Il Referendum Costituzionale su cui i cittadini Italiani si accingono ad esprimersi, va collocato in un momento storico che prende forma dopo un percorso estremamente strategico che si è delineato in maniera perentoria nell’arco degli avvenimenti dell’ultimo trentennio. La stessa crisi che oggi stiamo vivendo assume i contorni di un ben preciso disegno di potere, ben visibile, nato dalla deformazione di un Sistema Economico Finanziario sempre più connotato dall’accentramento dei poteri finanziari nelle mani di poche entità costituite, fatte di Banche, di Agenzie Finanziarie , di Agenzie di Rating.
Questa che stiamo vivendo è una vera e propria guerra che oggi è in corso tra i popoli e questi Gruppi di Potentati Economici, auto costituiti, che dalla fine degli anni 80 ad oggi hanno operato insistentemente per riprendersi tutti quei diritti che loro stessi avevano concesso ai cittadini nel trentennio successivo al dopoguerra, sicuramente anche a seguito delle grandi Lotte dei Lavoratori negli anni 60, ma soprattutto favorite dall’atteggiamento permissivo di queste classi dominanti, intimorite dell’espansione delle teorie Comuniste che si erano consolidate nella ex Unione Sovietica che mettevano al centro delle politiche dello Stato i cittadini, ben divulgate dal PCI in Italia in quegli anni.
Dopo lo smantellamento della Scala mobile nel 1992 che consentiva l’adeguamento automatico dei salari al costo della vita, dopo la Riforma Pensionistica della Fornero che ha negato il giusto riconoscimento a chi ha lavorato per un’intera esistenza, dopo l’annientamento dell’articolo 18 e dei contratti a tempo Indeterminato sancito dal Jobs Act di Renzi che di fatto ha autorizzato i licenziamenti facili e la precarietà perenne per le nuove generazioni, dopo il drammatico disegno di Legge conosciuto come Buona Scuola, e i tagli indiscriminati alla Sanità della Lorenzin sotto dettatura Europea, il Referendum Costituzionale Italiano si inserisce come l’atto finale, ad opera dell’Oligarchia Finanziaria, per abbattere l’ultimo ostacolo, che consentirà poi di instaurare un nuovo Medioevo, dove potremo distinguere in maniera netta le figure classiche dei Padroni e dei Servi. Questo Ostacolo è oggi rappresentato dalle Costituzioni nate nel Dopoguerra, che per i potentati economici sono troppo garantiste sia a livello politico che a livello Sociale, con un sistema di welfare e di diritti che ostacolano l’affermarsi delle loro politiche di neoliberismo espansivo fatto di grandi Profitti, pochi Diritti e Bassi Salari. Per realizzare questi obiettivi, fondamentali nell’ottica dei loro interessi, è necessario concedere ampi poteri politici e di controllo ad una fetta sempre più limitata della popolazione.
Nel caso della Riforma Costituzionale Renzi/Boschi questo obiettivo lo si può identificare nel cosiddetto combinato disposto Italicum-Riforma Costituzionale. Una sola Camera che legifera ed un sistema di assegnazione di seggi che, anche a fronte di una scarsa partecipazione al voto e di percentuali di Partito relativamente basse, danno il diritto di accesso al Ballottaggio, che va ad assegnare una valanga di Seggi, ad un Partito che ha avuto appena il 25% dei voti, riferito ad una base di votanti che, negli ultimi anni, in Italia ha spesso faticato a superare il 50% del totale degli elettori. Quindi una fetta limitata della popolazione che si ritroverà a decidere il futuro di un intera Nazione.
I sostenitori del SI continuano insistentemente a sottolineare il fatto che questa riforma non tocca la prima parte della Costituzione, quella relativa ai diritti fondamentali ed inalienabili, dimenticando però che questa prima parte è stata già formalmente distrutta dai provvedimenti che sono stati fatti passare da questo Governo e dai due Governi che l’hanno preceduto, già prima citati e noti a tutti, Jobs Act, Buona Scuola, Riforma della Sanità , Riforma Pensionistica. Qualcuno provi oggi a rileggere l’art. 1 della Costituzione che parla di Repubblica fondata sul Lavoro e provi a dargli un senso alla luce di quanto previsto dal Jobs Act.
I sostenitori del SI continuano insistentemente a sottolineare il fatto che questa riforma non tocca la prima parte della Costituzione, quella relativa ai diritti fondamentali ed inalienabili, dimenticando però che questa prima parte è stata già formalmente distrutta dai provvedimenti che sono stati fatti passare da questo Governo e dai due Governi che l’hanno preceduto, già prima citati e noti a tutti, Jobs Act, Buona Scuola, Riforma della Sanità , Riforma Pensionistica. Qualcuno provi oggi a rileggere l’art. 1 della Costituzione che parla di Repubblica fondata sul Lavoro e provi a dargli un senso alla luce di quanto previsto dal Jobs Act.
Oppure provi a leggere l’Art.11 che parla di un’Italia che ripudia la Guerra ma che nella realtà è sempre più spesso coinvolta in azioni che hanno ben poco di pacifico al fianco della Nato e articolo che soprattutto parla di Limitazioni di Sovranità e non di cessioni di Sovranità, così come è invece oggi successo in ambito finanziario con l’Euro e l’Unione Europea. O si provi a rileggere l’Art.36, che parla di un’esistenza libera e dignitosa che lo Stato si impegna a garantire ad ogni cittadino e lo si rapporti a ciò che prevede la Legge Fornero o la Riforma Sanitaria della Lorenzin. Ora con la Riforma Costituzionale si cerca di completare quest’opera di smantellamento della Costituzione andando a toccare ben 47 Articoli della Carta. Proviamo ad esaminare questi articoli, in particolare quegli articoli che chi ha dato alla luce questa Riforma evita sapientemente di sottolineare in pubblico.
