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giovedì 23 marzo 2017
L'Ungheria di Orban dimostra che fuori dall'Euro c'è vita
L’economia ungherese e’ destinata a crescere a un tasso superiore al 4 per cento nel 2017 grazie a una crescita degli investimenti e dei consumi superiore di molto alla media dell’eurozona, della quale per sua fortuna – e scelta – non fa parte.
E’ quanto riferisce la societa’ di ricerca economica Penzugykutato in un rapporto sulle previsioni di crescita.
In Ungheria si risponde attivamente alle richieste che vengono dai cittadini e dalle Attività produttive. I Risultati Economici lo confermano
Anche un afflusso dei finanziamenti europei potrebbe stimolare la crescita di quest’anno, riferisce il rapporto, che potrebbe essere ulteriormente alimentata da un allentamento della politica fiscale prima delle elezioni generali del prossimo anno.
Politica fiscale che è già su livelli che sono mediamente del 50% più bassi dei paesi che usano l’euro. Il governo Orban, inoltre, ha abbassato l’Iva su molti prodotti alimentari, ridotto di più del 30% i costi delle bollette di luce-gas-acqua, aumentato del 20% le pensioni e del 25% gli stipendi dei lavoratori riducendo la tassazione sulle buste paga.
La crescita economica dell’Ungheria potrebbe ricevere un grande impulso nel 2017 da una crescita degli investimenti, per cui si prevede un aumento del 16 per cento. Persistono tuttavia dei problemi strutturali che frenano ancora un po’ la crescita, riferisce il rapporto, altrimenti il livello per il 2017 supererebbe anche il 4% previsto, arrivando ad insidiare i target della Cina.
L’inflazione media potrebbe attestarsi a circa il 2,7 per cento quest’anno, se la Banca centrale consolidera’ il tasso di riferimento allo 0,9 per cento, banca centrale che non risponde più alla Bce, ma decide autonomamente dopo che il governo Orban tre anni fa letteralmente cacciò dall’Ungheria l’Fmi e l’allora governatore della Banca centrale d’Ungheria, che era agli ordini della Bce, sotituendolo con un altro in sintonia con le politiche del governo. E il risultato è stato spettacolare.
Il rapporto di Penzugykutato inoltre sostiene che il debito pubblico potrebbe calare al 72,4 per cento del Pil entro la fine dell’anno, facendo dell’Ungheria uno die paesi più virtuosi d’Europa anche dal punto di vista dei conti pubblici.
Per i salari medi si prevede per il 2017 una crescita del 10 per cento, mentre quelli reali dovrebbero salire del 7,1 per cento. Il tasso di occupazione dovrebbe toccare le 4.450.000 unita’ nel 2017, mentre 200 mila dovrebbero essere le persone in cerca di lavoro: un dato che si traduce in un tasso di disoccupazione del 4,3 per cento, il più basso d’Europa.
Le esportazioni in euro, secondo quanto riferisce il rapporto della societa’ ungherese, si prevede che aumenteranno del 4 per cento mentre le importazioni sono destinate a crescere del 6 per cento, il che significa che il surplus del commercio estero potrebbe ridursi rispetto allo scorso anno, quando le esportazioni sono cresciute del 2,9 per cento mentre le importazioni sono aumentate del 1,5 per cento, ma il dato è del tutto marginale, in un quadro roseo come questo.
Ovviamente, nella Ue tutti questi dati positivi dell’Ungheria passano sotto silenzio, perchè al governo legittimamente eletto c’è Viktor Orban, un leader che da quando è al potere non ha fatto altro che lavorare per gli interessi del suo popolo, prima di ogni altra cosa.
Fonte: StopEuro
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