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mercoledì 21 ottobre 2015

Caso Colella: chissà perchè in Italia chi lotta contro inquinamento e trivelle finisce, stranamente, o indagato o condannato

di Pino Aprile

Non ho seguito il processo ad Albina Colella, geologa, docente e maggiore studiosa dell'inquinamento perolifero in Basilicata; anzi, ammetto che non ne sapevo niente. Leggo di una condanna persino superiore a quella chiesta dall'accusa (in Italia, sai quel Paese dove se fai strage di pellegrini in piazza san Pietro ti infliggono una multa per aver sporcato di sangue le colonne del Bernini?): 9 anni!

Ripeto, non intendo entrare nel merito del processo, non ho dubbi che i giudici siano in buona fede, che abbiano agito con moderazione e coscienza e che gli articoli di codice comportino quelle pene. Non è questa la ragione per cui scrivo questi righi.




Mi voglio solo lamentare della sfortuna che perseguita chi è contro le trivelle, in Basilicata. E si accanisce su chi documenta la devastazione ambientale dell'industria petrolifera. Lo ha fatto Giuseppe Di Bello e da capo della polizia ambientale si è ritrovato condannato (sì, poi, però, la Cassazione... Basta vivere abbastanza a lungo e vedrai che qualcuno, poi, a volte, può darsi, ti dà ragione) e guardiano del museo; lo ha fatto Albina Colella, co-autrice anche del documentatissimo libro sull'impatto ambientale in mare e in terra dell'industria poetrolifera e ora è condannata (non per questo, ci mancherebbe... Si tratta di coincidenze, e se si è un po' impressionabili, tutto viene ingigantito).

Come disse la scaltra vedova: Oh Signore, fatemi vedere condannato uno dei responsabili dell'avvelenamento di questa regione-paradiso, e poi raccoglietemi pure accanto a quell'anima benedetta.

Intanto, siccome la vedova è scaltra, l'acqua del Pertusillo non la beve: ci vivono pesci strani, che inghiottono residui di petrolio come caramelle, poi per una giornata di sole, soffocano e muoiono: documentato dall'Ente regionale pagato per dirti com'è l'acqua. Risposta: calda. L'hanno scoperta loro, ma sono state necessarie lunghe ricerche.

È tutto in regola, per carità! Ma perché questa inquietudine addosso alle persone con cui ne parlo?

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/…/docente-unibas-con…

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