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sabato 29 ottobre 2016
Renzi ed il PD in Italia sbattono i pugni contro la rigidità Europea, in Europa votano per l'Austerità
di Movimento 5 Stelle Europa
Il Partito Democratico vota in favore dell'austerità al Parlamento europeo. È pazzesco, irrazionale, assurdo, ma è quello che è successo mercoledì 26 ottobre dopo aver anche rifiutato i tagli alla spesa dell'UE. Il gruppo dei socialisti a cui il partito del premier fa parte (e di cui Gianni Pittella è presidente), ha preso decine di milioni di voti alle ultime elezioni europee. La promessa era: cambieremo le regole inserite nei Trattati. Alla prova dei fatti, invece, da due anni e mezzo sostiene la linea che premia le precarizzanti riforme del lavoro, le privatizzazioni, le liberalizzazioni e il contenimento generale della spesa. Insomma, tutta quella succosa ricetta neoliberista che ci sta portando ad una crisi irreversibile.
Il ruolo politico di questa UE nel condizionare le scelte democratiche è evidente, ancora più palese da oggi è il ruolo che il Partito Democratico sta giocando per affamare il Paese in cambio di qualche poltrona.
Il rapporto votato dal Parlamento europeo sul semestre (relativo alle raccomandazioni specifiche della Commissione ai Paesi membri) spinge ancora verso più l'austerità, più rigore, più liberalizzazioni e molto altro. È un insulto, uno schiaffo alla democrazia, anche - ci duole dirlo - a tutti quei cittadini che votando PD nel 2014 hanno sperato in un cambiamento.
Se pensate di legittimare questi "saltimbanchi della politica" votando "Si" al referendum di dicembre, sappiate che state sostenendo chi a parole - in televisione o sui giornali - vorrebbe cambiare le regole comunitarie. Ma poi a Strasburgo sostiene testi e compromessi che difendono religiosamente il mantra autodistruttivo contenuto nei "sacri Trattati", fregandosene allegramente delle conseguenze devastanti sulla nostra economia e sulla disoccupazione. Piaghe che sono conseguenti all'applicazione forzata di regole che travalicano ogni basilare principio economico e democratico, e che ci relegano ad essere il Paese a più alto rischio povertà dell'intero Continente.
Il Movimento 5 Stelle ha provato a farli rinsavire, presentando emendamenti in cui si è criticato l'insistenza della Commissione ad utilizzare le solite ricette fallimentari che hanno solo aggravato la crisi e fatto aumentare le divergenze tra Paesi. Ma non solo: abbiamo critichiamo il ruolo della moneta unica nel generare distorsioni e squilibri macroeconomici eccessivi. Abbiamo invocato un'azione decisa e concreta nei confronti dei surplus commerciali di Germania e Olanda. Abbiamo posto l'enfasi sul problema delle regole di bilancio, insostenibili, e sulla necessità di rimuovere le restrizioni agli investimenti pubblici produttivi. Abbiamo messo l'accento sulle necessità di condurre politiche economiche che premino i cittadini e non i mercati. In ultimo, abbiamo sottolineato l'urgenza e la necessità di pianificare una dissoluzione ordinata dell'Eurozona prevedendo una clausola di recesso unilaterale per i Paesi che volessero uscirne, prima che l'UE venga travolta da una disintegrazione incontrollata.
È stato tutto inutile. Gli eurodeputati del Partito Democratico (e quelli di Forza Italia) hanno deciso di votare contro in blocco, assieme ai loro gruppi politici al Parlamento europeo.
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