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lunedì 1 gennaio 2018

Ho fatto un Sogno…

di FABIO CONDITI

Ho fatto un sogno …

Anno 2022. Solo 4 anni dalle elezioni politiche del 2018, ma sembra trascorso un secolo.

Le giornate trascorrono serene, pacifiche, rilassanti; le persone hanno il tempo di dedicarsi alle proprie passioni, riscoprire il senso profondo della vita. Di quegli anni bui e tumultuosi, carichi di paura e rancore sociale, non resta che un vago ricordo, sbiadito nelle pagine della storia.




Questioni come quelle legate al debito pubblico, dell’angosciante fardello lasciato in eredità alle future generazioni, non si parla più. Anzi. Coloro che lo fanno, utilizzano il tema solo per ribadire che “io l’ho sempre pensato che quella storia del debito pubblico, era una truffa. Lo sapevano anche i bambini che il denaro lo può creare solo lo Stato !“.

Già, i bambini … loro sono gli unici che non sentiranno mai più parlare del debito pubblico. Nelle scuole infatti si insegna che solo lo Stato può creare il denaro perché “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Ancora oggi, nel 2022, resta un mistero cercare di comprendere come sia stato possibile, fino al 2018, non rendersi conto che il non esercitare appieno la sovranità monetaria, delegando la creazione della moneta al sistema bancario, fosse di fatto un limite talmente grande da impedire il corretto esercizio di tutte le altre forme di sovranità dello Stato.

Libertà, democrazia, eguaglianza, giustizia suonavano retoriche in un mondo in cui l’unica vera forma di libertà, democrazia, eguaglianza, giustizia era negata ed il denaro veniva di fatto creato solo dal sistema bancario, che lo prestava all’economia reale.

Questo concetto è stato chiarito definitivamente con l’introduzione in Costituzione del quarto potere dello Stato, quello monetario, esercitato dal Ministero della Monetazione, che è stato separato e reso indipendente dagli altri tre poteri dello Stato.

Oggi quando spieghi alle persone che prima del 2018 erano le banche private a decidere non solo la quantità di moneta creata ma anche la sua destinazione, ti guardano incredule e si domandano come fosse possibile per i cittadini, accettare supinamente una tal ingiustizia.

La verità è che purtroppo l’opinione pubblica era tenuta all’oscuro del meccanismo di creazione del denaro; esperti, economisti, banche, erano largamente impegnati a propagandare una tal quantità di menzogne da non lasciar dubbi di sorta, il cui unico messaggio ripetuto all’infinito era che “ per impedire le future crisi occorre che siano enti autonomi e sovranazionali, ovvero le istituzioni bancarie e creditizie, a gestire la moneta, la sua emissione e distribuzione, perché gli stati nazionali ed i loro politici sono inclini alla corruzione, agli sprechi, al malaffare”.

Per fortuna la verità, come un fiume carsico, dopo esser stata a lungo sepolta dai detriti delle menzogne, tornò in superficie, a scorrere con una forza ed una potenza senza eguali.

Già nel 2007, con la grande crisi finanziaria globale, ci si era accorti che qualcosa nel racconto mainstream non andava e che la “great moderation” suonava più come un bluff piuttosto che come una rassicurazione. Il sistema economico e finanziario stava infatti sperimentando una crisi devastante che avrebbe di lì a poco prodotto disoccupazione, miseria e povertà, minando alla base il tessuto sociale delle economie più avanzate al mondo.

Per evitare l’implosione del sistema, la banche centrali, i santuari del potere monetario, crearono enormi quantità di moneta con cui acquistarono asset di ogni genere: titoli di stato, obbligazioni bancarie, obbligazioni societarie e persino azioni.

Questa tipologia d’azione delle banche centrali permise di comprendere che in realtà il denaro poteva essere creato in quantità illimitate al bisogno, senza necessità di procurarselo attraverso la tassazione od altre forme di raccolta.

Il Re era nudo, l’inganno finalmente svelato.

Le politiche espansive delle banche centrali ebbero il merito indubbio di impedire il collasso del sistema finanziario, risollevare i corsi azionari ed obbligazionari, ma nulla o quasi cambiò per l’economia reale, per i lavoratori e per le imprese che infatti restavano escluse dal circuito di creazione ed impiego delle risorse monetarie. Anzi, la crisi economica peggiorò e aumentarono le diseguaglianze sociali; i ricchi divennero sempre più ricchi mentre la povertà aggredì fasce di popolazione fino a quel tempo benestanti.

Per nostra fortuna, nelle elezioni del 2018, venne eletto un Governo che aveva chiaro il funzionamento del sistema monetario, bancario e dell’economia nel suo complesso e che in breve tempo realizzò un programma economico rivoluzionario.

Questo complesso di provvedimenti, che rese possibile un vero e proprio miracolo, si basò su quattro punti chiave che non sono vietati dai Trattati Europei e che anzi in alcuni casi sono già utilizzati dai paesi più “virtuosi” dell’Eurozona :
il pieno controllo della Banca d’Italia, con il riacquisto da parte dello Stato delle quote di partecipazione private, come hanno già la maggior parte delle nazioni europee;
la creazione di un sistema di banche pubbliche nazionali e regionali, anche con la nazionalizzazione di quelle in difficoltà, con il chiaro intento di sostenere l’economia reale nazionale e locale, come fa da anni la Germania;
l’adozione di un SIstema di Riduzione Erariale denominato SIRE, che permise di ridurre sistematicamente le tasse di cittadini ed aziende e nello stesso tempo istituì anche un sistema di pagamenti alternativi a quelli bancari, permettendo una solida ripresa economica;
la decisione di consolidare i Titoli di Stato italiani detenuti dalla Banca d’Italia e quella di dichiarare tutti i Titoli di Stato emessi validi per pagare le tasse, evitando le speculazioni al ribasso che avevano costretto nel 2011 il Governo Berlusconi alle dimissioni.

