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domenica 25 novembre 2018

Chi ha detto che l'Asta dei BTP ITALIA è andata male?

di Massimo Bordin

I Buoni del Tesoro Poliennali godono di una cattiva fama per colpa dello spread. Eppure sono stati la forma privilegiata del risparmio degli italiani per molti anni. Ancora oggi, molti non sanno nemmeno di detenere risparmi in obbligazioni statali italiane perchè hanno aquistato prodotti finanziari che “contengono” debito pubblico senza che questo sia urlato ai quattro venti (i buoni fruttiferi postali, ad esempio, o fondi assicurativi o bancari che investono in bonds statali).
In questi giorni i media hanno veicolato l’informazione che all’asta dei btp-italia, cioè di btp legati all’inflazione, ci sarebbero stati pochi sottoscrittori.






E’ una balla colossale, perchè le banche consigliano quasi esclusivamente i loro prodotti e quando, raramente, descrivono i btp, tendono a mettere in evidenza il rischio emittente. Dunque, se teniamo conto che i btp sono sconsigliati dalle banche perchè queste preferiscono vendere i loro prodotti e non ci guadagnao quasi nulla dal collocare i bonds, l’asta dei btp-Italia è andata anche troppo bene.



I risparmiatori del Belpaese possiedono oggi circa 31 miliardi di obbligazioni SUBORDINATE DELLE BANCHE ITALIANE – cioè le obbligazioni più rischiose che ci sono in Italia – sicuramente più dei BTP. Qualcosa la lezione delle banche venete dovrebbe aver insegnato, ma quando un cliente va allo sportello difficilmente sconsigliano le obbligazioni della banca a favore dei btp! Come mai? Forse che ciò che conviene al risparmiatore non conviene agli istituti di credito?

Oggi vogliamo vedere insieme se i BTP classici possono ancora essere una buona fonte di rendita, anche al netto della loro “pericolosità” in caso di default.

Direi che se l’inflazione in Italia si attesta all’1,2%, allora i BTP acquistabili adesso promettono un buon vantaggio. Attualmente staccano una cedola del 3,3% e con inflazione all’ 1,2% si guadagnerebbe un 2% l’anno reale; il che è più di molti conti deposito presenti sul mercato, ad esempio. Questi conti rappresentano formule d’investimento molto pubblicizzate, ma che soffrono anche di una tassazione più alta rispetto ai bonds governativi. Dunque, non vi è alcun dubbio che allo stato attuale i BTP abbiano un interesse molto buono rispetto ad altri.

In Germania, invece, l’inflazione è del 2,3%. Un tedesco che compra ora i titoli di stato germanici (il famigerato Bund) prende lo 0,3% …. cioè perde – DI FATTO – il 2% l’anno.

Ma, allora, perchè quando si parla di obbligazioni italiane tutti urlano al disastro per l’investitore?

Si tratta di un trucco contabile che poggia sull’ignoranza finanziaria degli italiani. I btp, infatti, come tutte le obbligazioni statali, vengono collocati a quota 100. Immediatamente dopo il collocamento, sono oggetto di normale compravendita e salgono o scendono di prezzo a seconda della dinamica dei mercati. La preoccupazione o l’entusiasmo che scaturiscono da queste oscillazioni di prezzo riguardano solo i trader, cioè gli investitori mordi e fuggi, ma non sicuramente l’investitore “cassettista” padre di famiglia che compra i bonds governativi con l’idea di tenerli fino alla scadenza. Dunque, in questi giorni si è parlato di “perdite” sui btp solo rifacendosi ai trader di breve. Chi tiene i titoli a scadenza non c’ha perso nulla. Anzi, se ha comprato i btp in questi ultimi tempi, egli gode di un interesse annuo di gran lunga superiore alle media europea.

Giova ricordare, comunque, che anche i trader più avveduti e competenti non hanno perso un centesimo, ma che hanno solo guadagnato investendo in obbligazioni statali italiani negli ultimi lustri. Un investitore aggresivo che avesse comprato i btp dal 2008, infatti, oggi avrebbe guadagnato il 71 per cento. Il calo del prezzo – e il conseguente aumento dell’interesse che va a vantaggio dei cassettisti – riguarda infatti solo l’ultimissimo periodo.

Mi ha sempre stupito molto come gli italiani, magari per risparmiare 2 euro sul piano tariffario dello smartphone, siano disposti a leggersi l’Enciclopedia Treccani e fare confronti interminabili, mentre per i risparmi di una vita diano retta ai giornali italiani di proprietà di Confindustria e degli istituti bancari.

Fonte: Micidial

1 commento:

Robin ha detto...

Ottimo articolo, purtroppo il nemico lo abbiamo anche in casa e sono le banche private che tengono in ostaggio il popolo italiano con la complicita' della BCE: Serve un nuovo matrimonio fra Tesoro e B.d'Italia, rinazionalizzare le banche ed emettere una moneta parallela all'Euro in attesa di uscirne definitivamente. Un'Europa con moneta unica (e a che prezzo per noi) e debiti divisi, non funziona. La moneta e' un contratto sociale che rispetta la Costituzione, della quale hanno fatto carta straccia per il benessere di pochi a danno della collettivita'.Roberto Pansa.