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lunedì 22 gennaio 2018

ECCO PERCHÉ NON TI FANNO RIPAGARE IL DEBITO

Intervista a 
Marco Bersani
trascrizione di 
Vincenzo Cirigliano

Per capire cosa sta succedendo oggi, dobbiamo capire cosa è la favola Neoliberista, dobbiamo quindi tornare indietro agli anni 70. In quegli anni avvengono innovazioni tecnologiche senza precedenti nel campo dei Trasporti, nel campo della Comunicazione, nel campo dell'informatizzazione e sono innovazioni che modificano radicalmente il sistema Produttivo, in particolare separano la produzione Economica dai confini Nazionali; fino ad allora l'economia Italiana era quello che si produceva in Italia. Queste innovazioni Tecnologiche rendono possibile una produzione sganciata dai confini Nazionali. Per fare un esempio, la macchina Fiat è prodotta in 25 Paesi, non è prodotta in Italia.





Questa enorme possibilità creata da queste innovazioni tecnologiche, ha permesso l'avvento della Dottrina Neoliberale, su queste cose qualcuno ha innescato la favola liberista che sostanzialmente suonava così: "Grazie a queste innovazioni tecnologiche possiamo trasformare il pianeta in un immenso mercato, anzi se eliminiamo tutti i vincoli sociali, ambientali e tutti i diritti e permettiamo al mercato di essere l'unico regolatore sociale, tutto questo produrrà una enorme ricchezza che, a cascata, senza eliminare le disuguaglianze sociali, la ricchezza sarà talmente grande che produrrà benessere per tutti."
Questa la favola liberista iniziata negli anni 70, che non è entrata in crisi oggi, ma già nella seconda metà degli anni 80, perchè di quella favola si è realizzato tutto tranne l'ultima parte.

Si è effettivamente prodotto una immensa quantità di beni e di merci, ecco perchè la natura se ne è accorta e la contraddizione ecologica non è stata mai così drammatica come in questi anni, ma non c'è stata alcuna redistribuzione sociale, anzi il pianeta alla fine degli anni 80 si è trovato diviso drasticamente in due parti, una parte maggioritaria talmente impoverita da non poter comprare alcuno dei beni prodotti ed una parte minoritaria che sostanzialmente aveva viceversa comprato tutto. Perchè? Perche io posso, con miliardi di pubblicità, convincere qualsiasi persona che la sua automobile va cambiata ogni due anni, ma nessuna persona comprerà dieci automobili a testa, io posso convincere miliardi di persone che il loro iPod è obsoleto, ma nessuno comprerà 10 iPod a testa. C'è un limite di saturazione raggiunto il quale se non trovo alcun acquirente per queste merci mi trovo in una impasse economica. Questo limite questo modello economico lo ha riscontrato già a metà degli anni 80. Come ha superato questo impasse? Con l'apertura delle porte alla finanziarizzazione dell'economia, come se il modello non potendo più fare adeguati profitti vendendo merci, ha deciso di fare profitti adeguati semplicemente scambiando denaro. Si sono quindi aperte le porte alla cosiddetta economia virtuale finanziaria che oggi ha raggiunto dimensioni quasi da follia. Solo un pò di dati per dare un'idea: oggi il commercio estero di beni tra Stati è pari a 20.000 Miliardi di Dollari l'anno. 

