Intervista di Tatiana Santi ad Antonio Mazzeo
In Italia è in atto una colonizzazione militare. Sono più di 100 le basi NATO e degli Stati Uniti sul territorio italiano, aree dove gli americani fanno spesso e volentieri quello che vogliono. L'Italia è di fatto un deposito di armi straniere, comprese 90 bombe atomiche, un vero laboratorio di guerra NATO & USA.
La guerra fredda è lontana, ma l'attività della NATO e la sua presenza in Europa non fa che aumentare. L'Italia è un esempio emblematico, rappresenta una piattaforma di lancio ideale per gli Stati Uniti e le loro guerre, il tutto nel silenzio assoluto dei politici e dei mass media.
Gli italiani non sanno che cosa accade all'interno delle basi militari americane sul suolo italiano, non si ha nemmeno la certezza del numero delle testate atomiche che si aggira fra le 60 e le 90 bombe. In effetti gli americani trovano una grande libertà d'azione in Italia, che si può ormai chiamare "la terra delle basi USA". È ora di chiedersi finalmente a che cosa servono le basi NATO e USA in Italia? Quali sono i rischi che corre l'Italia? Sputnik Italia ne ha parlato con Antonio Mazzeo, giornalista da tempo impegnato nei temi della pace e della militarizzazione.
- Antonio, quante basi militari e soldati americani ci sono sul territorio italiano? Abbiamo dei dati?
- Formalmente abbiamo la possibilità di avere dei dati più o meno reali dalle richieste che fa il Dipartimento della Difesa al Congresso e al Senato per farsi autorizzare le spese per potenziamenti delle basi americane in Italia.
Una volta che fanno queste richieste presentano delle schede riassuntive sulle basi, dove trovi delle informazioni sulle funzioni e il numero di addetti militari e civili presenti nelle basi. Si parla di oltre una decina di migliaia di addetti fra militari e civili. Qui bisogna aggiungervi le famiglie al seguito degli ufficiali e del personale militare.
- Con quale forma giuridica viene regolamentata questa presenza?
- In Italia viene regolamentata attraverso una serie di protocolli che di fatto consentono la presenza delle infrastrutture. Nei protocolli viene riassunto anche il tipo di funzione e il tipo di infrastrutture all'interno delle basi. Mi riferisco al complesso di basi a Vicenza, la base di Aviano, la base di Camp Darby fra Pisa e Livorno, la base di Sigonella, il comando di Napoli a Capodichino.
- In alcune basi però sono presenti delle testate nucleari e qui la questione si fa molto delicata.
- È un dato accertato che in questo momento in Italia nelle infrastrutture di Aviano e di Ghedi in provincia di Brescia sono presenti fra le 60 e le 90 testate nucleari. Fra l'altro queste testate sono in via di aggiornamento. C'è un grosso progetto statunitense di potenziamento.
- La presenza di bombe atomiche sul territorio non va in contrasto con quello che è il trattato di non proliferazione?
- Questo fatto è già stato denunciato da numerosi costituzionalisti e politologi. Sicuramente la presenza di testate nucleari in territorio italiano viola la firma del Trattato internazionale di non proliferazione sottoscritto dal governo italiano.
Non si può nemmeno dire che sono delle testate statunitensi e possiamo dunque non sapere della loro presenza sul territorio italiano. È falso, perché le testate nucleari B61possono essere messe a disposizione anche dei cacciabombardieri italiani. In caso di crisi internazionali queste testate possono essere messe a disposizione dell'Aeronautica italiana. La violazione è palese da parte delle autorità italiane.
- Le basi americane e quelle NATO sono considerate suolo italiano o americano? Gli italiani possono sapere che cosa avviene all'interno di queste basi?
- Scateni uno dei grandi quesiti e dibattiti di cui non c'è mai stata soluzione. Innanzitutto esistono basi USA e basi NATO e non detto che le basi americane siano sempre delle basi NATO. Vorrei citare l'esempio della base di Sigonella. Questa base ha un'area sotto il controllo unico degli Stati Uniti a tutti gli effetti, in particolare della Marina e dell'Aeronautica. Qui non c'è assolutamente la possibilità da parte delle autorità italiane di poter sapere delle operazioni militari che vengono eseguite. La vicenda della famosa notte di Sigonella nel'85 quando si creò uno dei più grandi conflitti politico militari fra Italia e Stati Uniti ne è un esempio: si trattò di una vera e propria operazione di pirateria aerea quando obbligarono un aereo che trasportava un gruppo palestinese ad atterrare a Sigonella. Questa è la dimostrazione palese che gli americani in un pezzo di territorio hanno la possibilità di fare quello che vogliono. Sempre a Sigonella c'è un'area a tutti gli effetti NATO, il comando è condiviso in sede atlantica. All'interno di questa base c'è anche un'area italiana, dov'è prevista la presenza del 41-simo stormo dell'Aeronautica militare che è sotto comando dell'Aeronautica stessa.
