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sabato 13 giugno 2015

Le verità del passato che Salvini ha dimenticato

DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org

Una strategia mediatica astuta e convincente? Beh, basta guardarsi un po’ il gigione leader nazionale, quando tiene le sue omelie sui teleschermi di tutta la nazione: abito bluette, politically correct, colore rassicurante, volto attrezzato alle smorfie più improbabili, gestualità tipica dell’attore consumato, che libera il corpo dalle pastoie arcaiche dell’immobilismo fisico, che esplora le emozioni più oscure attraverso il gesto, il movimento, il colore, la creatività e la voce. Avete notato come il Renzi-show non pronunci mai il nome del Movimento 5Stelle nei suoi oceanici interventi di propaganda mediatica, miranti con abilità istrionica ad addomesticare le masse dei consumatori/telespettatori inebetiti?



Per quale insondabile mistero ? E perché invece pronuncia il nome di Salvini e della Lega, legittimandoli chiaramente come gli unici avversari degni di essere riconosciuti come antagonisti politici. Beh è chiaro … Salvini è un pezzo del sistema, abilissimo affabulatore e politico dal fiuto accorto, ultimamente lo abbiamo visto transitare sui vari teleschermi, imponendo la propria personalità vigorosa, nerboruto, villoso, possente. Vello d’oro padano mostrato senza alcun riserbo sulle prime pagine di settimanali (Oggi), fasciato da felpe variopinte e parlanti, Salvini si propone come nuovo leader della destra, erede novello del politicamente defunto (?) caimandrillo, in grado di utilizzare astuzie da vero social media manager. Certo sotto la diretta sorveglianza del suo spin doctor, Luca Morisi, docente di Informatica all’Università di Verona, cui si deve l’ultimo successo di Salvini su Facebook (638mila like, poco meno dei 780mila di Matteo Renzi), territorio d’elezione del leader leghista - perché il popolo sta lì - che invece su Twitter ha solo 114mila followers.
Altra furbata mediatica i suoi post non sono delle semplici dichiarazioni, contengono quasi sempre al loro interno una domanda rivolta a chi legge, per esempio: «Festival di Sanremo, inno allo spreco e alla Vergogna! È vero che il signor Fazio incasserà 600 mila euro? E che la signora Littizzetto ne prenderà 300 mila? – Fra poco mi guardo Juve-Milan, hamburger, patatine e birra. Temo che per noi milanisti sarà una serata difficile... Pronostico?» Quindi post che non hanno alcuna attinenza con la politica, ma che vengono proposti come una vera e propria “call to action”, una vera chiamata all’azione per spingere i propri fan a commentare, per indurli a partecipare. Una vera e propria strategia da social media manager, che esercita la sua “call-to-action”, allo scopo naturalmente di aumentare il più possibile i commenti, in modo tale che lieviti anche il ranking della pagina diFacebook: Morisi parla di una percentuale di reach dell’85% su base mensile, il che potrebbe significare che più o meno tutti quelli che usano Facebook hanno visto in un mese almeno un post di Salvini.
Abbigliamento situazionista, finto casual, in realtà parecchio studiato, abiti comodi e anti istituzionali, da vero “Masaniello nordista”, barba che compare e scompare, si allunga e si accorcia, camicia e jeans, interprete del camouflage di rapporti tra relatore e pubblico, così da azzerare la distanza tra sé e il suo pubblico di elettori.
E poi, l’alfiere della povera gente spesso nomina le professioni del mondo popolare: l’idraulico, il panettiere, il camionista, insieme alle categorie dei disoccupati e dei pensionati, in particolare delle periferie urbane. Il popolo di Salvini infatti è quello della grande città, o al limite delle città di provincia, dove si agitano gli emarginati, i delusi, gli esclusi dal banchetto della globalizzazione, che competono con gli immigrati per un salario qualsiasi.