Sui mercati finanziari Mondiali 20000 miliardi di Dollari si fanno in cinque giorni, questo da una parte dà la dimensione dei mercati finanziari, ma vuole anche dire che sui mercati finanziari per trecentosessanta giorni all'anno si fanno scommesse su beni, servizi e Asset che non hanno alcun collegamento con l'economia reale. Per fare un esempio su cento transazioni finanziarie sul prezzo del grano, una è fatta da qualcuno che produce e distribuisce il grano, le altre 99 sono fatte da fondi di Investimento che non sanno nemmeno cos'è il grano, ma tutti i giorni scommettono sul prezzo del Grano e lo determinano. Per dare un'altro esempio del valore dei mercati finanziari, potremmo dire che il valore della ricchezza mondiale, il PIL del Pianeta, è pari a 60.000 Miliardi di Dollari l'Anno, nei mercati finanziari, senza nessun controllo, nel cosiddetto settore della Finanza Ombra, quella che non passa per le borse, transitano 12 volte il valore del PIL Mondiale. Siamo quindi di fronte ad una bolla gigantesca che ha permesso la prosecuzione di profitti giganteschi per 25 anni ma che porta con se alcuni problemi, per esempio il fatto che le bolle diventano un circolo vizioso. Per dare una dimensione storica possiamo dire che se per tutto il 900 le crisi finanziarie di un certo livello avevano una periodicità decennale, negli ultimi venti anni queste crisi sono diventate prima con una periodicità biennale, poi annuale, fino al 2007- 2008 in cui è esplosa la crisi economica finanziaria globale nella quale siamo ancora immersi. Per poter superare questa costruzione di bolle che preparano bolle successive, almeno una parte dell'enorme massa di denaro acquisito sui mercati finanziari dev'essere investito in qualcosa di reale. Qui però il Sistema si trova con lo stesso problema che aveva a metà degli anni 80, perchè la parte impoverita del pianeta è stata ancor più depredata e non può comprare nulla, e la parte che ha una capacità di acquisto, a cui noi apparteniamo, anche se questa capacità di acquisto si è ridotta, ha già comprato tutti i beni possibili. Quindi il modello deve sostanzialmente trovare beni da far acquistare a questa fetta di popolazione che prima non acquistava. 

Quali possono essere questi beni? Se io comincio a dire che l'Istruzione non è un bene comune ma un bene economico vuol dire che una parte di popolazione smetterà di studiare ma chi se lo può permettere pagherà per essere istruito. Se io comincio a dire che la salute non è un diritto ma è un bene economico, vuol dire che una parte della popolazione morirà perchè si curerà in ritardo ma chi se lo può permettere pagherà per avere la salute. Se io dico che l'acqua non è un bene comune ma un bene economico ho fatto bingo, perchè per far acquistare i.Pod, Automobili, ecc,  devo spendere miliardi in Pubblicità, nessun bisogno di pubblicità per far consumare acqua. Cosa voglio dire con questo: è che l'attacco ai beni comuni, diritti, a tutto quello che fin'ora era sostanzialmente considerato lo stato sociale, è necesssario all'attuale modello economico per consentire di superare la crisi sistemica in atto. Questo significa che non è più possibile un liberismo temperato, perchè la parte di compromesso tra i profitti e i diritti, che si riconduceva allo Stato Sociale, oggi è esattamente la parte che è sotto attacco. Ovviamente se io debbo attaccare i diritti, i beni comuni, la Democrazia, non posso più raccontare la favola Liberista, ossia devo trasformare la favola liberista in un incubo, in qualcosa che desti paura, perchè se in una comunità dicessi: da questo momento dobbiamo privatizzare la salute, privatizzare l'Istruzione, privatizzare l'acqua, i beni comuni, togliere i diritti sul lavoro, togliere la democrazia e poi domanderei "siete d'accordo?", è chiaro che la comunità manifesterebbe il proprio dissenso. Se io però spavento questa comunità dicendo : Attenzione siamo vicini al Default, attenzione siamo in emergenza, attenzione siamo vicini al burrone, attenzione la crisi è spaventosa, allora la gente comincia a dire " Forse bisogna seguire quello che ci stanno dicendo perchè la situazione è diventata di emergenza". La trappola del Debito Pubblico serve esattamente a questo passaggio. Io ricordo che Milton Friedman, uno dei teorici del modello neoliberista, diceva una frase che andrebbe scritta in ogni scuola di ordine e grado, ossia "ogni shock serve a far diventare politicamente inevitabile quello che è socialmente inaccettabile". La trappola del Debito ha esattamente questo scopo, io attraverso il mostro Debito Pubblico spavento la Comunità, per chiedere la rassegnazione di questa comunità alla prosecuzione delle politiche liberiste, di privatizzazione, di espropriazione dei beni comuni e della Democrazia.