- Ci sono basi militari quindi molto diverse fra loro?
- La situazione è molto più complessa della divisione fra basi USA e basi NATO, perché ci sono delle basi italiane che vengono messe a disposizione di volta in volta delle forze aeree statunitensi. È il caso della base italiana Pantelleria, che da un anno e mezzo viene messa a disposizione delle forze armate statunitensi. Si tratta di un aereo appartenente ad una compagnia statunitense, che però compie azioni militari di spionaggio di tutto il Nord Africa, dalla Tunisia fino all'Egitto sotto il comando di USAFRICOM.
La situazione oggi è molto più complessa, perché ci sono in Italia strutture civili, dove però di volta in volta vi è autorizzato il dislocamento di aerei o NATO o delle forze armate statunitensi. Molte delle basi italiane vengono messe a disposizione anche di forze armate di Paesi che non sono all'interno dell'Alleanza Atlantica. In Sardegna si fa un utilizzo costante dei poligoni e degli aeroporti messi a disposizione delle forze armate di Israele o di molti Paesi del mondo arabo come l'Arabia Saudita, il Qatar. La situazione con le basi militari in Italia viola i principi costituzionali e sfugge a quello che dovrebbe essere il controllo parlamentare.
- In effetti in alcune basi militari in Italia gli americani fanno un po'quello che vogliono. La popolazione come reagisce a tutta questa situazione?
- Rispetto alla gravità della situazione e al fatto che molte basi in Italia vengono già utilizzate per operazioni di guerra in Medio Oriente, in Africa, ovviamente la risposta, o meglio, la consapevolezza da parte italiana è veramente minima. Se neanche il Parlamento italiano ritiene di non doversi mai confrontare e aprire un dibattito serio su quello che è accaduto negli ultimi anni, è troppo chiedere che sia la popolazione a farlo.
I grandi sistemi mediatici inoltre fanno in tutti i modi per non dare informazioni sulla gravità, per cui è chiaro che la risposta e la consapevolezza da parte della popolazione sia molto bassa. Non dobbiamo dimenticare comunque che in Sicilia, Sardegna, in Veneto sono state diverse le forme di lotta rispetto ai processi di militarizzazione e al rafforzamento della presenza militare straniera, USA e NATO nel nostro Paese. La vicenda del M.u.o.s di Niscemi è emblematica, vi è stata un'opposizione alla costruzione dell'aeroporto Dal Molin a Vicenza. Meno note forse in Italia sono le forme di opposizione dal basso che si verificano in Sardegna, rispetto la presenza militare e l'uso di buona parte del territorio per sperimentare sistemi di guerra.
Inoltre l'anno scorso di fronte alle maxi esercitazioni NATO "Trident Juncture" si sono svolte diverse manifestazioni di opposizione. Ora sono in atto nell'isola da tutti conosciuta per l'immigrazione, Lampedusa, che ha visto un boom di militarizzazione inimmaginabile: l'isola si trasforma in una selva di sistemi radar, uno degli avamposti principali della NATO nel Mediterraneo.
- L'Italia che cosa rischia secondo te essendo coinvolta in una NATO molto aggressiva, tenendo conto delle numerose basi militari americane sul suo territorio?
- La NATO non è mai stata una struttura difensiva, questo potevano mascherarlo quando c'era la guerra fredda. Caduto l'altro blocco è caduta anche la foglia di fico che dimostra il ruolo profondamente aggressivo e imperialista di questa alleanza. La NATO è cambiata, è molto più complessa, è un'alleanza fatta anche di attori che non sono subordinati agli Stati Uniti. Penso al ruolo della Turchia in questo momento, ma penso anche alla Francia e alla Gran Bretagna, che vogliono assumere un ruolo da primadonna per esempio nel continente africano, anche in conflitto e in tensione con altri Paesi della NATO. Questo a mio avviso aumenta il rischio per Paesi come l'Italia a trovarsi in un'alleanza atlantica che è sempre più aggressiva, imperialista che vede al suo interno interessi contrastanti con gli interessi economici, politici e militari del nostro Paese. In questo contesto, di fatto, la presenza NATO influisce sulla politica estera italiana, ma anche sulla sua situazione sociale e politica interna.
Fonte:https://it.sputniknews.com/opinioni/20160909/3348096/italia-nato-usa-sigonella-guerra.html
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