E’ andato a Bruxelles a incontrare Jean-Claude Juncker e Manfred Weber e ha assicurato loro che la Lega non sarà al governo. E nemmeno i 5 stelle. E’ un “patto segreto” quello che, secondo La Repubblica, Silvio Berlusconi ha siglato la settimana scorsa con le istituzioni Ue. Un accordo di cui il presidente della Commissione si fa garante nei confronti del Partito Popolare Europeo, di cui Weber è il capogruppo e che non ha mai potuto soffrire troppo l’ex Cavaliere. Un patto, prosegue il quotidiano di largo Fochetti, che ha avuto finora un effetto tranquillizzante sui mercati, nonostante quello del 4 marzo sia un appuntamento elettorale dagli esiti fortemente incerti, e prefigura per l’Italia uno scenario solo: quello delle larghe intese.
“Escludo la possibilità di una grande coalizione, non c’è nessuna possibilità che accada, avremo la maggioranza alla Camera e al Senato”, assicurava il 23 gennaio l’ex premier in conferenza stampa nella sede del Ppe.
Nelle stesse ore, mentre andava in scena divergenza con Matteo Salvini (l’ex Cav a Bruxelles assicurava il rispetto della regola del 3% del deficit e il leader del Carroccio in Italia ribadiva che per lui “non esiste”), maturava il patto con le alte sfere dell’Unione. La prova, scrive La Repubblica, “la si è avuta lo stesso giorno dei colloqui: in serata, infatti, improvvisamente lo spread tra Bto e Bund tedeschi è sceso di tre punti a quota 135 per poi subire ulteriori limature fino ad arrivare giovedì a 131”.
Gli operatori non credono allo scenario dell’ingovernabilità, quindi, e scommettono su una rottura della fragile alleanza tra Berlusconi e Salvini, divisi in questa campagna elettorale su una molteplicità di temi. Oltre alla difesa del paramento del 3% nel rapporto defici-Pil, lo scontro è stato acceso nei giorni scorsi anche sulla figura di Antonio Tajani: a B. che ha fatto più volte il suo nome come candidato alla premiership, Salvini ha replicato il 26 gennaio: “Decidono gli italiani. Chi vota Lega sa che il presidente del Consiglio sarà Salvini, lo abbiamo scritto nel simbolo. Chi vota Forza Italia lo scoprirà”. Berlusconi, da parte sua, non fa mistero con i suoi dell’insofferenza che nutre verso l’alleato: “Ma vi pare che io, a questa età, possa aver voglia di mettermi a discutere con Salvini di come si governa il Paese? Gli italiani ci permetteranno di trovare altre soluzioni“, avrebbe detto sabato ai colonnelli riuniti ad Arcore.
Il leader del Carroccio non ci sta: “E’ una fake news“, assicura a Rtl 102.5, spiegando che si tratta di “ricostruzioni di un giornale di sinistra che copre le beghe del Pd“. Ma con Berlusconi, ha detto, è “più quello che ci unisce che quello che ci allontana, il mio avversario è Renzi. Io mi fido dei patti chiari”. “O vince il centrodestra – ha concluso – o chi vota Lega sa che la Lega non darà mai voti a un governissimo”.
Emma Bonino, alleata in pectore del Pd, non esclude nulla: “Dopo il voto si vedrà che cosa è possibile fare – spiega la leader di +Europa– con Berlusconi ho già governato, ma mancano ancora quattro settimane al voto. Non diamoci già per persi, altrimenti non vale la pena nemmeno cominciare”. Di sicuro, però, una grande coalizione non potrebbe comprendere anche Salvini: “Trovo molto pericolose le posizioni di chi dice che sta con Putin, Orban (il premier ungherese, ndr) e Trump”, continua Bonino.
“Escludo la possibilità di una grande coalizione, non c’è nessuna possibilità che accada, avremo la maggioranza alla Camera e al Senato”, assicurava il 23 gennaio l’ex premier in conferenza stampa nella sede del Ppe.
Nelle stesse ore, mentre andava in scena divergenza con Matteo Salvini (l’ex Cav a Bruxelles assicurava il rispetto della regola del 3% del deficit e il leader del Carroccio in Italia ribadiva che per lui “non esiste”), maturava il patto con le alte sfere dell’Unione. La prova, scrive La Repubblica, “la si è avuta lo stesso giorno dei colloqui: in serata, infatti, improvvisamente lo spread tra Bto e Bund tedeschi è sceso di tre punti a quota 135 per poi subire ulteriori limature fino ad arrivare giovedì a 131”.
Gli operatori non credono allo scenario dell’ingovernabilità, quindi, e scommettono su una rottura della fragile alleanza tra Berlusconi e Salvini, divisi in questa campagna elettorale su una molteplicità di temi. Oltre alla difesa del paramento del 3% nel rapporto defici-Pil, lo scontro è stato acceso nei giorni scorsi anche sulla figura di Antonio Tajani: a B. che ha fatto più volte il suo nome come candidato alla premiership, Salvini ha replicato il 26 gennaio: “Decidono gli italiani. Chi vota Lega sa che il presidente del Consiglio sarà Salvini, lo abbiamo scritto nel simbolo. Chi vota Forza Italia lo scoprirà”. Berlusconi, da parte sua, non fa mistero con i suoi dell’insofferenza che nutre verso l’alleato: “Ma vi pare che io, a questa età, possa aver voglia di mettermi a discutere con Salvini di come si governa il Paese? Gli italiani ci permetteranno di trovare altre soluzioni“, avrebbe detto sabato ai colonnelli riuniti ad Arcore.
Il leader del Carroccio non ci sta: “E’ una fake news“, assicura a Rtl 102.5, spiegando che si tratta di “ricostruzioni di un giornale di sinistra che copre le beghe del Pd“. Ma con Berlusconi, ha detto, è “più quello che ci unisce che quello che ci allontana, il mio avversario è Renzi. Io mi fido dei patti chiari”. “O vince il centrodestra – ha concluso – o chi vota Lega sa che la Lega non darà mai voti a un governissimo”.
Emma Bonino, alleata in pectore del Pd, non esclude nulla: “Dopo il voto si vedrà che cosa è possibile fare – spiega la leader di +Europa– con Berlusconi ho già governato, ma mancano ancora quattro settimane al voto. Non diamoci già per persi, altrimenti non vale la pena nemmeno cominciare”. Di sicuro, però, una grande coalizione non potrebbe comprendere anche Salvini: “Trovo molto pericolose le posizioni di chi dice che sta con Putin, Orban (il premier ungherese, ndr) e Trump”, continua Bonino.
fonte: IlFattoQuotidiano
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