Il governo ha scelto di usare la Cassa depositi e prestiti per provare a rianimare il mercato immobiliare. L'articolo 6 del decreto Imu in discussione alla Camera prevede l'iniezione (potenziale) di circa 2 miliardi di euro provenienti dalla Cdp (che gestisce 230 miliardi di risparmio postale) nel sistema bancario. Questa liquidità a tassi calmierati dovrebbe essere poi rigirata dagli istituti di credito, sotto forma di mutui a basso costo, ai cittadini che vogliono acquistare casa.
Il real estate è asfittico? Le banche - che preferiscono fare carry trade investendo la liquidità della Bce in titoli di Stato - tirano la cinghia quando si tratta di finanziare l'economia reale? Ecco allora che la politica (ma la norma è stata scritta da Abi, ossia le banche stesse, e da Ance, ossia i costruttori) ha messo in campo due strumenti.
Il real estate è asfittico? Le banche - che preferiscono fare carry trade investendo la liquidità della Bce in titoli di Stato - tirano la cinghia quando si tratta di finanziare l'economia reale? Ecco allora che la politica (ma la norma è stata scritta da Abi, ossia le banche stesse, e da Ance, ossia i costruttori) ha messo in campo due strumenti.
Il primo è quello dei covered bond: titoli garantiti emessi dagli intermediari con almeno 500 milioni di euro di patrimonio. La Cassa li compra con interesse basso e le banche dovrebbero rigirare la liquidità sui mutui immobiliari, privilegiando giovani coppie e alloggi ad alta efficienza energetica.
Il secondo strumento è invece quello delle cartolarizzazioni di mutui ipotecari già esistenti per l'acquisto dell'abitazione principale o per interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico. Anche in questo caso la Cassa depositi e prestiti acquista il titolo dalle banche attraverso società di scopo (Spv, special purpose vehicle) e gli istituti rigirano poi (o almeno dovrebbero) le risorse al mercato.
In tal caso, lo strumento ha una garanzia più debole, tecnicamente definita pro-soluto. In pratica, se la banca non restituisce il prestito alla Cdp, quest'ultima deve provare a escutere l'immobile posto a garanzia del prestito. Una procedura giudiziaria del genere può protrarsi per anni e, nel frattempo, il valore dell'immobile potrebbe subire un deprezzamento ulteriore rispetto ai corsi attuali.
In Italia, però, quasi tutti gli osservatori considerano l'andamento del real estate in prossimità del punto pi ù basso della curva. Non sono attese bolle immobiliari come quelle viste in Usa o in Spagna negli ultimi anni. Eppure, malgrado un risparmio privato ampio e una patrimonializzazione forte degli italiani, un qualche rischio potenziale esiste.
Noi del MoVimento 5 Stelle vigileremo affinché non venga messo a repentaglio dalle cartolarizzazioni il risparmio postale investito dalla Cdp. Vigileremo, più in generale, sull'ampio utilizzo che si sta facendo della Cassa in molte partite industriali strategiche, così da evitare che si trasformi in una sorta di nuova Iri. In tal senso continuiamo a chiedere che si formi finalmente la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cdp. Infine, controlleremo che le risorse iniettate nel sistema bancario dalla Cassa vadano effettivamente a beneficio del mercato immobiliare e delle fasce sociali che più hanno bisogno di credito a buon mercato per acquistare la loro abitazione.
Il risparmio postale non pu ò e non deve servire a nuove speculazioni. Noi siamo in Parlamento per impedirlo e faremo da sentinelle affinché i soliti 'furbetti' non aprano il forziere con il piede di porco.
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