Questo è esattamente quello che è avvenuto con la Crisi del 2007-2008, in particolare in Italia dal 2011. Quando in Agosto l'U.E. ha mandato la famosa lettera all'allora Governo Berlusconi in cui c'erano 26 punti di Azione che avrebbe dovuto mettere in campo il Governo, per rispondere alla necessità di una maggiore stabilità finanziaria. Il Governo Berlusconi si è rivelato incapace di eseguire questo mandato e questo è il motivo per cui tutta la seconda parte del semestre 2011 la cena degli italiani è stata disturbata ogni momento da telegiornali che ogni momento ci parlavano dello SPREED, cioè la differenza dei tassi di interessi che la Germania pagava sui popri Bond ed i tassi di interesse pagati dall'Italia. Ci hanno fatto il lavaggio del cervello per sei mesi su questa cosa fino a che hanno catapultato Monti al governo del Paese ed improvvisamente questa parola è sparita, in quanto è arrivato un Governo in grado di rendere operative le politiche di vincolo finanziario dell'Unione Europea. 

Questo è il motivo per cui si è passati dalla narrazione della favola liberista che dice " fateci fare a noi che ci sarà benessere per tutti", all'incubo liberista che dice " attenzione questo modello per stare in piedi deve andare avanti in questa direzione sia che voi siate consapevoli e consenzienti, sia che non lo siate. Se non credete più che privato è bello, privato è obbligatorio ed ineluttabile, quindi potete non essere più d'accordo con noi ma l'importante è che accettiate che questa sia la direzione che viene intrapresa ". In questa fase il modello sembra più feroce perchè si esprime ed attacca direttamente i diritti, ma in realtà è un elemento di gigantesca debolezza. Se ci pensiamo un modello è più forte quando ha il consenso delle persone. Quando invece ottiene solo la rassegnazione delle persone è chiaro che è un modello che resiste finchè dura la rassegnazione delle persone. Il giorno che queste smettono di rassegnarsi e cominciano a ribellarsi non c'è più nessun altro elemento che li tiene legati alla catena. D'altronde le difficoltà di questo modello si vedono anche nella comunicazione, una comunicazione che potremmo dire schizofrenica. Se uno guarda i telegiornali, i Talk show o le trasmissioni di opinione l'immagine che viene veicolata è quasi sempre quella dell'uomo indebitato colpevole del proprio debito, che ha vissuto al di sopra delle sue possibilità, che lavoriamo troppo poco, che andiamo in pensione troppo presto, l'idea cioè dell'uomo colpevole del suo debito e che quindi deve ripagarlo. Poi però c'è la pausa pubblicitaria ed improvvisamente l'immagine che viene veicolata è quella dell'uomo innocente nel consumo. L'uomo che cioè deve essere immerso nel paradiso delle merci, deve poterle pretendere tutte, che ne ha diritto, che dev'essere orgoglioso di comprare . Si chiude la pausa pubblicitaria e ritorna l'immagine dell'uomo colpevole del debito. Un Modello che instaura una comunicazione così schizofrenica, da una parte deve colpevolizzare, dall'altra ha bisogno delle persone che continuino a comprare, è un modello che è in chiara difficoltà e contraddizione pesante. Siamo di fronte ad un modello che ha inasprito il proprio modo di esprimersi perchè ha una maggiore debolezza di prima, perchè mentre prima si fondava su un certo consenso, oggi si fonda solo sul fatto che le persone sono impaurite e spaventate e si comportano come si comporta una comunità spaventata, dove da una parte si crea una frammentazione sociale, quindi un isolamento di ciascuna persona, e dall'altra si crea l'adesione alla narrazione dominante, perchè se io mi identifico con chi è forte, penso che in qualche modo posso cavarmela. 