Questi semplici provvedimenti non vietati dai Trattati Europei e di conseguenza non sanzionabili, permisero allo Stato italiano di riprendere il controllo di buona parte del sistema monetario e fornirono all’economia reale il sostegno e le risorse per rimettere in moto tutta la società.

Il controllo della Banca d’Italia ed il sistema di banche pubbliche permisero di acquistare circa il 50% del nostro debito pubblico, che non ha più dovuto sottostare ai ricatti dei mercati finanziari, ed in questo modo di risparmiare più di 50 mld di euro all’anno di interessi.

Inoltre, tutto il denaro creato dal sistema bancario pubblico venne subito immesso nell’economia reale a tassi agevolati, al fine di creare sviluppo economico e sostenere soprattutto le piccole e medie imprese in difficoltà.

Lo Stato italiano cominciò a creare anche 100 mld di euro all’anno di SIRE, riduzioni fiscali utilizzabili dopo due anni dall’emissione, che però, essendo scambiabili fin da subito tra cittadini ed aziende, permisero di creare un aumento della domanda interna e del PIL tali da generare maggiori entrate fiscali, compensando ampiamente le riduzioni erariali.

Addirittura i cittadini e le aziende iniziarono a rendersi conto che questa “moneta fiscale” SIRE, potendo essere scambiata con carte di credito e bonifici fiscali, era comoda come la moneta elettronica bancaria, ma più sicura perché garantita dallo Stato e non soggetta al bail-in.

Nel giro di pochi anni l’Italia divenne un vero e proprio cantiere di opere di riqualificazione ed ammodernamento del patrimonio immobiliare ed ambientale.

Si tornò ad investire significativamente nella Scuola, nell’Università e nella Ricerca.

La Sanità pubblica, una volta additata come fonte di sprechi e ruberie venne finanziata e riorganizzata su basi territoriali più prossime ai bisogni reali dei cittadini al punto che oggi è uno dei punti di forza di questa straordinaria Italia.

Siamo così tornati ad essere quel che siamo sempre stati; culla della cultura, scienza, ingegno, tecnologia, del buon vivere ed i giovani italiani oggi parlano con orgoglio del proprio paese.

Sono finiti i tempi nei quali ci sentivamo poveri in un paese tra i più ricchi del mondo, quando la ricchezza veniva misurata solo attraverso il denaro .

Ma quello che ci ha più stupito, è stato verificare che molti dei problemi di cui sentivamo il peso in quegli anni tristi e tenebrosi, sono svaniti come neve al sole e sono oramai solo un debole ricordo :
gli immigrati di buona volontà, conformi alla nostra cultura, sono stati impiegati nei lavori più umili non coperti dagli italiani e si sono integrati, mentre quelli che cercavano “scorciatoie illegali” sono stati rimpatriati;
non ci sono più persone in difficoltà economica perché lo Stato ha realizzato un reddito di cittadinanza minimo che garantisce una vita dignitosa e la possibilità di ricercare in breve tempo un lavoro ancor più dignitoso che faccia sentire tutti parte attiva della società;
l’utilizzo di una moneta fiscale, che è ovviamente valida solo in Italia, ha portato ad una maggiore consapevolezza della differenza tra l’acquisto di prodotti nell’economia locale piuttosto che nelle multinazionali, perché in questo modo avvantaggiamo la nostra economia e quindi noi stessi;
le persone hanno cominciato a collaborare tra di loro e si è generato un senso di comunità che ha fatto riscoprire il piacere di mettersi al servizio degli altri e di sentirsi parte di un gruppo;
le tensioni sociali sono notevolmente diminuite e si percepisce un clima di collaborazione che non c’era mai stato prima, lo Stato viene considerato una istituzione a cui chiedere aiuto e non autorità da cui difendersi;
la criminalità è calata drasticamente, perché non fa più presa sulle persone disagiate ed in difficoltà, e quindi non riesce più a sostituirsi allo Stato che oggi è dalla parte dei più deboli;
l’evasione e la corruzione esistono ancora ma sono considerate una macchia dalla maggior parte delle persone e quindi relegate ad ambiti ristretti e secondari dell’attività del paese.

Dobbiamo ancora fare molto per avere una moneta completamente di proprietà dei cittadini e libera dal debito, ma siamo sulla buona strada.

Suona la sveglia, sono le ore 8:00 di uno dei primi giorni dell’anno 2018. Che sogno ragazzi! Che meraviglia!

Fra due mesi si apriranno i seggi elettorali e con una croce avremo la possibilità di decidere il nostro futuro!

Noi sogniamo una società più equa e più giusta per tutti, dove la collaborazione ha sostituito la competizione dei rapporti sociali.

Regalatevi qualche minuto per sognare insieme a noi !

Auguri a tutti di un Anno Migliore.


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