Martedì prossimo il ministro dell’economia Padoan incontrerà il commissario europeo Verstager per discutere della “Bad Bank all’italiana”. Se non si giungesse ad un accordo pare che questa soluzione verrebbe abbandonata in modo definitivo.
Qual’è l’ultima versione di questo mostro generato dalla mente del nostro ministro dell’economia, lo stesso che ha definito l’andamento di borsa di MPS degli ultimi giorni “Normale volatilità” ? Ricordiamo che la Bad Bank dovrebbe assorbile l’enorme mole dei debiti in sofferenza , e magari di dubbia esigibilità, del sistema bancario italiano.
Questa Bad Bank è partita come istituzione unica che avrebbe dovuto assorbire tutte le sofferenze (una cifra dai 200 ai 300 miliardi) del sistema bancario attraverso il finanziamento pubblico, ma questa realtà cozza duramente contro le normative europee per gli aiuti di stato: del resto cosa può essere più aiuto di stato che “Comprare” dei debiti marci dalle banche con i soldi pubblici per poi rivenderli ad un prezzo conveniente a qualche specul. ehm equity fund a prezzo di saldo, permettendogli di guadagnare sulle disgrazie dei debitori , e dei creditori, italiani ?
A questo punto si è passati ad un’altra soluzione, forse più appetibile alle papille raffinate di Bruxelles, perchè condita da numerosi termini inglesi che cercheremo di spiegarvi con le nostre semplici parole. La soluzione che verrà proposta, per quanto non ancora definitiva e non ufficialmente resa nota, prevede la costruzione di “Special Purpose Vehicles”, “Strumenti con finalità speciali”, praticamente delle società finanziarie collegate alle singole banche che fungeranno da piccole “Bad Bank”.
Come avverrebbe la “Magia”. Le banche cedono i crediti in sofferenza al valore al netto dei fondi di ammortamento. Quindi questi fondi vengono cartolarizzati in due tipologie di titoli:
una primo tipo “Senior” dotato di garanzia da parte dello stato tramite Cassa Depositi e Prestiti, che dovrebbe essere commercializzata anche al dettaglio ;
una seconda categoria “Subordinata”, senza garanzia, riservata ad operatori professionali.
La prima tipologia dovrebbe riguardare una percentuale fra il 70% e l’80% del credito ceduto, per un controvalore da 140 a 160 miliardi di euro ceduto , mentre la seconda sarebbe pari al 20%-30%, per un valore dai 40 ai 60 miliardi di euro.
Le Banche: le banche dovrebbero cederei crediti alle proprie SPV al netto del valore dei fondi di rettifica. Il valore medio di questi fondi è del 57% delle sofferenze, per un controvalore di 86 miliardi che le SPV dovrebbero riversare nelle banche. Però si tratta di un valore medio, ci sono banche con coperture quasi totali e poche sofferenze che potrebbero evitare tutto questo bailamme senza problemi, e banche meno prudenti e meno abili nel seguire il proprio attivo che verranno premiate da questo strumento. Ci chiediamo se sia giusto parificare amministratori di banche efficienti, onesti e prudenti con quelli avventati, superficiali o che han preferito dare i fondi ai soliti amici degli amici. Perchè l’effetto della legge è proprio questo.
Chi Paga ? Passiamo ora al lato più spinoso dell’operazione : chi paga in caso i debiti in sofferenza siano veramente tali ? Prima di tutto, secondo dati medi di ABI, i debiti in sofferenza dovrebbero avere un ritorno del 40% . Quindi, se questo si applicasse agli SPV, avremmo incassi per 80 miliardi a fronte di un valore pagato di 86-88 miliardi da parte degli SPV alle banche. Apparentemente quindi la perdita sarebbe contenuta, fra i 6 ed 8 miliardi. Però , come abbiamo detto, sono valori medi: potremmo avere SPV che hanno prestazioni migliori, ed SPV che ne hanno di peggiori. Invece li pareggiamo tutti. Inoltre se la valutazione media ABI è del 40%, abbiamo che la valutazione media di Banca d’Italia effettuata per le banche sottoposte al Bail In è stata pari al 17,5%, con quindi un incasso effettivo di soli 35 miliardi. In questo caso le perdite per gli SPV sarebbero di circa 53-55 milairdi.. Chi ha sbagliato nelle valutazioni ? ABI o BI ? La differenza NON è da poco, visto che il 70-80% di queste perdite sono garantite dallo stato.
VALUTAZIONE ABI: PERDITE PER GLI SPV 6-8 miliardi. PERDITE COPERTE DALLO STATO DA 4,2 MILIARDI A 6,4 MILIARDI
VALUTAZIONE BANCA D’ITALIA: PERDITE PER GLI SPV 53-55 miliardi. PERDITE COPERTE DALLO STATO DA 37,1 A 44 MILIARDI.
CDDPP rischia di prendersi una mazzata fino a 44 miliardi. Cari risparmiatori postali, cosa ne pensate ?
Poi c’è un altro problema. Le fonti differiscono sul tema : alcune affermano che la garanzia da parte dello stato sarà comprata dalla Cassa Depositi e Prestiti, altri sorvolano su questo tema . In entrambi i casi avremo che CDDPP, nata per finanziare investimenti statali sicuri e che si alimenta con il risparmio delle famiglie e dei pensionati, andrebbe a garantire uno strumento altamente speculativo. Se questa garanzia fosse fornita a pagamento avremmo pure un ente non strutturato a questo scopo che emette dei CDS, dei credit default swap, coperti a loro volta dal risparmio postale. Siamo sicuri che questa sia l’evoluzione che vogliamo per la Cassa Depositi e Prestiti ? Se le medie non fossero rispettate , quale sarebbe il danno per il risparmiatore ?
Turbative per l’economia e per il mercato: L’inserimento negli SPV di questi crediti condurrebbe ad una accellerazione delle procedure esecutive immobiliari. Già il mercato non è brillante, con un forte calo dei valori immobiliari rispetto al 2007-2008 (almeno -14%), siamo sicuri che una nuova ondata di vendite giudiziare non possa portare ad ulteriore crollo dei prezzi, visto che la crescita economica langue così come il reddito pro capite dei cittadini ? Anche in questo caso a pagare i danni degli errori non saranno i responsabili di queste operazioni, ma il cittadino comune.
Insomma questa operazione ci pare completamente deresponsabilizzante ed estremamente rischiosa per le tasche dei cittadini. Si viene a salvare una elite bancaria privilegiata ed ormai intoccabile, punendo per l’ennesima volta i risparmiatori.
Tutto questo passerà, come sempre , nel silenzio più totale. Sinceramente spero che, in questo caso,la Commissione faccia la voce grossa….
fonte: Scenari Economici
Nessun commento:
Posta un commento