Questa la situazione in cui noi siamo adesso legata all'idea ideologica in cui è stata raccontata questa crisi. Già il fatto stesso che viene chiamata crisi, senza alcun aggettivo aggiunto al sostantivo, ci dice che, 1) ci stanno raccontando che è una crisi di tutti ed invece non è vero, perchè chi faceva profitti prima ha continuato a farne ed addirittura ha incrementato i propri profitti e non è vero che siamo tutti sulla stessa barca, esistono infatti alcuni settori della società molto ben limitati che su questa crisi continuano ad arricchirsi ed esiste invece una grande maggioranza sociale che si sta impoverendo, 2) con il fatto che chiamano questa situazione Crisi e basta è perchè vogliono trasmettere la transitorietà della crisi stessa. Se io dico che un mio amico è in crisi, significa che il suo equilibrio è entrato in difficoltà e che prima o poi troverà o un nuovo equilibrio o un disagio conclamato ma la fase intermedia è una fase temporanea, tant'è che ci raccontano ogni anno che all'inizio dell'anno prossimo si intravede la ripresina. 

Questo succede dal 2007 in Italia. In realtà questa non è una crisi temporanea, è una crisi sistemica, ed il sistema ha pensato che per poter superare la propria crisi deve mettere sul mercato tutto quello che prima era fuori mercato. Ai cittadini ed alla comunità resta il problema di capire se quella direzione è quella giusta, che soddisfa i bisogni ed i diritti di tutti, o se è meglio superare questo modello ed intraprendere una strada nuova.

In merito al Debito diamo intanto un pò di dati complessivi: attualmente il debito sul pianeta è pari a 200000 miliardi di dollari, 44000 miliardi è il cosiddetto Debito Pubblico,156000 miliardi è il debito di famiglie ed imprese. Ora 200000 miliardi di dollari è pari a tre volte il Pil del Pianeta. Cosa vuol dire? Vuol dire che se seguissimo le teorie dell'economia classica noi dovremmo dire che il pianeta terra è in fallimento. Ha cioè un debito tre volte superiore alla sua capacità di produrre ricchezza. Eppure, con qualche affanno, il pianeta terra continua ad esistere. C'è qualcosa quindi che non ci raccontano in maniera adeguata. Un altro elemento è che se io avessi un debito di 5000 Euro sarei preoccupato perchè con le scarse risorse che ho e le energie che ho, in qualche modo potrei pagarlo. Se avessi un debito di 500000 Euro sarei molto più rilassato dal punto di vista psicologico, perchè se anche arrivassero con i carri armati, io non potrei mai ripagare quella cifra. Noi tutti in Italia siamo in questa seconda condizione. Siamo con un debito che è impagabile e ci comportiamo come se fossimo nella prima condizione, come se questo debito potesse essere pagato. In Italia il Debito è di 2230 Miliardi pari al 132% del PIL, uno dei debiti più alti al mondo, e tutti ci raccontano che questo debito è dovuto al fatto che abbiamo sperperato o vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Se si vanno a guardare però i dati si scoprono però delle cose molto interessanti. Intanto questo debito non potrà mai essere ripagato, da una parte perchè quantitativamente è impagabile, dall'altra che gli stessi creditori non sono interessati al pagamento del debito. L'usuraio nella sua vita teme due cose: la morte del debitore ed il saldo del debito, perchè in entrambi i casi perde un'entrata sicura che sono gli interessi e dall'altra la possibilità di poter assoggettare il Debitore, ossia utilizzarne i beni, utilizzarne il tempo, le energie e soprattutto fargli fare le scelte che vuole. I creditori non hanno alcun interesse al saldo del debito. Gli interessa che rimanga attiva la catena del debito ed il pagamento degli Interessi. Noi in Italia paghiamo tra gli 80 ed i 90 miliardi di interessi all'anno sul debito. E la terza cifra del PIL dopo la previdenza e la Sanità. Quindi ogni anno a Gennaio in questi giorni 90 Miliardi se ne vanno solo per pagare gli interessi sul debito. Ma da dove arriva il Debito Italiano.? Se facciamo un passo indietro ed andiamo a vedere dal 1960 ad oggi, scopriamo che dal 1960 al 1981 il rapporto Debito/PIL nel nostro paese è stato sotto il 60% che è la cifra che i burocrati di Bruxelles considerano adeguata per definire un'economia sana. 

