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venerdì 2 ottobre 2015

Sia chiara una cosa: con il Jobs Act il Contratto a Tempo Indeterminato non esiste più

di Giuseppe Palma

Ho visto che in parecchi leggono i miei articoli… sono proprio tanti, e per questo ringrazio tutti i lettori di Scenarieconomici.it

Tuttavia mi sono accorto che l’informazione di regime, sia sui giornali che in televisione, continua imperterrita a parlare di “lavoro stabile” e di “contratto a tempo indeterminato”. Sono solo MENZOGNE! Dopo il Jobs Act IL LAVORO STABILE NON ESISTE PIU’! Lo avrò scritto e dimostrato centinaia di volte, ma qualche “furbo” giornalaio di corte – nonostante legga i miei lavori – continua a far finta di niente.




Con l’approvazione da parte del Parlamento della legge delega n. 183/2014 (il cosiddetto Jobs Act) e il varo dei primi due decreti attuativi da parte del Governo (marzo 2015), si è introdotto un contratto di lavoro a tutele crescenti (tutele solo economiche) che, pur essendo nella forma a “tempo indeterminato”, nella sostanza è a PRECARIETÀ ILLIMITATA.


La tutela reale (cioè il reintegro nel posto di lavoro del lavoratore illegittimamente licenziato) è divenuta un’ipotesi meramente residuale, cioè rimasta in vigore (sia per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo che per quelli per giustificato motivo soggettivo o giusta causa) solo nei casi di licenziamenti orali, nulli e discriminatori, oltre che – nella sola fattispecie dei licenziamenti per giustificato motivo soggettivo o giusta causa – nell’ipotesi di INSUSSISTENZA del fatto materiale contestato al lavoratore, lasciando fuori i casi di sproporzionalità tra fatto contestato e licenziamento. Il tutto appositamente condito dall’inversione dell’onere della prova a carico del lavoratore.

Se per evitare di porre in essere licenziamenti orali, nulli e discriminatori sarà sufficiente al datore di lavoro recarsi da un discreto avvocato, nel caso di insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore dovrà essere quest’ultimo a dimostrare le ragioni di cui al proprio ricorso, rischiando di non riuscire a provare l’insussistenza bensì solo la sproporzionalità, quindi essere escluso dall’applicazione della tutela reale: un bel cappotto di cemento che cancella almeno centovent’anni di lotte sociali!

Ciò premesso, è evidente che l’indeterminatezza del contratto di lavoro è solo uno specchietto per le allodole, infatti nella sostanza – potendo il datore di lavoro licenziare il lavoratore senza il rischio di dover essere condannato dal giudice a reintegrarlo in caso di licenziamento dichiarato illegittimo – il contratto di lavoro a tempo indeterminato non esiste più!

Inoltre, tanto per ristabilire un po’ di verità, il Jobs Act non solo ha smantellato la tutela reale, ma ha addirittura peggiorato anche latutela obbligatoria (risarcitoria). Mentre la Legge Fornero (Legge n. 92/2012) prevedeva in favore del lavoratore illegittimamente licenziato un’indennità compresa tra le 12 e le 24 mensilità, il Jobs Act ha ridotto questa forbice a 4-24 mensilità!

Tutto questo per mano del Partito Democratico e del Governo Renzi, i nuovi servitori della neofita Aristocrazia europea! La sinistra italiana si è ormai trasformata in fedele esecutrice delle finalità del capitale internazionale! È chissene frega della tutela dei lavoratori! Poi però vanno ai funerali di Ingrao o si lavano la bocca citando indegnamente Gramsci e Turati.

Questi figli di cane hanno distrutto le tutele del lavoratore festeggiando ugualmente il primo maggio e il due giugno! E state attenti che, lavandosi la bocca con la Resistenza e cantando “Bella Ciao” il 25 aprile, stannosmantellando la Costituzione con una riforma della Parte Seconda pericolosamente priva di adeguati pesi e contrappesi! E quei medesimi ipocriti che il 25 aprile mettono il fazzoletto rosso al collo sono gli stessi che nel 2012 hanno costituzionalizzato il vincolo del pareggio di bilancio, esautorando il concetto stesso di Repubblica democratica fondata sul lavoro.

Del resto non v’è altra via: restando aggrappati a questo €uro ciascun Governo o maggioranza parlamentare non ha altri strumenti se non quelli dellasvalutazione del lavoro e dello smantellamento dei diritti fondamentali, quindi delle regole di base insite nel concetto di democrazia costituzionale risiedenti nella Costituzione del 1948!

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