C’è tutto l’odio verso il Movimento 5 Stelle nel volto sfigurato della Raggi sbattuto in prima pagina. C’è tutta la violenza mediatica con cui la stampa del vecchio regime ha sempre trattato i portavoce del Movimento. C’è tutta la disperazione di un regime fallito che non si vuole rassegnare alla sua fine. Una vergogna. Il vecchio regime si è sempre rifiutato di “abbassarsi” al livello del Movimento. Non ha mai contestato le sue proposte e i suoi valori, ma ha sempre tentato di distruggerlo a prescindere. E colpendo ad altezza uomo pur di fermare quei cittadini che hanno osato sfidarli e poi scalzarli dal potere.
Cittadini che se non bastasse, lo hanno fatto con la sola forza delle loro idee scoperchiando così il letamaio d’ipocrisie su cui si reggeva la vecchia partitocrazia.
Cartelli elettorali, giornalai al seguito, lobby fameliche e montagne di soldi pubblici. Questo è il punto. Solo per il fatto di esistere, solo per il fatto di aver vinto le elezioni, il Movimento ha dimostrato che un diverso modo di fare politica esiste eccome e che tutto il vecchio regime è da sbattere nella spazzatura. Nasce da questo l’odio viscerale verso il Movimento. Non solo dalla fine delle mangiatoie, ma anche dall’introduzione di un nuovo modello che rimpiazza quella sciagura che è stata la vecchia partitocrazia.
Il vecchio regime ha retto per decenni perché un’alternativa ai vecchi partiti e alla bufala destra-sinistra non c’era. Oggi c’è ed è il Movimento e per questo lo vogliono distruggere e tornare al passato. La vittoria di Virginia Raggi a Roma – mai come oggi metafora del paese intero – è stata un passo fondamentale per la cavalcata a 5 stelle. E fin dal suo insediamento, contro il sindaco della capitale è partita una campagna spietata per distruggerla. Una campagna mirata a colpirla non per le sue idee o i suoi valori, non entrando nel merito delle decisioni o delle strategie, ma una campagna diffamatoria mirata a delegittimarla. Come sindaco, come persona e poi perfino come donna. I capi mafia e i terroristi sono stati trattati con più tatto rispetto al sindaco di Roma dalla stampa italiana – e cioè dal braccio armato delle lobby e dei partiti del vecchio regime.
La Raggi è stata infamata, denigrata, snobbata, sabotata nonostante non abbia commesso nessun crimine ma stia lavorando onestamente per risolvere problemi enormi ereditati da chi ha governato prima di lei. Gli stessi giornalai che l’attaccano parlavano d’altro quando i loro amichetti e capetti devastavano Roma e l’Italia intera. Ma l’obiettivo del vecchio regime e dei suoi fantocci giornalistici non è il Campidoglio, non è la Raggi. Il loro obiettivo è distruggere il Movimento 5 Stelle, é boicottare il cambiamento, é tornare al potere. La Raggi è solo una vittima sacrificale scelta perché bersaglio facile. E per colpirla sono disposti a tutto, perfino a sfondare il muro del sessismo. E se certe volgarità era più lecito attendersele dalla becera fu destra, vederle dalla fu sinistra fa davvero impressione.
Proprio la sinistra perbenista così storicamente sensibile al mondo delle donne, la sinistra moralmente superiore che ha fatto della difesa del sesso debole una bandiera, la sinistra che lucra da decenni con la retorica femminista. C’è tutto l’odio verso il Movimento 5 Stelle nel volto sfigurato della Raggi sbattuto in prima pagina. C’è tutta la violenza mediatica con cui la stampa del vecchio regime ha sempre trattato i portavoce del Movimento. C’è tutta la disperazione di un regime fallito che non si vuole rassegnare alla sua fine. Una vergogna.
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