In breve, un collage di suggestioni di ogni tipo, per tutte le richieste, eros, thanatos e ossessioni globalizzate, insieme a stili linguistici tanto superficiali e potenti, quanto demagogici, insomma messaggi alla portata di tutti in cui l’individuo, alienato dal contesto sociale, possa riconoscersi tout court, esorcizzando tutte le sue sciagure. Come nei tormentoni estivi più gloriosi, gli italiani si sono immediatamente abituati ad un format “demagogico-nuovista” che sembra riscuotere sicuri consensi: la Lega del no-euro, della visita a Putin, dell’apertura ai vecchi e odiati terroni.
La Lega insomma appare come l’avversario designato, deciso a tavolino, e pompato in ogni modo per tutta la campagna elettorale delle regionali da tutti gli organi di informazione nazionali, affinché potesse affermarsi come unica alternativa al PD. Il Batman felpato, eroe difensore dei poveri e derelitti delle Gotham city d’Italia, spalmato a tutte le ore del giorno e della notte sulle tv generaliste, ospitato con riguardo dai faccendieri telematici di turno, Vespa, Gruber, Floris & company, compie egregiamente il suo sporco mestiere di novello cavaliere difensore dei poveri, senza macchia né paura di sorta. Ma la vera #Gotham City / #MafiaCapitale sta rivelando verità imbarazzanti sulla gestione del business nomadi da parte di Angelo Scozzafava, commissario delegato per l’emergenza nomadi nel territorio della regione Lazio, oggi agli arresti. E Matteo Salvini e il suo partito sono stati alleati dei principali protagonisti di Mafia Capitale, per di più le politiche di governo Lega-Forza Italia hanno le mani imbrattate di melma, avendo finanziato con decine di milioni di euro il vergognoso business della gestione dei campi nomadi di Roma e dei centri migranti.
Infatti Mafia Capitale è cresciuta grazie al piano nomadi di Roberto Maroni e di Silvio Berlusconi, mentre oggi Salvini chiede di passare con la ruspa tutti gli insediamenti dei nomadi, a Roma e in tutta Italia, ma quei megavillaggi, quei fiumi di soldi che hanno alimentato il sistema di accoglienza dei migranti, dei nomadi, dei Rom e dei Sinti, sono diretta espressione di un accordo politico preso nel 2009 tra l’ex Segretario della Lega Nord e Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, quando era ministro dell’interno nei governi Berlusconi.
«Il Piano è una tappa importante cominciata con la decisione del governo di porre fine a una vergogna italiana e internazionale come il degrado nei campi nomadi» disse allora il ministro Maroni. «Queste iniziative comportano investimenti. Il ministero dell’Interno ha messo a disposizione per Roma e Lazio 19 milioni e mezzo di euro, 16 per la Campania e 16,7 per il Comune di Milano. Più a Roma -ha scherzato il ministro- che a Milano. Risorse che vengono gestite dalle amministrazioni poiché il ministero ha assegnato direttamente a loro la responsabilità di gestirli».
E’ proprio Maroni ad aver rivelato di aver finanziato magnificamente quello che oggi è l’imbroglio dei campi Rom, su cui la Lega cerca di raccogliere facili consensi: il governo Berlusconi-Lega aveva stanziato già 60 milioni di euro per l’emergenza in 5 regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto, Piemonte), al Lazio erano andati 20 milioni circa, più 12 milioni per Comune e Regione, totale 32 milioni di euro.
Alla Conferenza stampa del 2009, per la presentazione del “Piano nomadi” della città, ebbe un ruolo importante anche l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Tutto l’intervento è stato gestito nella prospettiva di identità assoluta tra legalità e solidarietà, tra sicurezza e integrazione, noi rifiutiamo qualsiasi separazione tra questi due principi, che sono legittimati tra di loro dalla loro stessa interdipendenza. (applausi del pubblico) … Noi ci auguriamo che tutte le forze civili e politiche della città concorrano a questo grande progetto, perché Roma non può più accettare di avere questa vergogna sopra le proprie spalle (applausi), Roma deve andare a testa alta e dire che è una città che rispetto alla realtà dei Rom è passata dall’emergenza, ad una situazione di realtà chiara, definita e organizzata (applausi).»
Ma se qualcuno non ricordasse i retroscena del Batman felpato e del suo partito, forse varrebbe la pena sfogliare qualche pagina web, per rinfrescarsi la memoria:
  1. Ottobre 1992. La Lega Lombarda, pur essendo all''opposizione, vota SI’ in Parlamento ai Trattati di Maastricht, ovvero votò favorevole alla Bibbia del neoliberismo sulla cui base cessò di vivere la Comunità economica europea e nacque l’Unione europea.
  2. L'euro entra in circolazione il 1 gennaio 2002, col pieno assenso della Lega Nord che faceva parte del governo Berlusconi.
  3. Il 1 febbraio 2003, con l’assenso del governo italiano (di cui fa parte la Lega Nord) entra in vigore il Trattato di Nizza (Costituzione europea). Il Trattato viene firmato a Roma il 29 ottobre 2004. Stiamo parlando della “Costituzione” che verrà bocciata dai francesi e olandesi con referendum nel maggio e giugno 2005.
  4. Il 1 dicembre 2009 (con il consenso del governo Berlusconi-Lega Nord) entra in vigore il Trattato di Lisbona. Il 23 luglio 2008 il Senato approva il Trattato di Lisbona all'unanimità con 286 sì. Il 31 luglio 2008 la Camera approva all'unanimità il Trattato di Lisbona con 551 sì.
  5. Il 3 dicembre 2008 il Parlamento approva,  su proposta del governo Pdl-lega Nord, il ddl Salva Banche contenente i cosiddetti Tremonti bond.
  6. L’ 8 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri (voto favorevole della Lega Nord), dopo la famigerata "Lettera della Bce" vara la proposta di legge Costituzionale sull'introduzione del principio del pareggio del bilancio nella Costituzione.
  7. Il 26 ottobre 2011, causa "crisi dello spread" e i conseguenti diktat dell'Unione Europea, il presidente del Consiglio Berlusconi, col consenso della Lega Nord, invia una lettera con la promessa di adottare le misure austerity di macelleria sociale, quelle che saranno poi adottate dal successivo governo Monti.
  8. Il 3 e il 4 novembre 2011 dopo che Berlusconi partecipa a Cannes al summit del G20, il governo Pdl-Lega accetta che una delegazione del Fondo Monetario Internazionale "monitori i progressi sulle riforme economiche e gli effetti di queste sui conti pubblici", ovvero il definitivo commissariamento.
  9. Poco prima di dimettersi il Presidente del Consiglio Berlusconi, 12 novembre 2011, fa approvare dalla Camera dei deputati i disegni di legge, già approvati dal Senato (consenso della Lega in entrambi le aule), contenenti le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2012), il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 ed il bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014. Tutto ciò che poi Monti metterà in pratica.
Intanto a Gotham City il sindaco Marino, anima bella utile al sistema, sembra non accorgersi di nulla e continua a ripartire appalti tra i soliti noti, in un sistema mafioso camorristico che sta lucrando sull’ebetismo della gente, su Rom, immigrati, italiani che non ce la fanno più, e di nuovo l’ipocrisia della sinistra che attira gli immigrati come le mosche, accogliendoli con senso di carità catto/comunista, dirottando intanto i soldi pubblici verso i centri di permanenza, di accoglienza, nei campi Rom, ecc. Ma il Pd sta subendo un violento contraccolpo dall’indagine della magistratura, tanto che gli ultimi sondaggi del 9 giugno nel comune di Roma, danno il Pd in picchiata (17%) e il M5S in ascesa (30%).
Quindi appare chiaro che la corruzione oggi a Roma e in Italia in particolare rappresenta un pericolo tanto quanto la criminalità mafiosa. Per combatterla dunque occorre utilizzare gli strumenti impiegati per la lotta ai clan, perché l'inchiesta “Mondo di Mezzo” (nota come Mafia Capitale) ed “Expo”, offrono un quadro della realtà che emerge: «Esistono infatti due diversi tipi di corruzione, entrambe gravi e che si autoalimentano - spiega il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, dal palco della Luiss al convegno “Whistleblowing e la prevenzione della corruzione”- La prima è quella più semplice, del do ut des, la più elementare ma è anche il mare in cui crescono i pesci più grandi. Poi c'è la corruzione sistemica, dove c'è un network articolato di gruppi affaristici, la più difficile da perseguire. Tra queste l'inchiesta Mondo di Mezzo, Expo, Mose offrono uno straordinario quadro della realtà»..
Sine ira ac studio … dalla Terra di mezzo
Rosanna Spadini

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