Cifra questa che non è che sia stata determinata da una legge scentifica ma semplicemente buttata lì. Prendiamola per buona. Dall'81 al 1992 in Italia questo rapporto è passato dal 58% al 120%. Cos'è successo in quegli anni? Nell'81 in particolare è avvenuto un divorzio tra la Banca d'Italia ed il Ministero del Tesoro. Tra l'altro, per chi ha in mente la fine della Democrazia, vorrei far notare che questa indipendenza della Banca d'Italia dal Ministero del Tesoro è stata decisa con due lettere, cioè il Governatore della Banca d'Italia ha scritto al Ministro del Tesoro dicendo " cosa ne pensi se da domani la Banca d'Italia diventa indipendente ?" . Il Ministro del Tesoro ha risposto " Benissimo, la Banca d'Italia da domani è indipendente". Non c'è stato cioè nessuna ratifica del Parlamento di un atto che ha modificato sostanzialmente la conduzione dell'economia di un Paese. Fino ad allora infatti quando lo Stato emetteva titoli per potersi finanziare, la Banca d'Italia faceva da paracadute, cioè lo Stato emetteva 100 titoli, la Banca d'Italia diceva " quelli che non vendi te li compro io ad un tasso d'Interesse prefissato basso". Salvaguardando quindi eventuali balzi sugli interessi al rialzo dovuti ad eventuali titoli invenduti. La Banca Centrale oggi non ha più questo ruolo di paracadute, quindi lo Stato italiano quando emette 100 titoli di Stato ha bisogno di venderli tutti. Eventuali titoli invenduti, per poterli rendere allettanti, vengono ceduti con interessi fortemente innalzati.  Da quel momento lo Stato italiano è stato costretto ad emettere titoli gravati da interessi al 5, 8, 10, 12 fino al 20%. Questo il vero motivo dell'innalzamento repentino del debito pubblico.Tutto ciò che oggi ci viene raccontato su questo tema sono solo menzogne che vengono raccontate per soggiogare sostanzialmente la popolazione. Analizziamo dei dati: il Bilancio taliano dal 1990 ad oggi si è chiuso in attivo tutti gli anni tranne nel 2009 che si è chiuso con un meno 1,1%. Il Bilancio Italiano è sempre positivo dal 90 al 2017 e tuttavia lo Stato Italiano peggiora i suoi conti economici , perchè ognoi anno deve pagare gli interessi sul debito e quindi il saldo diventa negativo. Lo Stato inoltre per poter pagare gli interessi si indebita ulteriormente. 

Quando in Tv parlano in termini entusiastici del Pil che passa dallo 0,8 all'1,2% a me vien da ridere, perchè con il meccanismo del debito perchè il nostro Stato l'anno prossimo sia meno indebitato di quest'anno, il PIL dovrebbe essere come minimo positivo intorno al 3,8 - 4%. Siccome nei prossimi tre secoli non sarà mai così, bisogna decidere se si prosegue con questo modello oppure ci decidiamo a prendere atto 1)  che il debito l'abbiamo già pagato, infatti noi abbiamo un debito di 2200 miliardi sul quale abbiamo già pagato 3300 miliardi di Interessi e continuiamo ad avere un debito di 2200 miliardi.2) prendiamo atto che gli italiani che pagano le tasse hanno versato dal 90 ad oggi allo Stato Italiano 700 Miliardi in più di quello che hanno ricevuto in termini di beni e servizi. Se uno dice"il Debito c'è " io dico "il debito l'abbiamo già pagato"3) andiamo a vedere cosa c'è dentro a questo debito. Cioè con chi l'abbiamo contratto, per quali finalità l'abbiamo contratto, sono finalità che rispondono all'interesse generale o ad interessi particolari, questo per capire quali debiti vanno onorati e quali invece annullati. Tutto ciò sapendo che la narrazione che ci stanno raccontando ha finalità psicologiche ben precise. Faccio un esempio sugli enti locali: in questi ultimi 11 anni, quasi tutta la crisi, o meglio quasi tutte le misure per superare la crisi sono state scaricate sugli enti locali e sui Comuni, questo nonostante la quota comunale che concorre alla formazione del debito pubblico è pari all'1,8%, ossia stante 100 il debito pubblico nazionale, i comuni hanno "Colpa" per l'1,8%. Stante 100 la spesa pubblica nazionale, i Comuni spendono il 7,8%. Eppure le misure messe in campo vanno a scaricarsi principalmente sui Comuni. Dal 2010 al 2016 i Comuni hanno aumentato l'imposizione fiscale di 7,8 Miliardi. 

