali e legislativi dettati a tavolino da Bruxelles e Francoforte sui paesi dell'area Euro, accelerando la spartizione strategica del mercato, già in atto da parte dei grandi detentori di capitale.
L'ITALIA NON È COSÌ LONTANA
Il Bel Paese è il prossimo che finirà sulla graticola della Troika se le cose non cambieranno. L'attacco alle pensioni di reversibilità è quanto di più infame ci si potesse immaginare dal Governo del Bomba. Sottrarre la retribuzione al coniuge che rimane in vita è una misura che non avrebbe immaginato nemmeno un branco di avvoltoi. In questo sistema europeo, il Governo vorrebbe combattere la povertà uccidendo le vedove e i loro diritti previdenziali. Sembra di essere all'interno di Matrix, quando il governo delle macchine liquefaceva i morti per nutrire i vivi. È tutta qui la politica economica di Palazzo Chigi: salvare i banchieri, fare deficit ("ad canis cazzum") senza tagliare gli sprechi. Siamo ancora a galla solo perché le tasche degli italiani che si stanno svuotando fanno da contrappeso.