di Nicola Morra ( M5S)
Se lo Stato spende oltre 35 euro al giorno per singolo migrante quando viene accolto -e non interessa se vengano realmente spesi o rubati da chi indegnamente fa business sulla pelle dei migranti stessi-, ma io non arrivo a fine mese e mi si dice che non ci sono i soldi per il reddito di cittadinanza, come cittadino mi sento tradito dal mio Stato, cui magari io, mio padre e mio nonno abbiamo pagato le tasse, prestato servizio militare, accettato le leggi.
Le grandi migrazioni hanno spesso prodotto tensioni fra chi si muoveva e chi vedeva arrivare a casa propria.
Se lo Stato era sufficientemente Stato da prevenire queste tensioni con intelligenza, svolgendo i suoi fondamentali compiti -garantire rispetto delle leggi, sicurezza, giustizia sociale, etc. etc.-, il problema era superato e si realizzava l'integrazione nel rispetto dell'identità di chi accoglieva.
Quando lo Stato non riusciva a sviluppare efficaci politiche di accoglienza ed integrazione, si sono prodotte invece forme di razzismo ed intolleranza, a motivo del caos prodotto dall'incapacità di chi governava, e le tensioni interetniche e razziali hanno prodotto la dissoluzione dello Stato.
La concessione del reddito di cittadinanza a chi ne ha diritto, a quei quasi 10 milioni di cittadini italiani che sono costretti in condizioni di ristrettezze enormi, allevierebbe le tensioni che insorgono fra italiani ed immigrati causa la percezione di una discriminazione operata dall'autorità a favore dei nuovi venuti.
Ma chi ci governa, casta, neanche questo capisce, poiché l'ignorante pensa esclusivamente a difendere il proprio privilegio con la prospettiva di chi non vede oltre la punta del proprio naso, non comprendendo che poi la pentola a pressione può scoppiare da un momento all'altro.
#LAPENTOLASCOPPIA
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