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giovedì 9 maggio 2019

Potrebbe essere lui a tirare l’acqua.

di Tommaso Merlo

Il Pd si affida a Pierre Moscowc per rilanciare la sua campagna elettorale. Già, proprio lui. Il cagnolino di Macron e della Merkel che quando governava Renzi se ne stava a cuccia buonino e da quando sono arrivati i gialloverdi abbaia dalla mattina alla sera. Gli hanno ordinato di attaccare gli odiati populisti nella speranza che il terrorismo finanziario li faccia saltare. Lui ha ubbidito ma finora ha piantato solo una gran cagnara. La manovra è passata e comincia a dare i suoi frutti. L’unica cosa che ha ottenuto Moscowc è quella di vincere la gara di odiosità tra i commissari europei. Primo classificato assoluto. Ciò che lo rende speciale è la viscerale ipocrisia combinata ad un ghigno da radical shit transalpino davvero arrogante.




Il Pd non poteva scegliere testimonial migliore. Un nemico giurato dell’Italia. Davvero una mossa geniale. Così anche le teste più dure capiranno che il Pd non ha nessuna intenzione di cambiare alcunché. Ed anzi, rivendica tutto. Con forza.


Anche l’amicizia con Moscowc, anche la sudditanza con la burocrazia europea. Anni in cui i dirigenti del Pd urlavano contro i vincoli, poi appena atterravano a Bruxelles s’inginocchiavano per elemosinare qualche spicciolo collezionando porte in faccia. Il Pd ha dovuto mettere l’Italia a disposizione dei trafficanti di uomini per ottenere la mancia degli ottanta euro. Nel frattempo Moscowc permetteva ai suoi padroni di sforare anche il ridicolo. Il Pd non poteva scegliere testimonial migliore. Un nemico giurato dell’Italia. Così anche le teste più dure capiranno che Zingaretti è l’ennesimo utile idiota delle spoglie ex comuniste che dopo aver smarrito idee, senso e credibilità politica, mirano a preservare almeno il loro status. Ci hanno provato con gli stipendi e insistono coi finanziamenti pubblici. Rivogliono i soldi. Sperano di comprarci le poltrone. Placcate oro. Come ai bei tempi. 

Rivogliono tornare ad essere casta e comandare una democrazia in cui a loro – élite illuminata di politicanti professionisti – spetta d’incarnare la volontà popolare. O al servizio delle lobby o dei poveri cristi. A seconda della convenienza. Loro. Modello Macron. E per riuscirsi Zingaretti s’inspira a Moscowc anche a livello umano e comunicativo. Con una campagna elettorale imbastita sul catastrofismo economico e sul forza spread. Panico finanziario a fini politici e spaccio del letame austero come fosse cioccolato. Come il mentore transalpino, poi, Zingaretti si affida alle giravolte in politichese per coprire le bugie e ad abbondanti dosi di acidità. Nonostante la ridarola, infatti, Zingaretti sputa fiele anche se lo fa sempre fuori luogo e con pessimo tempismo. 

Proprio come capita a Moscowc e a tutti i burocrati della politica che col tempo finiscono per perdere ogni contatto con la realtà. Il Pd non poteva scegliere testimonial migliore. Davvero una mossa geniale quella di monsieurMoscowc. Potrebbe essere lui a tirare l’acqua.

fonte: QUI

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