di Michele Finizio
Nelle liste elettorali sono quasi scomparse le donne. Gli uomini sono dominatori assoluti. Ma quali uomini? Quelli che parlano di cambiamento e di etica mentre sono indagati per concussione e truffa. Quelli che saranno colpiti da altri procedimenti penali, appena un magistrato deciderà di lavorare. Un potere maschile e infantile, di quei maschi che sono in cerca di continue giustificazioni per ridurre la dissonanza cognitiva tra le scelte fatte e quelle che avrebbero voluto fare. Quelli che candidano il figlio per non perdere lo spazio occupato con i “sacrifici da consigliere regionale”. Quelli non candidabili che mettono sul tavolo l’omino di fiducia. Il potere è maschile, perché le donne sono scomparse dalla scena. Diciamo che il Potere è umano, maschio e femmina. Il Potere si è messo d’accordo sulle liste a destra e a sinistra. “Quanti a me, quanti a te”, ma soprattutto chi, chi deve essere eletto e chi no. Loro hanno concordato tutto, come sempre. La gente crede di poter scegliere, crede “di poter votare il migliore.” Purtroppo è un’illusione. Perché il vero Potere è nelle mani di organizzazioni esterne le quali sostengono questo o quel candidato presidente. Il vero Potere è nelle mani di Roma, nei cassetti delle multinazionali del petrolio e dell’energia. Sono loro i veri imperatori di questi pretoriani senza vergogna. Rischiamo di impantanarci nella rete delle mafie e della massoneria. Si stanno consolidano vincoli pericolosi tra politica e politicismo, tra partecipazione e costrizione, tra cultura civica ed egoismo. Questi vincoli sono diventati rigida architettura della convivenza civile. Ma sono ottimista. Non durerà. Il prossimo Consiglio regionale salterà nell’arco di diciotto mesi. Allora bisognerà ripartire dalle minoranze vitali della società lucana, dall’associazionismo minoritario ma libero e autonomo dalle filiere dei partiti. Bisognerà ripartire dalle persone silenziose che fanno ogni giorno il loro dovere con onestà e dignità. Tutto questo patrimonio è maggioranza in Basilicata, una maggioranza che non ha i riferimenti e gli strumenti per alzare la voce e per organizzarsi. Bisognerà ripartire anche dall’astensionismo, un fronte vasto di cittadini che è il primo “partito” in Basilicata e che nelle prossime elezioni renderà più debole la finta democrazia dei pretoriani senza scrupolo.
Lun, 21/10/2013 - 19:59
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