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domenica 13 ottobre 2013

Adesso la Basilicata va presa per i capelli


Povera Basilicata. Siamo tornati indietro di almeno 20 anni. “Regione a forte sottosviluppo”, dicono le statistiche. Noi lo sapevamo. I lucani lo sanno, soprattutto quelli che hanno perso il lavoro, quelli che hanno chiuso le aziende e le attività commerciali. Lo sanno i giovani e non giovani che emigrano verso terre più normali. Lo sanno gli abitanti della Val d’Agri, del Metapontino. Lo sanno quelli che ancora si ostinano a vivere tra montagne isolate in minuscoli paesi senza futuro. Tutti sappiamo che la Basilicata è stata distrutta, venduta, martoriata da una politica scellerata e arrogante, incapace di pensare, ma molto capace di fare i propri comodi. E mentre in poche settimane muoiono sei persone per i disastri idrogeologici causati dall’incuria e dall’immobilismo delle istituzioni, loro discutono di “ampie o strette convergenze”. E mentre gli indicatori socio-economici da anni segnalano una profonda crisi del tessuto civile e produttivo, loro si prendono a cazzotti per dividersi la torta del potere. E mentre la povertà dilaga, loro discutono di alleanze e candidati. In questa regione la Fiducia è in esilio. Il capitale di fiducia è stato dilapidato. Se chi è delegato a tutelare l’ambiente, diffonde dati falsi destinati a proteggere gli inquinatori, il capitale di fiducia si consuma. Se un concorso è truccato, nessuno più si fida di nessuno. Se i politici rubano sui rimborsi, i cittadini perdono la fiducia nella politica. Ecco. Uno dei disastri più gravi causati da questi politicanti dei miei stivali è la distruzione del capitale di fiducia. Senza capitale di fiducia un territorio è destinato a soccombere, non ha prospettive di sviluppo. E’ ora necessario prendere la Basilicata per i capelli, prima che sia troppo tardi. Una delle priorità è la ricostruzione della fiducia tra cittadini, tra cittadini e istituzioni e tra cittadini e politica. Contestualmente occorre rilanciare immediatamente la domanda interna con misure urgenti di sostegno al reddito delle famiglie. I primi cento giorni del nuovo governo lucano dovranno servire a questo: ricostruzione del capitale di fiducia e rilancio dell’economia locale. Sempre che in giro ci sia qualcuno capace di farlo. Certo è che gli indagati non possono aprire cantieri di fiducia. Certo è che chi ha ridotto la Basilicata in queste condizioni, non può produrre fiducia né assumere provvedimenti in grado di rilanciare l’economia. Certo è che chi in queste ore sta lavorando per se stesso, per un miserevole posto in Consiglio regionale, non può avere la credibilità necessaria per una nuova politica.

Sab, 12/10/2013 - 10:43

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