Il Primo che smentisce clamorosamente l’affermazione dei sostenitori del Si che parlano di un Senato con poteri limitati, è sicuramente l’Art. 55 che Afferma “ (Il Senato) …concorre all'esercizio della funzione legislativa nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione, …….Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi e delle politiche dell'Unione europea.” In questo articolo si palesa chiaramente la longa Manus della Nomenclatura Europea e delle lobby finanziarie europee che con la Riforma Costituzionale manifestano la loro evidente intenzione di Blindare i Trattati Europei. Cosa che appare in maniera ancor più evidente nell’articolo 80 che esplicitamente afferma “Le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea sono approvate da entrambe le Camere.” Il tutto meglio suggellato dalla modifica all’art.117 che sancisce “ La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali” .
Il Primo che smentisce clamorosamente l’affermazione dei sostenitori del Si che parlano di un Senato con poteri limitati, è sicuramente l’Art. 55 che Afferma “ (Il Senato) …concorre all'esercizio della funzione legislativa nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione, …….Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi e delle politiche dell'Unione europea.” In questo articolo si palesa chiaramente la longa Manus della Nomenclatura Europea e delle lobby finanziarie europee che con la Riforma Costituzionale manifestano la loro evidente intenzione di Blindare i Trattati Europei. Cosa che appare in maniera ancor più evidente nell’articolo 80 che esplicitamente afferma “Le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea sono approvate da entrambe le Camere.” Il tutto meglio suggellato dalla modifica all’art.117 che sancisce “ La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali” .
Con quest’ultimo articolo la Costituzione viene svilita del suo potere centrale all’interno della normativa di riferimento Italiana per essere asservita a ciò che viene indicato dall’Europa attraverso i Trattati, a cui viene vergognosamente subordinata. Questi tre articoli rappresentano il vero Colpo di Stato che viene attuato da questa riforma ad opera dei burocrati Europei, ai danni dei cittadini Italiani e dell’Italia, assegnando un ruolo determinante ad un Senato di poche persone, nominate privatamente dai Partiti, che partecipa allo stesso livello della Camera, eletta invece dalla totalità dei cittadini italiani, alle Politiche Europee, che in base all’Art 117 surclassano e superano i principi sanciti dalla Costituzione. Colpo di Stato che si conferma con l’asserzione implicita nell’articolo 57 che, descrivendo come sarà composto il Senato, asserisce velatamente in maniera sottintesa che il Senato “ non verrà più votato dai cittadini “. Questo fine Machiavellico della Riforma, su cui oggi ci chiamano ad esprimerci, sottolinea, se ancora ce ne fosse bisogno, come i poteri forti poco digeriscono l’ingerenza del volere dei cittadini nella gestione della cosa Pubblica e che viene ancor più rafforzato da ciò che afferma l’articolo 75 sui Referendum popolari ove si sottolinea che “ La proposta soggetta a referendum è approvata……..se avanzata da ottocentomila elettori, (mentre l’attuale Costituzione parla solo di 500.000 elettori)” e l’Articolo 71 che sulla Legge di Iniziativa Popolare asserisce “Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno centocinquantamila elettori (mentre nell’attuale Costituzione sono necessari invece solo 50.000 elettori).
Soltanto analizzando questi pochi articoli emerge l’importanza strategica di questo Referendum, il cui risultato per molti aspetti assume una valenza al pari se non superiore al Referendum sul Brexit Inglese e che in parte giustifica l’enorme interesse manifestato in questi giorni, attraverso le roboanti affermazioni a favore dei SI, fatte da Obama e dai vertici Europei. Così come, allo stesso modo, si spiegano le manovre economiche messe in atto da Renzi e dal suo Governo a colpi di mancette da distribuire a man bassa a Giovani e Pensionati, visti forse come l’anello debole del Panorama Sociale, facilmente manipolabili da questo tipo di elargizioni. La Carta Costituzionale attuale è l’ultimo baluardo a cui poterci aggrappare, se sapremo difenderla da questo violento attacco, per salvaguardare i principi sociali che vi sono ancora diligentemente custoditi e per far rimanere viva la speranza di poter riconquistare quella sovranità in ambito sociale, economico e finanziario che in questi anni ci è stata brutalmente strappata e che diversamente sarà persa per sempre.
Determinante per far ciò sarà l’atteggiamento di ogni cittadino, che il 4 Dicembre si ritroverà tra le mani una scheda Referendaria che potrà sancire e determinare in maniera devastante, con un semplice segno della matita, il futuro più o meno roseo dei Lavoratori, dei Pensionati e di intere generazioni di giovani Italiani che potrebbero vedere accendersi una speranza per la loro vita o potrebbero vedere aprirsi il baratro di un futuro fatto di incertezze e precarietà, senza dignità e diritti. Per dar forma a quella luce di Speranza avrai solo una possibilità, segnare quel “NO” sulla scheda Referendaria, un piccolo atto dal valore enorme. Per il tuo bene e per il bene dei tuoi figli , vota “NO”.
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