Nonostante questo i Comuni hanno 5,8 miliardi in meno di quello che avevano nel 2010. Questo perchè lo Stato ha prelevato attraverso Patto di Stabilità, riduzione dei trasferimenti, spending review, ha prelevato 11 Miliardi. In pratica dal 2010 al 2016 abbiam pagato 7,8 miliardi in più agli enti locali non per avere servizi migliori, ma perchè questi soldi servissero poi al cosiddetto risanamento dei conti pubblici nazionali che continua a non essere risanato perchè il debito di fatto continua a salire. C'è quindi dietro una trappola ideologica. Come si supera questa trappola ideologica? Si supera mettendo in discussione la cosiddetta narrazione del debito, cioè dicendo che il debito è un problema, ma non è " Il Problema " e che se il debito è pubblico, allora tutti i cittadini devono conoscere come è nato, per quali finalità è stato contratto e decidere se è un debito che va riconosciuto o non va riconosciuto. Per esempio sul 100% del debito pubblico nazionale, quello che è in mano alle cosiddette famiglie è circa il 6%, tutto il resto è in mano a Fondi di Investimento, Compagnie di Assicurazione, Banche, Soggetti vari finanziari, che sono esattamente quelli che hanno provocato la crisi e con i quali noi continuiamo ad essere indebitati. Pongo la domanda: se questi soggetti hanno creato la crisi è possibile che noi ancora dobbiamo sentirci in debito verso questi soggetti? Io sarei per il ripudio del debito, ma facciamo un passo indietro. Bene, prendiamo debito per debito, analizziamolo e decidiamo collettivamente quali sono i debiti da saldare e quali sono i debiti che abbiamo già pagato o non vanno saldati perchè non rispondono all'interesse generale della popolazione. Questa è una operazione che si fa da millenni. Quando diciamo annulliamo il debito sembra di dire un'eresia o un tabù. Io nel mio libro ho fatto una ricostruzione storica, il primo annullamento del Debito di cui si è a conoscenza è del 2400 a.c., il Regno di Ammurabi in 15 anni ha fatto 4 annullamenti del debito, la storia è stracolma di annullamenti del debito. La stessa Germania alla fine della seconda guerra mondiale aveva un rapporto debito/PIL che era del 573%, una cosa folle. Come ha fatto a diventare la grande Germania? Semplicemente ha detto" non lo posso pagare" e siccome dopo la seconda guerra mondiale c'era la necessità di ricostruire l'Europa e c'era anche la necessità da parte dell'occidente di una Germania forte perchè c'era anche il confronto EST-OVEST cosa hanno fatto? Nel 52 hanno fatto una bella conferenza a Berlino dove i creditori prima di sedersi al tavolo, come atto di magnanimità, hanno detto "il debito della Germania è dimezzato". Durante la Riunione l'hanno dimezzato ulteriormente, l'hanno ridotto ad un Quarto e prima di salutarsi hanno detto " quel quarto che la Germania deve ancora pagare lo può pagare in 50 anni. L'ultima rata la Germania l'ha pagata tre anni fa. Quindi l'idea che si possano annullare i debiti o si possano ridurre drasticamente non è un'invenzione di qualche velleitario rivoluzionario, ma è stracolma la storia di Stati di Paesi e di situazioni in cui si è proceduto all'annullamento dei debiti. Non se ne esce da questo modello se non si rimette mano ad una nuova finanza pubblica e sociale. Teniamo conto che l'Italia essendo stata più realista del RE ha privatizzato totalmente tutti i sistemi finanziari e bancari. La Germania nel 1992 aveva il 62 % di controllo pubblico sulle Banche, oggi ha il 51%. La Francia aveva il 36% oggi ha il 31%. L'Italia aveva il 74,5% , oggi ha zero assoluto di controllo. In questo Paese non c'è nessuno straccio di Finanza Pubblica. Uno dice " come lo trasformiamo il modello produttivo in senso ecologico?". Come facciamo la riconversione dell'energia se i soldi ce li hanno le banche? Decideranno quindi le Banche che cosa è più conveniente fare per l'interesse pubblico! 

