di Marco Mori
Sempre più tesa la situazione in Grecia, oltre la violenta recessione, anche uno sciopero generale lanciato dagli agricoltori, ma rapidamente esteso alle altre categorie, sta paralizzando il Paese.
Ma la notizia più importante, rilanciata dalle agenzie di stampa, seppur con poca convinzione, è certamente questa.
I vertici del POASY, uno dei sindacati di polizia greco, hanno affermato che la troika starebbe tentando con le sue richieste di ribaltare l’ordine democratico, di scalfire la sovranità nazionale e di depredare il popolo greco di importanti beni.
Tali affermazioni sono state rese in una lettera diffusa pubblicamente ed inoltrata anche alla Procura di Atene, quale informativa di reato. Nella comunicazione il sindacato fa sapere che, per tali ragioni, procederà all’arresto immediato dei membri della Troika sul territorio nazionale.
Qualche sciocco commentatore ha definito la comunicazione “una provocazione”, come se pretendere il rispetto dei diritti possa essere considerata una provocazione. Non vi è alcun dubbio infatti che la Troika sia un’organizzazione criminale che attenta alle democrazie ed alle sovranità nazionali di tutti i Paesi sotto il suo dominio. Ad oggi tale organizzazione opera quale braccio armato del potere finanziario, ed ha potuto imperversare in Grecia, come qui da noi, unicamente perché forze dell’ordine e magistratura glielo hanno consentito, sia per ignoranza che per viltà.
Speriamo che alle parole seguano i fatti e che la Grecia riscatti la propria sovranità punendo gli aguzzini che da anni la vessano con sofferenze dal costo umano indicibile. Nessuna delle riforme imposte al Paese ha migliorato in alcun modo la situazione ed anzi i conti pubblici sono oggi enormemente peggiori di quanto la Troika iniziò a dispensare i suoi consigli, tutti deliberatamente contrari agli interessi nazionali del paese.
La stessa cosa mi auguro succeda al più presto in Italia. Spesso me la prendo con la Magistratura, ma è chiaro che anche le forze dell’ordine italiane potrebbero (dovrebbero) arrestare immediatamente e senza nessuna previa autorizzazione tutti coloro che hanno attentato e stanno attentando alla nostra sovranità. Il codice penale parla chiaro, i delitti contro la personalità dello Stato esistono e sono puniti con severità. Anzi a dirla tutta il nostro codice di procedura penale, all’art. 380 c.p.p. prevede espressamente l’obbligo di arrestare in flagranza di reato per coloro che commettono delitti contro la personalità dello Stato, qualora la pena minima sia non inferiore a cinque anni e la massima a dieci. Sia l’art. 241 c.p. che il 243 c.p. prevedono pene, nel minimo, non inferiori rispettivamente a dodici e ai dieci anni. Pacifico dunque che chi ci impone ed invoca le cessioni di sovranità, dunque tutte le più alte cariche dello Stato, dovrebbero essere immediatamente tratte in arresto dalle nostre forze dell’ordine.
Trattasi di un’evidenza giuridica di una semplicità disarmante, eppure nulla si muove… Sono tanto timorosi che neppure denunciano me, cosa che dovrebbe essere fatta se ciò che da anni affermo pubblicamente fosse falso…
Avv. Marco Mori, blogger di scenarieconomici.it ed autore del libro “Il tramonto della democrazia – analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile su ibs.it
fonte: Scenari Economici