di Giulietto Chiesa.
L'evidenza è più forte di ogni propaganda. La visita in Italia di Vladimir Putin ha mostrato quanto la linea americana delle sanzioni contro la Russia sia impopolare in Europa.
Il presidente Russo è passato - si può dire - in mezzo a un'ondata di simpatia e di stima che contrastava palesemente con le posizioni del G-7 appena concluso in Germania.
E l'irritazione di Washington è stata immediatamente percepibile attraverso un comunicato ufficiale che ribadiva seccamente gl'impegni (sulle sanzioni da mantenere e, se possibile, accentuare contro la Russia) appena assunti, il giorno prima, dal premier Matteo Renzi in mezzo alle Alpi bavaresi.
Tutti gl'incontri, milanesi e romani, del presidente russo sono stati caratterizzati da questa atmosfera di simpatia e dal desiderio di riprendere i contatti, politici, economici, culturali.Per non parlare del coro di richieste di cancellare le sanzioni, visto e ascoltato dai rappresentanti del mondo industriale e bancario, dalla Confindustria, dalle stesse forze politiche. Berlusconi - ultimo ad essere incontrato da Putin, in aeroporto, prima della partenza - ha annunciato un'iniziativa parlamentare di Forza Italia in tal senso. Ma si può dire che il consenso su questo punto è stato unanime.
Insomma, dopo un anno di violentissime polemiche antirusse, il coro - perfino quello di stampa e televisione italiane - si è trasformato in una specie di inno alla "tradizione di buoni rapporti" che si vorrebbe ripristinare.
Si vorrebbe, ma non si può. Perché la pressione di Washington si va trasformando in una vera e propria isteria. Nessuno - o molto pochi, in Europa - crede più alla favoletta per gonzi dell'aggressione" russa all'Ucraina. Renzi ha lasciato cadere, senza nemmeno nominarla, la questione della Crimea. Minsk-2 è il punto di riferimento per l'Italia. E in Minsk-2 la Crimea non è menzionata.
Dunque si vedrà, da qui al 25 giugno, data del Summit Europeo, se Washington riuscirà a tenere intatto il fronte europeo, appena ricompattato e già in forse dopo Roma, oppure se si troverà di fronte ad altre defezioni, più o meno pronunciate, di Francia e Germania. La signora Merkel ha abbracciato il Barack Obama che negozia con Teheran, anche se poi si è trovata di fronte anche l'altro Obama, che sposa le tesi oltranziste sulla crisi ucraina.
Il G-7 rifiuta Putin come interlocutore. Il Papa di Roma lo riceve in casa propria.
Fonte: http://it.sputniknews.com/politica/20150611/541627.html.
Nessun commento:
Posta un commento