Il percorsso della finanza pubblica e sociale ragiona in quella direzione e dice: da una parte occorre mettere in discussione l'ideologia del Debito, sia a livello territoriale sia a livello nazionale, mettere in campo una commissione di audit e di indagine sul debito pubblico per stabilire come è nato, quali settori ed interessi copre, che cosa è legittimo e cosa illegittimo, dall'altra riprendersi in mano un pezzo di finanza pubblica e sociale e questo è possibile ragionando sulla socializzazione di Cassa Deposito e Prestiti. CDP dal 1850 al 2003 era un'ente pubblico che raccoglieva il risparmio postale dei cittadini che hanno un libretto di deposito postale o un buono fruttifero postale. Questi depositi vengono raccolti da CDP che per 150 anni aveva un solo compito: garantire quel risparmio e utilizzare quei soldi per permettere gli investimenti degli enti locali a tassi agevolati. Nel 2003 la CDP è stata privatizzata ed anche questa possibilità è stata eliminata. Bisogna adoperarsi per far ritornare CDP a riassumere quel ruolo. Teniamo conto che il risparmio che i cittadini mettono alle poste è qualcosa che è pari a 250 Miliardi, qualcosa come 12 Leggi di Stabilità o di Leggi Finanziarie, sono soldi con i quali si potrebbe rimettere in moto sia " l'Economia Generale ", sia processi di riconversione ecologica dell'Economia a livello territoriale. Noi diciamo da sempre che va profonfamente cambiato il modello economico e di sviluppo, nel senso che la nuova economia dev'essere socialmente ed ecologicamente orientata, da una parte va ribaltato il concetto di spazio e di tempo proposto dal modello Liberista, che ha espanso enormemente lo spazio ( Globalizzazione del Mercato ) ha ridotto drasticamente il tempo delle scelte ossia "Cosa dice la Borsa domattina". Va fatto il processo contrario, ossia va riterritorializzata la Produzione il che vuol dire che tutto quello che può essere prodotto in un territorio, lì dev'essere prodotto. 

Penso alla questione energetica dove al di la del dibattito tra energia fossile ed energia rinnovabile, in cui è ovvio che è meglio l'energia rinnovabile, io sono contro l'idea chhe l'energia venga prodotta sempre attraverso grandi Impianti, perchè grandi Impianti vuol dire concentrazione di potere nelle mani di chi detiene la produzione dell'energia. Oggi le nuove tecnologie consentono l'autoproduzione persino quasi personale. L'energia dovrebbe quindi essere riterritorializzata, ogni comunità dovrebbe decidere quanta energia necessita, come la produce, quando la produce, utilizzando per esempio l'energia rinnovabile. Da una parte va ridotto lo spazio dall'altra va invece aumentato il tempo, ossia il tempo delle scelte dev'essere " cosa comporta la scelta che io faccio oggi per le prossime 25 generazioni. Questa è l'unica possibilità che abbiamo per rimettere in sesto il pianeta. Io non sono per una crescita dell'economia che ragioni in termini di aumento quantitativo dei consumi, serve un'economia diversa che ragioni esattamente sulle possibilità di uno scambio compatibile, sostenibile, con la natura in modo che si costruiscano società sostenibili sia nell'immediato e sia nel medio e lungo termine.

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