di Claudio Messora
Quel giorno venne invitato dalla London School of Economics and Political Science, per una lezione sul Futuro dell’Europa. In quell’occasione, disse cose che tagliano la testa al toro sui veri obiettivi degli euroburocrati circa il ruolo dei migranti nel nostro futuro demografico. Ecco un sunto delle sue parole.
“La povertà deve essere contrastata, guidata e convertita in ricchezza. Questo a sua volta riflette il bisogno che l’Europa ha di immigrazione selettiva per continuare il suo sviluppo economico e dimostrarsi all’altezza della sfida della globalizzazione. […]
L’Unione Europea ha bisogno di immigrazione. A dispetto del recente allargamento, che ha portato la popolazione circa a 490 milioni, il numero di persone che vivono nell’Europa Unita diminuirà nei prossimi decenni e entro il 2050 un terzo sarà sopra i 65 anni di età. Il bisogno di lavoratori in molti stati membri, incluso il Regno Unito, è già evidente in molti settori. La domanda crescerà quando perderemo 20 milioni di lavoratori entro il 2050. […] Dobbiamo convertire un fenomeno (l’immigrazione clandestina) organizzato dai trafficanti e dai terroristi in una campagna orchestrata dai governi.
D’altro canto, un obiettivo chiave è una gestione migliore dell’immigrazione legale, con particolare attenzione ai bisogni dei diversi settori lavorativi degli Stati Membri. Questo comprende esplorare il potenziale dell’immigrazione per soddisfare qualunque bisogno di lavoro temporaneo e stagionale.
[…] Allo stesso tempo dobbiamo estendere le nostre politiche di integrazione per gli immigrati già legalmente residenti nella UE, perché non ci può essere immigrazione senza integrazione. Non possiamo pensare che il nostro lavoro sia finito una volta che abbiamo sotto controllo i flussi migratori. Dovremo integrarli. […] Un cambiamento molto significativo negli ultimi due anni è stata la fusione tra l’agenda dell’immigrazione e quella dello sviluppo, sia all’interno dell’Unione Europea sia a livello internazionale. In quest’area credo di poter dire che la Commissione europea ha avuto un ruolo da pioniere.
[…] Devo sottolineare che il problema dell’arrivo di migranti illegali sulle coste marittime degli stati membri non verrà risolto in una notte. Abbiamo bisogno di un’azione sul lungo periodo che miri alle cause dell’immigrazione e che sfrutti i collegamenti positivi che esistono tra l’immigrazione e lo sviluppo. Il controllo delle frontiere e la lotta all’immigrazione illegale deve essere parte di una strategia più ampia. Questo spiega perché sia gli stati membri che la UE mettano particolare enfasi sul bisogno di un approccio globale.
[…] Dobbiamo preparare i potenziali migranti a fare una scelta consapevole. Da una parte, sottolineeremo la nostra offerta e, entro certi limiti, sceglieremo chi vogliamo portare qui. Ma dobbiamo anche pensare ad “essere scelti” a nostra volta e incoraggiare i potenziali migranti a diventare europei. Implementare un piano politico sull’immigrazione legale sarà una priorità dei prossimi anni.
[…] E’ necessario per mantenere e migliorare la crescita economica nella UE. E’ essenziale, ad esempio, per l’Europa diventare un vero e proprio magnete per immigrati altamente qualificati. Dobbiamo spingere sull’idea di essere gli unici attori a superare la sfida della globalizzazione.”
Poi Frattini prosegue, indicando gli obiettivi che metterà immediatamente in essere per favorire l’immigrazione, come l’istituzione delle blue card per l’ingresso nella UE, la selezione degli impieghi che ogni stato membro metterà a disposizione dei migranti e così via.
Dopo una frenata temporanea dovuta alla crisi, il resto è storia. Come l’apertura selettiva delle frontiere in Germania, con l’invito di Angela Merkel ai costruttori di auto di assumere i rifugiati siriani, o come le dichiarazioni della Repubblica Ceca circa l’assunzione di 5000 migranti nei propri gruppi industriali.
Le parole dell’ex ministro degli esteri italiano, che testimoniano dei progetti della Commissione Europea molto tempo prima dell’attuale crisi siriana, sono rimaste a lungo nascoste in un pdf pubblicato nell’archiviodellaLondon School of Economics, che ha prodotto 37 capi di stato e alte personalità della finanza internazionale e dove ha studiato Friedrich Von Hayek, il padre del cosiddetto fondamentalismo di mercato che ha ispirato l’approccio all’economia di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, e rappresentano la prova definitiva sulle intenzioni delle élite internazionali circa il modellamento attivo della composizione demografica della società nella quale vivranno i nostri figli.
Fonte: ByoBlu
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