Il gesto eroico della governatrice umbra incarna tutti coloro che si ostinano a votare Pd. La Marini si è opposta alle proprie dimissioni. Si è opposta alla fine di un’era. La sua, quella della sua giunta, quella del vecchio regime. Resistenza, orgogliosa. Perché è sempre stato così in Italia e sempre lo sarà. Perché truccare i concorsi lo hanno sempre fanno tutti e sempre lo faranno, perché la lottizzazione negli enti pubblici esiste da sempre e sempre esisterà, perché è normale che la politica gestisca clientele in cambio di voti, perché in tribunale tutto finirà in niente. È sempre stato così. Nel Pd, in Italia. E sempre lo sarà.
Quanto ai quei ragazzi che dopo anni di studio viaggiavano di notte sui pullman con in tasca gli ultimi risparmi delle loro famiglie per partecipare a concorsi truccati nel circolo del Pd. Cazzi loro. Questa è l’Italia. E se non gli va bene che vadano all’estero e non rompano i coglioni.
Quanto al 4 marzo e alla ribellione populista, quanto al governo del cambiamento guidato da un Movimento che ha vinto le elezioni al grido di onestà, sono solo slogan di una banda di scappati di casa e ben presto tutto tornerà come prima. È sempre stato così e sempre lo sarà. Idee e prassi maturate in anni ed anni di degenerazione culturale. Una giungla. Dove vince il più forte. Politicamente. Come lo è stato il Pd che per decenni ha distribuito poltrone e lavoro pubblico come fosse roba sua. In cambio di consenso, di potere. Una sottocultura delinquenziale che l’impunità e l’avidità ha trasformato in una tragica normalità. Un giungla che il Pd ha cavalcato e difeso e in cui ha sguazzato una vita anche il suo ultimo prestanome Psingaretti. Negli ultimi anni il Pd ha riempito le carceri di suoi esponenti politici. Lo dicono i fatti che sia un partito marcio. Non i suoi nemici. Eppure il Pd non si è degnato nemmeno di fare una legge anticorruzione mentre governava e non ha mai ammesso che la corruzione sia la vera emergenza nazionale.
Della “questione morale” di berlingueriana memoria se n’è sempre altamente sbattuto. Solo pelose chiacchiere garantiste. Tra una retata e l’altra. E anche oggi. Nonostante milioni di voti persi e nonostante sia ancora devastato dagli scandali, il Pd è inerte e Psingaretti si nasconde dietro al solito nauseabondo politichese. Se fosse davvero un segretario “nuovo”, Psingaretti si vergognerebbe del passato, chiederebbe scusa ai cittadini e rinnoverebbe il partito dalle fondamenta cacciando tutti i dirigenti complici. Ed invece Psingaretti li ha promossi e pure candidati alle europee ed invece di fare mea culpa se la prende con quei maledetti scappati di casa del Movimento che gli sbattono in faccia la sua colossale ipocrisia. La governatrice Marini è molto più trasparente e coerente di Psingaretti e il suo gesto davvero eroico. Lei rivendica la sua storia, rivendica il modo in cui ha sempre fatto politica e si oppone platealmente alla fine di un’era.
La sua, quella della sua giunta, quella del vecchio regime. Proprio come gli elettori del Pd superstiti. Convinti che in Italia non cambierà mai nulla e sia meglio perseverare nell’errore. Meglio sputare su chi cerca di fare pulizia. Perché è sempre stato così e sempre lo sarà.
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