di Organizzazione lucana ambientalista
Con Deliberazione n. 190 del 5/8/2015, il parco nazionale dell’Appennino lucano ha autorizzato al Comune di Calvello, con proprio nulla osta, i lavori relativi ai pozzi petroliferi dell’Eni nel territorio del parco. Più precisamente ha espresso “nulla osta” con prescrizioni per “i lavori di variante all’allestimento dell’area cluster “Cerro Falcone 3 – 4” nel Comune di Calvello (PZ) in località Bosco Farneto“. Ma per la Ola l’iter amministrativo presenta più di qualche dubbio, che auspichiamo il parco chiarisca.
Nella deliberazione del parco adottata oggi, non si specifica, però, che i due pozzi si trovano nel perimetro del parco nazionale ma, usando la dizione “tutela del paesaggio“, divenuta “chiave di volta autorizzativa“, sancisce alcune prescrizioni che il Comune di Calvello, e non la compagnia mineraria (sarebbe interessante conoscere i motivi alla base di questo che appare come uno escamotage), dovrà ottemperare affinchè, la compagnia mineraria possa realizzare le opere petrolifere in variante al progetto originario, pur se in modo “compatibile” secondo il parco.
Infatti nella deliberazione del parco si specifica che: “l’istanza trasmessa dal Comune di Calvello, prot. n. 6465/X del 13 luglio 2015, pervenuta in data 14 luglio 2015 ed acquisita agli atti dell’Ente con prot. n.2917/E, è volta ad ottenere il nulla osta per i lavori di variante all’allestimento dell’area cluster “Cerro Falcone 3-4”,alla località Bosco Farneto, in agro di Calvello (PZ)“.
Un potere di “delega” petrolifera all’ente locale che alla Ola risulta del tutto “nuova”, in un panorama dove le attività petrolifere della concessione Val d’Agri sono assimilabili ormai sempre più alle finalità del parco nazionale.Attendiamo comunque chiarimenti circa l’iter seguito.
Le prescrizioni del parco sono: “a) osservare in fase di cantiere, tutte le “Misure di Mitigazione ed Attenuazione” necessarie nel progetto di che trattasi; b) evitare di interessare zone naturali limitrofe a quelle di intervento, con aree di cantiere e porre in essere ogni misura di mitigazione possibile atta a contenere, in fase di cantiere, le emissioni di polveri e rumore affinché non vengano danneggiate, manomesse o comunque alterate le caratteristiche naturali e seminaturali dei luoghi circostanti quelli interessati dalla realizzazione degli interventi previsti evitare di interessare zone naturali limitrofe a quelle di intervento, con aree di cantiere e porre in essere ogni misura di mitigazione possibile atta a contenere, in fase di c antiere, le emissioni di polveri e rumore; c) utilizzare macchinari e attrezzature a basso impatto ambientale; d) adottare tutte le misure possibili atte a ridurre il prelievo di risorse naturali, i consumi idrici, i consumi energetici; e) non utilizzare sostanze tossiche o pericolose; f) adottare misure per garantire la protezione del suolo e del sottosuolo; g) è assolutamente da evitare l’attività di combustione dei rifiuti in loco e l’interro di scarti di lavorazione; h) non dovranno essere realizzate piste diservizio”.
Sarebbe interessante conoscere dal Comune di Calvello in che modo ottempererà alle prescrizioni del parco controllando i lavori della compagnia mineraria aderenti alle prescrizioni, con un CFS chiamato a verificare che ciò avvenga.
Il parco considera questi “interventi previsti, così come descritti nell’istanza, in linea con le “Misure di Salvaguardia”, allegate al D.P.R. 8 dicembre 2007“.
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