E’ necessario rivedere gli accordi con le compagnie minerarie. Per la Ola, Organizzazione lucana ambientalista, le attuali estrazioni di barili al giorno, pari a circa 80mila, sono insostenibili per ambiente e salute in Basilicata. Per questo motivo la Ola chiede alla Regione Basilicata, ai Gruppi Consiliari presenti in Consiglio Regionale ed ai Parlamentari Lucani di rivedere gli accordi vigenti e quelli futuri sul petrolio in Basilicata, nonchè quelli relativi alle concessioni Val d’Agri e Gorgoglione, rispettivamente del 1998 e del 2006, abbassando il limite complessivo estraibile in Basilicata al di sotto della soglia attuale degli 80.000 barili di petrolio al giorno.
Per la Ola tale richiesta è avvalorata dal fatto che già con l’attuale limite raggiunto degli 80mila barili/giorno nella sola Val d’Agri, sussistono gravi problematiche di impatto ambientale e sulla salute, ove si pensi alle emissioni in atmosfera e gli impatti sul delicato sistema idrico, nonchè all’assenza di un ottimale funzionamento del sistema di monitoraggio ambientale che presenta oggettive carenze sul piano strutturale e gestionale, con la V.I.S. (Valutazione di Impatto Sanitario) non ancora avviata nei comuni della Val d’Agri per incompresibili motivi burocratici.
Si pensi inoltre anche al mancato punto zero o “bianco” – evidenzia la Ola – in Val d’Agri e specialmente nell’area del progetto Tempa Rossa. La situazione attuale, per quanto riguarda impatti e rischi su ambiente e salute, potrebbe precipitare ed addirittura aggravarsi, a seguito dell’applicazione dello “sblocca Italia”, che prevede di trasformare la Basilicata in “regione gruviera” d’Italia e d’Europa, al di la di facili ed ingiustificate accuse di “allarmismo” rivolte nuovamente ieri dal presidente della Regione Basilicata ai cittadini, ai movimenti ed ai 65 sindaci che chiedevano di impugnare la legge sblocca Italia presso la Corte Costituzionale, con le compagnie minerarie che, facendo ricorso al TAR Basilicata (vedasi recenti sentenze per le istanze idrocarburi Masseria La Rocca e Palazzo San Gervasio) ottengono il via libera alle ricerche ed anche per le future estrazioni di petrolio e gas grazie allo”sblocca Italia” .
E’ quindi necessario, per dare concretezza alle enunciazioni di principio fatte dal presidente della Regione Basilicata in merito alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei lucani, chiedere al governo, attraverso la revisione degli accordi vigenti e quelli futuri, di non superare il limite degli 80mila barili al giorno di petrolio estraibili in Basilicata, pena il depauperamento e l’inquinamento di un bene idrico strategico ed importante per salute, ambiente e sviluppo, con l’acqua utilizzata non solo in Basilicata per scopi civili, agricoli e zootecnici.
Un depauperamento questo causato dalle estrazioni petrolifere, sia sotto l’aspetto qualitativo sia dal punto di vista quantitativo, considerato che per le attività legate al petrolio servono quantitativi enormi di acqua e che la “petrolizzazione” imposta alla regione dal governo potrebbe causare effetti nefasti per la stessa permanenza futura dell’uomo e delle sue attività sul territorio della Basilicata
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